Il-Trafiletto
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23/07/14

L'arsenico, un veleno fatale

La storia è piena di delitti perpetrati per avvelenamento. E di veleni ne sono stati scoperti tanti. Ve ne sono alcuni che sono passati alla storia e che tutt'ora sono molto pericolosi. Fra questi l'arsenico.

L'arsenico è un veleno potentissimo. E' un minerale che si trova nella crosta terrestre; i sui composti sono noti all'uomo fin dall'antichità, ma come elemento chimico, venne isolato da J. Schroeder nel 1640.

La sostanza comunemente usata come veleno è l'arsenico bianco (triossido arsenioso) chiamata anche la "polvere degli eredi" (chissà perchè....). La dose tossica per l'uomo è di 10-50 mg e la dose letale è, per assunzione monodose, di 60-120 mg.

L’ arsenico porta alla morte perchè agisce sull’apparato gastroenterico, con sofferenze incredibili. Essendo molto solubile in acqua, era molto facile da somministrare alle proprie vittime. L'acqua Tofana era il veleno più usato nel Rinascimento, ed era una soluzione di arsenico in acqua. Lo conoscevano anche i cinesi, che nei loro scritti, risalenti 1000 a.C., vengono descritte centinaia di ricette per la produzione di gas velenosi, od irritanti, da usare in guerra ed in altre occasioni.

Si racconta che Lucrezia Borgia per avvelenare le sue vittime, usasse un anello cavo riempito con una polvere a base di arsenico. Questo veleno letale, venne anche usato per uccidere Rasputin. Infine, grazie a nuove prove emerse ultimamente, sembra più credibile l'ipotesi che la morte di Napoleone, fu causata da un avvelenamento per arsenico. L'assenza di odore e sapore ne ha fatto un veleno dal delitto perfetto. La morte arriva dopo una lunga sofferenza, visto che l'arsenico "brucia" letteralmente l'intestino.

16/03/14

Un oceano d'acqua | Sotto il mantello...terrestre si cela un diamante unico e raro: la ringwoodite!

Un oceano d'acqua: sotto il mantello...terrestre si cela un diamante unico e raro: la ringwoodite! Pare che da una recente ricerca sia scaturito che nel mantello terrestre ci sia una quantità d’acqua paragonabile a quella di un oceano!

Non si riferisce ovviamente ad acqua allo stato liquido trattenuta in uno strato e nemmeno nelle porosità delle rocce, come accade per esempio con il petrolio o i gas a quote molto meno profonde, ma bensi del gruppo ossidrilico (-OH) facente parte della struttura cristallina di un particolare minerale: la ringwoodite.
La ringwoodite è una particolare forma di olivina, il minerale di cui è formata la parte superiore del mantello, che fino ad ora è stato rinvenuto soltanto in alcune meteoriti oppure creato in laboratorio sottoponendo l’olivina ad altissime pressioni, quelle in particolar modo che si riescono a trovare nel sottosuolo a profondità di circa 410 km. A tali pressioni l’olivina subisce un cambiamento di fase, trasformandosi per l'appunto in ringwoodite. Con una peculiarità: nella sua composizione chimica appare evidente una significativa quantità d’acqua (fino al 2,5% in peso) sotto forma di ossidrile.
Mantello terrestre

Zona di transizione
Lo ha scoperto un gruppo internazionale di ricerca guidato da Graham Pearson, dell’Università dell’Alberta (Canada) e di cui fa parte Fabrizio Nestola del dipartimento di geoscienze dell’Università di Padova. Lo studio è stato pubblicato il 13 marzo su Nature e conferma un’ipotesi contestata ma che negli ultimi tempi ha preso corpo tra i geologi: l’esistenza di grandi volumi di acqua intrappolati tra 410 e 660 km di profondità nella zona di transizione tra il mantello superiore e inferiore della Terra. «Nella zona di transizione ci potrebbe essere tanta acqua quanto quella contenuta in tutti gli oceani in superficie e forse anche di più», azzarda una stima Paerson.

Area «umida»
Questa scoperta è fondamentale perché nella zona di transizione avvengono importanti fenomeni geologici che hanno ripercussioni sul movimento delle placche e sulla formazione di magmi profondi. Sarebbe quindi la conferma di un’ampia fascia, o almeno di alcune aree umide all’interno della zona di transizione, in contrapposizione a due aree molto più secche del mantello superiore e inferiore. Subduzione Ma come ci è arrivata tutta quest’acqua a simili profondità? Con la subduzione delle placche oceaniche sotto quelle continentali (come la placca del Pacifico che subduce al largo del Giappone e che ha provocato il grande terremoto più tsunami dell’11 marzo 2011).
Le rocce sedimentarie dei fondi oceanici contengono grandi quantità di acqua che vengono in questo modo trasportate in milioni di anni a centinaia di chilometri di profondità.
Ringwoodite

Scoperta casuale in un diamante 
La scoperta della ringwoodite è stata del tutto casuale. Il gruppo di Pearson nel 2008 stava compiendo ricerche nel Mato Grosso (Brasile) su altri minerali quando è stato avvicinato da un cercatore dilettante di diamanti che aveva trovato una piccolissima gemma (3 millimetri) marroncina e sgraziata nella sabbia di un fiume presso Juina. La pietra non era un granché e venne venduta per 20 dollari.
Una volta tornati in laboratorio, la pietra venne affidata a un giovane laureando per un’analisi ma si accorse che conteneva un’inclusione microscopica, invisibile a occhio nudo, di un minerale che non riusciva a identificare. Da qui è partita una sofisticatissima ricerca basata sui sistemi più avanzati come spettroscopia Raman a infrarossi ed a diffrazione di raggi X nei laboratori di analisi più accreditati prima che fosse ufficialmente confermata come ringwoodite.
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