Il-Trafiletto
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01/10/14

Informazione sulla contraccezione in Italia, ancora nel Medioevo

La Sigo (Societa' italiana di ginecologia e ostetricia) ha diffuso i dati sulla contraccezione femminile ormonale e, per l'ennesima volta, appaiono le solite lacune: solo il 16% delle donne si ritiene ben informato in materia. Visto che a fronte della disinformazione  sulla contraccezione c'e' spesso l'aborto (legale e clandestino), la questione è piuttosto importante, sia per la salute della donna che per i costi della sanita' pubblica. Perchè siamo ancora a questi livelli?

Contraccezione
immagine presa dal web
Mettiamo pure nel concone che la Chiesa ha fatto il suo, ma negli ultimi anni, possiamo dire che non ha fatto controinformazione in merito ai contraccettivi, anche se poi spara a zero contro l'aborto. Ma l'informazione a monte dove sta? A casa di Topo Gigio?  Eppure sul tema dell'informazione e dell'educazione sessuale a scuola, silenzio assoluto, il vuoto, il nulla.  Solo qualche fugace discorso in qualche dotto convegno accademico. Eppure non ci vuole chissa' quale cultura libertina in materia di sesso per ritenere che certi comportamenti individuali, sul proprio corpo,  sono frutto di una lenta e continua assunzione di consapevolezza e abitudine.


 I giovani continuano ad apprendere le “cose del sesso” dal marasma della comunicazione globale, piu' attenta al lucro che non all'informazione/educazione dei propri utenti; i falsi miti continuano ad imperare. Non credo che una informazione/educazione possa radicalmente cambiare la situazione, ma sicuramente alimenterebbe meno danni, piu' serenita' e piu' felicita' che non come avviene oggi. Il problema, quindi, e' tutto in quello striminzito 16%, a cui c'e' da aggiungere le altre percentuali che riguardano i maschi. Sarebbe il caso di chiedere conforto in chi ha poteri legislativi ed esecutivi.Vogliamo smetterla con la becchettoneria e rendere le informazioni fruibili limitando i danni che ancora la fanno da pradrone?


10/09/14

La risposta al tuo ragazzo che soffre di acne

Molti genitori. in questi anni. si stano chiedendo come mai un numero crescente di bambini inizia a soffrire di acne diversi anni prima che entrino nel mondo degli adolescenti. 


I dermatologi di tutto il mondo si stanno occupando del problema dell'acne precoce che tende a diventare sempre più grave più si diventa grandi e anche a livello sociale crea diversi problemi ai ragazzi che vengono derisi e presi in giro in questa sorta di bullismo che tra i giovani sta prendendo sempre più piede . 

Alcuni dermatologi dicono che il problema è legato alla pubertà precoce. e gli antibiotici orali in commercio, usati per adolescenti e giovani adulti, non fanno bene per lo sviluppo dei denti e sono sconsigliati per i bambini più piccoli e la Isotretinoina, che è il trattamento più efficace per l'acne grave, è stata collegata alla chiusura prematura di placche della crescita nelle ossa. 

Tuttavia, ci sono ancora molti trattamenti topici efficaci, infatti i prodotti contenenti perossido di benzoile sono sicuri ed efficaci per l'acne lieve,mentre la prescrizione di creme e gel contenenti antibiotici e retinoidi sono efficaci anche per l'acne moderato. 
Questi trattamenti topici devono essere applicati come indicato e utilizzati regolarmente per essere efficaci. 

Rimane una buona cosa quella di insegnare, fin da bambini, a prendersi cura della propria pelle, lavandosi il viso con un detergente almeno due volte al giorno e con regolarità.
Il problema dell'acne nei giovani

20/06/14

Umano digitale | L'Italia al bivio

Umano digitale
l'Italia al bivio
Maria Cristina Ferradini, Marsilio, 128 pp., prezzo 15,00€
Questo saggio racconta la rivoluzione che sempre più, ha trasformato e sta trasformando le vite di tutti. Velocità, trasmissione dati, Internet, social, globale...termini che sono diventati chiave, al giorno d'oggi, e con i quali ci confrontiamo costantemente.

Cambiamenti ed evoluzioni che hanno modificato la mentalità, il lavoro, lo svago, dando il via alle generazioni dei "nativi digitali". Ma il testo non è semplicemente una storia di questi cambiamenti; la prospettiva è incentrata in particolare su come l'Italia ha affrontato e vive la rivoluzione tecnologica ormai inarrestabile. Le riflessioni si fanno dunque interessanti, sopratutto quando lo sguardo si rivolge ai giovani: che devono formarsi, acquisire competenze e affrontare una realtà più intrigante e sfaccettata, forse, rispetto a un tempo, stimolante, ma anche complicata.

E' pronta l'Italia a tutto questo? Come si pongono la scuola, l'industria e la politica di fronte a questi problemi? Evoluzioni e trasformazioni non si sono certo concluse ed è importante tenere il passo.(science)





30/04/14

Togliamo la "bottiglia" ai giovani

In Europa il consumo di alcolici è tra le principali cause di morte nelle nuove generazioni. Ma sponsor e pubblicità fanno credere il contrario. L'alcol uccide più della droga. 

Un milione e mezzo di alcolisti ne abusano ogni giorno, tre milioni e mezzo ne consumano troppe volte in un mese. Cinque milioni di italiani sono prigionieri della bottiglia, fra questi si trovano soprattutto i giovani che per scappare alla pressione o alla noia della vita quotidiana, sono vittime spesso di «polidipendenze », alcol e pasticche, alcol ed eroina o cocaina. Negli StatiUniti i giovani, sballottati tra il permissivismo liberale e il puritanesimo bacchettene, si attaccano al «six pack», la confezione di sei lattine, la dose normale per la sera.il consumo è rigorosamente «unisex». Non c'è avvenimento sportivo o concerto rock che non sia avvolto dalla spuma della birra che associa l'emozione del gioco o delle vibrazioni musicali al bicchiere.
immagine pres dal web
 L'alcol, e non la cocaina, non il crak, non l'eroina, non le armi, i coltelli, le malattie, è la prima causa di morte per la gioventù americana fra i 15 e i 24 anni... Eppure viene ancora glorificato ed esaltato dalle pubblicità più belle e attraenti. Anche le ultime programmazioni pubblicitarie che annunciano i mondiali, sono sponsorizzate da marchi di bevande alcoliche. Un controsenso visto che poi si devono prendere misure preventive per non fare entrare bottiglie e alcol negli stadi. Occorre rafforzare le misure per proteggere i giovani dalla promozione e dalla sponsorizzazione delle bevande alcoliche. Tutelare le fasce più deboli della società per impedire che diventino il facile target per produttori e commercianti preoccupati solo di aumentare gli introiti. L'offerta del prodotto dovrebbe passare attraverso una regolamentazione d'accesso, un'età minima per il consumo e la cornmercializzazione. il prezzo stesso delle bevande alcoliche ha un'incidenza sul consumo dei minori. Protezione e sostegno dovrebbero essere forniti agli adolescenti i cui genitori o altri membri della famiglia siano alcoldipendenti o abbiano problemi con l'alcol
EDUCAZIONE. È necessaria una maggiore sensibilizzazione sugli effetti dell'alcol. Occorre elaborare dei programmi di promozione della salute, con una particolare enfasi sul problema dell'alcol, nelle classi delle scuole medie inferiori e superiori, nei posti di lavoro, presso le organizzazioni e le associazioni giovanili. Questi programmi dovrebbero coinvolgere anche i genitori, gli insegnanti così come i responsabili dei giovani che hanno il compito di formare e orientare le giovani generazioni nelle scelte e nelle attitudini utili nella vita, per aiutarli a fronteggiare meglio le pressioni sociali e a gestire nel modo migliore i rischi. Ma ogni educazione non sarà mai a senso unico, infatti per essere efficace bisogna coinvolgere i giovani stessi nell'elaborazione delle politiche per la salute, sviluppando in questo modo il loro senso di responsabilità.
ALTERNATIVE. Occorre inoltre costruire nuovi ambienti sociali che favoriscano le alternative al consumo di alcol. Anche in questo caso ha un ruolo determinante la famiglia per promuovere un nuovo stile di vita, per sviluppare delle soluzioni che tenderanno a non ricorrere più alle bevande alcoliche per superare una crisi affettiva, un conflitto sul lavoro, la crisi adolescenziale, ecc.

 "Il vino fa buon sangue" è la verità? Non esiste un consenso scientifico sulla relazione tra riduzione del rischio di insorgenza dell'ischemia cardiaca e consumo moderato di vino. Non è scientificamente provato che bere un bicchiere di vino rosso ai pasti possa prevenire le malattie cardiache. La sostanza che combatte i radicali liberi e svolge un'azione antiossidante è il resveratrolo che appartiene a un ampio gruppo di composti chimici contenuti nel vino e nelle bevande alcoliche che derivano propriamente dall'uva, ma questa sostanza appattiene alla grande famiglia dei flavonoidi (noti anche come polifenoli) che riducono l'adesività delle piastrine, rendono più fluido il sangue ed evitano, così, la formazione di trombi, ma queste stesse sostanze si possono trovare anche nella frutta e nella verdura. Perché allora non preferire queste ultime?

24/04/14

Agenzie di collocamento | Nascono quelle per chiunque volesse andare a lavorare all'estero.

Arrivano a oltre 500 i curricula fatti pervenire in solo un mese e mezzo di vita all'agenzia T-Island di Imola, direttamente da giovani italiani pronti a partire per trasferirsi anche dall'altra parte del mondo, pur di avere un lavoro.

L'agenzia di collocamento T-Island di Imola, è specializzata nel reperimento di personale per aziende straniere. Provate ancora a definire i nostri giovani "choosy"!
Infatti tutti coloro che hanno superato i trent'anni di età e sono alla ricerca di un'occupazione hanno dovuto imparare che "choosy" vuol dire "schizzinoso" e lo hanno necessariamente dovuto imparare per potere avere una chance di rilievo sul mercato globale. I 500 curricula che sono giunti nelle mani dei responsabili imolesi della T-Island, nata tral'altro da un'idea del bolognese Alberto Forchielli, un'esperto nello sviluppo di affari intenazionali in particolare sui mercati indiano e cinese, rappresenta la migliore risposta a chi, ultimamente, ha marchiato i nostri giovani, come bamboccioni o choosy o sfigati o ancora poco propensi ad andare via da quella zona sicura rappresentata dalla casa dei propri genitori.
Giovani italiani pronti a fare la valigia

I candidati tipo che a partire dal primo marzo ad oggi hanno inviato il proprio curriculum all'agenzia imolese hanno un'età media 36 anni e un'esperienza lavorativa almeno di 6 sulle proprie spalle. Per quel che concerne le competenze professionali si va da quelle di alto profilo (come ingegneri o medici) a quelle che non necessitano di un titolo di laurea (come cuochi o panettieri).

Nell'intersecare domanda e offerta T-Island ha già collocato 14 lavoratori italiani all'estero, mentre sta cercando di coprire altre 38 posizioni ed ha aperto contatti con 76 aziende straniere in quattro continenti. In base a quanto dichiarato dai responsabili dell'agenzia, sembra che ad esempio, gli infermieri italiani siano molto ricercati negli Emirati Arabi, invece i medici negli Stati Uniti. Per quanto riguarda il settore culinario ad Hong Kong pare ci sia un locale che brama fortemente per avere un cuoco/panettiere Made in Italy.

L'esperienza di T-Island conferma che gli italiani, proprio come un secolo fa, sono nuovamente diposti a lasciare la propria patria in cerca di fortuna all'estero. Per carità, niente terza classe di un piroscafo che promette di traghettarli verso il sogno americano, sostituito dalla scaletta di un volo low cost, pronti a rimettersi in gioco, pur di ricominciare. In fin dei conti, basta fare una semplice e veloce ricerca in rete digitando: "lavorare all'estero" per imbattersi in paginate di risultati di agenzie o siti che offrono possibilità di lavoro ovunque, tranne qui da noi. (il sole 24 ore)

02/04/14

"Lardo ai giovani": di Colonnata naturalmente

"Lardo ai giovani", ha scritto un grande giornalista sportivo nonché eccellente gastronomo, Gianni Mura, cultore del maiale e dei suoi prodotti derivati. Perché oggi le carni di maiale e i salumi sono rivalutati anche dai nutrizionisti, avendo modificato - per la migliore alimentazione e cura degli animali - rispetto al passato, la qualità dei loro grassi. 

La quota di grassi saturi, insidiosi per le arterie, è molto più bassa, e sono invece aumentati i grassi monoinsaturi, simili a quelli dell'olio d'oliva e non dannosi. Dunque mangiare salumi, in giusta e moderata quantità, non è davvero peccato per nessuno (se non per musulmani ed ebrei, ma è tutt'altra storia). Fra i salumi di più antica tradizione primeggia proprio il lardo, il più semplice e schietto. Costituito dallo strato sottocutaneo del grasso del maiale, il lardo è un grande interprete della nostra cucina tradizionale sia come cibo energetico "povero" sia come ingrediente in molte zuppe e piatti a base di pane, fagioli, verdure e carni. Tutta l'Italia ha amato ieri e oggi il lardo. In particolare quello di miglior gusto e qualità.
il suggestivo borgo toscano di Colonnata nelle
Alpi Apuane, in provincia di Massa Carrara,
dove si produce il lardo più
conosciuto d'Italia
.

Sono due piccoli, sperduti, suggestivi borghi a dare il nome ai prodotti più celebri e preziosi: il valdostano lardo di Arnad e quello toscano di Colonnata, nelle Alpi Apuane.Il lardo di Arnad, dal delicato gusto di montagna, è ottenuto da giovani suini di allevamenti italiani, oltre che valdostani, del Piemonte, Veneto, Lombardia ed Emilia. Il lardo, preparato nel Comune di Arnad e dintorni, rifilato e senza cotenna, è sistemato in appositi contenitori, i "doils" in legno di castagno (oggi anche in acciaio), alternando strati di lardo e strati di sale e aromi, con ricette che ogni produttore custodisce gelosamente; la stagionatura minima è di tre mesi e può superare l'anno. Forse ancor più celebre, il lardo di Colonnata, dolce e ricco di aromi, è così com'è, senza alcuna aggiunta, anch'esso ottenuto da suini pesanti italiani. Prodotto fra i marmi delle Apuane, il suo segreto è proprio quello di maturare in vasche ("conche") di marmo, perfette , per mantenere e stagionare (almeno sei mesi) il lardo a strati alternati con le spezie in una salamoia di acqua, sale, aglio, pepe nero, spezie e aromi vari (anche qui ogni produttore ha segrete ricette). Tolto  dalla conca, il lardo viene diviso in candide pezzature e ogni fettina che se ne taglia si scioglie dolcemente in bocca. Ma la Toscana è forse la regione dove più ci si può vantare di produrre ottimo lardo, come quello anch'esso nobile della Val di Greve. Perché in queste terre l'aria del mare si incontra con l'aria pura degli Appennini e, come ben sanno i gastronomi e gli esperti, oltre alla mano sapiente dell'uomo è necessario anche l'aiuto di madre natura per fornire al nostro cibo tutte le sue migliori qualità.

il candido salume su una
fetta di pane alle erbe.
Ma per gustarlo al meglio, c'è chi lo predilige al naturale, senza alcuna aggiunta, in fettine sottili su fette di pane. I cavatori delle Apuane, mangiavano il lardo di Colonnata sopratutto con il pane toscano senza sale, accompagnato da giovane vino rosso: una miscela energetica ideale per chio pratica un lavoro faticoso. Meglio ancora se il pane è a fette, caldo per far sprigionare al salume tiepido, tutti i suoi delicati aromi. Meno aromatico, il lardo di Arnad lo si può gustare come antipasto, servito con miele e noci, e accompagnato da pane nero. Tutto il miglior lardo è anche ottiomo ingrediente per i sughi (leggeri: non devono annullarne l'aroma)  e anche per accompagnare le carni (l'ardellate, cioè avvolte in fette di lardo per insaporirle e mantenerle teneri).

Tagliatelle al lardo Per 4 persone: 350 g di tagliatelle, 150 g di lardo toscano affettato, 2 di di panna liquida, una cipolla, 3 cucchiai di olio d'oliva extravergine, 60 g di formaggio pecorino grattugiato, un bicchierino di brandy, sale, pepe. Tritate molto finemente 50 g di lardo toscano assieme alla cipolla e fate appassire il tutto a fuoco lento con l'olio. Aggiungete la panna e il brandye cuocete per 10 minuti facendo restringere il liquido, poi salate e pepate. Lessate a metà cottura le tagliatelle, scolatele e conditele con la panna liquida insaporita e il pecorino grattugiato. Sistemate in una pirofila, di cui avrete imburrato con cura i bordi e il fondo, e coprite tutta la superficie della pasta con i 100 g di lardo rimasti in fettine. Fate gratinare in forno caldo per 7-8 minuti e servite le taqliatelle in tavola nella pirofila.

02/03/14

Un sistema immunitario efficiente per restare giovani

Un sistema immunitario efficiente è anche là miglior premessa per restare giovani a lungo: lo affermano tutti i più noti immunologhi. Proprio dallo studio dei «grandi vecchi»  arrivano informazioni che consentiranno di creare una medicina preventiva efficace, «in grado di individuare, soprattutto tra gli anziani, i soggetti a rischio di malattie degenerative, e intervenire in tempo». Per capire come, dobbiamo tenere conto che il nostro sistema immunitario non è statico, ma si rimodella nel corso della vita di un individuo. 


«Nell'800 non si viveva più di 40-50 anni, e l'organismo non faceva in tempo a invecchiare, mentre oggi i progressi della medicina e il miglioramento delle condizioni di vita hanno cambiato radicalmente le cose». Ma il nostro sistema immunitario è continuamente bombardato da aggressioni esterne, cui reagisce accumulando memoria, «proprio come l'hard disk di un computer che finisce con il saturarsi proprio quando avremmo bisogno di nuovo spazio». Per ritardare il processo di invecchiamento del sistema immunitario dunque sarebbe sufficiente diminuire la carica antigenica, ossia le aggressioni esterne. Ma le cose non sono così semplici: «in mancanza di nemici reali da combattere il sistema immunitario può rivolgersi contro altri avversari. Si spiega così, tra l'altro, la crescente diffusione delle allergie nei paesi occidentali dove il sistema sanitario limita la diffusione delle infezioni». Qualcosa però si può fare. «Gli studi più recenti identificano il pericolo nell'infiammazione con cui l'organismo reagisce alle aggressioni esterne». Uno strumento indispensabile per rimanere in buona salute, che in molti casi finisce per trasformarsi in un cavallo di Troia. Il risultato è un fenomeno che gli immunologi hanno ribattezzato inflamm-aging, termine che può essere tradotto come «infiammazione cronica associata all'età»: «Si è scoperto recentemente che l'infiammazione cronica è strettamente legata alla cosiddetta comorbilità dell'anziano, e si ipotizza che proprio questo sia il denominatore comune di malattie molto diverse tra loro, come aterosclerosi e malattie cardiovascolari o patologie degenerative cerebrali». Oggi sappiamo anche che questi processi hanno una base genetica: esistono individui predisposti a produrre citochine pro-infiammatorie, sostanze che intervengono nell'infiammazione, mentre altri hanno una tendenza a produrre meno citochine «cattive» e più citochine anti-infiammatorie. È proprio tra questi ultimi che si trovano più spesso i centenari, oggetto privilegiato di studio di chi cerca di scoprire il segreto della longevità. «l'obiettivo è quello di identificare cluster, ossia associazioni di diversi marcatori genetici che contraddistinguono gli individui più longevi. Identificare i marcatori che consentono di prevedere, in anziani apparentemente sani, lo sviluppo di patologie invalidanti, ossia di fare una vera medicina preventiva, personalizzata sulle esigenze dei pazienti, sarà l'obbiettivo futuro dei ricercatori». E se gli studi confermeranno il ruolo dell'infiammazione nelle patologie degenerative dell'anziano, «sarà possibile curare i soggetti a rischio senza distribuire indiscriminatamente farmaci costosi e non privi di effetti collaterali.» Si tratta di studi complessi, che richiedono di seguire una persona per tutta la vita. E poi non ci sono - ancora - test adeguati a valutare ultraottantenni. Però si può già affermare che una personalità «negativa» è un fattore di rischio per diverse malattie.



16/02/14

"Povero imbecille" Della Valle fa un duro attacco ad Elkan

Diego Della Valle patron di Tod's non ha peli sulla lingua commentando la dichiarazione di Elkann, secondo il quale molti giovani non lavorano perchè stanno bene in casa dei genitori. "Imbecille" è il commento di Della Valle.


"Il poveretto di Jakie non perde mai tempo di ricordare agli italiani che è un imbecille. E' uno che appartiene a una famiglia che ha distrutto una quantità industriale di posti di lavoro e di conseguenza la speranza di molti giovani".
Lo ha detto Diego Della Valle, patron di Tod's commentando le dichiarazioni del presidente della FiatJohn Elkann, secondo il quale molti giovani non trovano lavoro perchè stanno bene a casa. "Uno che si permette di dire che i ragazzi stanno a casa perché non hanno voglia di lavorare perché il lavoro c'è, è un imbecille", ha aggiunto Della Valle parlando con i giornalisti a Firenze durante una passeggiata in piazza della Signoria. 
Elkann Della Valle
"Lo tengano a casa sua, lo tengano un po' a riposo, vada a sciare -ha continuato Della Valle sempre riferito a John Elkann- è una vergogna che uno degli Agnelli dica che oggi in Italia per i giovani il lavoro c'è. Dovremmo fare un referendum e chiederci se li vogliamo ancora in Italia".

Ma questo è solo l’ultimo capitolo di una guerra che va avanti da tempo tra Elkann e Della Valle, che condividono a fatica l’azionariato del Corriere della Sera. “Ora basta con queste discussioni da pianerottolo, ce ne sono già troppe in questo Paese e non servono a nulla”, ha detto l’imprenditore marchigiano nei giorni scorsi rispondendo all’attacco dell’erede Agnelli, che aveva definito Mr Tod’s un “nano” rispetto ai concorrenti Prada, Armani, Lvmh e Kering. Dalla scorsa estate Fiat è il primo azionista della casa editrice del Corsera con il 20,5% del capitale, mentre Della Valle ne possiede il 9 per cento.

20/11/13

Sexting, lo scambio di immagini sessualmente esplicite di sé stessi o di altri coetanei fra i banchi di scuola

Essere spregiudicati nel sesso, senza avere strumenti di scelta e di prevenzione dei danni, è un
tendenza ormai diffusa. Sms, video hard, appuntamenti al buio, prostituzione, fenomeni in crescita.
Niente educazione emotiva, affettiva e sessuale, questa l'esperienza dell'Irf con giovani e insegnanti:
Fra gli adolescenti dilaga il il sexting,
ovvero lo scambio di immagini
sessualmente esplicite di
sé stessi o di altri coetanei
"La pornografia è presente in modo invasivo nella vita dei preadolescenti e degli adolescenti. Stiamo parlando di ragazzi e ragazze che hanno 11-14 anni e 15-18. Un grande sforzo è stato compiuto dall'Istituto Internazionale di Sessuologia dal 1985 ad oggi per parlare con loro e stiamo incontrando in tutta Italia i genitori per riflettere sulla competenza di guida e controllo. Molte istituzioni sono rimaste in silenzio, lasciando da sole le generazioni in crescita a confrontarsi con tecnologie e con esperienze troppo forti per la loro immaturità. Essere spregiudicati nel sesso, senza avere strumenti di scelta e di prevenzione dei danni, è una tendenza ormai diffusa."


INTERATTIVO La pornografia è diventata facilmente accessibile a chiunque e dovunque, ma un fenomeno che crea ancora più allarme è rappresentato dal porno fai da te, il sexting, una pratica che segue un suo rituale ben preciso: ci si fotografa o filma col telefonino nudi o in pose provocanti, lo si fa di nascosto dai genitori, si inviano le immagini. È una pratica che espone ragazzi e ragazze a diventare autori di pornografia, con proposte di sesso a pagamento. Il lavoro sull'educazione emotiva, affettiva e sessuale diventa ancora più urgente e dovrebbe essere sostenuto dalle Istituzioni della salute e della scuola, come propone l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Come esperti in educazione sessuale, parlando a scuola con ragazzi e ragazze, scopriamo che sono contenti di trovare interlocutori vicini per imparare a difendersi e costruire una competenza su emozioni e sentimenti. Questo tipo di intervento deve cominciare alle elementari perché vedere e costruire pornografia, contribuisce a veicolare una immagine degradante delle donne. I ragazzi esposti alla pornografia hanno una propensione maggiore a guardare la donna come un oggetto, mentre per le ragazze l'esposizione costante alla pornografia può predisporre a comportamenti sessualmente rischiosi. La lotta contro la violenza sulle donne e il rispetto per gli orientamenti sessuali diversi, sono destinati a restare lettera morta se non facciamo prevenzione. La normalizzazione della promiscuità porta ad un rischio maggiore di contrarre malattie sessualmente tra-smesse. Produrre pornografia, vederla in modo indiscriminato, abituarsi a togliere al sesso l'aspetto relazionale e affettivo, determinano dei "copioni nel fare sesso" che impediscono di crescere e di scegliere personalmente. Per gli adolescenti, le reazioni nel ricevere foto o filmati a sfondo pornografico (sexting) sono prevalentemente positive. Il 30,1% dice che gli ha fatto piacere, il 29,1% che lo ha trovato divertente. Ma le reazioni negative ammontano complessivamente al 23,1%: il 10,7% si è sentito infastidito, il 6,6% imbarazzato, il 2,9% spaventato ed il 2,9% angosciato, il 16% è rimasto indifferente. Queste ragazze e ragazzi accettano, ma entrano in crisi e forse è necessario dedicare una particolare attenzione alle loro difficoltà. I comportamenti trasgressivi e pericolosi sono fingere di essere qualcun altro, mentire su di sé (falsi profili), pubblicare foto senza autorizzazione, ricevere inviti da parte di estranei, cercare materiale pornografico, chattare con persone adulte. Tutto questo in assenza del contatto con gli adulti anche se incontrano rischi. Sui giornali di questi giorni la consapevolezza che baby prostitute, giovani maschi disposti a prestazioni con compensi, sono presenti e appartengono a famiglie che ne sono all'oscuro. Il nostro intervento a scuola è articolato su questi temi attraverso il lavoro con i ragazzi e le ragazze e quello con genitori e insegnanti. Va sicuramente intensificato l'intervento, dobbiamo ricevere e ricercare un impegno di tutti gli Enti che si occupano di sviluppo e di crescita, dalla scuola al Coni. Perché non cali il silenzio. * Irf sessuologia, Firenze

fonte

26/10/13

I giovani scoraggiati, si sono arresi e non cercano più lavoro

I giovani scoraggiati, si sono arresi e non cercano più lavoro. Questo quello che emerge dalla tabelle dell'Istat: 2,99 milioni di persone che non cercano impiego ma sono disponibili a lavorare, oppure lo cercano, ma non sono subito disponibili. 
2,99 milioni di disoccupati che si aggiungono ai 3,07milioni di persone che sognano un impiego, ma non si attivano per trovarlo. C'erano 2.899.000 persone tra i 15 e i 74 anni, nel secondo trimestre 2013,che pur non cercando attivamente lavoro sarebbero state disponibili a lavorare (con una percentuale dell'11,4% più che tripla rispetto alla media europea pari al 3,6% nel secondo trimestre 2013).

  A queste si aggiungono circa 99.000 persone che pur cercando non erano disponibili immediatamente a lavorare. Nel primo gruppo, ovvero gli inattivi che non cercano pur essendo disponibili a lavorare, ci sono quasi 1,3 milioni di persone "scoraggiate", ovvero che non si sono attivate nella ricerca di un lavoro pensando di non poter trovare impiego.

Trovare un lavoro resta una chimera soprattutto al Sud e tra i giovani: su 3.075.000 disoccupati segnati nel secondo trimestre 2013 quasi la metà sono al Sud (1.458.000) mentre oltre la metà sono giovani (1.538.000 tra i 15 e i 34 anni, 935.000 se si considera la fascia 25-34 anni). Se si guarda alle forze lavoro potenziali il Sud fa la parte del leone con 1.888.000 persone sui 2.998.000 inattivi potenzialmente occupabili. Nella fascia dei più giovani sono potenzialmente occupabili (ma inattive) 538.000 persone tra i 15 e i 24 anni e 720.000 tra
i 25 e i 34 anni con una grandissima prevalenza di coloro che non cercano pur essendo disponibili a lavorare.

L'Istat infine individua nell'area della "sotto-occupazione" nel secondo trimestre 2013 circa 650.000 persone mentre oltre 2,5 milioni di persone sono occupati con un "part time involontario", in crescita di oltre 200.000 unità rispetto allo stesso periodo del 2012.

20/10/13

Cosa ne pensate del computer, cellulare e televisione mentre si mangia?

Penso che ciascuno di noi si ricorda con piacere e con un sorriso la frase dei nostri genitori quando eravamo piu’ piccoli: “ Stai seduto e composto a tavola! La televisione la guardi dopo“.
E ora sembra che la maggior parte dei giovani, appena raggiunta la maggiore età, cena da solo davanti alla televisione e molti bambini mangiano solo se sono davanti al computer o alla televisone e nella maggior parte dei casi stando a tavola con il cellulare acceso e rispondere di continuo a chiamate e messaggi.
Sicuramente mi vengono alcune considerazioni che metto dentro queste poche righe per dire il mio parere su questa cosa.
Io ho sempre trovato il momento del mangiare insieme e del parlare scambiandosi le opinioni un po’ su tutto una cosa davvero importante anche per la salute della famiglia e per non isolarsi, ma vivere il pranzo e soprattutto la cena come un momento di condivisione. 
Cenare davanti alla televisione
 Infatti ritengo che mangiare stando insieme aiuta ciascuno di noi a relazionarsi con l’altro e a trovare nella famiglia un vero punto di appoggio e di sostegno.
Per la televisone, il computer e i messaggi sul cellulare c’e tutto il tempo dopo...mangiare con calma (aiuta la tua salute), guardare gli altri negli occhi e discutere un po’ su tutto e’ una buona abitudine...non perdiamola.
Certo qualche lacrima a volte e' scesa e si e' rimasti con il broncio per tutta la cena, ma ricordo che il papa' e la mamma avevano sempre buone spiegazioni e quelle lacrime duravano poco di fronte alle prelibatezze cucinate.

19/10/13

Ci sara' un lavoro per i giovani in futuro?

Giovani: consigli per un lavoro In Italia dove un giovane su due è senza lavoro.
Questo vuol dire che uno dei due ha trovato lavoro.
Chiediamoci come ha fatto.
Inoltre è inutile pensare che le nostre migliori menti siano emigrate all’estero, la cosiddetta fuga di cervelli, perché l’Italia, sotto il punto di vista dei giovani talenti, è tristemente salda al terzultimo posto tra i 27 paesi membri dell’Unione Europea”.
Quindi, le menti brillanti nel nostro paese sarebbero in via d’estinzione.
Si tratta di giovani che magari già sui banchi di scuola hanno perso la voglia di fare.
È nato un nuovo tipo di disoccupati i neet, acronimo di not in education, employment or training (senza educazione, lavoro o pratica, ndr), cioè giovani che si sono arresi, che non hanno lavoro e non provano a cercarlo.
La necessità primaria, sta nel “definire se stessi, nel prendere l’iniziativa e nell’allontanare le Pas, ovvero le persone anti-sociali.
Quelle persone che minano il futuro del giovane in cerca di lavoro con pillole di pessimismo. 
Giovani e lavoro
In psicologia esistono le profezie auto-avveranti, cioè delle convinzioni non vere che si realizzano per il solo fatto di crederci.
Dire che è inutile cercare lavoro perché tanto c’è crisi ha come unico effetto quello di demoralizzare la persona e scoraggiarla nella ricerca del lavoro.
I giovani prima di tutto devono farsi alcune domande: chi sono? Cosa so fare? Cosa potrei ancora imparare? Cosa sogno di fare?
Una volta definito ciò, dobbiamo tuffarci nella caccia al lavoro, cercando i canali da cui far partire le ricerche e i metodi giusti per proporsi al futuro datore di lavoro.
Si incontrano spesso ragazzi in cerca di lavoro e altrettanti datori di lavoro in cerca di dipendenti.
Questo significa che il lavoro esiste, certo non sempre il lavoro dei propri sogni, ma qualcosa di molto simile c’è. 
Bisogna trovarlo e conquistarlo.
Uno dei requisiti indispensabili per il successo sia la capacità di mettersi in gioco, di rischiare e di non aspettare che le cose cambino da sole.



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