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01/02/14

Distinguere e catalogare | Il network neurale in grado di riconoscere i gruppi sociali.

Distinguere e catalogare! Il network neurale in grado di riconoscere i gruppi sociali, ovvero sia la capacità di sapere riconoscere e distinguere tra loro alcune categorie di oggetti.

Provo a fare un'esempio: la capacità di riuscire a distinguere oggetti animati da quelli inanimati, ha recitato un ruolo fondamentale nella nostra evoluzione, al punto tale che per farsene carico il cervello ha sviluppato dei network neurali specializzati a favorire la selezione. Una recente ricerca italiana, coordinata da Raffaella Rumiati della Sissa e Andrea Carnaghi dell’Università di Trieste, conferma tale opinione, come al giorno d'oggi, esista anche di un'altra categoria funzionalmente distinta a livello neurale, in precedenza sconosciuta: quella dei gruppi sociali.

La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Cognitive Neuroscience.
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Network neurale
A dare dimostrazione che nel cervello esiste una distinzione funzionale tra alcune macro categorie sono stati gli studi di neuropsicologia, grazie ad una tecnica chiamata doppia dissociazione. “Per esempio possiamo osservare un certo numero di pazienti che hanno un deficit cognitivo nel riconoscere gli oggetti animati, ma hanno conservato la capacità di riconoscere quelli inanimati”, spiega Rumiati. “Per dire che le due funzioni sono separate però, dobbiamo trovare anche pazienti che mostrino il problema opposto, cioè che abbiano difficoltà con gli oggetti inanimati, ma che conservino buone capacità cognitive per quelli animati”.

Nel nuovo studio, Rumiati e colleghi hanno applicato questa metodologia al riconoscimento di gruppi sociali. “La categoria sociale ha un’enorme importanza dal punto di vista evolutivo per l’essere umano – continua Ruminati – per questo motivo abbiamo ipotizzato che nel cervello esistano dei circuiti ad hoc, che garantiscano efficienza e velocità nel riconoscimento”. Per testare la loro ipotesi, gli scienziati hanno selezionato un certo numero di pazienti con problemi di demenza, e li hanno poi sottoposti a test per valutare la selettività dei loro deficit. “Cercavamo pazienti con difficoltà solo con gli oggetti inanimati, altri solo con gli oggetti animati, e altri ancora solo con i gruppi sociali, per provare la doppia dissociazione di queste funzioni”.

Come prima cosa lo studio ha verificato quanto già riportato in letteratura, e cioè la doppia dissociazione fra la categoria animati e quella inanimati. Il risultato principale però è stato osservare la doppia dissociazione dei gruppi sociali sia dagli oggetti animati che da quelli inanimati. “Questo significa che i gruppi sociali sono una categoria speciale nel nostro cervello”, conclude Rumiati. “Abbiamo dei meccanismi cognitivi dedicati a questo tipo di stimoli, perché riconoscere per esempio il “mafioso”, il “criminale” o il “poliziotto” può salvarci la vita”.“Questo studio – aggiunge Carnaghi – ha un’implicazione importante: dimostra infatti che ha senso usare i metodi quantitativi delle neuroscienze anche nell’ambito delle scienze sociali, in particolare negli studi su come si formano stereotipi e pregiudizi. Grazie a questo studio sappiamo che lo stereotipo legato alle persone è processato dal cervello in maniera diversa dallo stereotipo che può riguardare un oggetto inanimato, o un animale”.

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