05/08/14

Il genio incompreso del padre della narrativa gotica

Nella pittura del periodo impressionista, ma anche in altri periodi particolarmente attivi dell'arte, è accaduto spesso che pittori straordinari venissero completamente ignorati e bistrattati, tanto da regalare i propri quadri per un tozzo di pane. Quei quadri così bistrattati e ignorati possiedono oggi un valore monetario da capogiro. Per l'editoria è avvenuto, e avviene ahimè ancora, la medesima cosa. Autori ignorati, incompresi ed emarginati, che sono poi diventati invece delle pietre miliari della letteratura. Autori bistrattati da case editrici senza lungimiranza, divenuti famosissimi, i cui libri, nonostante gli anni trascorsi dalla morte del loro autore, continuano a vendere moltissimo.

L'autore di oggi è proprio uno di questi autori emarginati, che il mondo non riconobbe e non accettò se non quando ormai era troppo tardi. Allora l'editoria non comprese il suo genio, mentre oggi è considerato uno dei padri della narrativa gotica americana, uno degli autori più affascinanti di tutti i tempi. Il suo nome è Howard Phillips Lovecraft, e il libro di oggi è Le Montagne della Follia.

Ambientato in Antartide, Le Montagne della Follia racconta le vicende relative ad una spedizione scientifica che, durante le sue ricerche, scopre dei reperti antichissimi, vestigia di una civiltà, scomparsa millenni prima, e giunta sulla Terra dalle profondità del Cosmo. Quella civiltà però si sta risvegliando catapultando gli scienziati della spedizione in un incubo che li porterà sull'orlo della pazzia.
Le Montagne della
Follia

“Mi sento obbligato a parlare perché gli scienziati si sono rifiutati di seguire i miei avvertimenti senza sapere perché. Ed è contro la mia volontà che spiegherò le mie ragioni per essermi opposto alla proposta invasione dell'Antartico, all'avventata caccia ai fossili, ed alla perforazione ed allo scioglimento dell'antica calotta di ghiaccio. E sono ancora più riluttante poiché questi miei avvertimenti potranno anche risultare del tutto vani.”

L'intento di Lovecraf per la stesura di questo romanzo era di raccogliere, in una sola opera, tutte le diverse sfaccettature che caratterizzavano i suoi racconti: il “cosmo” dell'orrore, un pantheon fantastico, la storia da lui inventata sui Miti di Cthulhu, nonché l'elaborazione dello stile stilistico di Poe altro grande della narrativa gotica.

Lovecraft ci lavorò per diverso tempo a questo romanzo per lui così importante, quando però arrivò alla versione definitiva, nel 1931, e lo propose, tra i tanti anche alla rivista Weird Tales, la sua delusione fu grande. Le Montagne della Follia venne giudicato inadatto e Lovecraft finì per dubitare di se stesso e della sua capacità di scrittore, tanto che negli ultimi anni della sua vita, scrisse sempre meno opere. Le Montagne della Follia alla fine venne pubblicato, nel 1936, in versione ridotta dalla rivista Astounding Stories a quel tempo la più nota rivista americana di fantascienza. Una pubblicazione arrivata tardi perché ormai il danno era fatto.
Howard Phillips Lovecraft
Howard Phillips
Lovecraft

Le Montagne della Follia è romanzo non molto grande scritto interamente in prima persona, un modo per abbattere completamente la barriera tra scrittore e lettore e trascinarlo nei recessi del proprio inconscio dove il desiderio della conoscenza si scontra con la paura dell'ignoto. Perché come disse Lovecraft: “L’emozione più vecchia e più forte del genere umano è la paura, e la paura più vecchia e più forte è la paura dell’ignoto.”

Questo romanzo racchiude in se una metafora, il resoconto di un viaggio verso l'inconscio dove Lovecraft è il traghettatore e il battello su cui ci conduce è la paura. Paura che non è il fine che si ripromette, ma il mezzo per sviscerare la natura dell'essere umano.

Le Montagne della Follia è caratterizzato da descrizioni minuziose e ricche di particolari, fatto di atmosfere gelide ed irreali, pervaso da un orrore strisciante, che si insinua nelle pieghe dell'animo, portando il lettore affrontare la dura realtà: per quanto l'umanità possa rincorrere la conoscenza alla fine si scontrerà sempre con una realtà costituita da un universo freddo, impietoso, impersonale e caotico. Un baratro fatto di orrore e paura.

Se tutti coloro che hanno rifiutato Le Montagne della Follia di Lovecraft avessero saputo quanto famoso sarebbe diventato l'autore nel tempo, probabilmente si sarebbero mangiati le mani fino al gomito per il grave errore di giudizio che fecero; magari avremmo avute anche altre opere del grande Lovecraft, ma non avvenne niente tutto questo e ci ritroviamo così ad assaporare questo romanzo come un lascito di uno scrittore incompreso, che come tutti i grandi soffrì per la sua arte e per il suo genio.


(Le immagini presenti in questo post sono state prese da internet. Le informazioni riguardanti l'autore sono state prese dalla Wikipedia, mentre le citazioni dal libro di cui il post parla)
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