Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta prigione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta prigione. Mostra tutti i post

11/09/14

Combattere lo stress: in Corea si può dormire in prigione

Per combattere lo stress ci sono innumerevoli soluzioni, se ne parla sempre di più, il mondo stesso è stressato. Ma di solito ci si orienta su metodologie come la meditazione, i massaggi, l'uso degli oliessenziali, il contatto con la natura, l'allontanamento dalle teconologie che sono una vera e propria ossessione. 

Ma in Corea del Sud, il metodo più un voga è quello di dormire in prigione, idea per altro che credo a noi occidentali non farebbe altro che aumentare il livello di stress.  Invece in Corea la proposta ha avuto un enorme successo per provare questo insolito modo. Il trattamento è offerto da un centro di Hongcheon, a circa 70 Km a nord-est di Seul. Il centro si chiama “La prigione dentro di me”, ed è idea di un ex-avvocato, Kwon Yong-seok, che spiega: “Non sapevo come fare a prendermi una pausa dal lavoro, al tempo, e mi sentivo come spinto contro la mia volontà, senza essere in grado di controllare la mia vita”.

La prigione di Hongcheon
immagine presa dal web
Perciò ha deciso di provare a passare qualche tempo dietro le sbarre: ha chiesto ad un amico direttore di un carcere di fargli passare una settimana in prigione. La richiesta è stata rifiutata, ma Kwon ha deciso di prendere la situazione in mano e costruire la sua personale prigione per lui e tutti quelli che hanno bisogno di “staccare la spina” e combattere lo stress. L’idea ha avuto subito molto successo, tanto da consentire a Kwon di raccogliere da parenti e amici i 19 milioni di dollari necessari per la costruzione dell’edificio.

Ai clienti (che come prima cosa devono spegnere i cellulari), viene consegnata l’uniforme da indossare al momento dell’arrivo, e poi vengono portati in una delle piccole stanzette (meno di 6 metri quadri) dotate solo di un bagno, un lavandino e un piccolo tavolo. I pasti sono serviti tramite uno sportellino nella porta. La permanenza degli ospiti è di soli due giorni: nell’idea originale di Kwon, il periodo di prigione avrebbe dovuto essere più lungo, ma la gente non era disposta a staccare per troppi giorni dal lavoro.

Hanno anche dovuto introdurre una “pausa” giornaliera in cui i “prigionieri” possono consultare i loro telefoni: “La gente diventa nervosa senza telefono, e si preoccupa troppo di possibili emergenze, che non capitano quasi mai”. Ad ogni modo, i clienti si dicono soddisfatti dell’esperienza, che dà loro modo di riflettere e prendersi una pausa e riflettere su se stessi, che è appunto il punto centrale dell’esperienza: “Ogni tanto bisogna camminare all’indietro per vedere la strada che si è fatto. La gente lo fa raramente, e pensa solo alla strada di fronte a loro, ma bisogna anche guardarsi dietro”.

06/02/14

California | Bimba di tre anni violentata, uccisa e nascosta in freezer dalla madre e dal suo compagno.

Orrore in California. Sara Krueger, 23 anni, e il suo compagno Ryan Scott Warner, 26 anni si sono macchiati di un orribile delitto, violentando e poi uccidendo la figlioletta di lei di soli 3 anni, Kayleigh Slusher. I due hanno poi nascosto il corpicino nel congelatore e hanno tentato di fuggire. Sono stati bloccati e arrestati mentre erano in una stazione ferroviaria situata a circa 50 chilometri dalla loro casa di Napa. La coppia è accusata di aver picchiato e ucciso la bambina: sul suo corpo ci sarebbero anche segni di violenze sessuali, e rischia la pena di morte dal momento che hanno confessato. Saranno processati il prossimo 25 febbraio. La bambina, Kayleigh Slusher, era tenuta sotto controllo dai servizi sociali dopo la denuncia da parte di vicini di possibili violenze. Il suo padre biologico, come riporta il San Francisco Chronicle, è in prigione ed ha saputo dell’uccisione della figlioletta dalla televisione. Sul social sono tantissime le foto che ritraggono Sara e la sua piccola, sempre sorridente e piena di vita. E crescono di minuto in minuto i commenti, durissimi, scritti dagli utenti subito dopo la diffusione della notizia della morte della piccola Kayleigh.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.