Il-Trafiletto
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16/09/14

Passamano, il negozio dove compri e non serve denaro

Una grandiosa iniziativa ha preso forma a Bolzano: è nato un negozio in cui, per fare acquisti, non serve denaro: entri, scegli e porti a casa. Il suo nome è "Passamano" e il  suo core business si fonda sul recupero e sul riutilizzo degli oggetti.

“Passamano” viene gestito da un gruppo di volontari che non ricevono alcun compenso per il lavoro svolto: è richiesta solo una piccola offerta facoltativa necessaria per coprire le spese di manutenzione del negozio stesso. In alternativa è possibile lasciare qualche oggetto in cambio del proprio acquisto. La filosofia alla base di “Passamano” è che tutto può avere una seconda vita, tutto o quasi può essere riciclato e non è detto che un oggetto non più utile per qualcuno non possa rivelarsi prezioso per qualcun altro.

Passamano il negozio
immagine presa dal web
Chi vuole donare può portare gli oggetti che ha in casa e che non gli servono più: l’importante è che siano in ottimo stato, puliti e perfettamente funzionanti. Ogni persona può inoltre prelevare gratuitamente una volta a settimana fino a un massimo di cinque oggetti. È inoltre possibile lasciare e portare con sé vestiti, scarpe, borse, valigie, giocattoli, fumetti, piccoli e medi elettrodomestici e apparecchi elettronici, lampade, quadri, biciclette, articoli per bambini, utensili casalinghi e tanto altro ancora.

 Ha già avuto successo la sezione “Passalibri”, in cui è possibile prendere gratuitamente fino 5 volumi tra cui i libri scolastici e i dizionari, molto richiesti dagli studenti che non possono permettersi di acquistarli nuovi. Ma “Passamano” non è solo un negozio ecosostenibile e riciclone, è anche un luogo in cui si svolgono serate e incontri a tema su consumo consapevole, turismo responsabile, cucina vegetariana e vegana e tanto altro ancora: lo scopo è quello di favorire lo scambio di idee, saperi e relazioni. E l’obiettivo per il futuro è quello di riuscire a creare anche delle opportunità lavorative.

18/08/14

L'analisi di Bruce Drinkwater | Quando il suono ha la meglio sulla gravità

Bruce Drinkwater
Professore di Scienza degli Ultrasuoni
presso l'Università di Bristol

"Hanno fatto un ottimo lavoro, raggiungendo un eccellente grado di controllo sugli oggetti fatti levitare. 

La levitazione in sé non è un settore di ricerca particolarmente innovativo; ma, mentre nei campi magnetici l'oggetto deve avere proprietà magnetiche, nei sistemi elettrici deve essere caricato elettricamente e nei sistemi ottici deve necessariamente essere trasparente, nei sistemi acustici il materiale di cui è fatto l'oggetto è molto meno importante.

Per sollevare corpi di maggiori dimensioni, occorre incrementare la lunghezza d'onda sonora. Questa è, fondamentalmente, lo strumento idoneo ad "afferrare" l'oggetto: può essere paragonata alla nostra mano, che ci consente di raccogliere una pallina da tennis, ma non una casa, né un atomo. Analogamente, l'onda sonora deve essere di lunghezza comparabile all'oggetto da far levitare. Dunque, per far fluttuare nell'aria un essere umano, tale parametro dovrebbe aumentare notevolmente, riducendo in parallelo la frequenza sonora. Questo rappresenterebbe un problema, perché sposterebbe le onde sonore nel campo delle frequenze percepibili, eventualità molto dolorosa per noi umani.

Inoltre, sarebbe necessario un livello di potenza acustica estremamente elevato e non sappiamo esattamente come reagirebbe il nostro organismo. Mi piace invece l'idea di linee di produzione contactless, per l'assemblaggio di componenti elettronici o la manipolazione di materiale cellulare in un ambiente sterile e non tattile".(science)


05/08/14

Il tempo è denaro | La felicità si può comprare

Liz ha da poco avuto un bambino e si è ritrovata a trascorrere sveglia un gran numero di nottate. Dopo aver sperimentato tutte le possibili strategie scovate su Internet per mettere a nanna il piccolo, ha deciso di far intervenire l'artiglieria pesante: nella fattispecie, una signora, Claudia, diventata famosa perché sa come abituare al sonno qualsiasi neonato. 

Ma le consulenze di Claudia non sono a buon mercato: chiamarla per una notte costa all'incirca quanto quel fantastico impianto audio al quale Liz fa la posta da mesi. Ma insegnando al piccolo come addormentarsi, Claudia ha centrato un obiettivo impossibile per qualsiasi diffusore audio: ha trasformato le notti di Liz da veglie angosciose in ore e ore di appagante riposo. Molti dei nostri acquisti, compresi quelli piacevoli come un impianto di audiodiffusione, non ci cambiano la vita più di tanto in una giornata qualsiasi.

Il tempo è denaro
E' facile, però, sovrastimare i potenziali benefici  di un allettante nuovo gadget, amplificati dalle strategie di shopping comparativo, che presentano un impianto da dieci casse acustiche come incomparabilmente migliore rispetto a uno da sei casse e sicuramente meritevole di quei 200 euro si spesa supplementare. I ricercatori dell'Università di Chicago hanno scoperto che, quando proviamo a visualizzare il modo in cui queste differenze ci potrebbero migliorare la vita, tendiamo a ingigantire la sensazione di benessere procurata da quei quattro altoparlanti in più. Quando valutiamo un possibile acquisto, dunque, è consigliabile sottoporlo al "test del martedi": ovvero, pensare a come quell'oggetto cambierà il modo in cui trascorreremo una delle prossime, normali giornate infrasettimanali.

Lo studio ha dimostrato che questo semplice esercizio mentale elimina il rischio di sovrastimare l'impatto di quell'articolo sulla nostra felicità. Valutare come un oggetto cambierà il nostro quotidiano, infatti, trasforma una decisione relativa al denaro in una decisione relativa al tempo. Questo spostamento di accento nasconde un vantaggio: quando ci concentriamo sul tempo, invece che sulla spesa, tendiamo a dedicarci ad attività più piacevoli. In uno studio svolto in una caffetteria di Philadelphia, i ricercatori incoraggiavano i partecipanti a preoccuparsi di questioni relative al tempo, oppure al denaro.

Le persone invitate a pensare al denaro erano molto più portate a lavorare mentre si trovavano al caffè, mentre quelle indotte a pensare al tempo si dedicavano per la maggior parte alla socializzazione, una delle attività più soddisfacenti per gran parte di noi.(science)


27/07/14

Attenzione a quel che mangiate o indossate, il Nichel è in agguato con le sue reazioni allergiche.

Il nichel è un metallo di transizione di color bianco argenteo presente in concentrazioni minime nell’organismo umano mentre in natura è molto diffuso ed è presente in moltissimi oggetti usati comunemente. L'allergia a questo tipo di sostanza è abbastanza frequente, si calcola che ne soffra circa il 10% della popolazione, in massima parte di sesso femminile. Gli individui con problemi di allergia al nichelsi ritrovano ad avere, nei punti di contatto con oggetti contenenti questa sostanza, un arrossamento della pelle, con un leggero gonfiore e con bollicine che rompendosi possono dar luogo alla formazione di croste. Le zone interessate da questo tipo di allergia sono prevalentemente i lobi degli orecchi, probabilmente a causa degli orecchini, ed altre parti ben specifiche del corpo, come il centro schiena, causa il gancio del reggiseno, il collo per le collane indossate. La reazione allergica è dovuta ad una reazione di tipo immunitario; infatti il nichel viene riconosciuto come “corpo estraneo” e l’organismo attiva le sue difese, rilasciando istamina; questa sostanza provoca il caratteristico prurito allergico e determina un aumento della permeabilità dei piccoli vasi sanguigni che sono presenti nell’area interessata favorendo così l’accumulo di liquidi che danno origine alle bollicine. Il nichel è presente in numerosissimi oggetti di uso quotidiano, tra i quali fibbie, forcine da capelli, ganci del reggiseno, spille da balia, stanghette degli occhiali per quanto riguarda l'abbigliamento; anelli, bracciali e braccialetti, orecchini e tutti gli oggetti in oro bianco e argento per quanto riguarda la bigiotteria e gioielleria; inoltre oggetti più quotidiani come chiavi, cellulari, penne e quant'altro. In campo alimentare si dovrebbe innanzitutto fare attenzione ai cibi confezionati in scatolette di alluminio e lattine, nonchè ad alimenti come il cioccolato, pomodori e ortaggi, spinaci, frutta secca, cereali e frutti di mare, in particolare ostriche, salmone, cozze, gamberi. Non esiste una terapia che curi l'allergia al nichel, se non quella di evitare più che si può il contatto o l'assunzione di sostanze contenenti questa sostanza.(immagine presa dal web)

19/03/14

Perchè si dice "fare fiasco"?

Sarà capitato anche a voi di usare questo modo di dire in specifiche occasioni, o se non altro lo avrete sentito dire. Come al solito anche questo adagio adesso sembra essere caduto in disuso, nel linguaggio di tutti i giorni, anche se sarebbe interessante poterlo riesumare dal letargo in cui è caduto. Ma da quale antefatto trae le proprie origini?
Fare fiasco

Fare fiasco, nasce da un fatto accaduto parecchio tempo fa in un teatro fiorentino, dove un artista famoso ogni sera si esibiva in simpatici monologhi, che condivideva con oggetti a cui si rivolgeva adoperando parole e smorfie divertenti. Una sera però decise di esibirsi in un monologo portandosi come compagno di scena un tipico fiasco da vino; invece di divertire il pubblico però, l’artista lo annoiò così tanto che questo reagì e in cambio iniziò a fischiarlo a più non posso. Da allora è rimasto questo modo di dire “far fiasco”, quando si deludono completamente le aspettative di qualcuno, senza rendersene conto fino al momento dei fischi o delle aspre critiche.

01/02/14

Distinguere e catalogare | Il network neurale in grado di riconoscere i gruppi sociali.

Distinguere e catalogare! Il network neurale in grado di riconoscere i gruppi sociali, ovvero sia la capacità di sapere riconoscere e distinguere tra loro alcune categorie di oggetti.

Provo a fare un'esempio: la capacità di riuscire a distinguere oggetti animati da quelli inanimati, ha recitato un ruolo fondamentale nella nostra evoluzione, al punto tale che per farsene carico il cervello ha sviluppato dei network neurali specializzati a favorire la selezione. Una recente ricerca italiana, coordinata da Raffaella Rumiati della Sissa e Andrea Carnaghi dell’Università di Trieste, conferma tale opinione, come al giorno d'oggi, esista anche di un'altra categoria funzionalmente distinta a livello neurale, in precedenza sconosciuta: quella dei gruppi sociali.

La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Cognitive Neuroscience.
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Network neurale
A dare dimostrazione che nel cervello esiste una distinzione funzionale tra alcune macro categorie sono stati gli studi di neuropsicologia, grazie ad una tecnica chiamata doppia dissociazione. “Per esempio possiamo osservare un certo numero di pazienti che hanno un deficit cognitivo nel riconoscere gli oggetti animati, ma hanno conservato la capacità di riconoscere quelli inanimati”, spiega Rumiati. “Per dire che le due funzioni sono separate però, dobbiamo trovare anche pazienti che mostrino il problema opposto, cioè che abbiano difficoltà con gli oggetti inanimati, ma che conservino buone capacità cognitive per quelli animati”.

Nel nuovo studio, Rumiati e colleghi hanno applicato questa metodologia al riconoscimento di gruppi sociali. “La categoria sociale ha un’enorme importanza dal punto di vista evolutivo per l’essere umano – continua Ruminati – per questo motivo abbiamo ipotizzato che nel cervello esistano dei circuiti ad hoc, che garantiscano efficienza e velocità nel riconoscimento”. Per testare la loro ipotesi, gli scienziati hanno selezionato un certo numero di pazienti con problemi di demenza, e li hanno poi sottoposti a test per valutare la selettività dei loro deficit. “Cercavamo pazienti con difficoltà solo con gli oggetti inanimati, altri solo con gli oggetti animati, e altri ancora solo con i gruppi sociali, per provare la doppia dissociazione di queste funzioni”.

Come prima cosa lo studio ha verificato quanto già riportato in letteratura, e cioè la doppia dissociazione fra la categoria animati e quella inanimati. Il risultato principale però è stato osservare la doppia dissociazione dei gruppi sociali sia dagli oggetti animati che da quelli inanimati. “Questo significa che i gruppi sociali sono una categoria speciale nel nostro cervello”, conclude Rumiati. “Abbiamo dei meccanismi cognitivi dedicati a questo tipo di stimoli, perché riconoscere per esempio il “mafioso”, il “criminale” o il “poliziotto” può salvarci la vita”.“Questo studio – aggiunge Carnaghi – ha un’implicazione importante: dimostra infatti che ha senso usare i metodi quantitativi delle neuroscienze anche nell’ambito delle scienze sociali, in particolare negli studi su come si formano stereotipi e pregiudizi. Grazie a questo studio sappiamo che lo stereotipo legato alle persone è processato dal cervello in maniera diversa dallo stereotipo che può riguardare un oggetto inanimato, o un animale”.

17/01/14

Google con Nest Lab l’avremo in casa| Queste le ragioni dell’acquisizione!

Google con la collaborazione di Nest Lab presto l’avremo in casa! Le ragioni dell’acquisizione sono una maggiore attenzione all’hardware . Per potere comprendere a fondo dove sta andando la tecnologia, sarà sufficiente osservare i movimenti e le strategie di Google.
 Certamente non vi annoierete, questo è garantito. La scorsa settimana, durante il Ces di Las Vegas, la notizia più importante è stata l'accordo tra l'azienda di Mountain View, Audi, Honda, Nvidia, General Motors e Hyundai per condurre Android sulle auto e sviluppare il futuro connesso delle quattro ruote. Intorno la meta del mese di gennaio invece Google ha annunciato l'acquisizione per 3,2 miliardi di dollari di Nest Lab, azienda attiva nella domotica, fondata da Tony Fadell e Matt Rogers, già facenti parte attiva del team che sviluppò iPhone e iPod per Apple qualche tempo fa. Nest Lab è sorta nel 2010 e si occupa di sviluppare oggetti per la casa intelligente capaci di regolare la temperatura e rilevare il fumo. Hanno venduto parecchio negli Usa, perché sono semplici da usare, in grado di regolarsi sulle abitudini degli utenti e di gestire alcune funzioni autonomamente.

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Termostato intelligente Google-Nest
Il business principale di Google lo sappiamo bene che è la pubblicità online ma l'azienda si sta sempre più spostando sull'hardware: basta pensare all'acquisizione di Motorola Mobility da 13 miliardi di dollari, lo sviluppo dei Google Glass che saranno sul mercato entro quest'anno, Chromecast, per la tv via internet, i pc Chromebook che stanno vendendo bene negli Stati Uniti e le recenti acquisizioni nella robotica. Nest continuerà come business autonomo mantenendo il brand, sul modello di Motorola. Va bene tutto, ma in realtà a cosa serve a Google?

 L'analista Danny Sullivan ha detto al New York Times: «A Google piace sapere tutto quello che può su di noi, quindi suppongo che i device che monitorano cosa succede nella nostre case saranno un eccellente strumento per dare informazioni». Lo scenario a questo punto sarebbe: Google sa che cosa cerchiamo online, che cosa guardiamo in tv, che abitudini abbiamo in casa. Al quotidiano americano, un anno fa il fondatore Tony Facell aveva detto: «Ogni volta che accendi la tv, è un'informazione che sei in casa. Quando le porte del frigorifero sono aperte, è un altro sensore, un'altra informazione». Il suo termostato intelligente può tracciare ed elaborare queste informazioni e in futuro i sensori saranno in grado di interagire tra di loro.


Hardware, software, sensori e algoritmi possono programmarsi in maniera autonoma oppure da remoto con lo smartphone. Si può immaginare che Google potrà così aggiornarci sulla temperatura di casa, un'intrusione o altro direttamente su Google Now. È evidente che la privacy è il terreno scivolosissimo su cui Google dovrà muovere questi passi.

Su questo il Fadell, intervistato da The Verge, ha detto che è prematuro parlare di quale sarà il livello di integrazione tra Google e Nest che le policy della privacy non cambieranno e che non verranno condivisi con Google i dati dei consumatori, anche se non ha voluto pronunciare la parola «mai». C'è tuttavia un'altra spiegazione dietro i 3,2 miliardi di dollari di Google.  
Mountain View ha interesse nel mondo dell'energia da qualche tempo e ha investito oltre 300 milioni di dollari su aziende attive nel solare che offrono ai consumatori la possibilità di mettere pannelli fotovoltaici sui tetti delle loro case riducendo i consumi energetici. Perché questo percorso sia virtuoso occorrono però le famose smart grid, la cui prima caratteristica è essere in grado di dare informazioni molto puntuali su consumi e orari. Gli Stati Uniti su questa tecnologia sono in ritardo. Il termostato intelligente di Nest-Google potrebbe essere una risposta.



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