Il-Trafiletto
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28/10/14

Il Beautiful dei Borgia

La famiglia più famosa della storia torna in scena in un romanzo di intrighi, omicidi e amori clandestini. Jeanne Kalogridis con il suo romanzo "Alla corte dei Borgia"

Alla corte dei Borgia racconta la storia di Sancia d'Aragona, figlia illegittima di Alfonso II re di Napoli, dalla sua infanzia, quando giocava con il fratello Alfonso e combinava guai nel palazzo reale, al matrimonio con Goffredo Borgia, ultimogenito del papa Alessandro VI, alla relazione extraconiugale con Cesare Borgia. La storia della sua vita, dei suoi successi e delle sue sconfitte, delle sue gioie e dei suoi dolori narrati in prima persona da lei stessa. 

Tra intrighi amorosi e intrighi politici la storia di Sancia si intreccia con quella dei Borgia, una delle famiglie più famose della storia, da cui sono stati tratti innumerevoli libri, film e serie tv, una fonte inesauribile dal quale attingere con il rischio però di sfociare nel già visto e già letto. 

La Kalogridis tuttavia scampa a questo rischio facendo narrare la storia a Sancia D'Aragona che dalla bella Napoli è costretta a seguire il marito fino alla grande ed eterna Roma, dove i Borgia dominano indiscussi.

La Kalagridis rappresenta benissimo un'epoca complessa, fatta di intrighi, falsità ed intrighi taciuti, delineando i personaggi con fare sapiente, ridando loro vita tra le pagine di questo romanzo.

Un romanzo di storia e una storia romanzata dove l'autrice cerca di avvicinare il lettore ai Borgia e agli eventi a loro legati, utilizzando tuttavia un linguaggio moderno e uno stile veloce, adatto a chi non è pratico di questo genere di libri, ma forse un difetto per chi invece è pratico del genere.

La ricostruzione storica che fa da sfondo alle vicende di Sancia e dei Borgia, rimane abbastanza superficiale sul piano politico e storiografico, senza pretese di dettaglio e statistica, dando maggior spessore alle vicende sentimentali e familiari dei vari personaggi, fino a diventare talvolta eccessivo.

Un tentativo riuscito, quello della Kalagridis di calare il lettore nel trame del rinascimento, con un romanzo non esaltante, ma discreto e frizzante.

(Le immagini presenti in questo posto sono state prese da internet)

23/07/14

L'arsenico, un veleno fatale

La storia è piena di delitti perpetrati per avvelenamento. E di veleni ne sono stati scoperti tanti. Ve ne sono alcuni che sono passati alla storia e che tutt'ora sono molto pericolosi. Fra questi l'arsenico.

L'arsenico è un veleno potentissimo. E' un minerale che si trova nella crosta terrestre; i sui composti sono noti all'uomo fin dall'antichità, ma come elemento chimico, venne isolato da J. Schroeder nel 1640.

La sostanza comunemente usata come veleno è l'arsenico bianco (triossido arsenioso) chiamata anche la "polvere degli eredi" (chissà perchè....). La dose tossica per l'uomo è di 10-50 mg e la dose letale è, per assunzione monodose, di 60-120 mg.

L’ arsenico porta alla morte perchè agisce sull’apparato gastroenterico, con sofferenze incredibili. Essendo molto solubile in acqua, era molto facile da somministrare alle proprie vittime. L'acqua Tofana era il veleno più usato nel Rinascimento, ed era una soluzione di arsenico in acqua. Lo conoscevano anche i cinesi, che nei loro scritti, risalenti 1000 a.C., vengono descritte centinaia di ricette per la produzione di gas velenosi, od irritanti, da usare in guerra ed in altre occasioni.

Si racconta che Lucrezia Borgia per avvelenare le sue vittime, usasse un anello cavo riempito con una polvere a base di arsenico. Questo veleno letale, venne anche usato per uccidere Rasputin. Infine, grazie a nuove prove emerse ultimamente, sembra più credibile l'ipotesi che la morte di Napoleone, fu causata da un avvelenamento per arsenico. L'assenza di odore e sapore ne ha fatto un veleno dal delitto perfetto. La morte arriva dopo una lunga sofferenza, visto che l'arsenico "brucia" letteralmente l'intestino.

31/03/14

Aceto balsamico di Modena | Conosciuto nella Roma imperiale

L'aceto balsamico è un prodotto dalle grandi qualità gastronomiche, benefico alla salute, la cui storia si perde nella notte dei secoli. 

Ha una storia antica; l'aceto balsamico di Modena era conosciuto nella Roma imperiale, e Virgilio ne parla nelle "Georgiche". Il biografo di Matilde di Canossa, il monaco Donizone, lo cita nell'XI secolo. Sembra che Lucrezia Borgia lo impiegasse per lenire i dolori del parto e Francesco IV duca di Modena quelli dell'ulcera. Nei tempi andati veniva utilizzato soprattutto a scopi terapeutici (il che spiega l'aggettivo "balsamico"), ma ben presto le sue qualità organolettiche ne hanno fatto uno fra i migliori condimenti al mondo. 

Caratteristiche essenziali: essere ottenuto non dall'acetificazione del vino ma, secondo metodi tradizionali, ma dalla fermentazione di mosti d'uva -emiliana (Trebbiano, Lambrusco), concentrati anche a fuoco diretto (bollito fino alla riduzione del 50/60%); l'aggiunta di un'aliquota di aceto vecchio di almeno lO anni; essere invecchiato-e affinato a lungo in botti di legno pregiato; venir prodotto esclusivamente nelle province di Modena e Reggio Emilia. Si ottiene così un condimento denso, di colore bruno scuro lucente, e dall'intenso e tipico aroma profumatissimo, in sapiente equilibrio fra l'agro e il dolce. Un condimento unico, ideale per condire insalate, contorni vari, carni, formaggi e in particolare i piatti dal sapore forte e deciso, e anche per aggiungere gocce di inimitabile aroma su dolci, gelati e macedonie di frutta. L'aceto balsamico possiede ottime qualità dietetiche: mediamente solo 150 kcal ogni 100 grammi contro le circa 900 dell'olio d'oliva. Chi tiene alla linea può dunque chiedere un aiuto gustosissimo all'aceto balsamico in insalate e secondi in sostituzione di olio e sale.

una fase del lungo invecchiamento
dell'aceto balsamico: il travaso da
botti grandi a botti più piccole
Preparazione alla degustazione
degustazione da parte di assaggiatori.
necessario per il rispetto delle norme
produttive del Consorzio di Tutela
L'Aceto Balsamico "Tradizionale" è stato riconosciuto soltanto nel 1983 dalla legislazione italiana, e ottenuta nel 2000 la D.O.P.(Denominazione di Origine Protetta) dell'Unione europea,. L'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena è un condimento - in ogni senso - prezioso. Differisce da quello senza l'aggettivo "tradizionale" perché prodotto esclusivamente in provincia di Modena solo con mosti d'uva locale cotti secondo antichi metodi e senza altre aggiunte, invecchiato e affinato almeno 12 anni nelle tipiche "acetaie" (sottotetti) di case e cantine con un complesso sistema di prelievi, travasi e rincalzi fra botti di diversi legni pregiati. I produttori del "Tradizionale" sono riuniti in un Consorzio di Tutela che garantisce il prodotto, venduto esclusivamente in bottigliette di 100 c.c, disegnate da Giorgio Giugiaro e riportanti, oltre al logo del produttore, il sigillo di garanzia e la fascetta numerata del Consorzio. 
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