Il-Trafiletto
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19/10/14

Ucciso un leader di Al-Qaeda Abul Bara Al-Kuwait

Leader di Al-Qaeda Abul Bara Al-Kuwait è stato ucciso in una operazione della Direzione nazionale della sicurezza (NDS) forze nella provincia orientale di Nangarhar in Afghanistan, sabato 18 ottobre.


L'NDS lo rivela oggi e nella dichiarazione ha sottolineato che, "Abul Bara Al-Kuwait aveva stretti rapporti con la famiglia di Ayman Al-Zawahiri, leader di Al-Qaeda", aggiungendo che Al-Kuwait è stato ucciso nel quartiere della provincia di Nazyan, in casa del comandante di Al-Qaeda, Samad Khenjeri.

Durante l'operazione, il NDS ha anche sequestrato armi e documenti importanti che riguardano l'attività di Al-Qaeda. Mentre tre giorni fa, le Afghan National Security Forces (ANSF) ha arrestato due massimi leader della rete Haqqani, Anas Haqqani e Hafiz Rashid, segnando un duro colpo per il gruppo terroristico. Anas, il fratellastro di Sarajudin Haqqani, ha avuto un ruolo sostanziale nel processo decisionale di alto livello nella rete. Rashid sarebbe considerato responsabile di aver supervisionato la preparazione di kamikaze per attentati in Afghanistan, secondo NDS.

01/03/14

Licenziato un anno fa, si dà fuoco davanti ai figli e si finisce a coltellate.

Fino ad un anno fa era un tranquillo dipendente delle fonderie di Follo, Specializzate nella produzione di rulli e cilindri centrifugati destinati al settore dei tubifici, della siderurgia ed alimentare. Poi l’inevitabile crisi gli aveva fatto perdere il lavoro. Licenziato. Una scelta che l'aveva gettato in un profondo sconforto da cui non era riuscito a sollevarsi neppure con l'aiuto dei suoi figli. Inoltre l'aggravarsi delle condizioni economiche della famiglia lo hanno portato al tragico gesto. Prima si è dato fuoco e poi si è ucciso con tre coltellate al petto davanti ai figli minorenni. Il ragazzo più grande è riuscito a spegnere le fiamme ma l'uomo, seppur agonizzante, ha afferrato un coltello e si è ucciso mentre i figli scappavano in strada a chiedere aiuto. Aveva 49 anni. L'uomo che si è suicidato a Riccò del Golfo, nell'entroterra spezzino, all'estrema riviera ligure di levante. Ieri sembrava una serata come tante, un giorno come altri: i ragazzi in sala a vedere la tv, il papà chiuso in cucina, probabilmente avvolto nei suoi pensieri. Ad un tratto le urla rompono la quiete familiare. I figli accorrono, spalancano la porta e vedono il padre avvolto dalle fiamme come una torcia umana che grida per il dolore. Una scena orribile. Dopo un attimo di sbigottimento, il maggiore dei ragazzi, 17 anni, corre in strada a chiedere aiuto e un meccanico che ha l'officina a poche decine di metri dalla palazzina lungo la via Aurelia, afferra un estintore e corre verso l'abitazione della vittima. Spente le fiamme, però, l'uomo, seppur agonizzante, prende in mano un coltello in cucina e si sferra al petto alcuni colpi mortali. I carabinieri e il 118 hanno potuto solo constatare il decesso dell'uomo. Si era trasferito a Riccò del Golfo una ventina d'anni fa. Separato, viveva con i tre figli adolescenti

11/02/14

Palermo | Si muore per un ascesso dentario non curato per motivi economici

Sembra impossibile, ma al giorno d’oggi succede anche di questo. Non siamo in Uganda, Tanzania o qualsiasi altro paese arretrato, bensì nella civile Italia: Palermo. Una ragazza di 18 anni, Gaetana Priolo, è morta nell’ospedale siciliano per le conseguenze di un ascesso dentario non curato per motivi economici. L'infezione, trascurata per i suddetti motivi, ha raggiunto le vie respiratorie causandole un fatale shock settico polmonare. All'inizio era un semplice mal di denti. Sembrava il classico dolore da sopportare senza farne troppo un dramma. La giovane ragazza abitava in via Azolino Hazon, nel quartiere palermitano Brancaccio insieme alla sua famiglia, le cui condizioni economiche sono disagiate ma tutto sommato dignitose, seconda di quattro figli, tre femmine e un maschio, con genitori separati. La famiglia non naviga nell’oro, la madre la mandava avanti col suo lavoro di donna delle pulizie, il padre era andato via alcuni anni fa. “È stata sempre presente, attenta, una donna con gli attributi”, dice Mariangela D'Aleo, responsabile delle attività del Centro Padre Nostro, la struttura creato da don Pino Puglisi, il parroco ucciso dalla mafia nel '93, per aiutare le famiglie del quartiere in difficoltà. Tutto è cominciato con un dolore che è diventato via via insopportabile al punto di far perdere i sensi alla ragazza, la quale viene trasportata al Buccheri La Ferla e visitata al pronto soccorso per sospetto ascesso dentario. Trascorsa qualche ora e con il dolore che sembrava fosse diminuito, la giovane 18enne viene dimessa per essere inviata per competenza presso l'Odontoiatria del Policlinico di Palermo, dove purtroppo la ragazza non è mai andata. Qualche giorno dopo le sue condizioni si sono aggravate ed è stata ricoverata al Civico nel reparto di Rianimazione, dove le è stata diagnosticata una fascite, un'infezione grave che partendo dalla bocca si era già diffusa fino ai polmoni. Nonostante le cure dei medici del reparto le condizioni della ragazza si aggravano ulteriormente fino al decesso avvenuto la settimana scorsa. La tragedia di questa famiglia mette in risalto la fotografia di un’Italia che per motivi economici rinuncia alle cure mediche. La denuncia arriva da Codacons: “La crisi economica ha colpito la Sicilia in modo più drammatico rispetto al resto dell’Italia. La popolazione o rinuncia alle cure mediche per mancanza di possibilità economiche, oppure si rivolge alla sanità pubblica dove le liste di attesa sono talmente lunghe al punto di spingerla lo stesso alla rinuncia. O in un modo o nell’altro, il risultato purtroppo non cambia.

06/02/14

California | Bimba di tre anni violentata, uccisa e nascosta in freezer dalla madre e dal suo compagno.

Orrore in California. Sara Krueger, 23 anni, e il suo compagno Ryan Scott Warner, 26 anni si sono macchiati di un orribile delitto, violentando e poi uccidendo la figlioletta di lei di soli 3 anni, Kayleigh Slusher. I due hanno poi nascosto il corpicino nel congelatore e hanno tentato di fuggire. Sono stati bloccati e arrestati mentre erano in una stazione ferroviaria situata a circa 50 chilometri dalla loro casa di Napa. La coppia è accusata di aver picchiato e ucciso la bambina: sul suo corpo ci sarebbero anche segni di violenze sessuali, e rischia la pena di morte dal momento che hanno confessato. Saranno processati il prossimo 25 febbraio. La bambina, Kayleigh Slusher, era tenuta sotto controllo dai servizi sociali dopo la denuncia da parte di vicini di possibili violenze. Il suo padre biologico, come riporta il San Francisco Chronicle, è in prigione ed ha saputo dell’uccisione della figlioletta dalla televisione. Sul social sono tantissime le foto che ritraggono Sara e la sua piccola, sempre sorridente e piena di vita. E crescono di minuto in minuto i commenti, durissimi, scritti dagli utenti subito dopo la diffusione della notizia della morte della piccola Kayleigh.

14/01/14

Irlanda: un killer italiano uccide il suo padrone di casa poi gli asporta un polmone

E' di palermo e si chiama Saverio Bellante, ha 34 anni e vive a Castleknock, Dublino, il colpevole dell'omicidio che ha sconvolto l'Irlanda

Ha ucciso il suo adrone di casa Tom O’Gorman, dopo una partita a scacchi. Tom O’Gorman aveva 39 anni, era un attivista cattolico e viveva in una delle tranquille casette bianche tutte in fila a Castleknock, Dublino. Era andato a stare lì da quando era morta l’anziana madre e, per tirare su un po’ di denaro, aveva deciso di affittare una stanza di quella casa troppo grande per lui, single. Di certo non immaginava che il suo ultimo inquilino, un 34enne siciliano trasferitosi in Irlanda per lavoro da circa due anni e mezzo, lo avrebbe ammazzato in modo orribile.

 Dopo una partita di scacchi. È successo nella notte tra sabato e domenica: O’Gorman è stato colpito più volte con un robusto coltello da cucina, la testa gli è stata fracassata con un manubrio e poi è stato squartato. Un polmone, asportato, non si è ancora trovato. Sabino Bellante, di Palermo, ha confessato subito. È stato lui stesso a chiamare il 118 irlandese all’una meno dieci di notte. Quando gli operatori sono arrivati nella villetta bianca hanno trovato il cadavere mutilato di O’Gorman immerso nel sangue. Alla polizia Bellante, che lavorava per una azienda farmaceutica e dovrà comparire davanti ai giudici il prossimo 17 gennaio, ha detto anche di aver mangiato il cuore del suo padrone di casa. Ma dall’esame del corpo della vittima risulta che il cuore c’è ed è intatto. A mancare è invece un polmone. Bellante è stato descritto dagli agenti come «calmo». Ai poliziotti ha raccontato che tutto è iniziato da una lite dopo una partita di scacchi. O’Gorman, con cui viveva da qualche mese, dopo il diverbio gli ha chiesto di andare via da casa e questo forse ha scatenato la pazzia del 34enne. Sul suo profilo Facebook, il siciliano postava foto della sua Palermo e angoli di quella Dublino dove era stato costretto a trasferirsi a malincuore per lavorare. «Vivendo all’estero (mi auguro non per sempre) si riscopre quanto sia bello essere italiani e forse ancor di più siciliani», scriveva invitando i suoi amici italiani a «andare a votare» e «investire su noi stessi» per aiutare il nostro Paese a uscire dalla «“notte culturale” di cui la politica è la peggiore espressione». Fra i suoi amici sul social network c’era anche l’uomo che ha massacrato. Uno degli ultimi messaggi scritti da O’Gorman su Facebook - oltre agli appelli contro la nuova legge sull’aborto (che in Irlanda, da luglio, lo consente se la madre è in pericolo di vita) - è stato questo, il 31 dicembre: «Buon Anno! Che il 2014 sia pieno di successi e prospero, e che tutti i vostri sogni diventino realtà!!». Undici giorni dopo sarebbe stato ammazzato per una partita a scacchi.                                                fonte Corriere.it

30/11/13

Omicido e cannibalismo: una storia orribile

Orribile questa storia, se risulterà vera. Un intreccio horror, con pietanza finale. Sembra che un poliziotto tedesco abbia ucciso un uomo e mangiato parti del corpo. Arrestato il poliziotto 55enne di Dresda, che avrebbe conosciuto la vittima in un sito dedicato al cannibalismo.
L’agente è stato arrestato mercoledì scorso e si trova sotto custodia. Gli inquirenti hanno escluso al momento accuse per atti di cannibalismo riportati invece da alcuni media.
L'abitazione dell'omicida

Il 55enne ha confessato di aver tagliato la gola alla vittima su sua richiesta e di aver poi smembrato il suo corpo in piccoli pezzi, sotterrati nel suo guardino. La vittima, un uomo di 59 anni di Hannover, Bassa Sassonia, aveva “fin dalla sua giovinezza immaginato di essere ucciso e mangiato”, ha detto il capo della polizia di Dresda, Dieter Kroll: Tuttavia non sono stati raccolti finora elementi a conferma di atti di cannibalismo. Quando è stata denunciata la scomparsa della vittima, la polizia ha avviato le indagini, scoprendo i contatti avuti via web con il sospetto omicida. “Non si erano mai incontrati prima”, ha detto l’inquirente Maik Mainda, riferendo di molti contatti via email, sms e telefono durante il mese di ottobre. I due uomini si sono incontrati il 4 novembre alla stazione ferroviaria di Dresda, da dove hanno raggiunto l’abitazione del sospetto omicida, nella città di Hartmannsdorf-Reichenau. “L’accordo era che l’omicidio doveva avvenire subito”, ha precisato Mainda. L’agente ha quindi “usato un coltello per causare una ferita mortale alla gola della vittima, che ha poi portato al suo decesso”. “Il sospetto ci ha detto di aver fatto a pezzi la vittima, anche pezzi molto piccoli, e di aver tagliato le ossa - ha proseguito l’inquirente - il sospetto ha poi sepolto le membra in un giardino di sua proprietà”. Lo stesso agente ha già indicato agli inquirenti i siti dove ha sepolto la sua vittima. Anche se non si tratta di una vicenda di cannibalismo, il caso ha riportato alla memoria il “cannibale di Rotenburg” del 2001: Armin Meiwes, un informatico da 41 anni, uccise Bernd Juergen Brandes, 43, incontrato su internet, ne smembrò il corpo e ne mangiò alcune parti. Nel 2006 Meiwes è stato condannato all’ergastolo.                                          fonte

28/11/13

Il pentito Mutolo:"Il Colle nasconde la verità" | Parla ai microfoni della "Zanzara"

In giorni concitati come quelli appena passati, dove la decadenza del Cavaliere ha monopolizzato tutta l'informazione, è passato quasi inosservata l'intervista di Gaspare Mutolo, pentito di mafia ancora sotto protezione, a Radio 24. La riporto qui, integrale in un video.
Mutolo: ‘Trattativa? C’è stata di sicuro. Colle nasconde la verità’ “La trattativa fra stato e mafia esiste da sempre, c’è stata di sicuro.
Gaspare Mutolo

Il presidente Napolitano, detto con grande rispetto, si è voluto immischiare nei processi, vuole coprire qualcosa che non era giusto e nascondere la verità. E Paolo Borsellino fu ucciso perché era contrario alla trattativa, al cento per cento ”. Lo dichiara ai microfoni de “La Zanzara”, su Radio24, Gaspare Mutolo, pentito di mafia ed ex autista e braccio destro di Totò Riina. “Il politico colluso” – sottolinea – “dovrebbe subire le stesse sorti del mafiosi, anzi peggio. Peggio del 41 bis, dovrebbero essere castrati. La vera mafia è a Roma. Invece i trattamenti sono diversi”. Sul Cavaliere, Mutolo osserva: “Ho avuto delle esperienze personali con il personaggio Berlusconi. Se era legato alla mafia? In senso stretto no, ma aveva contatti con qualche mafioso, come attestano delle sentenze. Difficile per certe persone non avere rapporti con la mafia. Nel ‘74 mi trovavo a Milano con altri personaggi perché dovevo fare un sequestro di persona. Dopo ci fu un richiamo per tutti e non si parlò più di sequestrare Berlusconi. Poi arrivò ad Arcore lo stalliere siciliano Vittorio Mangano…”. Riguardo a Dell’Utri, il collaboratore di giustizia afferma: “Non so se sia mafioso, ma aveva molti contatti coi mafiosi. E’ una cosa risaputa, un dato di fatto”. E aggiunge: “Berlusconi vuole tornare a Forza Italia, ma i tempi non sono quelli del ‘93 e del ‘94. Allora fece il pieno perché c’era la mafia, che ha aiutato Forza Italia. Questo è sicuro, ho sentito a riguardo molte intercettazioni del ‘93. Tutta la Sicilia mafiosa era per Forza Italia, tutte le organizzazioni mafiose hanno votato Berlusconi, perché i mafiosi si sentivano traditi dalla Dc mentre i comunisti erano contro”. E ribadisce: “Oggi la mafia non è più quella di vent’anni fa, sono quasi tutti in galera, anche se di amici dei mafiosi oggi in Parlamento ce ne sono ancora tanti. Meno di prima ma ancora tanti. Lo posso dire al cento per cento. Più a destra che a sinistra. Se ogni tanto si sente l’urlo di Riina, come quello di un coniglio in gabbia, è perché si è sentito tradito dalle promesse che gli hanno fatto allora”. Mutolo parla anche del sussidio con cui vive: “Vivo ancora sotto protezione e lo Stato mi dà 1200 euro al mese. Non dico che sono pochi, ma per quello che ho fatto merito questo ed altro. Sono uno dei pochissimi collaboratori che ha detto tutto e a cui lo Stato non ha mai rimproverato nulla. Però mi ha confiscato tutto. Devo pagare tutto dalla a alla zeta, non ho parenti. Dipingo e vendo qualche quadro, non mi posso lamentare”. Mutolo si pronuncia anche sulle sue preferenze politiche: “Quando ho potuto votare in passato, ho appoggiato Pannella, perché aiutava i disagiati ed era contro alcune leggi. Poi sono arrivare alcune sentenze che mi hanno tolto la possibilità del voto. Certo, mi piacerebbe tornare a votare. E voterei per un partito di sinistra. Mi piace particolarmente Matteo Renzi, perché vuole fare un certo rinnovamento” di Gisella Ruccia.                                                                                                  fonte

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