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31/07/17
18/11/14
Il male è in agguato sulla Route 50
Pubblicato da
Unknown
Mai titolo fu più azzeccato per il romanzo Desperation di Stephen King, che in mezzo al nulla mette in scena il suo teatrino dell'orrore.

Parte col botto questo romanzo, nel vero senso della parola. Niente preamboli, niente quattro chiacchiere per mettersi a proprio agio. Si parte in quarta e si arriva alla fine in un lampo, sconvolti e stravolti, ma felici di averlo letto.
Desperation non è solo il titolo del libro, è anche la chiave di tutto il racconto. Disperazione, ecco quello attorno cui ruota tutta la storia. Un romanzo a tinte forte, sporco, la cui tematica divina è molto forte, esposta e confutata nel classico stile di King.
Come sempre, uno stile scorrevole e alla mano quello del Re del Brivido, con personaggi tipici dei suoi libri, un soprannaturale da brivido e il bene sconquassato. Sul finale King perde un po' di colpi, lasciando forse un po' insoddisfatti, ma al Re gli si perdona tutto, proprio perché sa regalare romanzi terrorizzanti e piacevoli da leggere.
(Le immagini presenti in questo post sono state prese da internet)
24/10/14
Un'auto da urla... di terrore
Pubblicato da
Unknown
Un classico per il Re dell'horror Stephen King che, con la sua "Christine. La macchina infernale" ti regala il buon vecchio brivido.
Dennis e Arnie sono grandi amici. Dennis bello e promettente giocatore di football; Arnie intelligente ma sfigato, e perseguitato dai bulli della scuola, sempre protetto però dall'inseparabile Dennis. Tutto cambia durante una calda estate quando Arnie si innamora di Christine, una Playmouth Fury del '58. Un rottame all'inizio, ma che sotto la ruggine e i danni nasconde un'infinita tenacia e una furia indomabile.

Con il tempo e l'esperienza, lo stile del Re del Brivido si è consolidato, fissandosi nella forma che tutti i suoi lettori conoscono. Christine però si colloca relativamente agli esordi di King, senza tuttavia perdere nulla nello stile.
La narrazione è scorrevole e piacevole, le vicende si susseguono in un crescendo avvincente. Il terrore, elemento cardine dei romanzi di King, si insinua lentamente, pagina dopo pagina, in un crescendo che culmina nel finale e lasciando quelle insinuazioni che, in questo genere di romanzi, sono la ciliegina sulla torta.
I personaggi come sempre, sono ben descritti approfonditi, resi piacevolmente autentici sia quelli vivi che quelli morti.
La particolarità che da a questo romanzo una marcia in più è la tecnica con cui la storia viene narrata. Il romanzo è suddiviso in tre parti, nella prima è lo stesso Dennis a raccontare in prima persona le vicende, nella seconda parte, quando Dennis si trova in ospedale per un infortunio, la narrazione passa alla terza persona, tornando poi alla prima persona nell'ultima parte, quando Dennis è ormai uscito dall'ospedale e torna ad essere un attore sulla scena in atto.
Christine. La macchina infernale si può affermare essere davvero un classico da leggere nel vasto panorama letterario, non solo del genere horror, ma soprattutto di quello del grande Re del Brivido.
(Le immagini presenti in questo blog sono state prese da internet)
09/09/14
Libri che non raccontano una sola storia, ma tante
Pubblicato da
Unknown
Ci sono quelle giornate, dopo che hai terminato di leggere un libro, in cui osservi la tua libreria in cerca di qualcosa di nuovo da leggere e non sai cosa scegliere. Avresti magari voglia di una sana storia del terrore, per cambiare, ma non vuoi un malloppone da trascinarti dietro per giorni. Hai voglia di qualcosa di piccolo. Ecco allora che entrano in scena quei libri particolari che non racchiudono una sola storia, ma tante. Dei piccoli scrigni con delle raccolte di racconti, più o meno brevi, con i quali trascorrere dei brevi ed intensi momenti.
E' proprio di una raccolta di racconti che vi parlerò oggi, per la precisione, la quinta raccolta pubblicata da Stephen King nel 2008 che si intitola Al crepuscolo.
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Al Crepuscolo |
La raccolta in questione contiene tredici racconti, alcuni già presenti in altre raccolte, altri inediti. Ciascun racconto è accompagnato da delle noticine scritte dall'autore (le trovate in fondo al libro), dove King ci racconta i retroscena di ciascun racconto.
“Ah, c'è un'altra cosa. So che a certi lettori piace sentir raccontare qualcosa su come o perché certe storie siano state scritte. Se siete tra questi, troverete i miei commenti in fondo. Ma se ci andate prima di aver letto i racconti... vergogna!”
Cosa rende King così apprezzato dai lettori? Alcuni potranno dire le storie che racconta, e gli do perfettamente ragione. Altri magari diranno il modo di scrivere, e anche su questo sono d'accordo. Secondo me però c'è anche un altro elemento che fa di King un buon scrittore, uno di quelli con cui passi volentieri il tempo. Questa particolarità è dettata proprio dalle noticine di fondo, da quei commenti all'inizio o alla fine del libro, dove King parla ad ogni suo singolo Fedele Lettore.
Uno scrittore senza lettori non è uno scrittore. Può essere il migliore al mondo, ma senza lettori, non è uno scrittore vero e proprio. King lo sa e per premiare questi suoi lettori che lo hanno reso così famoso, regala sempre qualche aneddoto, qualche segreta rivelazione delle sue opere.
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Stephen King |
Questo secondo me rende King un buon scrittore, per questa sua premura, per questa sua peculiarità, per il suo colloquiare con il lettore attraverso quelle noticine.
“Sono buoni questi racconti? Si, io credo di si. E' letteratura? Non lo so e non credo che m'importi; chiedete ad un critico. Vi aiuteranno ad ammazzare a noia di un lungo viaggio? Spero di si, perché quando succede è come essere toccati da una bacchetta magica.
Di sicuro, a me è piaciuto scriverli. E spero che a vi piacerà leggerli, anche questo so. Spero che vi portino via. E finché ricorderò come si fa, non smetterò.”
Recensire una raccolta di racconti non è facile, soprattutto se i racconti sono molti. Esaminare ogni singolo racconto o valutare l'opera nel suo insieme? Io non vi dirò com'è ogni singolo racconto presente in questo libro, vi dirò che c'è né per tutti i gusti. Alcuni vi piaceranno, altri magari no, forse li troverete ripetitivi e scontati, magari riuscirete ad andare oltre ed apprezzarli comunque. Nel complesso io vi dico che è una buona raccolta di racconti, che vale la pena leggerlo, perché King è King e lui sa sempre come far passare bene il tempo.
“E ora lasciate che mi tolga di mezzo. Ma prima di lasciarci , voglio ringraziarvi per esserci. Scriverei ancora se mi abbandonaste? La risposta è si. Perché mi sento felice quando le parole si ammassano e l'immagine si forma e le persone inventate fanno cose che mi deliziano. Però con te è meglio, Fedele Lettore. Sempre meglio con te”
(Le immagini presenti in questo post sono state prese da internet. Le informazioni riguardanti il libro sono state prese dalla Wikipedia, mentre le citazioni sono state prese direttamente dal libro)
08/08/14
Se la paura fosse legata indissolubilmente con il bizzarro?
Pubblicato da
Unknown
Martedì vi ho parlato del genio incompreso di Lovecraft, considerato il padre della narrativa gotica americana. Esiste però un altro autore con cui Lovecraft divide questa importante paternità, si tratta di Edgar Allan Poe e come Lovecraft ebbe non poche difficoltà ad essere riconosciuto in patria tanto che per il libro di cui vi parlerò oggi, Racconti del grottesco, Poe non ricevette alcun diritto, ma solo una manciata di copie gratuite della sua opera.
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Racconti del grottesco |
“E’ passato molto tempo da quando ho posto piede per la prima volta sul ponte di questa terribile nave e io credo che i raggi del mio destino si stiano concentrando in un sol fuoco. Che gente incomprensibile! Sempre sprofondati in meditazioni, di cui non riesco a comprendere la natura, mi passano davanti senza notarmi. E’ una vera pazzia quella di nascondermi, perché questa gente non vuol vedermi: un momento fa stavo passando proprio sotto gli occhi del comandante in seconda; poco tempo prima mi ero spinto fin nella cabina del comandante, dove ho avuto l’occasione di procurarmi l’occorrente per scrivere questo e quello che ho già scritto. Continuerò, di tanto in tanto, a scrivere questo giornale; è vero che non mi si offrirà alcuna occasione per trasmetterlo al mondo, ma non mancherò di tentare; all’ultimo istante chiuderò il manoscritto in una bottiglia e la getterò in mare”.
Racconti del grottesco è una raccolta di brevi racconti dell'orrore di stampo prettamente gotico. Per i suoi racconti, diciotto in tutto più due appendici, Poe attinge alle fobie dei singoli individui, così come alle fobie collettive inserendole però in contesti parzialmente comici, creando così delle storie dall'orrore satirico, lasciando il lettore spiazzato in quanto si trova nella strana posizione di non sapere se ridere o rimanere schifato dall'orrore che legge.
"Le cose di cui non riesco a rendermi conto mi disgustano. Esse costringono un uomo a pensare e perciò ne danneggiano la salute."
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Edgar Allan Poe |
Nei suoi racconti Poe evoca sensazioni di disagio, estraneità condite da una sottile paura, ma è quella pungente e macabra ironia a legare il tutto. Situazioni bizzarre che generano paura, stravaganze gotiche al limite dell'assurdo, speculazioni intellettuali sull'estremizzazione di situazioni macabre ma anche ironiche.
“Keats soccombette per una critica; chi fu colui che morì per l'Andromaca? Ignobili anime! De l'Omelette perì per un ortolano; l'histoire en est brève. Assistimi, dunque, spirito d'Apicio!”
I suoi racconti sono spesso caratterizzati da parole o intere frasi in lingua straniera, francesismi per lo più. Se Poe infatti si arrabattava in patria, scontrandosi con un mondo che non lo comprendeva, in Francia generava entusiasmo. Riconosciuto in Europa come uno scrittore consapevole delle potenzialità del linguaggio, un autore sofisticato ed intellettuale, in patria invece veniva messo da parte.
Detto ciò Racconti del grottesco è una raccolta difficile da digerire e da leggere, forse per il suo stile, per questa sua mescolanza tra paura e ridicolo, forse per i francesismi, fatto sta che Racconti del grottesco rimane un po' sul groppone se non si è debitamente preparati allo stile di Edgar Allan Poe.
(Le immagini presenti in questo blog sono state prese da internet, le informazioni riguardanti l'autore sono state prese dalla Wikipedia, mentre le citazioni dal libro di cui il post tratta)
05/08/14
Il genio incompreso del padre della narrativa gotica
Pubblicato da
Unknown
Nella pittura del periodo impressionista, ma anche in altri periodi particolarmente attivi dell'arte, è accaduto spesso che pittori straordinari venissero completamente ignorati e bistrattati, tanto da regalare i propri quadri per un tozzo di pane. Quei quadri così bistrattati e ignorati possiedono oggi un valore monetario da capogiro. Per l'editoria è avvenuto, e avviene ahimè ancora, la medesima cosa. Autori ignorati, incompresi ed emarginati, che sono poi diventati invece delle pietre miliari della letteratura. Autori bistrattati da case editrici senza lungimiranza, divenuti famosissimi, i cui libri, nonostante gli anni trascorsi dalla morte del loro autore, continuano a vendere moltissimo.

Ambientato in Antartide, Le Montagne della Follia racconta le vicende relative ad una spedizione scientifica che, durante le sue ricerche, scopre dei reperti antichissimi, vestigia di una civiltà, scomparsa millenni prima, e giunta sulla Terra dalle profondità del Cosmo. Quella civiltà però si sta risvegliando catapultando gli scienziati della spedizione in un incubo che li porterà sull'orlo della pazzia.
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Le Montagne della Follia |
“Mi sento obbligato a parlare perché gli scienziati si sono rifiutati di seguire i miei avvertimenti senza sapere perché. Ed è contro la mia volontà che spiegherò le mie ragioni per essermi opposto alla proposta invasione dell'Antartico, all'avventata caccia ai fossili, ed alla perforazione ed allo scioglimento dell'antica calotta di ghiaccio. E sono ancora più riluttante poiché questi miei avvertimenti potranno anche risultare del tutto vani.”
L'intento di Lovecraf per la stesura di questo romanzo era di raccogliere, in una sola opera, tutte le diverse sfaccettature che caratterizzavano i suoi racconti: il “cosmo” dell'orrore, un pantheon fantastico, la storia da lui inventata sui Miti di Cthulhu, nonché l'elaborazione dello stile stilistico di Poe altro grande della narrativa gotica.
Lovecraft ci lavorò per diverso tempo a questo romanzo per lui così importante, quando però arrivò alla versione definitiva, nel 1931, e lo propose, tra i tanti anche alla rivista Weird Tales, la sua delusione fu grande. Le Montagne della Follia venne giudicato inadatto e Lovecraft finì per dubitare di se stesso e della sua capacità di scrittore, tanto che negli ultimi anni della sua vita, scrisse sempre meno opere. Le Montagne della Follia alla fine venne pubblicato, nel 1936, in versione ridotta dalla rivista Astounding Stories a quel tempo la più nota rivista americana di fantascienza. Una pubblicazione arrivata tardi perché ormai il danno era fatto.
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Howard Phillips Lovecraft |
Le Montagne della Follia è romanzo non molto grande scritto interamente in prima persona, un modo per abbattere completamente la barriera tra scrittore e lettore e trascinarlo nei recessi del proprio inconscio dove il desiderio della conoscenza si scontra con la paura dell'ignoto. Perché come disse Lovecraft: “L’emozione più vecchia e più forte del genere umano è la paura, e la paura più vecchia e più forte è la paura dell’ignoto.”
Questo romanzo racchiude in se una metafora, il resoconto di un viaggio verso l'inconscio dove Lovecraft è il traghettatore e il battello su cui ci conduce è la paura. Paura che non è il fine che si ripromette, ma il mezzo per sviscerare la natura dell'essere umano.
Le Montagne della Follia è caratterizzato da descrizioni minuziose e ricche di particolari, fatto di atmosfere gelide ed irreali, pervaso da un orrore strisciante, che si insinua nelle pieghe dell'animo, portando il lettore affrontare la dura realtà: per quanto l'umanità possa rincorrere la conoscenza alla fine si scontrerà sempre con una realtà costituita da un universo freddo, impietoso, impersonale e caotico. Un baratro fatto di orrore e paura.
Se tutti coloro che hanno rifiutato Le Montagne della Follia di Lovecraft avessero saputo quanto famoso sarebbe diventato l'autore nel tempo, probabilmente si sarebbero mangiati le mani fino al gomito per il grave errore di giudizio che fecero; magari avremmo avute anche altre opere del grande Lovecraft, ma non avvenne niente tutto questo e ci ritroviamo così ad assaporare questo romanzo come un lascito di uno scrittore incompreso, che come tutti i grandi soffrì per la sua arte e per il suo genio.
(Le immagini presenti in questo post sono state prese da internet. Le informazioni riguardanti l'autore sono state prese dalla Wikipedia, mentre le citazioni dal libro di cui il post parla)
17/02/14
Usa | Ragazza 19enne uccide un uomo, poi confessa:” ne ho uccisi quasi cento”.
Pubblicato da
Romolo Benedetti
Su questa incredibile vicenda Dario Argento potrebbe fare sicuramente la sceneggiatura di un film horror. Il caso della giovanissima Miranda Barbour sta sconvolgendo in queste settimane gli Stati Uniti, specie dopo le ultime rivelazioni fatte dalla stessa Barbour in carcere: “ho ucciso decine di persone, forse poco meno di cento, ho smesso di contarle dopo la 22esima”. La ragazza, 19enne originaria dell’Alaska, è stata arrestata in Pennsylvania per l'uccisione, a novembre scorso insieme al marito, Elytte Barbour 22 anni, di un uomo conosciuto su Craiglist, un sito per la compravendita online e per gli annunci di lavoro e di ogni genere, un omicidio «per celebrare - dicono gli investigatori - il loro terzo anniversario di matrimonio». Durante la confessione è venuta fuori una verità allucinante.
Miranda Barbur confessa di aver subito violenze sin da quando era bambina, che la fecero diventare una ragazza deviata; a 13 anni fuggì di casa ed entrò in una setta satanista e inoltre di aver compiuto il primo omicidio proprio insieme al capo di questa setta e poi di non essersi più fermata. “Ho ucciso decine di persone. Meno di 100, ma ci ero vicina. Arrivata a 22 non li ho più contati” - confessa la ragazza - Non ho mai ucciso a caso, ma ho sempre ucciso persone cattive. Quando scoprivo che erano cattive per me non c'era più ragione che stessero ancora qui tra noi”. Poi parla anche del suo ultimo omicidio: “ l’uomo aveva messo un annuncio per cercare compagnia, l’ho ucciso dopo che mi ero offerta di fare sesso con lui per 100 euro. Gli ho detto che avevo 16 anni e lui ha detto che era OK. E questa era la risposta sbagliata”. Complice di questo delitto è stato il giovane marito della killer, il 22enne Elytte Barbour, anche lui detenuto in attesa della condanna che, a prescindere dalle ultime rivelazioni della 19enne, rischia di essere la pena di morte. La difesa di Miranda Barbour proprio la settimana scorsa ha fatto richiesta di una perizia psichiatrica per la propria assistita e lo stesso è stato fatto dalla difesa di Elytte Barbour.

30/11/13
Omicido e cannibalismo: una storia orribile
Pubblicato da
Galadriel
Orribile questa storia, se risulterà vera. Un intreccio horror, con pietanza finale. Sembra che un poliziotto tedesco abbia ucciso un uomo e mangiato parti del corpo. Arrestato il poliziotto 55enne di Dresda, che avrebbe conosciuto la vittima in un sito dedicato al cannibalismo.
L’agente è stato arrestato mercoledì scorso e si trova sotto custodia. Gli inquirenti hanno escluso al momento accuse per atti di cannibalismo riportati invece da alcuni media.
Il 55enne ha confessato di aver tagliato la gola alla vittima su sua richiesta e di aver poi smembrato il suo corpo in piccoli pezzi, sotterrati nel suo guardino. La vittima, un uomo di 59 anni di Hannover, Bassa Sassonia, aveva “fin dalla sua giovinezza immaginato di essere ucciso e mangiato”, ha detto il capo della polizia di Dresda, Dieter Kroll: Tuttavia non sono stati raccolti finora elementi a conferma di atti di cannibalismo. Quando è stata denunciata la scomparsa della vittima, la polizia ha avviato le indagini, scoprendo i contatti avuti via web con il sospetto omicida. “Non si erano mai incontrati prima”, ha detto l’inquirente Maik Mainda, riferendo di molti contatti via email, sms e telefono durante il mese di ottobre. I due uomini si sono incontrati il 4 novembre alla stazione ferroviaria di Dresda, da dove hanno raggiunto l’abitazione del sospetto omicida, nella città di Hartmannsdorf-Reichenau. “L’accordo era che l’omicidio doveva avvenire subito”, ha precisato Mainda. L’agente ha quindi “usato un coltello per causare una ferita mortale alla gola della vittima, che ha poi portato al suo decesso”. “Il sospetto ci ha detto di aver fatto a pezzi la vittima, anche pezzi molto piccoli, e di aver tagliato le ossa - ha proseguito l’inquirente - il sospetto ha poi sepolto le membra in un giardino di sua proprietà”. Lo stesso agente ha già indicato agli inquirenti i siti dove ha sepolto la sua vittima. Anche se non si tratta di una vicenda di cannibalismo, il caso ha riportato alla memoria il “cannibale di Rotenburg” del 2001: Armin Meiwes, un informatico da 41 anni, uccise Bernd Juergen Brandes, 43, incontrato su internet, ne smembrò il corpo e ne mangiò alcune parti. Nel 2006 Meiwes è stato condannato all’ergastolo. fonte
L’agente è stato arrestato mercoledì scorso e si trova sotto custodia. Gli inquirenti hanno escluso al momento accuse per atti di cannibalismo riportati invece da alcuni media.
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L'abitazione dell'omicida |
Il 55enne ha confessato di aver tagliato la gola alla vittima su sua richiesta e di aver poi smembrato il suo corpo in piccoli pezzi, sotterrati nel suo guardino. La vittima, un uomo di 59 anni di Hannover, Bassa Sassonia, aveva “fin dalla sua giovinezza immaginato di essere ucciso e mangiato”, ha detto il capo della polizia di Dresda, Dieter Kroll: Tuttavia non sono stati raccolti finora elementi a conferma di atti di cannibalismo. Quando è stata denunciata la scomparsa della vittima, la polizia ha avviato le indagini, scoprendo i contatti avuti via web con il sospetto omicida. “Non si erano mai incontrati prima”, ha detto l’inquirente Maik Mainda, riferendo di molti contatti via email, sms e telefono durante il mese di ottobre. I due uomini si sono incontrati il 4 novembre alla stazione ferroviaria di Dresda, da dove hanno raggiunto l’abitazione del sospetto omicida, nella città di Hartmannsdorf-Reichenau. “L’accordo era che l’omicidio doveva avvenire subito”, ha precisato Mainda. L’agente ha quindi “usato un coltello per causare una ferita mortale alla gola della vittima, che ha poi portato al suo decesso”. “Il sospetto ci ha detto di aver fatto a pezzi la vittima, anche pezzi molto piccoli, e di aver tagliato le ossa - ha proseguito l’inquirente - il sospetto ha poi sepolto le membra in un giardino di sua proprietà”. Lo stesso agente ha già indicato agli inquirenti i siti dove ha sepolto la sua vittima. Anche se non si tratta di una vicenda di cannibalismo, il caso ha riportato alla memoria il “cannibale di Rotenburg” del 2001: Armin Meiwes, un informatico da 41 anni, uccise Bernd Juergen Brandes, 43, incontrato su internet, ne smembrò il corpo e ne mangiò alcune parti. Nel 2006 Meiwes è stato condannato all’ergastolo. fonte
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