Il-Trafiletto
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21/07/17

Decreti interministeriali indicazione origine grano pasta riso

Due decreti interministeriali danno il via ad un esperimento di due anni, che obbligano i produttori di riso e grano per la pasta di indicarne l'origine in etichetta.


'È un passo storico che abbiamo deciso di compiere senza aspettare Bruxelles, spronandola a dare piena attuazione al Regolamento Ue del 2011 - ha detto Martina - puntiamo così a dare massima trasparenza delle informazioni al consumatore, tutelare i produttori e rafforzare i rapporti di due filiere fondamentali per l'agroalimentare made in Italy''. ''La nostra strategia è di apertura ma di massima trasparenza - ha detto Calenda - l'Ue ha dimostrato una lentezza inaccettabile su questo tema, noi abbiamo deciso di andare avanti e di sfidare, in termini costruttivi, l'Europa su questo terreno''. Il decreto grano/pasta, in particolare, prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta il Paese di coltivazione del grano e quello dove è stato macinato. Quanto al riso, in base al provvedimento devono essere obbligatoriamente indicati il Paese di coltivazione, quello ..http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/cibo_e_salute/2017/07/20/riso-e-grano-per-pasta-obbligo-etichetta-di-origine_2404e911-0628-47c9-b4a7-5d7f0f9283f2.html

23/10/16

Come funziona dieta mima-digiuno: regole avvertenze e benefici

Come funziona la dieta mima-digiuno, quali sono le regole, i benefici e le avvertenze che bisogna conoscere riguardo il metodo del dottor Valter Longo. 


In cosa consiste e come funziona? Principi, cibi, calorie e benefici.


La dieta mima-digiuno è una dieta che si avvicina al digiuno ma non lo è in modo vero e proprio. Ideata dal dottor Valter Longo, che ha dedicato la sua carriera agli studi sulle terapie, anche alimentari, anti-invecchiamento, la dieta mima-digiuno promette di vivere in salute fino a 110 anni.
A differenza delle diete ipocaloriche e iperproteiche, come ad esempio la dieta Dukan, la dieta mima-digiuno del dottor Longo non ha scopo dimagrante, ma di rigenerazione cellulare e protezione da obesità e malattie croniche legate all’invecchiamento, tra cui diabete, cancro e morbo di Alzheimer.

I principi e le regole su cui si fonda la dieta mima-digiuno sono riportati nel libro del dottor Longo intitolato La dieta della Longevità e sono frutto di tanti anni di studi e sperimentazioni.

La dieta mima-digiuno consiste nel mangiare molto poco, eliminando i cibi che stimolano la produzione di insulina e dell’ormone della crescita, digiunando ciclicamente.

In questo modo si potrà vivere più a lungo e in salute.

Fonte: https://www.forexinfo.it

03/09/14

La cura della pelle per mantenere la freschezza

La cura della pelle continua da Qui


Per una buona cura della pelle il punto di partenza è un' adeguata protezione dal sole. Oggi si sa che i raggi ultravioletti sono cumulativi, quindi ogni ora di esposizione al sole si aggiunge alle precedenti. Questo va tenuto presente per ogni età ma, i danni maggiori, a parità di durata di esposizione, si verificano durante la prima parte della vita, poiché le nostre cellule sono più sensibili ad alterazioni quando siamo molto giovani. E per questo molto importante insegnare ai bambini a usare buoni prodotti di protezione solare. Per ottenere una pelle bella e per conservarla tale sono indispensabili le vitamine, A, B, BJo B], PP, E, F, G, H che sono contenute nei porri, olio di fegato di merluzzo, carote, sedani, cavolfiori, cavoli, indivia, spinaci, banane, tarassaco, prezzemolo, ananas, cicoria, agrumi, castagne, pere, noci, mele, burro fresco, riso integrale, fegato, lievito di birra, lattuga, germi di grano, yogurt, uova, fagiolini, piselli. Necessario anche lo zolfo che è contenuto nelle cipolle, aglio, rape, cavoli, cavolini di Bruxelles, lattuga, asparagi, ravanelli, patate, carote, mele e porri. Adolescenza e problema dell'acne
immagine presa dal web
Durante l'adolescenza la pelle ha bisogno di particolari attenzioni perché i cambiamenti ormonali che si verificano durante e dopo la pubertà in molti casi causano acne e pelle grassa. Bisogna tenere la pelle pulita, lavandosi con prodotti che tengano conto del grado di acidità della pelle, si può usare una pezzuola inumidita e insaponata o una spazzola a setole corte per ridurre al minimo la formazione di comedoni.
Consigli dietetici: In caso di acne (non solo per quella giovanile, ma per tutti i tipi, a tutte le età) bisogna diminuire l'apporto di sale, eliminare le salse, le spezie, il caffè, il tè, i grassi animali, gli oli di semi, i dolci confezionati (che possono essere preparati con grassi di qualità scadente), gli alcolici ad alta gradazione, il cacao e il cioccolato. La masticazione deve essere lenta e accurata e i pasti vari. La digestione deve essere perfetta, l'intestino regolare e giornalmente svuotato. Il fegato crudo contiene molta vitamina H che agisce positivamente sul metabolismo della pelle: lo si lascia macerare per tre ore in un battuto di limone e olio d'oliva extravergine (con l'aggiunta di poco sale) e lo si consuma. Il riso è un ottimo rinfrescante e si consiglia quindi di farne un largo uso.

Bollito e condito con olio o burro crudo e parmigiano o grana grattugiato, riso e ceci (i ceci fanno molto bene all'apparato genito-urinario), riso e prezzemolo, riso e malva, riso e punta d'ortica ecc. Ottime anche le patate, lessate e condite con olio e sale. Per combattere tutti i tipi di acne servono alimenti ricchi di vitamina A, di vitammina B6 (piroxdina); di vitamina D2, di vitamina H e di zolfo. Sono indicate le carni alla griglia e lessate, le uova alla coque, pesce lessato o ai ferri, formaggi freschi e magri, molta frutta e verdura sia cruda sia cotta. Maschere Si possono applicare sui punti neri delle fettine di limone, oppure delle fettine di pomodoro. Preparare una maschera a base di succo di lattuga e bianco d'uovo montato a neve e applicarla la sera, per circa mezz'ora, sul viso. Detergere poi la pelle con due terzi di latte e un terzo di succo di limone mescolati insieme.

Per chi interessa tutto l'argomento inizia da QUI segue QUI QUI e QUI

17/08/14

Ice Cream Revolution | Tutti pazzi per il gelato

L'estate è ormai giunta. Il mondo della gelateria, sempre in fermento, ha da tempo dato vita ad ogni sorta di gusti che appagheranno e rinfrescheranno le nostre prossime calde giornate. 

Prodotto tipico italiano, oltre a essere trendy e gradito, il gelato fa anche bene e mantiene in forma. Secondo l'O.M.S. può essere consumato quotidianamente e sostituire una delle porzioni con sigliate di frutta. Questo perché, pur contenendo molti valori nutritivi positivi, fornisce un apporto calorico tutto sommato ridotto.

Un grande must per questa estate sarà il biscotto gelato: due cialde croccanti al cacao ricoperte di noccioline o granella di mandorle, con all'interno il gelato. Una delizia alla quale nessun palato potrà sfuggire. Tra le novità presentate all'ultimo Sigep (salone internazionale della gelateria, pasticceria e panificazione artigianale) spiccano per i junior i gelati al gusto di Violetta, di Peppa Pig, il gelato allo zucchero filato azzurro e quello al pan di zenzero, un anticipo, quest'ultimo, dell'atmosfera natalizia. Per i più grandi i mastri gelatai hano pensato a gusti strabilianti e fuori dal normale, come il gelato al melo grano o quello al pane, potendo scegliere addirittura quali tipi gustare: da quello di Altamura, allo sciapo pane Toscano o, magari, al nutriente pane ai cereali.
Tutti pazzi per il gelato

Senza tralasciare, inoltre, gusti come il gelato al pesto genovese, passando per quello alle olive greche, dalla panzanella al wasabi, per finire al lardo di Colonnata. Gusti senza dubbio forti, estremi anche per i palati più allenati, ma che potremmo trovare in molti ristoranti serviti in diversi modi come sulle bruschette caldo. Per essere quindi veramente trendy, è bene abbinare ai gusti tradizionali qualcosa d'insolito e originale. Qualcosa che riesca a spacciare per gourman-dise anche chi è abituato al ghiacciolo i all'amarena. E questo il motivo per cui, anche se i gusti preferiti continuano a essere cioccolato (27%), nocciola (20%), limone (13%), fragola (12%) crema (10%), stracciatella (9%) e pistacchio (8%), affiorano nuovi gusti classici rivisitati in chiave chic, come quelli alle fragole di San Mauro o ai frutti di bosco di Peveragno che già si candidano a soppiantare l'ormai inflazionato pistacchio di Bronte.

Tra le tendenze salutiste degli ultimi anni non vanno dimenticate quelle del gelato bio, alla soia, per celiaci, diabetici e semplici "fissati con la linea". Ultima novità, al passo con i tempi dei "social", è il gelato al mascarpone variegato alle pere, gusto super votato dagli internauti che hanno risposto all'appello di un famoso Mastro Gelatiere.(ethos)


27/05/14

Profili "Stitici"

PROFILI 
Si può tentare il profilo della persona, di sesso maschile o femminile, che soffre di stitichezza. Solitamente sono soggetti molto attenti ai problemi della salute e possono appartenere alle categorie e alle professioni più disparate (dagli impiegati ai managers, dalle casalinghe ai camionisti. ..).

Mediamente hanno un "pacchetto" di caratteristiche comuni: sono ambiziosi, proiettati verso il successo, precisi, puntigliosi nella cura dell'aspetto esteriore, amanti di un vivere sano, fanatici della efficienza sia nella vita professionale che casalinga, ma talvolta sono anche paciocconi, apatici, fatalisti.

Tutti però vivono in chiave depressiva il "mancato appuntamento quotidiano", sono infedeli nella scelta dei farmaci e quindi accettano con entusiasmo il prodotto nato di recente. Sono consci che l'irregolarità intestinale promuove un nervosismo costante che spesso porta ad una modificazione del carattere.

Da parte nostra siamo favorevoli ad un approccio igienicamente sano ai problemi dell'intestino, privilegiando i consigli utili di tipo mentale ed alimentare. Tuttavia se è necessario ricorrere ad un lassativo, perché non chiedere l'ausilio del farmacista o del medico?

23/05/14

Richelieu....uno stitico impenitente.

LE CAUSE DELLA STITICHEZZA
Le cause che la determinano sono numerose:
1-Alimentazione "sbagliata" a base di cibi poveri in fibre (zucchero raffinato, diete prive di verdure crude, farina sempre più raffinata).
2 -Pasti irregolari e frettolosi ovvero 1'abitudine di consumare il pasto più sostanzioso la sera.
3 -Vita troppo sedentaria, scarso esercizio fisico.
4 -Cambiamento di ambienti e di clima (ad es. viaggi, periodi di vacanze) .
5 -Diete dimagranti.
6 -Stress, affaticamento fisico ed intellettuale.
7 -Abuso di lassativi.
8 -Frequenti abitudini a ritenere lo stimolo della defecazione.
9 -Impiego cronico di alcuni farmaci come gli antiacidi e i sedativi.
10 -Carenza della flora batterica intestinale.

Richelieu (lo stress).
Un cardinale strumento del re di Francia o un re di Francia strumentalizzato da un cardinale? Tenace e astuto, dominò non solo i protestanti, ma l'intera Francia. I suoi successi? L'espugnazione della Rochelle e l'annientamento dei protestanti, rompere le scatole agli Asburgo per trent'anni con la nota guerra, unificare la Francia malgrado Luigi XIII e i suoi feudatari, neutralizzare i nemici storici della Francia: Spagna e Austria. Ma che stress! E lo stress unito a pasti irregolari e frettolosi, fra una congiura e un intrigo, una messa e una battaglia, oltre alla malsana abitudine di ritenere umani stimoli, fecero di lui..... uno stitico impenitente.





22/05/14

Over50, attenti al consumo di proteine, sono nocive se è elevato

Assumere molte proteine durante i pasti non è molto indicato. Lo dicono i ricercatori dell’Istituto di Longevità alla University of Southern California, guidati dal direttore Walter Longo, i quali hanno effettuato uno studio, pubblicato sulla rivista “Cell Metabolism”, durante il quale hanno analizzato l’alimentazione di oltre 6 mila over50 e il loro apporto proteico. Dallo studio emerge che esiste una correlazione tra l’eccessivo consumo di proteine e un aumento della mortalità causata dal cancro. Non solo, lo studio ci dice anche che le persone che hanno superato la mezza età vanno incontro ad una morte prematura se la loro alimentazione è basata su cibi ad elevato contenuto di proteine animali, quali latte, formaggio e carne. Gli amanti di questi alimenti, emerge dallo studio, rispetto a soggetti avvezzi al mangiar sano, hanno un rischio di morte per varie patologie superiore di ben il 74 %. Stesso rischio si corre con le diete a contenuto proteico medio, mentre l’ideale sarebbe una dieta con una percentuale di proteine ( sia animali che vegetali, anche se quest’ultime meno nocive) al di sotto del 10%. I ricercatori con questo studio hanno messo in risalto la relazione esistente nei soggetti Over50 tra elevato consumo di proteine e l’insorgenza di tumori, di conseguenza ne consegue che l’alimentazione cambia con l’età. In età giovanile le proteine aiutano il nostro organismo a svilupparsi controllando il fattore di crescita IGF-I, il quale cala notevolmente oltre i 60-65 anni. Il dottor Longo inoltre dice che un consumo notevole di proteine è nocivo, ma non bisogna neanche esagerare al contrario, perché un apporto scarso o assente comporta una rapida denutrizione e di conseguenza una salute cagionevole. (immagine presa dal web)

27/04/14

Anche l'Italia ha la sua "Cucina all'inferno"

Sull'onda del successo di Gordon Ramsay, anche l'Itaia ha avuto la sua prima edizione del 'Hell's Kitchen' show culinario che fonde talent e reality.  Il 17 aprile scorso è andata in onda la prima puntata su Sky Uno capitanata dal grande e bello Masterchef Carlo Cracco, che promette di essere più severo e cattivo di Ramsay. Nel corso di sedici puntate (divise in otto serate, in onda ogni giovedì alle 21.10), i concorrenti si metteranno alla prova sotto il giudizio severo dello chef stellato per conquistare il titolo di Executive Chef presso un nuovo ristorante del resort Forte Village in Sardegna. "Non è mica Disneyland, qui si gareggia per un lavoro vero" ha commentato Cracco.

A contendersi il contratto di sei mesi, sedici giovani professionisti del settore provenienti da tutta Italia che, divisi in due squadre (8 uomini e 8 donne), dovranno affrontare dure prove esterne e la più temibile sfida: il servizio per 70 persone nel ristorante di 'Hell's Kitchen' in un'atmosfera infernale fra comande dei clienti e rimproveri di Cracco. Ad aumentare la tensione degli aspiranti chef, ogni servizio ospiterà fra gli altri commensali anche volti noti dello spettacolo e dello sport e, soprattutto, personalità della gastronomia internazionale, come lo chef thailandese Chumpol. "Il momento topico nella ristorazione è il servizio, in quelle due ore può succedere di tutto - dice Cracco - e alla fine il giudizio che conta di più è sempre quello del cliente".

 Le qualità di un Masterchef, insomma, potrebbero non bastare a prevalere nella disfida di 'Hell's Kitchen': "Il vincitore deve essere in grado di condurre una cucina e una brigata, di insegnare la disciplina e fare un bel menu", spiega Cracco. Parte importante del programma anche la dimensione 'reality': le telecamere assisteranno alle dinamiche della convivenza fra i concorrenti, ospitati in un loft sopra il ristorante. "Fra le produzioni originali ci mancava ancora un programma che unisse talent e reality", spiega Scrosati, che a margine della presentazione si dichiara soddisfatto della stagione in corso fra X Factor, MasterChef e The Apprentice: "Con Junior Masterchef abbiamo superato ogni aspettativa di ascolti (65% rispetto alla versione senior, meglio di ogni altra edizione al mondo) - dice Scrosati - e con il programma di Cattelan siamo entusiasti di aver trovato uno zoccolo duro di 200mila fan". (ANSA).

26/04/14

Trattiamo bene il nostro cuore: mettiamo in tavola tanti Omega 6.

Uno dei modi per trattare meglio il nostro cuore passa senza dubbio per la nostra tavola. Un´alimentazione corretta rappresenta una formidabile arma per la prevenzione dei problemi dell´apparato cardiovascolare. Un buon regime alimentare prevede la giusta dose di omega 6, i grassi "buoni" che, insieme con i già più noti omega 3, hanno effetti particolarmente benefici per l´organismo. Assumere una quantità adeguata di questi acidi grassi polinsaturi può ridurre di un quarto gli eventi coronarici e ridurre fino a tre volte la mortalità cardiovascolare. Secondo gli studiosi della Società italiana per lo studio dell´arteriosclerosi (Sisa) è tutto merito degli omega 6, e in particolar modo dell´acido linoleico. Purtroppo il dato negativo è che gli italiani ne assumono troppo pochi: circa la metà della quantità raccomandata dai ricercatori. L’azione benefica degli omega 6 consiste nella riduzione del colesterolo "cattivo" Ldl e aumento di quello "buono" Hdl. In termini assoluti bisognerebbe introdurre nella nostra alimentazione dai 5 ai 20 grammi al giorno di Omega 6: l´ideale sono 12-15 grammi per un adulto che consumi 2.200 calorie quotidiane, secondo il calcolo degli studiosi. "Per gli uomini con valori più elevati di omega-6 nel sangue, la probabilità di morire per cause cardiovascolari risulta ridotta di circa 3 volte rispetto ai soggetti con concentrazioni minori di acidi grassi polinsaturi nel sangue", sottolinea Andrea Mezzetti, presidente della Sisa. "Una metanalisi di diversi studi pubblicata di recente sull´American Journal of Clinical Nutrition - aggiunge Alberico Catapano, direttore della Fondazione Sisa e ordinario di farmacologia all´università degli Studi di Milano, - ha mostrato come all´aumento del 5% dei livelli di assunzione di omega 6, passando da un apporto modesto (3-4%) a uno elevato (6-10%), corrisponda una netta riduzione (-26%) del rischio di eventi coronarici". "Due studi della Nutrition Foundation of Italy (Nfi), uno condotto su circa 450 milanesi adulti e l´altro su 100 italiani con un recente primo infarto, confrontati con 100 controlli sani - aggiunge Andrea Poli, direttore scientifico Nfi, - dimostrano che nei pazienti che hanno subito un infarto i livelli nel sangue di acido linoleico, il principale rappresentante degli omega 6, sono ridotti rispetto alla popolazione sana. Mentre nei sani, livelli elevati dello stesso acido grasso sono associati direttamente a un migliore profilo di rischio cardiovascolare". "In ogni caso - puntualizza Mezzetti, - è stato dimostrato che superare questi valori e assumere quantità maggiori di acidi grassi polinsaturi non comporta effetti collaterali, a partire da quelli sulla pressione arteriosa, come si era erroneamente convinti in passato". L´unica avvertenza riguarda l´apporto calorico: nel caso della frutta secca, per esempio, è alto e quindi vale il solito invito alla moderazione. In generale, evidenziano gli esperti, l´acido linoleico è indispensabile per il corretto funzionamento delle cellule dell´uomo, che non è in grado di sintetizzarlo e quindi deve assumerlo "già pronto" con la dieta.  Si trova in vari alimenti: può costituire più del 50% dei lipidi contenuti in alcuni tipi di olio come quello di mais, ma è presente un po´ in tutti gli oli vegetali come pure nella frutta col guscio, nel pane integrale, nei cereali, in particolari vegetali come la borragine, e in misura minore in cibi di origine animale come uova e latticini.

24/04/14

Il ritorno alle origini

Stiamo assistendo ad un ritorno alle origini. Sepre più si fanno coltivazioni biologiche, si ritorna a fare pietanze povere ma ricche di fibre che i nostri nonni consumavano regolarmente ogni giorno. Non consumavano regolarmente carne come facciamo ora. I nostri nonni usavano le proteine dei poveri: legumi, cereali...

La carne si consumava nelle ricorrenze festive e sempre in quantità modica. Negli anni '60 con il boom economico, si è presa l'abitudine di mangiare carne ogni giorno, con la conseguente richiesta da parte del consumatore, l'allevatore ha intensificato i suoi allevamenti.

Anziani contadini e allevatori di mucche, testimoniano che ai loro tempi questi animali si alimentavano con fieno di primo e secondo taglio, possibilmente equilibrato. Il fieno di unico taglio che veniva tagliato a 1.300/1.800 m sul livello del mare, veniva dato molto ben dosato, perché quel tipo di foraggio ubriacava le mucche. Nell'alimentazione di oggi, al poco fieno vengono aggiunti insilati e mangimi. Il latte prodotto era al massimo di 15 lt al giorno, ora è di 40; la vita dell'animale si è ridotta a metà, probabilmente perché il tipo di alimentazione ammala il fegato. Anche il letame non emanava cattivo odore; si faceva maturare per un anno per concimare i prati e diventava terriccio profumato che, distribuito, non scendeva al disotto del terreno. 
Le pratiche agricole, i sistemi di allevamento degli animali, specie di quelli da reddito, hanno subito profonde trasformazioni, qualcuno dice evoluzioni rispetto alle quali le vecchie generazioni provano sentimenti di sconcerto e disorientamento. Molte delle innovazioni introdotte, sicuramente hanno comportato reali benefici, sia in termini economici che di risparmio di tempo e manodopera; non ultimo per quanto riguardo le condizioni di vita e di benessere per gli operatori del settore e di riflesso per il grande esercito dei consumatori.

Però, la storia ci insegna che i grandi cambiamenti epocali difficilmente passano inosservati, a volte celano sorprese non sempre gradite, vedi “mucca pazza” per quanto riguarda la specie bovina. Per quello che sull'argomento si conosce, sembra che la madre di tutti i problemi emersi e per la verità notevolmente amplificati dai mezzi di informazione, sia proprio il sostanziale cambiamento del regime alimentare degli animali allevati e destinati a essere trasformati in proteine nobili, quindi alimenti carnei per l'uomo. I consumatori, le loro associazioni, la gente comune, il mondo agricolo, i politici, le autorità sanitarie, tutti ormai invocano il ritorno alle antiche tradizioni contadine. Frequentemente si sente parlare di agricoltura tradizionale, agricoltura biologica, produzione di alimenti biologici. È il momento del ritorno al passato, della valorizzazione delle tradizioni dell'affermazione della cultura dell'esperienza, dell'uso di pratiche agricole che non comportino la concimazione chimica delle terre, del ritorno ai piccoli insediamenti zootecnici con animali allevati al pascolo e con alimenti esclusivamente vegetali. Auguriamoci fortemente che ci sia una vera valorizzazione di una antica cultura e tradizione contadina che consumava carne una volta la mese.

08/04/14

Problemi di tiroide? Meglio consumare cibi cotti

CIBI COTTI PER LA TIROIDE
Uno studio condotto, su l0 soggetti volontari che, all'interno di una normale dieta alimentare, hanno consumato cavolini di Bruxelles cotti, in porzioni da 150 g aI giorno per quattro settimane, è arrivato alla conclusione che non ci sono conseguenze negative sulla funzione tiroidea a livello di ormone tireotropo, tiroxina e triodotironina, nonostante i cavolini" di Bruxelles contengano alti livelli di glucosine in misura di 220mg/100g. Da questo studio si conclude che la preoccupazione sul consumo di significative quantità di sostanze gozzigene attraverso l'uso di vegetali verdi bolliti è esagerata. Le verdure in questo studio erano state cotte, inattivando quindi l'enzima responsabile della formazione delle sostanze suddette. L'uso di cavolini crudi o parzialmente cotti può invece portare a una maggiore assunzione di sostanze gozzigene, che. penetrano nel corpo anche attraverso il latte o prodotti caseari. In simili casi si può riscontrare qualche effetto sulla normale funzione tiroidea, specialmente nei soggetti a rischio come bambini e donne in gravidanza. fonte: M Me Millan, E:A. Spioks, G.R. 'Fenwick

IL PARERE DELL'ESPERTO 
Questò risultato è particolarmente interessante se si considera che molti individui seguaci della medicina naturale insistono su un'alimentazione a base di cibi crudi. Non voglio sminuire gli ovvi benefici di questa pratica ma solo obiettare su un suo uso esagerato. Nella mia pratica di medico ho incontrato una giovane donna, molto scrupolosa nel campo della salute, che lamentava una serie di problemi: affaticamento eccessivo, irregolarità mestruali, costipazione e freddo alle estremità ... tutti sintomi di una condizione ipotiroidea. Gli esami del sangue hanno confermato una bassa funzione tiroidea. Ho poi scoperto che la ragazza consumava quantità eccessive di prodotti di soia e mangiava ogni giorno porzioni di broccoli e cavoli crudi. Questo consumo esagerato di cibo contenente gozzigeni interferiva con la capacità della sua tiroide di utilizzare lo iodio per produrre gli ormoni tiroidei, e di conseguenza insorgevano fatica e altri malesseri. Una volta deciso di ricondurre l'uso di questi cibi a quantità più equilibrate (una-due volte a settimana di broccoli crudi, meno consumo di soia) la donna ha recuperato le energie e gli altri sintomi sono spariti rapidamente. Non mi stancherò mai di sottolineare il bisogno di equilibrio nella programmazione dei pasti. È bene ricordare, considerando questo caso, che una tiroide sana è un aiuto, importante nella battaglia contro le malattie cardiache. Appare sempre più chiaro che un' elevata percentuale di individui con alti tassi di colesterolo risultano avere una bassa attività tiroidea e che questa comunque dovrebbe essere valutata prima di iniziare una terapia farmaceutica per l'ipercolesterolomia.  a cura di Jeffrey Gats

02/04/14

"Lardo ai giovani": di Colonnata naturalmente

"Lardo ai giovani", ha scritto un grande giornalista sportivo nonché eccellente gastronomo, Gianni Mura, cultore del maiale e dei suoi prodotti derivati. Perché oggi le carni di maiale e i salumi sono rivalutati anche dai nutrizionisti, avendo modificato - per la migliore alimentazione e cura degli animali - rispetto al passato, la qualità dei loro grassi. 

La quota di grassi saturi, insidiosi per le arterie, è molto più bassa, e sono invece aumentati i grassi monoinsaturi, simili a quelli dell'olio d'oliva e non dannosi. Dunque mangiare salumi, in giusta e moderata quantità, non è davvero peccato per nessuno (se non per musulmani ed ebrei, ma è tutt'altra storia). Fra i salumi di più antica tradizione primeggia proprio il lardo, il più semplice e schietto. Costituito dallo strato sottocutaneo del grasso del maiale, il lardo è un grande interprete della nostra cucina tradizionale sia come cibo energetico "povero" sia come ingrediente in molte zuppe e piatti a base di pane, fagioli, verdure e carni. Tutta l'Italia ha amato ieri e oggi il lardo. In particolare quello di miglior gusto e qualità.
il suggestivo borgo toscano di Colonnata nelle
Alpi Apuane, in provincia di Massa Carrara,
dove si produce il lardo più
conosciuto d'Italia
.

Sono due piccoli, sperduti, suggestivi borghi a dare il nome ai prodotti più celebri e preziosi: il valdostano lardo di Arnad e quello toscano di Colonnata, nelle Alpi Apuane.Il lardo di Arnad, dal delicato gusto di montagna, è ottenuto da giovani suini di allevamenti italiani, oltre che valdostani, del Piemonte, Veneto, Lombardia ed Emilia. Il lardo, preparato nel Comune di Arnad e dintorni, rifilato e senza cotenna, è sistemato in appositi contenitori, i "doils" in legno di castagno (oggi anche in acciaio), alternando strati di lardo e strati di sale e aromi, con ricette che ogni produttore custodisce gelosamente; la stagionatura minima è di tre mesi e può superare l'anno. Forse ancor più celebre, il lardo di Colonnata, dolce e ricco di aromi, è così com'è, senza alcuna aggiunta, anch'esso ottenuto da suini pesanti italiani. Prodotto fra i marmi delle Apuane, il suo segreto è proprio quello di maturare in vasche ("conche") di marmo, perfette , per mantenere e stagionare (almeno sei mesi) il lardo a strati alternati con le spezie in una salamoia di acqua, sale, aglio, pepe nero, spezie e aromi vari (anche qui ogni produttore ha segrete ricette). Tolto  dalla conca, il lardo viene diviso in candide pezzature e ogni fettina che se ne taglia si scioglie dolcemente in bocca. Ma la Toscana è forse la regione dove più ci si può vantare di produrre ottimo lardo, come quello anch'esso nobile della Val di Greve. Perché in queste terre l'aria del mare si incontra con l'aria pura degli Appennini e, come ben sanno i gastronomi e gli esperti, oltre alla mano sapiente dell'uomo è necessario anche l'aiuto di madre natura per fornire al nostro cibo tutte le sue migliori qualità.

il candido salume su una
fetta di pane alle erbe.
Ma per gustarlo al meglio, c'è chi lo predilige al naturale, senza alcuna aggiunta, in fettine sottili su fette di pane. I cavatori delle Apuane, mangiavano il lardo di Colonnata sopratutto con il pane toscano senza sale, accompagnato da giovane vino rosso: una miscela energetica ideale per chio pratica un lavoro faticoso. Meglio ancora se il pane è a fette, caldo per far sprigionare al salume tiepido, tutti i suoi delicati aromi. Meno aromatico, il lardo di Arnad lo si può gustare come antipasto, servito con miele e noci, e accompagnato da pane nero. Tutto il miglior lardo è anche ottiomo ingrediente per i sughi (leggeri: non devono annullarne l'aroma)  e anche per accompagnare le carni (l'ardellate, cioè avvolte in fette di lardo per insaporirle e mantenerle teneri).

Tagliatelle al lardo Per 4 persone: 350 g di tagliatelle, 150 g di lardo toscano affettato, 2 di di panna liquida, una cipolla, 3 cucchiai di olio d'oliva extravergine, 60 g di formaggio pecorino grattugiato, un bicchierino di brandy, sale, pepe. Tritate molto finemente 50 g di lardo toscano assieme alla cipolla e fate appassire il tutto a fuoco lento con l'olio. Aggiungete la panna e il brandye cuocete per 10 minuti facendo restringere il liquido, poi salate e pepate. Lessate a metà cottura le tagliatelle, scolatele e conditele con la panna liquida insaporita e il pecorino grattugiato. Sistemate in una pirofila, di cui avrete imburrato con cura i bordi e il fondo, e coprite tutta la superficie della pasta con i 100 g di lardo rimasti in fettine. Fate gratinare in forno caldo per 7-8 minuti e servite le taqliatelle in tavola nella pirofila.

18/03/14

Mangiare ogni giorno frutta e verdura per difendersi dai tumori

Mangiare ogni giorno frutta e verdura per difendersi dai tumori e stare in forma. Il rapporto del Word Cancer Research Found, intitolato «Cibo, nutrizione per la prevenzione del cancro», parla chiaro: un terzo dei tumori sono scatenati da un'alimentazione sbagliata. 

Si mangia troppa carne, che è la responsabile dell'80% dei tumori. Un' alimentazione ricca di frutta e verdura, invece, è in grado di prevenire il 20 per cento dei casi di tumore, soprattutto se associata a un'attività fisica costante e al controllo del peso. Nel caso di tumore al polmone, per esempio, il rapporto evidenzia come uno stile alimentare improntato su frutta e verdura riesca a scongiurare l'insorgenza del 20-30 per cento dei casi fra i fumatori, così come un' abbondante assunzione di questi alimenti, associata a un limitato consumo di carne e alla pratica regolare di attività fisica, diminuisca l'incidenza del tumore al colon-retto. Ma la prevenzione, per essere veramente efficace, deve cominciare presto, nella pubertà e proseguire per tutta la vita. Si è visto, infatti, che molti dei processi che conducono allo sviluppo delle malattie in età avanzata ha inizio proprio nell'infanzia.

In genere i consumatori sottovalutano il ruolo di frutta e verdura. Quelle volte in cui la inseriscono a tavola è perché gli è capitato di leggere, su qualche rotocalco, che fa bene al corpo. Ma le ragioni non sono molto note: la risposta più frequente è che contengono le vitamine. «Tutto sommato non sono così necessarie», dicono i più. Le cose stanno in ben altro modo: frutta e verdura svolgono un ruolo insostituibile e protettivo nei confronti di numerose patologie tipiche del nostro tempo, e nello specifico per disturbi cardiovascolari e tumori. Mangiando frutta e verdura si fa il pieno di vitamine, sali minerali e fibra che attraverso un gioco di squadra incomparabile gettano le fondamenta del nostro benessere. La proposta di «cinque porzioni al giorno» raccoglie questa acquisizione scientifica e la traduce in un'indicazione semplice e praticabile da chiunque. Tornando ai risultati delle ricerche epidemiologiche, l'esame di un centinaio di studi sui fattori di rischio oncologico rivela in oltre il 90 per cento dei casi l'efficacia protettrice del consumo di frutta e verdura. l'osservazione è valida anche per il tumore polmonare, direttamente associato a un fattore causale ben definito come il fumo. Eppoi come sottacere l'azione antiossidante (mantiene giovane i tessuti e di riflesso il corpo) e immunostimolante (rafforzamento del sistema immunitario). Dunque, via libera a frutta e verdura a colazione, pranzo, cena e negli spuntini durante il giorno. Non è poi così complicato iniziare la giornata con una spremuta, continuarla con un frutto, un'insalata abbondante a pranzo, un ortaggio a metà pomeriggio e verdure scure per cena (broccoli, spinaci, ecc.).

Dunque, un unico imperativo: «a tavola tanta frutta e verdura per restare in salute». Esagerazioni? Non proprio, visto che ormai la scienza alimentare vede nel consumo degli alimenti vegetali un importante fattore protettivo per molte patologie. li merito è delle vitamine, dei sali minerali e delle fibre, composti dalle spiccate proprietà antiossidanti. In pratica i prodotti vegetali contrastano la formazione e 1'azione dei radicali liberi, le molepreparaziocole chimicamente instabili che possono alterare la struttura delle membrane o del Dna delle cellule, con l'inevatibile crescita del rischio di tumori, malattie cardiache e vascolari o altre patologie degenerative come il diabete. Oltre agli antiossidanti, i prodotti di origine vegetale racchiudono altri composti antitumorali: per esempio nella cuticola (la parte esterna) dei cereali ci sono tannini e fitati, utili nella prevenzione del cancro del colon, e fitoestrogeni, che aiutano nella prevenzione del cancro al seno.

10/03/14

ALIMENTAZIONE: 5 RICETTE CONSIGLIATE DALLA SCIENZA PER PREVENIRE I TUMORI

Cinque porzioni al giorno di frutta e verdura. E la semplice ricetta per vivere meglio. Alla portata di tutti

Il programma
Il programma Five a day (cinque al giorno) arriva dagli Stati Uniti, paese in cui si consumano circa 3,5 porzioni di frutta e verdura al giorno. Del resto anche qui da noi si raggiungono assai difficilmente le cinque porzioni. Ma attenzione è indispensabile rifornirsi esclusivamente di vegetali e frutta biologici: non contengono residui chimici e sono più ricchi di elementi nutrizionali. Preferite le varietà di colore gialloarancio (ricche di vitamina A), quelle di colore verde (ricche di vitamina C), le crucifere (cavolo, cavolfiore, broccoli) e le gigliacee (aglio e cipolla).
Come variare un menù vegetariano e rispettare il programma di prevenzione, 5 ricette cinque regole d'oro



 



ZUPPA DI MISO E ZUCCA
250 g di zucca, 1 o cm di alga wakame, 1 cipolla, 1 porro, l carota, 4 foglie di bietola, 2 cucchiaini di miso, sole marino integrale. Lavate e ammollate l'alga per una decina di minuti. Portate a ebollizione l'acqua in una pentola e aggiungete, già lavate e tagliate, tutte le verdure e la zucca a tocchetti. Unite l'alga ridotta a fettine. Cuocete a fuoco vivace per qualche minuto poi abbassate la fiamma per una ventina di minuti. A questo punto spegnete il fuoco, stemperate il miso con un mestolo di brodo di verdura e incorporate alla zuppa. Lasciate riposare una decina di minuti, aggiustate di sale e servite ancora caldo.

SPIEDINI VEGETALI
200 g di mozzarella, 4 pomodori piccoli. pane in cassetta integrale di segale, 1 uovo, 1 cucchiaino di prezzemolo tritato, 1 cucchiaio di latte di soia, farina per dolci, olio extra vergine d'oliva sale marino integrale. Tagliate il pane, i pomodori e la mozzarella a quadretti di circa 3 cm di lato. Infilateli, alternandoli, su uno spiedino di legno. Sbattete un uovo e aggiungete sale, prezzemolo tritato e latte di soia. Passate gli spiedini nel composto, quindi nella farina, e dorateli tuffandoli per una manciata di secondi nell'olio bollente. Asciugate con carta assorbente e servite caldi.

RISOTTO VERDE ALLA LATTUGA
 400 g di lattuga, 240 g di riso integrale, 1 cipolla, olio extravergine d'oliva, l cucchiaio di aceto di miele, uno tazza di brodo vegetale, una manciata di pinoli e parmigiano. Dopo aver mondato e lavato accuratamente la lattuga, tagliatela a listarelle e appassitela rapidamente nell'olio extravergine d'oliva insieme alla cipolla tritata. A questo punto inserite il riso, mescolate e fate insaporire bene. Unite, poi, l'aceto di miele continuando a mescolare mentre la cottura prosegue; se il risotto si asciuga aggiungete, poco alla volta, altro brodo. A cottura ultimata, prima di spegnere il fuoco, unite i pinoli, il parmigiano grattugiato e un filo di olio extravergine. Mescolate bene e servite.

CAVOLO CON LE FTTE
8 grumoli di cavolo nero, pone integrale, 2 spicchi d'aglio, olio extrovergine d'oliva, peperoncino in polvere, sale marino integrale. Mettete a cuocere in una pentola larga le foglie di cavolo nero insieme a poca acqua (salate a cottura quasi ultimata). Nel frattempo fate abbrustolire 8 fette di pane e strusciatele con l'aglio. Adagiatele in un vassoio e ponete sopra ogni fetta una porzione di cavolo. Condite quindi con olio extravergine d'oliva e spolverizzate con peperoncino.

INSALATA DI LUNGA VITA
I tazza di germogli alfa alfa, 6 carote, 1 tazza di sedano, 1 porro piccolo, 1 limone, olio extra vergine d'oliva, sale marino integrale. Pulite le carote e grattugiatele finemente; mondate il sedano e tagliatelo a dadini; tagliuzzate finemente anche il porro e mettete il tutto in una insalatiera insieme ai germogli alfa alfa. Aggiungete il succo di un limone, l'olio, il sale e mescolate bene.

INSALATA DI TOFU

250 g di tofu, 200 g di insalata, 3 kiwi, 2 carote, 20 g di semi di sesamo, I cucchiaio di olio di mais estratto a freddo, I cucchiaino di senape in polvere, 2 cucchiaini di erba cipollina, sale marino integrale. Dopo aver mondato le verdure, tagliate a striscioline l'insalata, a rondelle sottili la carote, a cubetti i kiwi. Poneteli in una ciotola e aggiungete il tofu tritato insieme ai semi di sesamo. Preparate un battuto d'olio con senape ed erba cipollina, sale e condite il tutto.

DESSERT DI FRUTTA
400 g di yogurt naturale, 1 banana matura, 1 mela o altra frutto di stagione, mezzo tazza di semi di girasole germogliati, 4 cucchiaini di miele di acacia, cannella in polvere. Unite allo yogurt naturale la frutta fresca tagliata a fettine sottili e a dadini, i semi germogliati e il miele. Amalgamate bene, versate in coppette di vetro e guarnite con una spolverata di cannella.

09/01/14

Fibre contro l'asma

Una dieta ricca di fibre oltre a proteggere, com'è noto, da malattie cardiovascolari e patologie intestinali, aiuta a prevenire l'infiammazione delle vie respiratore e ridurre l'asma, stimolando la flora batterica intestinale e favorendo la produzione di acidi grassi in grado di rafforzare il nostro sistema immunitario.
A renderlo noto l'Università di Losanna, in Svizzera, grazie alla ricerca condotta dal team di ricercatori guidato da Benjamin Marsland. Dalla ricerca sperimentale si è potuto osservare come una alimentazione ricca di fibre influenzi la flora intestinale a produrre batteri buoni che, entrando in circolazione attraverso il flusso sanguigno, attivano un'efficace risposta immunitaria che riduce i rischi di irritazione e infiammazione delle vie respiratore e, quindi, il presentarsi dell'asma. 
 
Questo processo è legato al tipo di alimentazione: una dieta troppo "pesante", caratterizzata perlopiù da cibi preconfezionati e povera di fibre, inficia la flora batterica intestinale riducendone la capacità di produzione di quei batteri "buoni" in grado di attivare il sistema immunitario dell'organismo, con tutte le conseguenze che ciò comporta. Per la nostra salute via libera, quindi, a orzo, farro, pasta e pane integrale, carciofi, lenticchie, piselli, banane, carote, lamponi ecc. Alimenti che oltre a rafforzare le nostre difese, saziano e aiutano a mantenersi in forma. 

04/01/14

All'aria aperta, caminando o correndo a basso impatto ambientale

E' tempo di bilanci post festivi, molti di noi hanno "scofanato" l'impossibile sottoforma di carboidrati, proteine, zuccheri variamente composti, bevande extra. Non siete davanti allo specchio a lamentarvi vero?  State piangendo su quel rotoletto di adipe che si è formato sotto l'ombelico, chiedendovi come abbatterlo velocemtente mentre sulla vostra faccia si sta formando un'espressione tragica?  perchè cadere in depressione? Se non siamo stati in grado di trattenerci (del resto i latini dicevano: semel in anno licet insanire...) possiamo sempre autodisciplinarci, nuova alimentazione e movimento.

Effettivamente, l'attività fisica è un ottimo modo per prendersi cura di sé, per mantenersi attivi, per valorizzare il proprio corpo, per rigenerarsi e anche per sfogare in modo positivo le piccole tensioni quotidiane. E, se associata ad una dieta corretta e bilanciata, può anche aiutare a perdere qualche fastidioso chilo di troppo. Insomma, gli innumerevoli benefici di una moderata attività sportiva sono abbastanza noti, anche se non tutti sono consapevoli del fatto che sia possibile ottenerli in modo assolutamente green ed ecosostenibile. Come? Bastano una tuta, un paio di scarpe da tennis e le strade o, ancora meglio, i parchi del vostro quartiere e della vostra città. L'unica cosa dovete fare è... cominciare a correre! Camminare e correre all'aperto rappresentano infatti la forma di esercizio fisico a più basso impatto ambientale. Innanzitutto, perché esercitarsi all'aria aperta esclude la necessità di impianti di riscaldamento e di condizionamento. In secondo luogo, perché non è necessario comprare nessun equipaggiamento specifico: tuta e scarpette dovrebbero essere già da qualche parte in fondo al vostro armadio, pronte per essere riutilizzate.
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