Il-Trafiletto
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29/10/14

Maestra di prima elementare nei guai | Una bimba gioca a fare la parrucchiera in classe

Accede in una classe di Ia elementare: una bimba entra in possesso di forbici e gioca a fare la parrucchiera, tagliando di colpo i capelli, eludendo la sorveglianza della maestra! La maestra in guai seri. Il quotidiano Il Secolo XIX lo racconta. 


E' l'ora di disegno, un'ora di diletto e di passione per i bimbi, che hanno modo di dare libero sfogo alla loro fantasia ed predisposizione all'arte. Ma accade che in una classe di Ia elementare che una bimba esagera, riuscendo ad eludere l'attenzione della sua maestra, ed entrare in possesso di forbici a punta arrotondata dall'astuccio di un suo compagno, tirando via il cerchietto e tagliando di netto la frangetta; la maestra intanto è impegnata a dare retta ad altri bambini, che le portano i disegni da terminare e non si accorge di nulla, fino a che i compagni di classe non cominciano a ridere vedendo il ciuffo di capelli tagliato.

La bimba si copre il faccino, dalla vergogna e viene condotta fuori, lontano dalle risate ironiche dei compagni, ma nessuno provvede ad avvisare la famiglia, in quanto manca soltanto mezz'ora al suono della fatidica campanella che pone fine alla giornata. Giunge la nonna per condurla a casa, vede la nipotina e rimane stupita; muove immediatamente un accusa alla scuola per non avere provveduto a vigilare come si conviene e di non essere stata avvertita immediatamente, accusando la scuola di non essere un posto sicuro come si dovrebbe, meditando di condurre la nipotina in un altro istituto per continuare l'anno altrove.

La maestra, appena assunta ma con lunghe esperienze di precariato alle spalle, è finita sotto accusa e rischia la sospensione per mancato controllo e per non aver avvisato i genitori.


07/03/14

Maestra arrestata nel viterbese. Malmenava bimbi di tre anni a scuola.

I carabinieri della compagnia di Ronciglione hanno arrestato una maestra con l'accusa di maltrattamenti aggravati: la donna avrebbe percosso, insultato e minacciato gli alunni di appena tre anni. Il fatto è avvenuto alla scuola materna di Monterosi, in provincia di Viterbo. Ad inchiodarla, oltre ai racconti dei bimbi, sarebbero state le immagini delle telecamere installate dagli investigatori. I militari dell’arma le hanno notificato l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice del Tribunale di Viterbo su richiesta della Procura. La donna, C. D., 53 anni, è ora agli arresti domiciliari. Ancora una storia d'abusi e ancora in una scuola, il luogo dove i bambini dovrebbero trovarsi più al sicuro al di fuori della famiglia. Le indagini, coordinate dal PM Fabrizio Tucci, sono partite circa sette mesi fa, dopo che i genitori di uno dei bambini hanno notato strani segni sul corpo del figlio, piccoli graffi e lividi e si sono rivolti ai militari, denunciando anche quanto il bimbo aveva raccontato a casa. Sembra che i maltrattamenti andavano avanti da tempo, sebbene la prima segnalazione sia scattata solo qualche settimana fa. I genitori si sono così allarmati e hanno raccontato i loro timori ai carabinieri. D’accordo con la Procura, i militari si sono attivati, ascoltando altri genitori e, con il sostegno degli assistenti, anche gli altri bambini che frequentano la scuola materna di Monterosi. Dopo le prime conferme sono state piazzate delle telecamere all’interno della struttura scolastica. Le immagini registrate mostrerebbero la maestra - originaria di Ronciglione - colpire e insultare i bimbi che a volte venivano anche trascinati quando non volevano sedersi al loro posto. La Procura ha così deciso di agire. I carabinieri hanno atteso la fine delle lezioni e l'uscita delle altre maestre e dei circa 30 alunni che frequentano la scuola materna e hanno arrestato la donna.

02/02/14

Stati Uniti, Iowa. Bimba di tre anni uccisa dalla maestra: non voleva togliersi il cappotto!

Storia di ordinaria follia in un asilo di Orange City, nell’Iowa, Stati Uniti. Autumn Elgersma, bambina di tre anni, è stata sbattuta violentemente a terra dalla sua maestra di asilo, per essersi rifiutata di obbedire. L’impatto col duro pavimento le ha procurato delle fratture al cranio che le hanno causato ferite al cervello risultate fatali. La responsabile del folle gesto, Rochelle Sapp, responsabile dell’asilo di Orange City, nell’Iowa è stata arrestata dalla polizia. La piccola vittima, dopo aver trascorso due giorni in ospedale, è morta  per le gravi ferite riportate al cervello. Lo riferisce una tv locale . Le autorità cittadine hanno spiegato che Rochelle Sapp gestiva un asilo nella città di Orange City. Il 29 ottobre, subito dopo l’incidente, la maestra aveva chiamato al telefono i genitori della bambina dicendo che la piccola era caduta dalle scale. La madre, arrivata immediatamente all’asilo ha preso la piccola e l’ha portata di corsa in un ospedale locale. Da lì è stata trasferita in un centro traumatologico più attrezzato situato a Sioux Falls. I medici della struttura hanno diagnosticato fratture al cranio e un trauma al cervello. Due giorni dopo è morta. Agli agenti la maestra ha ammesso in un secondo momento di aver scaraventato a terra la bimba dopo che si era rifiutata di togliersi il cappotto. La donna inizialmente era stata arrestata con l’accusa aver procurato lesioni e aver messo in pericolo la vita di un minore. Ora che la piccola è morta avrà contro dei capi di imputazione ben più gravi. Philip e Jennifer Elgersma, genitori di Autumn, distrutti dal dolore, hanno pubblicato una dichiarazione in cui ringraziano quanti hanno pregato per la bambina

28/01/14

Perché si dice ''parlare a vanvera''?

Parlare a vanvera è una espressione della quale non si conoscono con precisione le origini. L'espressione compare per la prima volta nel 1565 in un testo dello storico fiorentino Benedetto Varchi e significa dire cose senza senso o senza fondamento. Sulla sua provenienza si sono fatte molte ipotesi. Alcuni studiosi, ad esempio, asseriscono che la radice di vanvera assomigli a quella di vano. Altri ritengono che la parola derivi dal "gioco della bambàra", una locuzione, forse di origine spagnola, con la quale s'intendeva una perdita di tempo. A rinforzare questa tesi c'è il fatto che in certe zone della Toscana si dica proprio "parlare a bambera". Oggi gli etimologisti sono favorevoli a credere che parlare a vanvera sia una locuzione onomatopeica che deriva dal suono di chi parla farfugliando e dunque perde tempo senza riuscire a esprimere qualcosa di sensato. Inoltre si raccontano altre origini, più o meno fantasiose, della parola vanvera. Una di queste racconta la storia di una bambina di nome Vera Van, alla quale piaceva ascoltare tutto; a cinque anni chiese di andare a scuola per ascoltare le lezioni. La maestra le disse che si sarebbe annoiata ma Vera scosse la testa e fu iscritta. Quando la maestra faceva l’appello chiamava “Van Vera” e non Vera Van. A Vera piacque molto sentirsi chiamare così. Quando divenne adulta Vera divenne Uditrice Giudiziaria. Col tempo poi divenne vecchia e sorda e i suoi nipoti e pronipoti, che fino a quel momento le avevano raccontato i loro problemi, decisero di ricambiarle il favore. A turno andavano a trovarla e le raccontavano storie e discorsi senza senso. Da allora quando si parla dicendo cose senza senso si dice “parlare a vanvera”. Altra storia racconta di uno strumento chiamato appunto vanvera usato nel sei-settecento a forma di sacca con un tubo che veniva infilato nella parte terminale dell’intestino per impedire a chi andasse a teatro di emettere flatulenze udibili. Parlare a vanvera significa quindi parlare facendo uscire il fiato, o peggio.
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