Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta google. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta google. Mostra tutti i post

21/12/17

Una APP Google individua spioni del cellulare

Nel futuro l'intelligenza artificiale ci affiancherà per sconfiggere eventuali curiosi che non resistono a spiarci il nostro cellulare.


Google che ha sviluppato un'applicazione, ancora in fase prototipo, che grazie alla fotocamera frontale e all'apprendimento automatico riesce a individuare gli occhi umani e capire se a fissare lo schermo c'è più di una persona.

Scovato dal sito Quartz, il sistema si chiama "E-Screen Protector" e promette di riconoscere l'eventuale guardone del telefono in un tempo infinitesimale. Il funzionamento è illustrato in un video su YouTube. A quel punto lo smartphone mostra ciò che si vede con la fotocamera frontale ed evidenzia con un riquadro rosso il volto dello spione, con tanto di messaggio di allerta.

Affinché l'app individui gli intrusi con la fotocamera frontale, spiegano gli esperti di Kaspersky Lab, è necessario che tale fotocamera sia sempre attiva e che l'utente autorizzi la gestione delle immagini raccolte. "Ciò fa sorgere un paio di dubbi.

Innanzitutto, dove verranno immagazzinate e processate le immagini? E chi vi potrà accedere?", si chiedono i ricercatori...http://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/software_app/2017/12/19/google-sistema-anti-spioni-cellulare_2f0f43ee-e0da-46e4-b6d0-b4a8dd3cffc1.html



30/10/14

Tecnologie digitali utilizzate in maniera critica | La questione della sicurezza online

Le recenti tecnologie digitali, negli ultimi 10 anni, hanno radicalmente cambiato aspetto alla nostra scuola, mettendo a disposizione dei docenti incredibili strumenti in grado di rivoluzionare i luoghi di apprendimento.


Sono tante le classi dei nostri istituti le cui moderne attrezzature informatiche (computer, LIM, tablet, etc) e l'avvento del web hanno dato il via a nuovi aspetti rivisitati della didattica, fornendo la possibilità agli insegnanti di provare nuovi legami moderni e dei linguaggi vicini alla realtà quotidiana degli alunni.

In un ambiente del genere, appare evidente che, la formazione degli insegnanti ricopre un importanza di assoluto rilievo. Dopo avere attraversato anni di reticenza abbastanza comprensibile, in cui le lavagne interattive multimediali venivano utilizzate mestamente colme fossero dei semplici strumenti di proiezione, pare che finalmente sia giunto il momento di tirare le prima somme di questo ambizioso investimento.

C'è da ammettere, nonostante tutto, che l’uso delle nuove tecnologie, con un riferimento particolare all'utilizzo di internet, mette i nostri alunni dinanzi a rischi potenziali che non devono essere presi sottogamba da insegnanti e genitori. Sarà obbligo degli adulti educare i giovani ad adottare un comportamento in rete morale e maturo, come ad esempio:
  • Valutare l’attendibilità dei siti e delle informazioni in essi contenute
  • Utilizzare password complesse per i propri account
  • Tutelare le informazioni personali
  • Proteggere il computer da virus e altri programmi dannosi
  • Non scaricare illegalmente materiale dalla rete
  • Non abusare di internet
In rete sono reperibili svariati attrezzi che ci proteggono aiutandoci a prevenire i pericoli di internet. Il Centroper la sicurezza online di Google, ad esempio, fornisce importanti suggerimenti per la sicurezza online. Nello specifico, vorrei porre alla vostra attenzione 2 ottimi strumenti che Google mette a disposizione di genitori ed insegnanti per conferire maggiore sicurezza alla navigazione in rete dei nostri figli e dei nostri alunni:
Sicurezza online
  1. la Funzione “SafeSearch” di Google, che permette di rimuovere dai risultati di ricerca siti che includono contenuti per adulti;
  2. la “Modalità di protezione di YouTube”, che consente di filtrare i contenuti in modo da impedire la visualizzazione di video soggetti a limiti di età.

18/10/14

Cambia pure il "paradiso fiscale" irlandese

Cambia pure il paradiso fiscale irlandese! I benefici goduti dalle cosiddette aziende "over the top", sarebbero ormai destinate a mutare, almeno per quel che concerne l'Europa. 


C'era una volta il paradiso fiscale irlandese.
Prima d'ora, l'Irlanda era stata preferita da molte aziende per insediarvi la propria sede amministrativa. Il motivo è semplice, infatti il Governo di Dublino mette a disposizione le agevolazioni generate da una tassazione agevolata differentemente quanto capita di trovare in altri Paesi dell'Unione Europea, garantendo alle società più celebri e meglio strutturate notevoli risparmi.

Tassazione da record.
A tal proposito, gli introiti appartenenti alle società irlandesi, sono soggetti ad una tassazione davvero minimale, equivalente al 12,5% e usufruendo del cosiddetto meccanismo fiscale ovvero sia il "Double Irish", le aziende avranno modo di muovere i loro profitti generati in Paesi dove le tasse sono più pesanti verso l'Irlanda. Negli anni '80 Apple è stata l'azienda che ha svolto un'azione che ha fatto storia per ciò che riguarda l'utilizzo a proprio vantaggio del "Double Irish".

Il paradiso chiude.
A seguito le recriminazioni che sono giunte in maniera copiosa dalle altre nazioni europee e non (Il Senato USA muove accuse ad Apple: non paga le tasse; per non parlare degli inglesi con Facebook: il social network paghi le tasse; Out out su Google e sugli altri colossi in materia di tasse?; Tasse: il Parlamento inglese richiama Google ed Amazon), l'Irlanda ha maturato la decisione di non voler più rimanere il "paradiso fiscale" delle multinazionali. Michael Noonan, il ministro delle finanze irlandese, a provato che il meccanismo del "Double Irish" non potrà più essere adottato dalle aziende che decideranno di aprire una sede in Irlanda, a partire dal prossimo anno.

Tutte le altre società (si pensi quindi a Google, Apple, Microsoft, Oracle & C.) avranno invece tempo fino al 2020 per riorganizzarsi.


10/10/14

Blindare un'account Google: ecco cosa fare

Ultimamente ha suscitato enorme clamore la notizia riguardo l'aver reso noto attraverso la pubblicazione di un'articolo contenente le miriadi di password associate ad altrettanti corrispettivi indirizzi Gmail. 


Per fortuna, nella stragrande maggioranza dei casi, non erano credenziali per effettuare l'accesso ad account Google, ma più semplicemente, soltanto di username e password che sono stati utilizzati per effettuare l'accesso a servizi di terze parti. Quindi ricapitolando il furto delle password, non è avvenuto nei server di Google, ma bensì da un'altra parte (ovvero sia nei sistemi di utenti, altrimenti su servizi sotto controllo da altri personaggi: 5 milioni di password gmail.com rese di pubblico dominio sul web).

Comunque sia, sarà mai possibile rendere migliore la sicurezza degli account Google, blindando le credenziali contenute nel web (per  esempio, la posta elettronica Gmail, i file conservati su GoogleDrive, le immagini personali, la rubrica condivisa in particolar modo pure con i propri apparati Android e così via dicendo)? Basterà seguire alcune semplici accorgimenti che consentiranno di dare maggiore protezione alla sicurezza del proprio account Google:

1° Non fate mai uso delle identiche password su più servizi.
Questa è senz'altro la prima regola da seguire per non correre il rischio di furti dei dati sensibili: fare a meno di usare la solita password su più servizi online. Nel circostanza in cui, la password dell'account Google sia condivisa su più servizi, il furto delle proprie credenziali essere una ghiotta occasione sopratutto agli aggressori, per avere libero accesso alla vostra posta elettronica Gmail, oppure ai dati memorizzati su GoogleDrive. Tra le prove che un malintenzionato effettua, infatti, c'è quella di provare ad accedere con la stessa password ad ampio raggio nei servizi online che vi riguardano in maniera tale da verificare se l'utente sia caduto in questo errore ancor'oggi, purtroppo, molto comune.

2° Ricorrete sempre a password lunghe e complicate.
Per mettere al riparo il vostro account Google, ma pure qualsiasi altro servizio online, è fondamentale ricorrere a password lunghe e complicate, aventi come contenuto conseguentemente, almeno una decina di caratteri alfanumerici e, possibilmente, anche simboli. Gran parte dei servizi, infatti, integrano una protezione contro gli attacchi brutali. Questo vuol dire che se un qualunque utente volesse tentare, continuamente, ad “tirare ad indovinare” la password per l'autenticazione, questa azione verrà normalmente nascosta e fermata di defaul.

Disgraziatamente, può succedere che azione di sicurezza non sia supportata: è quanto capitato con Apple iCloud nel recente inconveniente che è risultato deleterio avendo potuto perpetrare, foto “molto privèe” di personaggi, senza fare nomi e cognomi, d'Oltre...oceano, alquanto celebri in tutto il mondo: immagini dei VIP, rubate da iCloud i backup degli iPhone. Per fare a meno di incorrere in inconvenienti di questo tipo è quindi bene agire sempre con la massima cautela: come spiegato nell'articolo l'importanza di scegliere password lunghe e complesse, una password sufficientemente lunga e complessa (e soprattutto, non presente in alcun "dizionario") mette al tappeto qualunque tentativo di indovinarla utilizzando procedure automatizzate. E questo vale, quindi, anche per la sicurezza dell'account Google.

3° Assicuratevi che l'account Google passi il Checkup Account.
Un'altro degli strumenti più efficaci per testare la sicurezza dell'account Google è Account Checkup. Si tratta di una pagina, oltretutto non sufficientemente valorizzata da parte di Google, che permetterà di testare od impostare le modalità per il recuperare la password di accesso all'account; per controllare tutte le attività di login; per disattivare l'accesso alle app meno sicure; per controllare le autorizzazioni concesse alle app di terze parti per l'accesso all'account Google.


06/10/14

L'arte della tecnologia | L'arte moderna in un ambiente storico

La mostra d'arte del mondo di Venezia:
La Biennale

Ogni due anni Venezia ospita la più grande mostra d'arte del mondo, la Biennale. Passione ed esplorazione dell'arte moderna esposta in un ambiente così storico. 


Ogni divulgatore di tecnologia che vive sempre attaccato (in un modo che qualcuno potrebbe considerare innaturale) al proprio portatile, allo smartphone e a Internet, l'interessamento è anche a come, negli artisti moderni, si possa riflettere la crescente importanza della tecnologia nella nostra vita; cerco sempre buoni esempi di arte che rispecchino la mia esistenza digitale. Purtroppo vengo fin troppo spesso deluso.

Pensiamo, per esempio, al tema di questa edizione della Biennale (in corso fino al 24 novembre, ndr), il Palazzo Enciclopedico, un riferimento a un progetto dell'artista italo americano Marino Auriti che negli anni Cinquanta sognò di costruire un palazzo di 136 piani che ospitasse tutta l'arte, la cultura e la conoscenza del mondo. Il palazzo non fu mai realizzato, ma un suo grande modello si può ammirare all'ingresso dello spazio principale dell'esposizione. Ovviamente oggi non verrebbe mai costruito perché non sentiamo più il bisogno di custodire la conoscenza in un edificio, e preferiamo memorizzarla in Wikipedia o cercarla con Google.

Eppure il nesso tra il Palazzo Enciclopedico e Wikipedia non viene colto esplicitamente dagli organizzatori della Biennale, un'omissione sintomatica della separazione tra arte e tecnologia che si manifesta sovente. Fortunatamente, c'è molta arte che fa uso di Internet e del computer o riflette sui modi in cui stanno cambiando la quotidianità. Tra le preferite ci sono le varie installazioni che affrontano l'argomento dei controlli ossessivi.

L'opera più raggelante è una batteria di 131 monitor che mostra scene di vita dell'artista Dieter Roth, filmate negli anni Novanta, quando si stava riprendendo da una malattia. Roth è morto nel 1998, ma la sua opera prefigura il mondo di oggi, in cui siamo osservati ovunque da telecamere. Non si sono visto però molti altri artisti occuparsi direttamente di tecnologia.


27/09/14

Buon compleanno Google, oggi compie 16 anni



Il motore di ricerca più famoso  e più  importante al mondo  compie oggi 16 anni (un adolescente) e per festeggiare ha ideato un doodle animato per ricordare l'anno della sua fondazione: il 1998 e per convenzione festeggiata il 27 Settembre.

Quindi al posto del logo originale che siamo abituati a vedere, c'è un'animazione in cui le lettere hanno gambe e braccia, cambiano allegramente di posizione e fanno alcune cose per segnare quanto sono cresciute. 

La prima lettera "G" segna le tacche su un ipotetico muro per registrare l'altezza della prima "o", di "Google", quella subito dopo, come per verificarne i progressi nella crescita. La "o" si fa avanti contento, ma poi la lettera "l", passando dietro le altre, si avvicina alla "G", che per registrare l'altezza segna quindi una tacca più in alto rispetto a prima. Dal 2006 l'anniversario della nascita del motore di ricerca del colosso Mountain View si celebra il 27 settembre, ma non esiste una vera data di compleanno. La richiesta di fondare una società fu inoltrata il 4 settembre 1998: google formalmente nacque tre giorni dopo, ma il dominio venne registrato il 15 settembre.

26/09/14

In prova il motore diesel da 275 CV della Maserati Ghibli

Cambio di...marcia in casa Maserati: a rappresentare la svolta epocale strategica ci pensa il modello Ghibli, in parte, l'icona di questo restyling. 


Si tratta di una berlina lunga 5 metri, venuta fuori dalla realtà ibrida dove i modelli aventi il Tridente per mascherina frontale, sono da sempre posizionate e va a confrontarsi con il mercato, sfidando le "solite" teutoniche premium. Questa sorta di derby dell'auto, consiste nel migrare alla modalità industriale cosi com'è è oggi giorno, senza tralasciare il gusto per l'artigianalità. Una soluzione trovata spostando le linee di produzione della Ghibli a Grugliasco, visto che gli impianti di Modena non sarebbero sufficienti per raggiungere l’obiettivo delle 20.000 vetture all’anno.

La sua essenza.
Nel momento in cui si entra nell'abitacolo della Maserati Ghibli da subito si assapora il lusso in maniera predominante ma con un qualcosa di differente da quello classico delle concorrenti tedesche. La ricerca è ciò che prevale in ogni suo dettaglio, svolgendosi in maniera quasi maniacale della perfezione in ogni minimo dettaglio; qui, invece, è l’atmosfera che conta, il calore generale più che l’irreprensibile realizzazione del singolo elemento.
La Maserati Ghibli

Ciò non toglie che qualcosa, sulla Ghibli, si possa migliorare: alcuni dettagli di finitura, per esempio, sembrano presi di peso da modelli di rango inferiore, il devioluci non è il massimo della comodità e la leva del cambio non sempre segue in maniera irreprensibile i desideri del guidatore. A dirla tutta, pure il sistema multimediale fatica a reggere il confronto con certe meraviglie del made in Germany: ha una grafica elementare e una quantità di funzioni non certo fantasmagorica. Ma in fondo va bene così: questa è un’auto perfetta per emozionarsi con la guida, più che per fare una ricerca su Google mentre si viaggia.

E il piacere riguarda anche i passeggeri, avvolti da un abitacolo sontuoso e ricoperto da molti metri quadrati di pelle. I comandi sono disposti con cura, la strumentazione è bella ed elegante e i due enormi paddle del cambio (optional) sono un invito alla guida. Anzi, alla bella guida.

Riassumendo. 
Nessuno, neppure gli appassionati più sfegatati con ogni probabilità, avrebbero immaginato che la Maserati potesse avventurarsi in quest’avventura: da poche migliaia di auto a 50.000 vetture l’anno nel 2015 non è una barzelletta, ma ogni cosa pare funzionare. Qualche dettaglio qua e là si può migliorare, ma la personalità è strepitosa, e la berlina italiana ha tutte le carte in regola per lanciare la sua sfida alle rivali tedesche.

14/08/14

Smartwatch | Orologi intelligenti

Smartwatch gli orologi
intelligenti

Gli smartwatch inaugurano una nuova era di tecnologia indossabile Jamie Carter ne prova quattro tra i più innovativi. 

Che cos'è uno smartwatch?
Un orologio è "smart" se prova a fare qualcosa di più che limitarsi a dire che ore sono - no, non basta che abbia anche la calcolatrice - e se si integra con un altro dispositivo. Per farlo, usa una connessione bluetooth per scambiare dati, riprodurre musica e addirittura permettere a chi lo porta di rispondere a una telefonata grazie all'altoparlante e al microfono incorporati. Alcuni smartwatch hanno anche sensori GPS e accelerometri, ma per ora sono per lo più accessori per gli smartphone.

Lo smartwatch può sostituire uno smartphone? 
Non ancora: la maggior parte si basa su un cordone ombelicale bluetooth che li collega a uno smartphone da cui ricavano i dati e la connessione 3G. Possono dirvi al volo che cosa accade sul telefonino, ma in genere pigolano malinconici se si interrompe il collegamento bluetooth. Persino gli smartwatch più recenti dipendono da un iPhone o da un apparecchio Android, ma presto potremo aspettarci orologi indipendenti con una connessione dati autonoma.

Ci saranno smartwatch Apple, Microsoft o Google? 
Di tutti e tre si dice che proporranno ognuno un loro smartwatch, ma è ancora tutto da vedere. Se questi grandi marchi ci si metteranno può cambiare tutto. Si prevede che la tecnologia indossabile in grado di interagire con gli smartphone avrà un gran successo - pensiamo ai Google Glass, per esempio - e quindi sembra inevitabile che gli orologi supertecnologici siano il prossimo gadget di cui non è si potrà fare a meno.(science)


13/08/14

Un navigatore dentro casa?

La moltitudine degli utilizzatori di smartphone si è abituata a sapere esattamente dove si trova in ogni momento. 

Uno degli ultimi ambiti rimasti fuori dalle cartine è lo spazio sotto il nostro tetto, ma cambierà anche questo. Varie società lavorano a servizi di localizzazione che seguiranno i nostri movimenti in casa e tracceranno addirittura la mappa dell'interno delle nostre abitazioni. Questi nuovi sistemi non si basano sul GPS, e non è neppure probabile che venga lanciata una nuova generazione di satelliti superpotenti.

Useranno invece in modi nuovi tecnologie già comprese nei nostri gadget. Per esempio WiFiSlam - comprato di recente dalla Apple - si basa sull'identificazione dei punti wifi per ottenere la precisione vantata di 2,5 metri. Misura la potenza del segnale wifi rilevato dal telefonino per stimare la nostra distanza dal router e tiene d'occhio i dati degli accelerometri e dei giroscopi del telefono per avere un'idea dei nostri movimenti. Unendo i due insiemi di dati, WiFiSlam determina con precisione la nostra posizione all'interno di un edificio. Con una quantità sufficiente di dati analoghi da centinaia di telefoni, può creare mappe di ambienti interni: non solo centri commerciali e uffici ma anche, in teoria, la nostra stessa abitazione. Ci sono anche altri metodi. Attualmente alcuni centri commerciali stanno utilizzando speciali nodi bluetooth per aiutare i clienti a orientarsi negli ambienti affollati. E quasi trent'anni fa l'Olivetti Research Centre di Cambridge fece qualcosa di simile con i suoi "badge attivi", usando sensori di infrarossi nelle stanze per seguire la posizione di chi portava i badge.
Un navigatore in casa?

Ovviamente sapere dove ci troviamo è utile solo se abbiamo delle ottime mappe, e naturalmente Google, Microsoft e Nokia stanno costruendo le loro mappe di interni e immagini in stile Street View di luoghi pubblici. lo personalmente non vedo l'ora. Un tempo lavoravo in un edificio della BBC noto non solo per i programmi televisivi che trasmetteva ma anche per i suoi corridoi infiniti e le planimetrie complesse. Perdersi era la norma, e la maggior parte delle riunioni cominciava in ritardo perché qualcuno era al piano sbagliato o - spesso - addirittura nella struttura sbagliata. D'altronde la precisione sempre crescente con cui i nostri telefoni sanno dove si trovano, e quindi dove ci troviamo noi, solleva molte preoccupazioni. La Apple passò dei guai un paio d'anni fa, quando si venne a sapere che gli iPhone tenevano registrati per mesi i dati relativi alla posizione dell'utente e che questi dati si potevano scaricare e consultare con facilità. Sapere in quale camera d'albergo si trova qualcuno e chi altro c'è con lui è proprio il tipo di dati personali sensibili che le leggi sulla privacy devono proteggere.

Ma finora i fatti fanno pensare che le società siano ben liete di consegnarli alle autorità, usarli per il marketing o semplicemente perderseli. Questo ci fa notare ancora una volta che i nostri telefoni sono sensori multisorgente molto complessi che, già che ci sono, possono anche fare telefonate e navigare in rete. E ci deve far pensare con attenzione a come vengono condivisi i dati che raccolgono e a chi li controlla.(science)


01/08/14

iPhone 6 | L'attesa aumenta per l'arrivo del device | Potrebbe funzionare da borsellino elettronico

Aumenta l'attesa, sale l'eccitazione per l'arrivo del nuovo nato di casa Apple: iPhone 6! Tra la Apple e Visa ci sono stati seri contatti per approntare un sistema che possa fare funzionare il nuovo device da borsellino elettronico ed effettuare acquisti senza l'utilizzo di moneta contante o carta di credito. 

A fare da sequel a Google Wallet potrebbe essere la nuova probabile funzione sul futuro iPhone, che dovrebbe giungere in autunno, di borsellino elettronico, ovvero sia un sistema capace di mettere in memoria i dati identificativi finanziari dell'utente in una parte del sistema "sicura" dello smartphone, fornendo così maggiore possibilità di effettuare pagamenti da dispositivi mobili che in base alle stime del World Payments aumenteranno del 58% entro il 2014.
iPhone 6 potrebbe funzionare
come borsellino elettronico

A seconda delle indiscrezioni rese note dal sito The Information riportate dall'Ansa, Apple sarebbe in contatto con i principali istituti bancari e il colosso delle carte di credito Visa per dare il via al suo "e-wallet". L'innovazione che potrebbe essere introdotta nel nuovo iPhone 6 potrebbe utilizzare la tecnologia Nfc, molto usata nei pagamenti mobile e già supportata su molti smartphone in commercio, o le connessioni Wi-Fi e Bluetooth. Il sistema, oltretutto, potrebbe usufruire anche del tasto per la lettura di impronte digitali ("Touch Id"), già presente sull'attuale iPhone: servirebbe non soltanto a sbloccare il device senza usare la password ma anche a eseguire acquisti da iTunes senza l'utilizzo di codici. Non è escluso, sempre secondo The Informatiom, che l'iPhone 6 possa avere un ulteriore componente capace di memorizzare in maniera ancora più sicura tutte le informazioni sensibili collegate alle varie modalità di pagamento.

Se dovesse concludersi positivamente tale progetto, Apple potrebbe connettere il sistema di pagamento alle oltre 800 milioni di carte di credito già memorizzate su iTunes. Una cifra ben quattro volte superiore a quelle presenti nel database di un colosso dell'ecommerce come Amazon. La notizia della possibilità di gestire sull'iPhone un proprio borsellino elettronico non è nuova, già qualche mese addietro il Wall Street Journal aveva riferito dell'intenzione della società californiana di entrare in un settore dominato da Paypal e Google. Proprio Google è stata la prima in questo segmento, proponendo il servizio 'Wallet' già nel 2011. Fondato sempre sulla tecnologia Nfc, questo servizio permette negli Stati Uniti di effettuare acquisti sia online che nei negozi. Recentemente Google Wallet è andato ben oltre, introducendo due nuove funzionalità: la possibilità di effettuare richieste di denaro ai propri contatti ma anche la gestione delle Gift Card che permette di scannerizzare attraverso l'uso della fotocamera del proprio smartphone di tutte le tessere e i buoni omaggio in possesso per poi utilizzarli nei negozi fisici, via cellulare, senza doverli portare dietro. (Il Sole 24 Ore)


25/06/14

Libri | Specchio dell'umore di un epoca

Ngram Viewer
Quando il Paese è felice, anche la letteratura ha toni più leggeri, e quando siamo depressi, i libri s'intristiscono.

E' questo il quadro dipinto da una nuova ricerca inglese che ha analizzato il contenuto di milioni di volumi per tracciare l'andamento dello spirito nazionale nel Regno Unito del XX secolo. Antropologi britannici hanno esaminato brani estratti grazie a Ngram Viewer, il colossale database di Google che registra termini ed espressioni utilizzati nei 5,2 milioni di libri, di narrativa e non, digitalizzati finora.

I ricercatori, guidati da Alberto Acerbi dell'Università di Bristol, hanno estrapolato le frasi che esprimono emozioni, assegnandole a diverse categorie quali paura, gioia e disgusto. Le sensazioni più cupe rilevate all'inizio degli anni Quaranta coincidono con la Seconda guerra mondiale, mentre due decenni dopo, quando la swinging London era il centro del mondo, gli scrittori mostravano un atteggiamento senza dubbio più positivo. E' stato anche evidenziato un altro trend: a partire dagli anni Sessanta, i libri scritti negli Stati Uniti sono diventati molto più ricchi di contenuti emotivi rispetto a quelli britannici.

La ricerca si inserisce nell'attualissimo contesto della "culturomica", l'analisi delle tendenze culturali basta sull'esame di testi digitalizzati. Precedenti ricerche avevano dimostrato che l'uso di "parole emozionali" si Twitter può consentire di prevedere l'andamento dei mercati.(science)



19/05/14

Previsioni per il futuro | Una crescita continua per i tablet.

Il futuro dei tablet in crescita
(immagine dal web)
Il futuro più prossimo dei tablet appare in continua crescita, in base alle previsioni degli esperti che entro l'anno contano di alzare le vendite almeno alla quota dei computer.

Stiamo parlando di numeri come 276 milioni di unità tablet vendute, contro i 289 milioni per i PC, numeri che mettono in luce l'ormai prossimo sorpasso definitivo, previsto per il prossimo anno. Nel 2015, a quanto pare, dovremmo assistere all'inizio della fine per il mercato dei PC, già in affanno da qualche anno, a causa sia degli effetti nefasti della crisi economica, sia per l'avvento dei tablet e smartphone. Tra il 2012 ed 2013, infatti, si calcola che il numero di di computer sia calato di quasi 40 milioni di unità, a fronte di un aumento di tablet che invece hanno visto un incremento stratosferico nello stesso periodo: dai 120 agli oltre 200 milioni di pezzi venduti in tutto il mondo!

Per quel che concerne invece i sistemi operativi, non c'è storia: il futuro, cosi come il presente, è in mano saldamente a Google con il suo OS Android! Le previsioni future dicono di qualcosa come un miliardo di dispositivi venduti nel 2014, seguito a ruota da Microsoft e Apple. Windows dovrebbe attestarsi a circa 380 milioni di unità, mentre OS x e iOS raggiungeranno insieme i 350 milioni o poco più. Questi dati non devono certo influenzare la nostra scelta nell'acquisto di un tablet, ma è bello sapere che anche noi, con il nostro piccolo acquisto possiamo fare la differenza quando si parla di grandi numeri. (computeridea)

07/05/14

Motorola si rimette in...Moto X!

Moto X (immagine dal web)
Motorola si rimette in...Moto X! Manca ancora poco al suo annuncio ufficiale e al suo esordio sul mercato, ma già sono di pubblico dominio tutti i dettagli del Moto X.

Moto X, uno smartphone Android brandizzato Google e realizzato da Motorola, non si tratta però, come alcuni potevano pensare, di un nuovo dipositivo top di gamma, per quello c'è ancora il Nexus 4, bensi di un Google-phone di fascia media con un display da 4,7 pollici non Full HD ma un 720p. La CPU è la potente Snapdragon MSM8960 Pro dual-core da 1,7 GHz, una memoria RAM da 2 GB e 16 GB di hard disk interno. A tutto ciò si aggiungono due fotocamere, una frontale ed una posteriore, rispettivamente da 10 e 2 megapixel, capaci di registrare video a 720p.

Per quanto riguarda il sistema operativo Google avrebbe in mente di adottare un Jelly Bean 4.2.2 e non come da rumor di corridoio volevano un Android Lime Pie 5.0. (computer idea)

03/05/14

Asus e Google | Insieme per dare vita ad un News Nexus 7!

New Nexus 7 (immagine dal web)
Ancora una volta insieme: Asus e Google rinnovano la loro partnership, collaborando per dare vita al nuovo New Nexus 7!

Non si hanno notizie certe riguardo la data precisa della sua uscita, con ogni probabilità potrebbe essere quest'estate, ma per quel che riguarda la nostra utenza dovrà aspettare ben oltre.

Il New Nexus 7, la seconda generazione di tablet aventi marchio Asus-Google che integrerà uno schermo da 7 pollici con risoluzione Full HD, una RAM da 2GB, una fotocamera doppia ed un potente processore Snapdragon S4 Pro con chip grafico Adreno 320.

Un bel balzo in avanti rispetto all'attuale Nexus 7 di prima generazione, rispetto al quale questo nuovo modello sarà in grado di offrire anche la connettività LTE-4G, ad un prezzo che potrà variare tra i 229,00$ ed i 329,00$, all'incirca i nostri 175,00€ e 250,00€, a seconda del modello avente memoria da 16 o 32 GB e della presenza del chip LTE. (computer idea)

28/04/14

Silicon Valley avrà una seconda stagione

HBO, canale americano, a inizi di questo mese ha mandato in onda per la prima volta la serie televisiva Silicon Valley e solo dopo 3 puntate hanno gia deciso di rinnovare il contratto per un'altra stagione.
Probabilmente per il grande successo che sta già riscuotendo negli USA.

Silicon Valley è una serie comica e molto divertente che parla di un gruppo di programmatori che abitano assieme e che cercano di "sopravvivere" e di farsi un nome nel caotico e distruttivo mondo di Silicon Valley.

Silicon Valley, serie della HBO
Probabilmente non piacerà a tutti questa serie. Molto incentrata sulla tecnologia sicuramente interesserà a molti appassionati del genere e a tanti geek.
Potremo dire che somiglia alla sitcom The Big Bang Theory ma, ovviamente, con uno stile più serio e maturo.

Silicon Valley non è ancora arrivata in Italia ma si pensa che a metà autunno arrivi nei nostri canali la prima stagione.

Qui sotto vi lascio il trailer della prima stagione.


12/04/14

Google corre ai ripari | Più sicurezza per il sistema operativo più diffuso e più vulnerabile al mondo.

Google corre ai ripari! Più sicurezza per il sistema operativo più diffuso e più vulnerabile al mondo. A seguito i recenti eventi che hanno evidenziato la vulnerabilità per l'altissimo rischio di violazione della privacy di molti account e dispositivi mobili, Google ha deciso di intraprendere maggiori misure di sicurezza che possano blindare l'OS Android.

Gli attacchi informatici lanciati verso il sistema operativo più diffuso e vulnerabile al mondo, ovvero sia Android, sono in continuo aumento e Google, da buon genitore, provvede a dire il vero con notevole ritardo a correre ai ripari, irrigidendo i controlli di sicurezza riguardo le applicazioni disponibili per dispositivi basati su Android. Da ora in poi tutte le applicazioni saranno monitorate ancor prima di essere installate e successivamente a periodi di tempo alternato anche quelle che già si hanno sullo smartphone o tablet che sia per essere certi che possano continuare a funzionare correttamente.
Android OS il più diffuso e vulnerabile al mondo

Google fa sapere sul blog ufficiale di Android che rafforza 'Verify Apps', il sistema che finora garantiva controlli di sicurezza quando si scaricavano applicazioni compatibili di terze parti. Da ora in poi invece le applicazioni saranno 'verificate' prima di essere installate e poi saranno sottoposte a controllo anche quelle già scaricate su smartphone o tablet dallo Store virtuale ufficiale Play Store.

Il controllo quindi sarà periodico e costante sulle app del proprio dispositivo per verificare che funzionino in modo corretto. Secondo un rapporto di Fbi e Dipartimento per la sicurezza Usa, dell'estate scorsa, verso Android è stato indirizzato il 79% di tutte le cyber-minacce mobili del 2012. Il primo posto spetta nemmeno a dirlo alle app di instant messaging. (Leggo.it)

11/04/14

Attenti alle app Fake del PlayStore

Questa volta a colpire il Google PlayStore è stata l'app "Virus Shield". Facendosi passare per un anti-virus a pagamento, ma in realtà è una gigantesca truffa!

Il PlayStore di Google è ben conosciuto per la sua vasta e ampia scelta di applicazioni che può offrire ai suoi utenti.
Purtroppo, però, non tutte le applicazioni che offre sono valide (o funzionali) questo perchè Google da un "accesso libero" agli sviluppatori e non fa tantissimi controlli come Apple sul suo AppStore. Infatti al'interno del PlayStore si possono trovare app con virus, che crashano di continuo e, avvolte, dei grandissimi fake.

Questo è il caso di Virus Shield. Un'applicazione che si faceva passare per un anti-virus ma in realtà era un grandissimo fake, infatti questa app non faceva assolutamente niente. 
Il vero problema è che era a pagamento, a ben 3,99$ (in America) ed era piena zeppa di commenti e recensioni positive! 

Virus Shield
Virus Shield, dopo averla scaricata (occupava meno di 1MB quindi già questo dovrebbe far pensare quanto valida potesse essere come anti-virus), faceva comparire sullo schermo del proprio smartphone una croce rossa, per indicare dei problemi, e dopo qualche secondo la croce scompariva e appariva il segno di spunta, per dire che ora il devide era protetto.

Insomma, un fake a tutta regola. Ma io mi domando: com'è possibile che ci fossero cosi tanti commenti positivi? Come mai Google non l'ha subito notata e cavata? 
Google comunque a comunicato, dopo averla cavata, che provederà a risarcire tutti gli utenti che hanno comprato l'app.

Commenti degli utenti che hanno scaricato
Virus Shield

08/04/14

Brendan Eich | Alla fine prevalgono le polemiche! Si dimette dopo avere scatenato un putiferio sui diritti delle coppie gay.

Brendan Eich. Alla fine prevalgono le polemiche! Si dimette dopo avere scatenato un putiferio sui diritti delle coppie gay.
Alla fine cede il co-fondatore di Mozilla, dimettendosi a seguito le polemiche scatenate riguardo il suo punto di vista verso l'argomento trattante i diritti per le coppie gay.

Un terreno molto delicato negli USA, in particolare nella comunità progressista e prevalentemente liberal del Web.
Brendan Eich nel 2008 si era già evidenziato come convinto assertore contro la causa dei diritti delle coppie gay, promuovendo, attraverso una donazione di mille dollari, un referendum anti-nozze gay in California.
Brendan Eich

Così, dopo avere ricevuto la nomina sudetta, la società era stata subito attaccata aspramente da parte di gruppi di attivisti gay e boicottata dal sito di appuntamenti online OkCupid, che invitava i suoi clienti a fare uso di altri browser come Chrome o Explorer. In un'intervista concessa martedì al New York Times, Eich, conosciuto in particolare per essere l'inventore del linguaggio Javascript, ha preso le difese del suo punto di vista e si è descritto come capace di saper dividere le sue idee personali da quelle di ambito lavorativo e sociale.

«Mozilla crede nell'uguaglianza e nelle libertà di parola», aveva affermato poi la società. Ma non è servito a nulla, troppo poco. «Non abbiamo agito come ci si sarebbe aspettato da Mozilla - ha scritto in un post la presidente esecutiva Mitchell Baker e non siamo stati abbastanza rapidi nel dicutere con efficacia la questione, una volta che la controversia si era manifestata. Ci dispiace».
Dalla parte di Eich si è schierato Marc Andreessen, co-fondatore di Netscape e venture capitalist, guru della Silicon Valley: «Brendan Eich, ha twittato, è un caro amico da 20 anni e ha dato un grande contributo al Web e al mondo intero». Ma evidentemente a qualcuno non è bastato. Il Sole 24 Ore

05/04/14

Robot come noi | Presto guideranno veicoli e svolgeranno mansioni domestiche!

Inizieranno presto, più di quanto non si possa immaginare, ad aprire porte, pilotare veicoli e a svolgere le mansioni domestiche più comuni. Queste le nostro controparti meccaniche, questi Robot!

Chi fosse capitato a dicembre scorso all'autodromo di Homestead, in Florida, avrebbe potuto pensare di essere finito sul set di un film di George Lucas. In mezzo alla pista si era radunata un'immensa folla per osservare robot dall'aspetto futuristico, mentre affrontavano una serie di prove sotto i riflettori delle telecamere che ne riprendevano ogni movenza.

I robot erano riuniti li per competere nei DARPA Robotic Challenge Trials. Le squadre di istituzioni prestigiose e blasonate come la NASA e il MIT si affrontavano in una serie di gare pensate specificatamente per mettere alla prova le capacità dei loro robot: salire su una scala, collegare un tubo a una bocchetta e aprire il rubinetto, guidare un veicolo, usare un utensile per praticare un foro in un murodi cemento e classico tra i classici, aprire una porta per entrare in un edificio.
DARPA Robotic Challenge Trials

Anche se forse per noi sono banali, prove come quelle delle gare DARPA (l'agenzia statunitense per i progetti di ricerca avanzata per la difesa) presentano enormi difficoltà per i robot e per i loro progettisti. L'obiettivo di competizioni come queste è di riuscire un giorno a mandare i robot in ambienti pericolosi, per svolgere i compiti che metterebbero a repentaglio le vite umane.
Ma non solo: l'altro scopo è quello di renderli capaci di ortarci in auto a fare shopping, stiraci il bucato o riposndere la telefono.

E' per tal motivo che la DARPA ha dato vita alla competizione, prospettando un premio di due milioni di dollari alla 8 squadre giunte alle finali, che si disputeranno quest'anno. Ed è per lo stesso motivo che partecipano aziende tecnologiche innovative come Google, che di recente ha acquisito la Boston Dynamics, una start-up con sede nel Massachusetts che ha sviluppato alcuni robot più sofisticati del mondo, tra i quali BigDog e Atlas.

04/04/14

Google: Nest Protect sembra spegnersi con un semplice gesto della mano

Google: l'intelligente sensore di fumo di Nest Protect che sembra spegnersi con un semplice gesto della mano. La società di consulenza ai clienti di Nest, assicura che la funzionalità sarà disattivata al più presto, ipotizzando che possa risolversi con un aggiornamento wifi. L'intelligente sensore può monitorare fumo e monossido di carbonio e avvertire, tramite una applicazione, il cliente comunicando il tipo di problema.

Nest Labs, il produttore di termostati intelligenti che Google Inc ha acquisito per 3,2 miliardi dollari, è stata costretta a fermare le vendite del suo rilevatore di fumo. Gli utenti potrebbero potenzialmente disattivare il sensore involontariamente con un gesto della mano.
L'azienda ha messo in guardia gli utenti esistenti di disattivare la funzione di 'controllo gesto' mentre lavorava su una correzione. Nest co-fondatore e Chief Executive Tony Faddell ha detto che “la funzione dell'allarme 'Nest Wave', che permette all'utente di spegnere il dispositivo con un gesto della mano, potrebbe essere inavvertitamente attivato”. Faddell, uno dei creatori di Apple iPod, si è scusato nel suo blog, per un problema che è stato scoperto durante i recenti test di laboratorio. Ha aggiunto che nessun cliente si era lamentato finora. “Abbiamo ravvisato una combinazione di circostanze che ci hanno indotto a chiederci se “Nest wave” potrebbe ritardare l'allarme se ci fosse un vero incendio”, ha detto “Anche solo il sospetto che possa anche potenzialmente accadere è grave e estremamente importante per me affrontare immediatamente il problema”. Nest ha bloccato tutte le vendite dei suoi rivelatori di fumo per evitare che i clienti di acquistino un dispositivo che avrebbe bisogno di una software patch immediato. Nest deve il suo successo al suo primo termostato - dispositivo di metallo spazzolato con uno schermo convesso che visualizza la temperatura e cambia colore per abbinarsi al colore della parete ove viene installato. Google ha annunciatoche acquisire Nest è stato il secondo più grande affare, per espandersi in una più ampia gamma di dispositivi e portare una preziosa esperienza di progettazione hardware.
termostato
Rivelatore di fumo dal costo di 129$
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.