Il-Trafiletto
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30/10/14

Tecnologie digitali utilizzate in maniera critica | La questione della sicurezza online

Le recenti tecnologie digitali, negli ultimi 10 anni, hanno radicalmente cambiato aspetto alla nostra scuola, mettendo a disposizione dei docenti incredibili strumenti in grado di rivoluzionare i luoghi di apprendimento.


Sono tante le classi dei nostri istituti le cui moderne attrezzature informatiche (computer, LIM, tablet, etc) e l'avvento del web hanno dato il via a nuovi aspetti rivisitati della didattica, fornendo la possibilità agli insegnanti di provare nuovi legami moderni e dei linguaggi vicini alla realtà quotidiana degli alunni.

In un ambiente del genere, appare evidente che, la formazione degli insegnanti ricopre un importanza di assoluto rilievo. Dopo avere attraversato anni di reticenza abbastanza comprensibile, in cui le lavagne interattive multimediali venivano utilizzate mestamente colme fossero dei semplici strumenti di proiezione, pare che finalmente sia giunto il momento di tirare le prima somme di questo ambizioso investimento.

C'è da ammettere, nonostante tutto, che l’uso delle nuove tecnologie, con un riferimento particolare all'utilizzo di internet, mette i nostri alunni dinanzi a rischi potenziali che non devono essere presi sottogamba da insegnanti e genitori. Sarà obbligo degli adulti educare i giovani ad adottare un comportamento in rete morale e maturo, come ad esempio:
  • Valutare l’attendibilità dei siti e delle informazioni in essi contenute
  • Utilizzare password complesse per i propri account
  • Tutelare le informazioni personali
  • Proteggere il computer da virus e altri programmi dannosi
  • Non scaricare illegalmente materiale dalla rete
  • Non abusare di internet
In rete sono reperibili svariati attrezzi che ci proteggono aiutandoci a prevenire i pericoli di internet. Il Centroper la sicurezza online di Google, ad esempio, fornisce importanti suggerimenti per la sicurezza online. Nello specifico, vorrei porre alla vostra attenzione 2 ottimi strumenti che Google mette a disposizione di genitori ed insegnanti per conferire maggiore sicurezza alla navigazione in rete dei nostri figli e dei nostri alunni:
Sicurezza online
  1. la Funzione “SafeSearch” di Google, che permette di rimuovere dai risultati di ricerca siti che includono contenuti per adulti;
  2. la “Modalità di protezione di YouTube”, che consente di filtrare i contenuti in modo da impedire la visualizzazione di video soggetti a limiti di età.

15/04/14

In un liceo francese 475 studenti maschi alla prova del DNA per lo stupro di una loro compagna.

E’ successo alcuni mesi fa. Al liceo francese Fenelon-Notre Dame di La Rochelle, una studentessa è stata stuprata in un bagno. E adesso sono sospettati tutti, gli studenti e il personale di sesso maschile di tutta la scuola, 527 persone in tutto. Il Procuratore ha disposto che tutti e 475 studenti di sesso maschile, 31 docenti e 21 altri dipendenti dovranno sottoporsi al test del DNA per scoprire il colpevole o i colpevoli, dato che la ragazza non riuscì a identificare il suo aggressore, perché nel bagno al momento dello stupro non c'era la luce. Alcune tracce di dna maschile trovate sui suoi indumenti saranno confrontate con quelle prelevate. Da una prima verifica sul database nazionale, infatti, non è stato possibile risalire al colpevole. « L’episodio è avvenuto durante un giorno di scuola in un luogo delimitato», ha detto in un’intervista con i media francesi Chantal Devaux, direttrice della scuola. «La decisione di prelevare così tanti campioni è stata presa perché era l’unico modo per far fare progressi all’indagine», ha aggiunto. Al momento, sono già stati raccolti i campioni di saliva di 251 tra studenti e adulti dipendenti della scuola. C’è bisogno del consenso personale per prendere il campione, e di quello dei genitori, nel caso di un minore. I campioni di saliva saranno prelevati con un tampone e quelli che non corrispondono al Dna della vittima saranno distrutti. Il Procuratore ha annunciato inoltre che chiunque si rifiuterà di consegnare il campione di dna sarà considerato un potenziale sospetto. Questo ha sollevato critiche presso alcune organizzazioni per la tutela dei diritti umani.

29/11/13

La scuola digitale italiana sotto processo!

Il digitale sta prendendo possesso sempre di più della scuola italiana. A testimonianza di ciò, la premura con cui si sta dirigendosi verso i fondi messi a disposizione dal Miur per la banda larga oppure per l'acquisto dei tablet, oltre che gli investimenti di colossi della tecnologia, come Apple, Microsoft, Samsung, e dell'editoria, la cui squadra è formata dalle varie case editrici come Zanichelli, Rcs, Mondatori, Pearson e Giunti.
Ma a confermare quanto detto, lo dimostrano il sempre crescente numero di sperimentazioni che hanno origine dal basso, ovvero dalla classe dei docenti, riguardo le nuove metodologie didattiche che risulatano integrate con i new media e che stanno rivoluzionando alcuni aspetti fondamentali della didattica e del processo di apprendimento.
Sorge spontanea la domanda: ma quali sono i potenziali vantaggi e i dubbi che accompagnano questo mutamento?
Uso dei tablet in classe

Semplice, a mettere in risalto tale varietà di aspetti del digitale, sono proprio loro, i protagonisti della realtà scolastica, gli studenti e i docenti stessi che in queste ore si stanno incontrando a Bergamo per condurre un vero e proprio processo alla scuola digitale all'interno di Tablet School 2, un convegno organizzato dal Centro Studi ImparaDigitale e l’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo per condividere le esperienze e discutere della didattica con e senza le tecnologie, davanti a un pubblico di oltre 1.200 persone (sopratutto ragazzi).

Sul palco del Seminario Papa Giovanni XXIII questa mattina si sono “scontrati” trenta studenti, metà pro e metà contro l'uso dei tablet in classe e, in generale, la digitalizzazione della scuola. Se per alcuni gli strumenti digitali sono sinonimo di collaborazione, un modo per abbattere virtualmente le mura della classe e della scuola, per portare avanti progetti anche con istituti diversi, per altri significa rallentare lo svolgimento dei programmi, aumento delle distrazioni e spreco inutile di risorse.
Sono emersi soprattutto i problemi di infrastruttura: banda troppo stretta per far navigare tanti studenti contemporaneamente, programmi che crashano, app che non si aprono, pagine dei libri digitali che non si caricano.

Altre questione, invece, è se con questi strumenti i ragazzi possono davvero studiare e apprendere meglio di quanto non facciano ora.
Secondo Dianora Bardi creatrice del metodo ImparaDigitale in corso di sperimentazione nelle classi del Liceo Scientifico Lussana di Bergamo, il punto è ripensare completamente la didattica, trasformando il metodo di trasmissione verticale delle conoscenze (dal docente che spiega all'alunno che ascolta passivamente) in uno trasversale.
“Portare la tecnologia in una classe senza trasformare il metodo di insegnamento crea danni. Dobbiamo piuttosto lavorare sulle competenze, sulle abilità e sulle risorse del singolo, per renderlo più capace di affrontare in modo adeguato le relazioni nei diversi contesti di vita e di risolvere in modo più efficace i problemi”.

Per quanto riguarda l'efficacia dell'uso dei tablet in classe, attualmente è in corso una valutazione da parte dell'Università Bocconi di Milano, che sta confrontando per la prima volta il metodo di insegnamento messo a punto da ImparaDigitale (un campione di oltre 300 studenti) con quello tradizionale. Anche arrivare all'esame di maturità dopo aver passato un anno a creare il proprio percorso di studio attraverso un e-book non è penalizzante per Bardi. I docenti, però, devono essere preparati: “Il tablet è solo uno strumento, come la penna e il foglio. La tecnologia non è centrale, ma è un'occasione per rivoluzionare la didattica e avvicinarla alla quotidianità dei ragazzi”.
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