Il-Trafiletto
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27/04/14

Anche l'Italia ha la sua "Cucina all'inferno"

Sull'onda del successo di Gordon Ramsay, anche l'Itaia ha avuto la sua prima edizione del 'Hell's Kitchen' show culinario che fonde talent e reality.  Il 17 aprile scorso è andata in onda la prima puntata su Sky Uno capitanata dal grande e bello Masterchef Carlo Cracco, che promette di essere più severo e cattivo di Ramsay. Nel corso di sedici puntate (divise in otto serate, in onda ogni giovedì alle 21.10), i concorrenti si metteranno alla prova sotto il giudizio severo dello chef stellato per conquistare il titolo di Executive Chef presso un nuovo ristorante del resort Forte Village in Sardegna. "Non è mica Disneyland, qui si gareggia per un lavoro vero" ha commentato Cracco.

A contendersi il contratto di sei mesi, sedici giovani professionisti del settore provenienti da tutta Italia che, divisi in due squadre (8 uomini e 8 donne), dovranno affrontare dure prove esterne e la più temibile sfida: il servizio per 70 persone nel ristorante di 'Hell's Kitchen' in un'atmosfera infernale fra comande dei clienti e rimproveri di Cracco. Ad aumentare la tensione degli aspiranti chef, ogni servizio ospiterà fra gli altri commensali anche volti noti dello spettacolo e dello sport e, soprattutto, personalità della gastronomia internazionale, come lo chef thailandese Chumpol. "Il momento topico nella ristorazione è il servizio, in quelle due ore può succedere di tutto - dice Cracco - e alla fine il giudizio che conta di più è sempre quello del cliente".

 Le qualità di un Masterchef, insomma, potrebbero non bastare a prevalere nella disfida di 'Hell's Kitchen': "Il vincitore deve essere in grado di condurre una cucina e una brigata, di insegnare la disciplina e fare un bel menu", spiega Cracco. Parte importante del programma anche la dimensione 'reality': le telecamere assisteranno alle dinamiche della convivenza fra i concorrenti, ospitati in un loft sopra il ristorante. "Fra le produzioni originali ci mancava ancora un programma che unisse talent e reality", spiega Scrosati, che a margine della presentazione si dichiara soddisfatto della stagione in corso fra X Factor, MasterChef e The Apprentice: "Con Junior Masterchef abbiamo superato ogni aspettativa di ascolti (65% rispetto alla versione senior, meglio di ogni altra edizione al mondo) - dice Scrosati - e con il programma di Cattelan siamo entusiasti di aver trovato uno zoccolo duro di 200mila fan". (ANSA).

28/12/13

Ascolti in crescita, doppi tweet e hashtag della scorsa stagione è: “MasterChef mania”

“MasterChef mania” Ascolti in crescita, boom in rete Selezionati i venti concorrenti che si sfideranno per il premio finale. Il segreto del successo? I tre giudici politicamente scorretti ma buoni
Terza stagione inizia con i numeri che attengono a questo show e insieme ci permettono di fare una riflessione più ponderata sull’evoluzione di uno spettacolo televisivo che ha ormai definito i suoi contorni cult. Dunque, il secondo, cruciale appuntamento con la terza edizione di Master Chef ha svelato il cast di quest’edizione, ha segnato una crescita del 29% rispetto alla stessa serata dello scorso anno. I temi più twittati, oltre all’hashtag #MasterChefIt che ha scalato la classifica dei trending topic della serata, sono stati “MasterChef”, “Cracco” e “Rachida” (rispetto a quest’ultima ci si chiede perché).
Cracco,Barbieri,Bastianich
MasterChef 3
Quest’anno ci si sta trovando di fronte a un’edizione sicuramente meno improvvisata rispetto alle due che abbiamo visto e apprezzato. Il racconto, è stata pesato anche nelle singole virgole e se Joe Bastianich si lascia andare a un commento distante dal politically correct come “qui siamo abituati agli stupidi” l’effetto, la reazione voluta, scatta immediatamente tanto che sui social network si leggono un tripudio di “yeahh” e di “naaaa”.  I tre giudici, proprio per il linguaggio dritto, senza peli sulla lingua, politicamente scorrettissimo ma amato proprio per questo  vedono in Joe Bastianich un leader. L’unico “non cuoco” che quando sferza fa male, che quando sorride allarga il cuore di chi riceve il tanto agognato “ok”. Carlo Cracco da quest’anno si lascia andare un po’ di più, sorride un po’ di più, grida un po’ di più. Ora, di questi tre comportamenti non si sa quale sia meglio. Certo, oggi Cracco risulta più avvicinabile, bonario e simpatico. Bruno Barbieri ha mantenuto la sua linea e oltre al “mappazzone” da ieri sera c’è anche un neonato “paciacco” che non serve tradurre. Bella l’idea del “momento bar” dove finalmente si scoprono alcune carte dei tre mentre bevono un bicchiere di vino commentano, fanno battute, discutono su questo o quel concorrente. Scenograficamente, e siamo solo alle prime battute, tutto è perfetto, invitante. Dalle prossime puntate tutto cambierà, si entrerà nel vivo della competizione e sappiamo che la severità dei giudici sarà ancora più secca. Le esterne ci porteranno anche all’estero, le lacrime di chi verrà redarguito sgorgheranno a fiumi ma in tutto questo lo spettacolo ne trarrà giovamento. Masterchef, non solo non sente la stanchezza della terza edizione ma al contrario alza ancor più l’asticella della qualità, della scrittura televisiva, del rebound mediatico. Qualcuno avrà storto o storcerà il naso di fronte alle tante telepromozioni che ormai coinvolgono le star Bastianich (con il braccialetto macramè di Cruciani), Cracco (le sue scarpe sponsorizzate sono Diadora) o Barbieri (pentole e altro). Poco importa. Era ovvio che ciò accadesse. Non altrettanto ovvio che anche questa stagione incollasse davanti al teleschermo più gente di quanta se ne è registrata sinora. E il bello, deve ancora arrivare.
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