Il-Trafiletto
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14/10/14

Mestieri assurdi: analizzare gli odori dei bagni pubblici

Direi che dopo questa notizia dovremmo tutti evitare di lamentarci del nostro lavoro e amarlo. Anche perchè insomma, sinceramente io personalmente non so se resisterei a fare questo mestiere. Che ne direste se vi porponessero di fare l'analizzatore di odori di bagni pubblici in Africa e in India? Pensate che sia facile? No perchè per esercitare questo mestiere serve un bel dottorato di ricerca.

Bagni pubblici
immagine presa dal web
E’ questo infatti l’insolito lavoro che si è trovato a fare un gruppo di ricercatori. L’idea di base è abbastanza semplice: i bagni pubblici, specie nelle nazioni in via di sviluppo di frequente puzzano molto, molto spesso perché chi li costruisce, dovendo contenere i costi, si preoccupa degli aspetti tecnici ma non della questione dell’odore.

Per combattere il cattivo odore in modo efficace, però, bisogna sapere da cosa è composto, ed ecco dunque come i ricercatori si sono trovati a compiere una “analisi qualitativa e quantitativa dei costituenti volatili delle latrine”, una ricerca prima nel suo campo. Le analisi, oltre la verifica qualitativa da parte di un ricercatore che doveva giudicare l’odore, hanno visto anche diversi test di laboratorio. Hanno scoperto che l’odore cambia a seconda che nella latrina siano favoriti i processi aerobici (che favoriscono un odore rancido o di concime) o anaerobici (che favoriscono odori di fogna). Lo zolfo avrebbe un ruolo fondamentale in molti dei cattivi odori presenti nei bagni pubblici.

Quindi gente, un altro settore lavorativo potrebbe essere aperto, l'unica cosa che ci resta da fare è frequentare un corso e diventare esperti!

18/08/14

L'analisi di Bruce Drinkwater | Quando il suono ha la meglio sulla gravità

Bruce Drinkwater
Professore di Scienza degli Ultrasuoni
presso l'Università di Bristol

"Hanno fatto un ottimo lavoro, raggiungendo un eccellente grado di controllo sugli oggetti fatti levitare. 

La levitazione in sé non è un settore di ricerca particolarmente innovativo; ma, mentre nei campi magnetici l'oggetto deve avere proprietà magnetiche, nei sistemi elettrici deve essere caricato elettricamente e nei sistemi ottici deve necessariamente essere trasparente, nei sistemi acustici il materiale di cui è fatto l'oggetto è molto meno importante.

Per sollevare corpi di maggiori dimensioni, occorre incrementare la lunghezza d'onda sonora. Questa è, fondamentalmente, lo strumento idoneo ad "afferrare" l'oggetto: può essere paragonata alla nostra mano, che ci consente di raccogliere una pallina da tennis, ma non una casa, né un atomo. Analogamente, l'onda sonora deve essere di lunghezza comparabile all'oggetto da far levitare. Dunque, per far fluttuare nell'aria un essere umano, tale parametro dovrebbe aumentare notevolmente, riducendo in parallelo la frequenza sonora. Questo rappresenterebbe un problema, perché sposterebbe le onde sonore nel campo delle frequenze percepibili, eventualità molto dolorosa per noi umani.

Inoltre, sarebbe necessario un livello di potenza acustica estremamente elevato e non sappiamo esattamente come reagirebbe il nostro organismo. Mi piace invece l'idea di linee di produzione contactless, per l'assemblaggio di componenti elettronici o la manipolazione di materiale cellulare in un ambiente sterile e non tattile".(science)


13/07/14

Dalla padella alla brace | Conseguenze impreviste

Dopo l'attacco dell'11 settembre 2001,
molti 
cittadini americani decisero di spostarsi in macchina 
È un segno di buon senso evitare nuovi rischi presunti. Il guaio è che, così facendo, rischiamo di esporci a rischi ancora più gravi. 

Dopo l'attacco dell'11 settembre 2001, molti cittadini americani decisero, per esempio, di spostarsi in macchina invece di prendere l'aereo, e corsero, inconsapevoli, molti più rischi di morire o di ferirsi.

Un'analisi di Gerd Gigerenzer, professore del Max Planck Institute di Berlino, ha dimostrato a riguardo che, dopo l'attacco alle Torri Gemelle, il livello del traffico sulle strade americane era aumentato di oltre il 5 per cento, e non sarebbe rientrato nella norma prima di un anno. Lo studioso stima che tale abitudine abbia causato 1500 morti in più sulle strade. "Essere informati sui fatti forse non cambierà le abitudini di ognuno di noi.

Tuttavia, conoscerli ci permette di capire le nostre reazioni emotive e di controllarle meglio", spiega. Alcuni fatti avrebbero potuto evitare un caso ancora peggiore di conseguenze indesiderate. Riguardavano l'insetticida DDT. Negli anni Sessanta, gli ambientalisti sostenevano che questa sostanza danneggiava l'ecosistema e causava il cancro nell'uomo. Ma già all'epoca furono sollevati diversi dubbi sulla gravità dei rischi. Eppure il DDT fu vietato. La conseguenza più grave fu un rapido e rinnovato aumento dei morti a causa di malattie portate dalle zanzare, che grazie a questo disinfestante erano diminuite. Nel 2006, quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità fece marcia indietro, la scelta politica maldestra aveva già causato la morte di svariati milioni di persone.(science)




04/03/14

Roma | Acqua “potabile”all’arsenico dai rubinetti. Divieto di berla per tutto il 2014.

Fino a dicembre prossimo, quindi per tutto il 2014, sarà vietato, in alcune zone a Nord di Roma, bere l’acqua che fuoriesce dai rubinetti. Motivo? Non è sicura, contiene agenti chimici pericolosi. «Il divieto di utilizzo di acqua - specifica l'Assessorato allo Sviluppo delle Periferie, Infrastrutture e Manutenzione Urbana di Roma Capitale - emesso tramite ordinanza n.36 del 21 febbraio 2014 riguarda un numero molto limitato di utenti dei municipi XIV e XV. Si tratta di circa 500 utenti con allaccio agli acquedotti rurali dell'agenzia regionale Arsial». Il Comune è sotto accusa per il ritardo con cui sono state date le informazioni. Gli acquedotti interessati dall’ordinanza sono gestiti dall’Arsial, l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione dell'Agricoltura. Lo specifica l’ordinanza del 21 febbraio, dove si legge che gli acquedotti coinvolti saranno oggetto di trasferimento a Roma Capitale e poi ad Acea. La quale, per statuto, può acquisire solo reti idriche perfettamente a norma; dunque non quella dell’Arsial, almeno per il momento: «Siamo aperti a qualsiasi acquisizione - dicono fonti di Acea - per il momento Ato 2 sta procedendo alla sistemazione della rete Arsial con fondi della Regione, ma dobbiamo ancora fare una valutazione dell’impatto finanziario che questa operazione avrà sulle nostre casse». Ad effettuare le analisi sulle acque è stata l’Asl Roma C. I risultati hanno rilevato «acqua con caratteristiche chimiche e batteriologiche non adatte al consumo umano a causa del superamento dei valori di parametro prescritti». È quindi scattato il divieto di utilizzo dell’acqua fino al 31 dicembre 2014 per le utenze Arsial. Disagi notevoli per i residenti colpiti dal provvedimento e non ancora avvertiti dal Comune. Mentre l’Acea procede al risanamento degli acquedotti, l’Arsial dovrà assicurare la fornitura di acqua mediante punti di rifornimento dislocati sul territorio. Il divieto dell’uso dell’acqua è totale e non solo per l’utilizzo alimentare, ma anche per l’igiene personale. Nessuno era stato informato dell’enorme disagio che in migliaia saranno costretti a subire: l’ordinanza è del 21 febbraio e ad allarmare i cittadini nord sono stati i rumors sul web. Nell’atto si prevede tra l’altro di comunicare ai residenti l’emergenza con manifesti da affiggere in strada che però nessuno ha ancora visto. L’ordinanza è solo sul sito del Comune di Roma, poco visibile in home page.

27/02/14

Italiani | Ottimi amici degli animali le nostre città meno!

Notoriamente noi italiani trattiamo bene i nostri animali, na non altrettanto le nostre città. Dal terzo "Rapporto animali in città" firmato da Legambiente, dedicato a mappare i servizi dislocati sul territorio nazionali per Fido e compagni, è emerso che non abbiamo sufficienti strutture per accogliere i nostri animali. Dal documento infatti emerge come gli amici a quattro zampe siano benvoluti dagli italiani, ma come le città siano trascurate negli spazi aperti a loro dedicati, aree costiere attrezzate comprese. L'indagine ha coinvolto 81 capoluoghi di provincia, divisi in grandi, medie e piccole città, che hanno contribuito rispondendo a un questionario. Emerge dai dati come a livello amministrativo i nostri capoluoghi siano abbastanza preparati ad affrontare le problematiche animali: circa l'86% dei comuni ha infatti un assessorato o un ufficio dedicato (percentuale che arriva al 100% per le grandi città), mentre decisamente più basse sono le percentuali (dal 48% delle piccole città al 72% delle medie) riguardo i censimenti delle strutture e dei luoghi dedicati ai servizi agli animali d’affezione (come canili, colonie feline, pensioni per cani e gatti, campi di educazione e addestramento cani, allevamenti, aree urbane per cani presenti sul territorio comunale).

Teniamo pulite le città
Proprio riguardo le aree destinate agli amici a quattro zampe per il rapporto sono ancora poche quelle all'aperto dove portare a passeggio gli animali: mediamente, nei comuni interessati dall'indagine, è presente uno spazio dedicato ogni 28.837 cittadini. Ma anche al chiuso sono poche le amministrazioni che hanno adottato regolamenti per l'accesso di cani e gatti in uffici o locali aperti al pubblico (il 47%), e ancor meno (il 34%) quelli che lo hanno fatto per l'accesso a laghi e mare. Nel complesso le città che offrono i servizi migliori per gli animali domestici sono Padova, Prato e Pordenone, rispettivamente per i grandi, medi e piccoli centri (qui la classifica completa).

Ma non ci sono solo cani e gatti, anche se una mappatura degli animali selvatici (utile per esempio per stimare e prevenire danni risultanti, come gli incidenti stradali) è presente in media solo nel 26% dei comuni, e appena il 15% delle amministrazioni ha a disposizione i contatti per per rivolgersi ad un centro di recupero di animali selvatici.

24/02/14

Medicina alternativa: iridologia

E' interessante secondo me esplorare alcune metodologie di indagine che la naturopatia ci mette a disposizione. Fra le tante discipline attraverso le quali è possibile fare alcune tipologie di diagnosi, una molto interessante è l'iridologia.
L’iridologia è un metodo di analisi che si riferisce in prevalenza alla parte colorata dell’occhio: l'iride. L' obiettivo è stabilire la costituzione della persona, le debolezze e sovraccarichi emuntoriali e predisposizioni patologiche. All' iridologia organicista si affianca anche un' iridologia di tipo psicosomatico che valuta sopratutto gli aspetti emozionali.
Iridologia
Si esegue attraverso una specifica apparecchiatura detta iridoscopio e rappresenta una metodica non invasiva ed accurata per fotografare le condizioni psico energetiche dell' individuo. Questa tecnica permette l’ osservazione delle predisposizioni ad alterazioni funzionali ed organiche e l’individuazione delle cause collegate agli squilibri. L’ iride rivela un mondo di minuscoli dettagli attraverso i quali si evidenziano un’ enorme quantità di informazioni e queste vengono veicolate verso la struttura iridea tramite le fibre nervose dell’occhio. Attraverso queste connessioni nervose, l’iride è collegata agli organi ed ai tessuti del corpo ed è quindi in grado di registrare le variazioni del loro stato bioenergetico. Attraverso i segni che si manifestano sull’iride, si possono rilevare situazioni infiammatorie, che verranno “registrate” indicandoci su quali organi sono localizzate; si possono rilevare i cambiamenti dello stato di salute che possono dipendere dagli eventi stressanti vissuti nella propria vita, sia attuali che trascorsi; si possono rilevare gli accumuli di scarti metabolici nell’organismo, le predisposizioni legate alla propria costituzione, le capacità reattive agli eventi esterni, intervenendo nella prevenzione dei disturbi. Si individuano inoltre i cambiamenti dello stato di salute che possono dipendere: dallo stile di vita, dalla alimentazione e dallo stress, anche pregresso. L'analisi Iridologica può quindi evidenziare alcune tendenze patologiche ancor prima che appaiano i sintomi.

15/02/14

Bere il vino, meglio se rosso, allunga la vita. L’importante è non esagerare.

Una mela al giorno leva il medico di torno: quante volte ce lo siamo sentiti dire, da bambini, dai nostri genitori. La mela e tanti altri alimenti, sarebbe bene si consumassero quotidianamente, un po' per il loro ottimo sapore, un po' perché fanno bene al nostro organismo ed alle difese immunitarie: certi cibi sono infatti un segreto per migliorare la qualità della nostra esistenza, al tempo stesso allungando l'aspettativa di vita in maniera concreta. Tra gli alimenti salutari più diffusi e graditi vi è sicuramente il vino: specie se ricavato da uva rossa, che contiene resveratrolo, polifenolo che conferisce alla bevanda le famose proprietà antiossidanti. È stato documentato infatti come tale principio attivo possieda una forte azione antitumorale, prevenendo una delle principali ragioni che portano all'insorgere di vari tipi di cancro: si tratta dello stress ossidativo, ovvero sia un accumulo di radicali liberi che l'organismo non è in grado di debellare. Ma le caratteristiche positive del resveratrolo non si fermano a questo: perfetto per i trattamenti anti-età, il principio attivo del vino rosso è caratterizzato anche da proprietà antinfiammatorie e vasoprotettive. Se i benefici di un bicchiere di vino rosso al giorno erano ben noti anche ai nostri nonni, fino ad oggi però tali benefici non erano ancora stati calcolati in maniera precisa: vale a dire che si conoscevano le proprietà del vino, ma non si era ancora al corrente di definire la differenza che faceva in termini di aspettativa di vita. A spiegare tale dubbio ci hanno pensato due ricercatori italiani, Nicola Orsini e Andrea Bellavia, scienziati che lavorano presso l'Istituto Karolinska di Stoccolma. In uno studio pubblicato sugli Annals of Epidemiology, i due esperti hanno reso noti i risultati di un'analisi condotta su di un campione di circa 67 mila volontari con un follow-up di ben quindici anni. I due connazionali hanno monitorato la quantità di alcol ingerita dalle persone studiate, giungendo alla conclusione che gli uomini che bevono un bicchiere di vino al giorno vedono la loro prospettiva di vita aumentare di circa un anno e tre mesi; nel caso delle donne, tale beneficio era ancor più spiccato, giungendo a toccare l'anno e cinque mesi per mezzo bicchiere. Secondo i ricercatori, la quantità d'alcol ideale da assumere quotidianamente per ottenere dei benefici concreti equivale a circa 12 grammi: dunque il corrispettivo non solo di un bicchiere di vino, ma anche di una birra o, in alternativa di un bicchierino di superalcolico. Ma i bevitori più accaniti non devono certo cantar vittoria: se essere astemi impedisce alle persone di godere dei vantaggi di una certa quantità di alcolici, esagerare implica problemi alla salute ancor più gravi. Nello stesso studio è stato infatti dimostrato che già due calici di vino al giorno provocano effetti negativi sull'organismo: dunque, aumentando le dosi non aumenta anche l'aspettativa di vita, tutt'altro.

22/01/14

"Il cervello" dell'universo

Il team di 13 membri, presieduta dal Dr. Yannick Mellier dell'Istituto di Astrofisica di Parigi e l'Observatoire de Paris, ha dichiarato, su una vasta gamma di competenze, tra cui la cosmologia, astrofisica, statistiche, analisi dei dati e nella tecnologia dello strumento riunendo ricercatori da Francia, Germania, Canada e Stati Uniti.:"La natura della materia oscura è uno dei più grandi misteri irrisolti della scienza moderna".
La materia oscura costituisce almeno il 90% della massa dell'universo, e la sua composizione e distribuzione sono sconosciute.
la "ragnatela" che connette la galassia
 La conoscenza della materia oscura è, tuttavia, fondamentale per comprendere l'evoluzione e il destino dell'Universo. Il team di scienziati sono riusciti a fotografare  la "ragnatela" che connette la galassia, individuando le connessioni gassose che vengono ritenute parte della struttura, ancora sconosciuta, su cui si basa la disposizione spaziale delle galassie nell'Universo conosciuto. La struttura appare composta da filamenti che connettono le zone dello spazio, e nella prima fotografia effettuata, i filamenti fotografati assomigliano ai collegamenti sinaptici del cervello umano.


Figura 1

Figura 1 -In alto a sinistra:
L'intera immagine mostra l'intero campo visivo del CFHT camera a grande campo. Il cerchio blu indica la dimensione della luna piena come sarebbe in proporzione. Le caselle indicano la dimensione relativa delle aree allargate indicate su questa figura. Otto di queste grandi macchie nel cielo (diverse ore di esposizione ciascuno) sono state usate per sviluppare questo lavoro.
Destra: Questa grande area di cielo mostra un gruppo di galassie vicine ben definite di fronte a uno sfondo di galassie lontane (le piccole ellissi di vari colori). In basso a sinistra: Questa piccola frazione di tutto il campo visivo mostra in dettaglio le galassie lontane.
Quest'area contiene più di 100 galassie, l'intero campione utilizzato per questo lavoro contiene 200.000 galassie simili a quelle

Figura 2

Figura 2 - Deflessione dei raggi luminosi che attraversano l'universo, emessi da galassie lontane
Simulazione numerica che mostrano la distribuzione della materia oscura in un grande volume dell'universo. La scatola mostrata estende una distanza di circa 1 miliardo di anni luce. Le strutture sono visualizzate in modo che le regioni più luminose hanno una densità maggiore ( la materia più scura) rispetto alle regioni più scure. La materia oscura è concentrata in una distribuzione web-come filamenti che si intersecano in nodi densi dove sono concentrati grandi ammassi di galassie per formarsi e diventare visibili. Nella parte posteriore del cubo (a sinistra), tre dischi blu rappresentano tre galassie lontane. Le linee gialle che attraversano la casella rappresentano raggi di luce emessa da quelle galassie che si propagano attraverso l'universo. In assenza di materia la luce viaggerebbe su linee rette, ma in presenza di materia i percorsi dei raggi sono evidentemente deviati dagli effetti gravitazionali della materia disomogenea (le interruzioni nelle righe gialle illustrano luce che passa dietro un grumo di materia oscura). La luce da una galassia lontana incontra raramente un ciuffo di massa che possa piegare con forza la luce e causare distorsioni visibile. Invece i singoli raggi luminosi subiscono una serie di piccole deviazioni tale che un osservatore posto nella parte anteriore della scatola (a destra), che sfrutta le immagini di tutte le galassie in qualche piccolo lembo di cielo, sono tutti molto leggermente allungati in una direzione comune, determinata dalla distribuzione della materia oscura lungo quella particolare linea di vista. Questa distorsione gravitazionale è quasi impercettibile, e richiede un trattamento statistico attento su ogni piccola porzione di cielo, ma ora è stata misurata dal team francese.(Il team di 13 membri, presieduta dal Dr. Yannick Mellier dell'Istituto di Astrofisica di Parigi e l'Observatoire de Paris)

Figura 3

Figura 3- Immagine delle galassie lontane lensed della materia oscura dell'universo 
Questa visualizzazione mostra ciò che l'osservatore nella parte anteriore della scatola percepiamo quando guardiamo le galassie nel cielo. I dischi allungati blu sono le immagini di galassie lontane formate dalla loro luce dopo che è passato attraverso la scatola. L'osservatore può vedere queste galassie, ma i filamenti di materia oscura, mostrati qui in rosso e bianco, sono invisibili, anche per i più grandi telescopi a disposizione degli osservatori. Tuttavia, si può vedere che le immagini delle galassie sono allungate in modo speciale: sono allungate lungo una direzione parallela ai filamenti di materia oscura. Questo effetto è una conseguenza della lente gravitazionale che emana dal fascio di raggi di luce di una singola galassia molto simile alla gravità della luna sulla Terra che causa le maree. Misurando la distorsione sistematica nelle immagini di galassie lontane, si può "vedere" la materia oscura. L'obiettivo finale della squadra francese è quello di mappare la materia oscura con il nuovo strumento MegaCam CFHT, come uno dei programmi di indagini speciali attualmente previste.
 
Figura 4 - Mappatura della materia oscura dell'universo con Gravitational Lensing 
La simulazione numerica sulla sinistra è una vista simile a quello che vediamo nella Figura 3, con la differenza che le strutture sono visualizzate con le regioni più scure, che corrispono a densità maggiore (cioè materia più scura). Il pannello di destra rappresenta una sovrapposizione del pannello di sinistra e la mappa della lente gravitazionale causato da queste grandi strutture di materia oscura. La lunghezza di ogni linea rossa indica la forza '' del lensing gravitazionale: più lunga è più forte la gravità. L'orientamento di ciascuna di queste linee indica la direzione della lente gravitazionale: è perpendicolare ai filamenti di materia oscura, l'immagine della galassia è allungata secondo la direzione perpendicolare a queste linee.
Costruendo la mappa lensing gravitazionale attraverso osservazioni di centinaia di migliaia di galassie, le più grandi macchie del cielo (questa cifra copre una superficie di 5 di 5 gradi quadrati), gli astronomi sono in grado di mappare direttamente la materia oscura dell'Universo.
 
Questa simulazione numerica è stato gentilmente messo a disposizione da S. Colombi del PAI.

11/01/14

Ansia-dolore-depressione: meditate gente...meditate!

Ansia, dolore, depressione: tutti mali del nostro secolo, frutto della nostra cosi irrequieta quotidianità: scelte da fare, paura di dovere affrontare, dolore per avere rimpianto la perdita di quell'occasione oppure di quella persona. Come fare fronte allo stress e i disturbi da esso derivati? Meditate gente...meditate!

E' questo il risultato che in molti credono e sperano di riuscire ad ottenere attraverso la pratica della meditazione. Chiaramente meditare è un ottimo rimedio a quanto detto, ma non tutte le problematiche possono però essere combattute con efficacia tramite questo approccio. L'opinione dei ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimora (Stati Uniti) gli unici disturbi contro cui la meditazione è davvero efficace sono: l'ansia, la depressione e il dolore.
Meditazione

Oltretutto non tutte le pratiche meditative danno la possibilità di ottenere gli stessi effetti benefici.
L'analisi dei risultati delle ricerche eseguite fino ad oggi, pubblicata dai ricercatori americani sulle pagine di JAMA Internal Medicine, hanno infatti messo in luce il fatto che l'approccio più promettente è quello basato sulla cosiddetta mindful meditation, a volte indicata anche come “meditazione consapevole”.

La meditazione, ha spiegato Medhav Goyal, primo autore dell'analisi, “è un allenamento attivo della mente per aumentare la consapevolezza, e differenti programmi di meditazione approcciano questo aspetto in modi diversi”.
Lo studio ha preso in considerazione 47 pubblicazioni presenti nella letteratura scientifica in cui è stato analizzato l'effetto della meditazione su vari disturbi, dall'uso di sostanze stupefacenti ai problemi di alimentazione.

“Le evidenze più significative che abbiamo riscontrato sono moderate e riguardano l'ansia, la depressione e il dolore; per altri problemi erano basse e per la maggior parte erano insufficienti”. Alcune tecniche molto popolari, come la meditazione trascendentale, non sono risultate più efficaci di un semplice placebo.
Per chi, invece, si è affidato a 30-40 ore di mindful meditation i benefici sono risultati reali. “Abbiamo rilevato un miglioramento del 5-10% nei sintomi dell'ansia rispetto ai gruppi placebo – ha precisato Goyal – Per la depressione abbiamo rilevato un miglioramento del 10-20% dei sintomi depressivi rispetto ai gruppi placebo”. Un effetto, spiega l'esperto, simile a quello degli antidepressivi.

Per quanto riguarda invece il dolore, Goyal ha sottolineato che “non ci sono stati molti studi sul dolore cronico, perciò non sappiamo per quale tipo di dolore potrebbe essere utile questo tipo di meditazione”. Altro risultato positivo è l'assenza di effetti collaterali negativi, ragion per cui la meditazione può essere abbinata ad altri trattamenti specifici senza correre rischi. Tuttavia, solo ulteriori studi potranno chiarire se con un approccio diverso è possibile ottenere benefici maggiori rispetto a quelli osservati fino ad oggi.
“Dal punto di vista delle tradizioni orientali, i programmi di meditazione che abbiamo testato erano relativamente brevi, duravano circa 8 settimane, e comprendevano dosi relativamente basse di allenamento alla meditazione – ha aggiunto Goyal – Perciò non sappiamo se una maggiore pratica meditativa possa avere benefici più ampi”.

22/12/13

Lecco, carciofo esplode in cucina.

Lecco, carciofo esplode in cucina. Una donna di Olginate, in provincia di Lecco, ha sporto una singolare denuncia presso la locale stazione dei carabinieri: ha denunciato l'esplosione di un carciofo. La sfortunata signora, tornata dal supermercato, ha cominciato a tagliarne uno per iniziare a cucinarlo, ma una volta affondata la lama del coltello nell'ortaggio, questi le è letteralmente esploso tra le mani: << Il carciofo era molto duro - ha detto la donna ai militi - e ho dovuto forzare non poco per tagliarlo. All'improvviso ho sentito un botto simile quello di un petardo, e dall'ortaggio è uscito del fumo. >> Subito sono scattate le indagini ed è stata allertata la ASL di competenza che ha disposto una serie di analisi sui carciofi acquistati dalla signora, sembra, presso un supermercato Carrefour, il Direttore del quale ha ritirato dalla vendita i prodotti spiegando di averli ricevuti già confezionati ed avviando una indagine interna. L'episodio non è nuovo nel suo genere, in quanto altri due casi analoghi si erano verificati nel 2003 e nel 2008; la causa potrebbe essere legata ad una probabile reazione chimica dovuta all'utilizzo di un fertilizzante.

23/10/13

Ecco le immagini inviate da Curiosity alla Terra dopo un'anno di residenza su Marte!

Ecco le immagini inviate da Curiosity alla Terra dopo un'anno di residenza su Marte!
Curiosity, il rover marziano della Nasa dalle dimensioni di un enorme SUV terrestre, risiede sul pianeta rosso da un anno. Era il 6 agosto 2012 quando Curiosity iniziò a spedire verso la Terra la bellezza di 190 gigabytes di dati che danno forza alle sue più importanti scoperte, una su tutte quella che di certo Marte, in un lontano passato, era un ambiente dove c'era la vita.
Anche se al momento non se ne sono trovate tracce, questo è quanto si riesce a dedurre e comunque non è certo futile come conferma. Sono 70.000 le immagini spedite, inclusi i celebri "autoscatti" del rover stesso, e 75.000 "colpi" diretti con il laser sulle rocce marziane alfine di analizzarne la composizione chimico fisica e ha perfino perforato con il suo mini-trapano il suolo marziano, conservando dentro di sé il materiale triturato per poi analizzarlo.
Marte in maniera sorprendente ha, una struttura molto variegata, in alcuni casi simile a quella di alcuni vulcani terrestri, ed è "rosso" soltanto per pochi millimetri in superficie, dal momento che è ossidato, quasi come quello che succede alla mezza mela tagliata che talvolta viene lasciata nel vassoio della frutta. L'aspetto negativo, se proprio ne vogliamo trovare uno, è che Curiosity si muove sì perfettamente sul suolo marziano, ma molto più lentamente di quanto si ipotizzava: quasi la metà della velocità sperata, a causa delle asperità del terreno. Adesso si sta muovendo verso l'enigmatico monte Sharp, 5.500 metri, che sta al centro del grande cratere di Gale scelto come luogo di atterraggio della missione marziana da 2.5 miliardi di dollari in quanto presenta una importante varietà geologica, pare infatti un buon banco di prova di quanto capitò nel passato, circa centinaia di milioni di anni, su Marte.
Curiosity

Già adesso l'esame soltanto delle immagini ha fornito la possibilità di stabilire che nel cratere scorreva dall'alto una fiumara! Curiosity in sostanza sarebbe in un bacino fluviale e l'analisi delle rocce conferma ogni cosa, data la presenza di composti chimici, molto simili al comune gesso, che possono formarsi soltanto in presenza di acqua. Tutto ciò, purtroppo, centinaia di milioni di anni fa se non di più, quando Marte iniziò a perdere la sua atmosfera a causa della gravità del pianeta, troppo bassa per fare quello che, fortunatamente, riesce alla nostra Terra, ovvero trattenere le molecole di aria attorno al pianeta. Curiosity si può seguire su twitter @marscuriosity. Troverete anche un'eccezionale immagine di quel che vede Curiosity, un miliardo di pixel che si può trovare qui. Vale la pena di spendere un minuto per rivedere la eccezionale discesa di Curiosity sul pianeta, con la gru spaziale che lo deposita come una piuma al suolo, e le sue principali attività in questi 365 giorni terrestri.
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