Il-Trafiletto
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02/04/14

"Lardo ai giovani": di Colonnata naturalmente

"Lardo ai giovani", ha scritto un grande giornalista sportivo nonché eccellente gastronomo, Gianni Mura, cultore del maiale e dei suoi prodotti derivati. Perché oggi le carni di maiale e i salumi sono rivalutati anche dai nutrizionisti, avendo modificato - per la migliore alimentazione e cura degli animali - rispetto al passato, la qualità dei loro grassi. 

La quota di grassi saturi, insidiosi per le arterie, è molto più bassa, e sono invece aumentati i grassi monoinsaturi, simili a quelli dell'olio d'oliva e non dannosi. Dunque mangiare salumi, in giusta e moderata quantità, non è davvero peccato per nessuno (se non per musulmani ed ebrei, ma è tutt'altra storia). Fra i salumi di più antica tradizione primeggia proprio il lardo, il più semplice e schietto. Costituito dallo strato sottocutaneo del grasso del maiale, il lardo è un grande interprete della nostra cucina tradizionale sia come cibo energetico "povero" sia come ingrediente in molte zuppe e piatti a base di pane, fagioli, verdure e carni. Tutta l'Italia ha amato ieri e oggi il lardo. In particolare quello di miglior gusto e qualità.
il suggestivo borgo toscano di Colonnata nelle
Alpi Apuane, in provincia di Massa Carrara,
dove si produce il lardo più
conosciuto d'Italia
.

Sono due piccoli, sperduti, suggestivi borghi a dare il nome ai prodotti più celebri e preziosi: il valdostano lardo di Arnad e quello toscano di Colonnata, nelle Alpi Apuane.Il lardo di Arnad, dal delicato gusto di montagna, è ottenuto da giovani suini di allevamenti italiani, oltre che valdostani, del Piemonte, Veneto, Lombardia ed Emilia. Il lardo, preparato nel Comune di Arnad e dintorni, rifilato e senza cotenna, è sistemato in appositi contenitori, i "doils" in legno di castagno (oggi anche in acciaio), alternando strati di lardo e strati di sale e aromi, con ricette che ogni produttore custodisce gelosamente; la stagionatura minima è di tre mesi e può superare l'anno. Forse ancor più celebre, il lardo di Colonnata, dolce e ricco di aromi, è così com'è, senza alcuna aggiunta, anch'esso ottenuto da suini pesanti italiani. Prodotto fra i marmi delle Apuane, il suo segreto è proprio quello di maturare in vasche ("conche") di marmo, perfette , per mantenere e stagionare (almeno sei mesi) il lardo a strati alternati con le spezie in una salamoia di acqua, sale, aglio, pepe nero, spezie e aromi vari (anche qui ogni produttore ha segrete ricette). Tolto  dalla conca, il lardo viene diviso in candide pezzature e ogni fettina che se ne taglia si scioglie dolcemente in bocca. Ma la Toscana è forse la regione dove più ci si può vantare di produrre ottimo lardo, come quello anch'esso nobile della Val di Greve. Perché in queste terre l'aria del mare si incontra con l'aria pura degli Appennini e, come ben sanno i gastronomi e gli esperti, oltre alla mano sapiente dell'uomo è necessario anche l'aiuto di madre natura per fornire al nostro cibo tutte le sue migliori qualità.

il candido salume su una
fetta di pane alle erbe.
Ma per gustarlo al meglio, c'è chi lo predilige al naturale, senza alcuna aggiunta, in fettine sottili su fette di pane. I cavatori delle Apuane, mangiavano il lardo di Colonnata sopratutto con il pane toscano senza sale, accompagnato da giovane vino rosso: una miscela energetica ideale per chio pratica un lavoro faticoso. Meglio ancora se il pane è a fette, caldo per far sprigionare al salume tiepido, tutti i suoi delicati aromi. Meno aromatico, il lardo di Arnad lo si può gustare come antipasto, servito con miele e noci, e accompagnato da pane nero. Tutto il miglior lardo è anche ottiomo ingrediente per i sughi (leggeri: non devono annullarne l'aroma)  e anche per accompagnare le carni (l'ardellate, cioè avvolte in fette di lardo per insaporirle e mantenerle teneri).

Tagliatelle al lardo Per 4 persone: 350 g di tagliatelle, 150 g di lardo toscano affettato, 2 di di panna liquida, una cipolla, 3 cucchiai di olio d'oliva extravergine, 60 g di formaggio pecorino grattugiato, un bicchierino di brandy, sale, pepe. Tritate molto finemente 50 g di lardo toscano assieme alla cipolla e fate appassire il tutto a fuoco lento con l'olio. Aggiungete la panna e il brandye cuocete per 10 minuti facendo restringere il liquido, poi salate e pepate. Lessate a metà cottura le tagliatelle, scolatele e conditele con la panna liquida insaporita e il pecorino grattugiato. Sistemate in una pirofila, di cui avrete imburrato con cura i bordi e il fondo, e coprite tutta la superficie della pasta con i 100 g di lardo rimasti in fettine. Fate gratinare in forno caldo per 7-8 minuti e servite le taqliatelle in tavola nella pirofila.

31/03/14

Aceto balsamico di Modena | Conosciuto nella Roma imperiale

L'aceto balsamico è un prodotto dalle grandi qualità gastronomiche, benefico alla salute, la cui storia si perde nella notte dei secoli. 

Ha una storia antica; l'aceto balsamico di Modena era conosciuto nella Roma imperiale, e Virgilio ne parla nelle "Georgiche". Il biografo di Matilde di Canossa, il monaco Donizone, lo cita nell'XI secolo. Sembra che Lucrezia Borgia lo impiegasse per lenire i dolori del parto e Francesco IV duca di Modena quelli dell'ulcera. Nei tempi andati veniva utilizzato soprattutto a scopi terapeutici (il che spiega l'aggettivo "balsamico"), ma ben presto le sue qualità organolettiche ne hanno fatto uno fra i migliori condimenti al mondo. 

Caratteristiche essenziali: essere ottenuto non dall'acetificazione del vino ma, secondo metodi tradizionali, ma dalla fermentazione di mosti d'uva -emiliana (Trebbiano, Lambrusco), concentrati anche a fuoco diretto (bollito fino alla riduzione del 50/60%); l'aggiunta di un'aliquota di aceto vecchio di almeno lO anni; essere invecchiato-e affinato a lungo in botti di legno pregiato; venir prodotto esclusivamente nelle province di Modena e Reggio Emilia. Si ottiene così un condimento denso, di colore bruno scuro lucente, e dall'intenso e tipico aroma profumatissimo, in sapiente equilibrio fra l'agro e il dolce. Un condimento unico, ideale per condire insalate, contorni vari, carni, formaggi e in particolare i piatti dal sapore forte e deciso, e anche per aggiungere gocce di inimitabile aroma su dolci, gelati e macedonie di frutta. L'aceto balsamico possiede ottime qualità dietetiche: mediamente solo 150 kcal ogni 100 grammi contro le circa 900 dell'olio d'oliva. Chi tiene alla linea può dunque chiedere un aiuto gustosissimo all'aceto balsamico in insalate e secondi in sostituzione di olio e sale.

una fase del lungo invecchiamento
dell'aceto balsamico: il travaso da
botti grandi a botti più piccole
Preparazione alla degustazione
degustazione da parte di assaggiatori.
necessario per il rispetto delle norme
produttive del Consorzio di Tutela
L'Aceto Balsamico "Tradizionale" è stato riconosciuto soltanto nel 1983 dalla legislazione italiana, e ottenuta nel 2000 la D.O.P.(Denominazione di Origine Protetta) dell'Unione europea,. L'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena è un condimento - in ogni senso - prezioso. Differisce da quello senza l'aggettivo "tradizionale" perché prodotto esclusivamente in provincia di Modena solo con mosti d'uva locale cotti secondo antichi metodi e senza altre aggiunte, invecchiato e affinato almeno 12 anni nelle tipiche "acetaie" (sottotetti) di case e cantine con un complesso sistema di prelievi, travasi e rincalzi fra botti di diversi legni pregiati. I produttori del "Tradizionale" sono riuniti in un Consorzio di Tutela che garantisce il prodotto, venduto esclusivamente in bottigliette di 100 c.c, disegnate da Giorgio Giugiaro e riportanti, oltre al logo del produttore, il sigillo di garanzia e la fascetta numerata del Consorzio. 
Licenza Creative Commons
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