Il-Trafiletto
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19/03/14

Malasanità a Caserta | Non era un tumore ma una fibromatosi uterina. Muore dopo tre interventi chirurgici.

Arriva da Caserta l'ennesimo caso di malasanità. Elena Trepiccione, una donna di 69 anni, è morta dopo aver subito in dodici giorni ben tre interventi chirurgici per un tumore all'utero diagnosticato ma rivelatosi inesistente. La malattia della donna si era rivelata una fibromatosi uterina. Tutto questo è successo alla clinica Minerva della Salute di Santa Maria Capua Vetere, dove la donna era stata ricoverata. Durante il primo intervento, i medici si accorsero che il tumore non c’era. Nei giorni successivi la donna fu nuovamente operata per complicanze seguite all’intervento, forti dolori addominali e un’occlusione intestinale, provocata da un’ansa dell’intestino bloccata dalla ferita che da poco era stata suturata. Ma non finisce qui il calvario della malcapitata. Dopo qualche giorno la donna però comincia ad accusare forti dolore all'addome e i familiari decidono di trasferirla in un'altra clinica dove verrà operata per la terza volta per un'emorragia dovuta all'apertura dei punti di sutura praticati a 50 centimetri dell'intestino, ma nonostante le cure, la donna non si è ripresa ed ha cessato di vivere il 13 giugno del 2012. Ed è di oggi la notizia che 6 medici chirurghi, autori dei primi due interventi sulla donna, sono accusati di omicidio colposo e dovranno presentarsi davanti al giudice il prossimo 7 ottobre per le udienze preliminari.

11/02/14

Palermo | Si muore per un ascesso dentario non curato per motivi economici

Sembra impossibile, ma al giorno d’oggi succede anche di questo. Non siamo in Uganda, Tanzania o qualsiasi altro paese arretrato, bensì nella civile Italia: Palermo. Una ragazza di 18 anni, Gaetana Priolo, è morta nell’ospedale siciliano per le conseguenze di un ascesso dentario non curato per motivi economici. L'infezione, trascurata per i suddetti motivi, ha raggiunto le vie respiratorie causandole un fatale shock settico polmonare. All'inizio era un semplice mal di denti. Sembrava il classico dolore da sopportare senza farne troppo un dramma. La giovane ragazza abitava in via Azolino Hazon, nel quartiere palermitano Brancaccio insieme alla sua famiglia, le cui condizioni economiche sono disagiate ma tutto sommato dignitose, seconda di quattro figli, tre femmine e un maschio, con genitori separati. La famiglia non naviga nell’oro, la madre la mandava avanti col suo lavoro di donna delle pulizie, il padre era andato via alcuni anni fa. “È stata sempre presente, attenta, una donna con gli attributi”, dice Mariangela D'Aleo, responsabile delle attività del Centro Padre Nostro, la struttura creato da don Pino Puglisi, il parroco ucciso dalla mafia nel '93, per aiutare le famiglie del quartiere in difficoltà. Tutto è cominciato con un dolore che è diventato via via insopportabile al punto di far perdere i sensi alla ragazza, la quale viene trasportata al Buccheri La Ferla e visitata al pronto soccorso per sospetto ascesso dentario. Trascorsa qualche ora e con il dolore che sembrava fosse diminuito, la giovane 18enne viene dimessa per essere inviata per competenza presso l'Odontoiatria del Policlinico di Palermo, dove purtroppo la ragazza non è mai andata. Qualche giorno dopo le sue condizioni si sono aggravate ed è stata ricoverata al Civico nel reparto di Rianimazione, dove le è stata diagnosticata una fascite, un'infezione grave che partendo dalla bocca si era già diffusa fino ai polmoni. Nonostante le cure dei medici del reparto le condizioni della ragazza si aggravano ulteriormente fino al decesso avvenuto la settimana scorsa. La tragedia di questa famiglia mette in risalto la fotografia di un’Italia che per motivi economici rinuncia alle cure mediche. La denuncia arriva da Codacons: “La crisi economica ha colpito la Sicilia in modo più drammatico rispetto al resto dell’Italia. La popolazione o rinuncia alle cure mediche per mancanza di possibilità economiche, oppure si rivolge alla sanità pubblica dove le liste di attesa sono talmente lunghe al punto di spingerla lo stesso alla rinuncia. O in un modo o nell’altro, il risultato purtroppo non cambia.

Trovata morta la sorella di Julia Roberts

Poche parole a commentare l'accaduto:"Siamo tutti scioccati, tristi ad apprendere questa tragica notizia" Un decesso che ha tutte le caretteristiche di un giallo.

Nancy Motes e Julia Roberts

Nancy Motes, 37 anni, sorellastra di Julia Roberts, e' morta per una overdose di droga. Lo ha reso noto la famiglia. Nancy, figlia della stessa madre dell'attrice, Betty Lou, era la piu' piccola delle sorelle e da sempre combatteva con la depressione indotta dall'obesita': era arrivata a pesare 136 kg.

Lo scorso agosto, dopo che nel 2010aveva subito un intervento di bypass gastrico per riuscire a dimagrire, aveva descritto come fosse difficile vivere "all'ombra" della star di Pretty Woman. (AGI) .


02/02/14

Stati Uniti, Iowa. Bimba di tre anni uccisa dalla maestra: non voleva togliersi il cappotto!

Storia di ordinaria follia in un asilo di Orange City, nell’Iowa, Stati Uniti. Autumn Elgersma, bambina di tre anni, è stata sbattuta violentemente a terra dalla sua maestra di asilo, per essersi rifiutata di obbedire. L’impatto col duro pavimento le ha procurato delle fratture al cranio che le hanno causato ferite al cervello risultate fatali. La responsabile del folle gesto, Rochelle Sapp, responsabile dell’asilo di Orange City, nell’Iowa è stata arrestata dalla polizia. La piccola vittima, dopo aver trascorso due giorni in ospedale, è morta  per le gravi ferite riportate al cervello. Lo riferisce una tv locale . Le autorità cittadine hanno spiegato che Rochelle Sapp gestiva un asilo nella città di Orange City. Il 29 ottobre, subito dopo l’incidente, la maestra aveva chiamato al telefono i genitori della bambina dicendo che la piccola era caduta dalle scale. La madre, arrivata immediatamente all’asilo ha preso la piccola e l’ha portata di corsa in un ospedale locale. Da lì è stata trasferita in un centro traumatologico più attrezzato situato a Sioux Falls. I medici della struttura hanno diagnosticato fratture al cranio e un trauma al cervello. Due giorni dopo è morta. Agli agenti la maestra ha ammesso in un secondo momento di aver scaraventato a terra la bimba dopo che si era rifiutata di togliersi il cappotto. La donna inizialmente era stata arrestata con l’accusa aver procurato lesioni e aver messo in pericolo la vita di un minore. Ora che la piccola è morta avrà contro dei capi di imputazione ben più gravi. Philip e Jennifer Elgersma, genitori di Autumn, distrutti dal dolore, hanno pubblicato una dichiarazione in cui ringraziano quanti hanno pregato per la bambina
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