Il-Trafiletto
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13/04/18

CEO Zuora sicuro snobba Amazon

Fonte - CNBC - Il CEO di Zuora ha detto che gli investitori non sono così preoccupati per Amazon come si aspettava durante il roadshow aziendale: Lo stock è salito al 43% nel suo debutto al NYSE giovedì. 


Il fondatore e CEO di Zuora, Tien Tzuo, prende parte all'IPO della compagnia sul pavimento della Borsa di New York poco dopo la campana di apertura a New York, Stati Uniti, 12 aprile 2018.


Il CEO di Zuora, Tien Tzuo, ha affermato che nei mesi precedenti all'IPO della sua azienda di software, i suoi banchieri lo stavano preparando per un'ondata di domande su Amazon.

"Tutti chiederanno perché Amazon non può schiacciarti", ha detto Tzuo in un'intervista giovedì, riflettendo sui commenti che stava ricevendo dai suoi sottoscrittori alla fine dello scorso anno.

"Erano davvero preoccupati per questo nella preparazione."

A quanto pare, è appena arrivato il roadshow. Zuora, il cui software cloud aiuta le società con abbonamento a gestire le loro fatturazioni e le loro finanze, ha debuttato giovedì sul New York Stock Exchange con il simbolo ZUO.

Il titolo è salito del 43% a $ 20, dando all'azienda un valore di borsa superiore a $ 2 miliardi.

Zuora non è come Amazon o la sua divisione di cloud computing Amazon Web Services.

In effetti, Zuora è un cliente di AWS, dove ospita gran parte dei suoi dati e operazioni, e alcune parti di Amazon utilizzano persino la tecnologia di Zuora.

Ma c'è una crescente preoccupazione - o paranoia - in tutto il panorama tecnologico che Amazon sta andando a spostare su e giù per lo stack del software e ad assumere tutti.

A partire da dicembre 2017, metà del software aziendale o delle società cloud che avevano intenzione di diventare pubbliche nel 2018 aveva elencato Amazon o AWS come concorrenti.

25/09/15

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09/11/14

Kindle Unlimited: benvenuti in biblioteca

Sbarca in Italia Amazon con il suo servizio Kindle Unlimited. Già operativo in Usa, Germania, Spagna, e Regno Unito, la biblioteca online si paga con un abbonamento di 9,99 euro al mese e consente di saccheggiare gli scaffali.

In catalogo ci sono oltre 700 mila titoli, 15 mila dei quali in italiano: da classici come l'Idiota di Fiòdor Dastaièvskj, a tutta la saga di Harry Potter e la Pietra Filosofale di J.K. Rowling, House of Cards di Michael Dobbs e La mia Londra di Simonetta Agnello Hornby, oltre ad una selezione di fumetti in inglese e una selezione di manuali "for Dummies", una fornita bibblioteca online.

Per leggerli ovunque, non è indispensabile un e-reader kindle, basta uno smartphone, un tablet, un pc o un mac su cui girano le applicazioni di lettura Kindle gratuite."Siamo entusiasti di poter annunciare il lancio di Kindle Unlimited in Italia. D’ora in poi i clienti di Amazon.it potranno esplorare nuovi autori, libri e generi",afferma Jorrit Van der Meulen, Vice Presidente Kindle EU. "Kindle Unlimited offre ai nostri clienti un modo semplice e conveniente per scoprire migliaia di libri, incluse centinaia di novità, apprezzare gli autori in lingua originale e godersi incontri inaspettati con nuove storie e personaggi" . Per chi vuole solo farsi un'idea, è previsto un proprio periodo di prova gratuito di 30 giorni.
Kindle Unlimited
immagine presa dal web




08/11/14

Le librerie si organizzano contro Amazon

Amazon ha dato del filo da torcere a moltissime librerie, del resto si sa è un colosso nella distribuzione editoriale. Quindi concorrenza spudorata. Ma le librerie non ci stanno e si sono oragnizzate e poi, detto fra noi, se anche ordinare un libro online è comodo e veloce, nulla può sostituire il fascino dell'ambiente che una libreria crea e il profumo dei libri sugli scaffali.
Perciò prendiamo esempio dall'Inghilterra, dove, l'editore Penguin Random House ha lanciato la piattaforma My Indipendent Bookshop alla quale finora hanno aderito oltre 400 librerie. Ma di che si tratta? Beh potremmo dire che è per metà un social network, in cui si trovano consigli e recensioni di libri e uno store online. Ma allora dove sta la differenza? 



Una libreria
immagine presa dal web
Dal momento che la piattaforma collabora con il sito Hive, per ogni libro o ebook acquistato, si crea un profitto per la libreria che è stata scelta come la propria preferita. Così si compra online ma non si fanno chiudere le librerie vere. E poi se si vuole, il libro viene consegnato alla “nostra” libreria e lo si a prendere là. Per Amazon è una bella sfida. E anche in Francia il fenomeno si è diffuso, infatti c'è  Paris librairies, che è la più grande libreria del mondo con un milione e mezzo di titoli e 8500 metri quadri. Più di 500 i librai che hanno aderito. Oltre al sito, c’è anche l’app per Android, attraverso la quale cercare il libro, geolocalizzarlo in tutte le librerie che in quel momento lo hanno disponibile, prenotarlo e infine andarlo a prendere. A noi non resta che prendere esempio e fare altrettando.


01/08/14

iPhone 6 | L'attesa aumenta per l'arrivo del device | Potrebbe funzionare da borsellino elettronico

Aumenta l'attesa, sale l'eccitazione per l'arrivo del nuovo nato di casa Apple: iPhone 6! Tra la Apple e Visa ci sono stati seri contatti per approntare un sistema che possa fare funzionare il nuovo device da borsellino elettronico ed effettuare acquisti senza l'utilizzo di moneta contante o carta di credito. 

A fare da sequel a Google Wallet potrebbe essere la nuova probabile funzione sul futuro iPhone, che dovrebbe giungere in autunno, di borsellino elettronico, ovvero sia un sistema capace di mettere in memoria i dati identificativi finanziari dell'utente in una parte del sistema "sicura" dello smartphone, fornendo così maggiore possibilità di effettuare pagamenti da dispositivi mobili che in base alle stime del World Payments aumenteranno del 58% entro il 2014.
iPhone 6 potrebbe funzionare
come borsellino elettronico

A seconda delle indiscrezioni rese note dal sito The Information riportate dall'Ansa, Apple sarebbe in contatto con i principali istituti bancari e il colosso delle carte di credito Visa per dare il via al suo "e-wallet". L'innovazione che potrebbe essere introdotta nel nuovo iPhone 6 potrebbe utilizzare la tecnologia Nfc, molto usata nei pagamenti mobile e già supportata su molti smartphone in commercio, o le connessioni Wi-Fi e Bluetooth. Il sistema, oltretutto, potrebbe usufruire anche del tasto per la lettura di impronte digitali ("Touch Id"), già presente sull'attuale iPhone: servirebbe non soltanto a sbloccare il device senza usare la password ma anche a eseguire acquisti da iTunes senza l'utilizzo di codici. Non è escluso, sempre secondo The Informatiom, che l'iPhone 6 possa avere un ulteriore componente capace di memorizzare in maniera ancora più sicura tutte le informazioni sensibili collegate alle varie modalità di pagamento.

Se dovesse concludersi positivamente tale progetto, Apple potrebbe connettere il sistema di pagamento alle oltre 800 milioni di carte di credito già memorizzate su iTunes. Una cifra ben quattro volte superiore a quelle presenti nel database di un colosso dell'ecommerce come Amazon. La notizia della possibilità di gestire sull'iPhone un proprio borsellino elettronico non è nuova, già qualche mese addietro il Wall Street Journal aveva riferito dell'intenzione della società californiana di entrare in un settore dominato da Paypal e Google. Proprio Google è stata la prima in questo segmento, proponendo il servizio 'Wallet' già nel 2011. Fondato sempre sulla tecnologia Nfc, questo servizio permette negli Stati Uniti di effettuare acquisti sia online che nei negozi. Recentemente Google Wallet è andato ben oltre, introducendo due nuove funzionalità: la possibilità di effettuare richieste di denaro ai propri contatti ma anche la gestione delle Gift Card che permette di scannerizzare attraverso l'uso della fotocamera del proprio smartphone di tutte le tessere e i buoni omaggio in possesso per poi utilizzarli nei negozi fisici, via cellulare, senza doverli portare dietro. (Il Sole 24 Ore)


19/05/14

Il reader e il tablet | Amazon Kindle e Kindle Fire.

Amazon propone due prodotti dal nome simile ma del tutto diversi nella tecnologia e sopratutto nella destinazione d'uso: il Kindle e il Kindle Fire.

Il Kindle è un eBook Reader che pesa meno di 170 gr, per un costo di 79,00€. Geniale invenzione di Amazon, questo reader è un tablet solo di nome, dato che non condivide praticamente nulla se non condivide praticamente nulla se non la forma appiattita, ma serve esclusivamente per sfogliare e leggere i libri digitali.

Dovendo fare una cosa soltanto, Kindle la fa nel migliore dei modi e ci regala la migliore esperienza di lettura dopo la carta stessa. Lo schermo è senza riflessi, anche alla luce del sole i caratteri sono visibili e rifiniti in modo veramente convincente.
Amazon Kindle e Kindle Fire
(immagine dal web)

Il collegamento Wi-Fi integrato è perfetto per scaricare velocemente da un catalogo di oltre 15.000 titoli, il che vuol dire che andare in vacanza con un'intera libreria al seguito non è più un utopia. Per evitare di intaccare quello che è un accessorio sostanzialmente perfetto, Amazon ha scelto di introdurre la multimedialità su un dispositivo separato: il Kindle Fire.

Questo è un tablet tradizionale vero e proprio con un sistema operativo Android personalizzato per usufruire in modo completo ed esclusivo dei prodotti di Amazon, dai libri alla musica, dai film alla app.
Lo schermo HD da 7 pollici è ben definito e pur non potendo contare sui mezzi dei tablet concorrenti, il Kindle Fire HD è l'ideale per chi volesse utilizzare un tablet sopratutto per leggere libri o guardare film.
Il prezzo inoltre, è davvero interessante: 199,00€ per il modello con 16GB di memoria. (computeridea)

22/01/14

Nuova frontiera per Microsoft: ascensore intelligente

Pensate ad un ascensore che che possa condurvi al piano desiderato senza bisogno  di spingere alcun pulsante, poi pensate ad un colosso della tecnologia e otterrete un ensamble esclusivo. Stiamo parlando di Microsoft e delle ricerche in merito all'intelligenza artificiale. Peter Lee, capo di Microsoft Research, ha sottolineato che le applicazioni dei sistemi di intelligenza artificiale spaziano dall’assistente virtuale all’ascensore ‘smart’.
L'ascensore intelligente
Quest’ultimo consiste in un ascensore che ha ‘osservato’ per tre mesi le azioni dei suoi utilizzatori (i dipendenti di un ufficio), grazie all’ausilio di sensori ma senza alcun software di riconoscimento facciale. In questo periodo di tempo la sua ‘intelligenza artificiale’ ha ”imparato” i comportamenti delle persone e ha cominciato a capirne le intenzioni. La fase di apprendimento e’ stata poi interrotta e il sistema e’ stato in grado di controllare l’ascensore e comportarsi di conseguenza alle abitudini di chi lo utilizzava. Solo qualche giorno fa il Wall Street Journal ha riportato la notizia di un brevetto ottenuto da Amazon, gigante dell’e-commerce, per la ”consegna preventiva”: in pratica per spedire pacchi prima ancora che i clienti abbiano cliccato su ”Compra”. Un metodo che si basa sui precedenti ordini dei clienti, sulle ricerche sul suo portale, sulle ‘liste desideri’, sugli articoli salvati nel ‘carrello’ virtuale e perfino su quanto tempo il cursore dell’utente indugia su un prodotto.

26/11/13

Dipendenti Amazon trattati come fossero "robot"! La Bbc attacca duramente il colosso dell' e-commerce!

Si intravede tra un alluvione ed una tempesta di vento, il Natale spuntare all'orizzonte, così come migliaia di consumatori europei che come ormai capita da tempo, avranno, oppure staranno già ordinato online il regalo per i rispettivi coniugi, figli, figliastri e amici! Risultato, nei magazzini di Amazon è scattato il periodo di allerta massimo per le consegne. Bene, dira qualcuno, in tempi di crisi che si parli pure di lavoro, consegne, regali etc etc etc saremo dunque tutti contenti? Ma certo che... No!
Perchè ad affliggere l'azienda di Seattle condotta da Jeff Bezos sono venute fuori nelle ultime ore situazioni che riguardano strettamente il portafoglio e più di tutto la salute dei suoi dipendenti. Indovinate in quali Nazioni Europee? Germania e Regno Unito!
La questione che riguarda il rinnovo del contratto.
Centinaia di lavoratori tedeschi del colosso dell'e-commerce, impiegati presso i centri di distribuzione a Bad Hersfeld e Lipsia, sono infatti in sciopero e dal sindacato Ver.di è arrivato un avvertimento esplicito: "non sarà la prima volta che i dipendenti incroceranno le braccia prima di Natale se non saranno aumentati i salari". La richiesta avanzata ad Amazon è altrettato chiara, e riguarda l'equiparazione del contratto a quello dei lavoratori occupati nell'area delle vendite.
Dipendenti Amazon come robot
La società nordamericana, scrivono le agenzie, ha subito accettato di pagare i bonus di Natale, ma a quanto pare la concessione non è stata ritenuta sufficiente dalle parti sindacali (Ver.di rappresenta nel complesso oltre 5mila lavoratori fra il centro di Lipsia e quello di Bad Hersfeld) per chiudere la vicenda.

L'azienda, da parte propria, non sembra disposta ad ulteriori provvedimenti, convinta del fatto che i dipendenti in attività presso i suoi magazzini siano già pagati con il massimo della paga prevista dal contratto di settore.

Spedizionieri come fossero robot.
Ancora più problematica, per molti versi, la situazione scoppiata in mano ad Amazon in terra britannica. Il personale addetto allo smistamento di libri, Dvd, giocattoli e tutti gli altri prodotti dell'immenso catalogo del retailer americano sarebbe infatti a rischio di "problemi mentali e fisici" per l'eccessivo carico di stress a cui è sottoposto. Lo dice, con estrema dovizia di particolari, un'inchiesta condotta dalla Bbc , che ha infiltrato un suo giornalista (Adam Littler) fra le file degli addetti alle spedizioni.

Detto che Amazon arriva ad impiegare complessivamente fino a oltre 20mila persone nei suoi centri logistici nel periodo di massima punta qual è quello di Natale, nei centri inglesi e in particolare in quello di Swansea (in Galles) dove ha preso lavoro per sette settimane il giovane reporter i magazzinieri sono chiamati a prestazioni da super atleta: 11 miglia (oltre 15 chilometri) da percorrere a piedi nel corso del proprio turno di lavoro all'interno del gigantesco deposito da 75mila metri quadrati per trovare gli oggetti da inviare ai clienti, gestendo ogni singolo ordine in un tempo medio di 33 secondi.
 Il tutto sotto il controllo costante di uno scanner che guida gli addetti (2mila quelli impiegati in questo periodo) al "pick up" degli articoli a scaffale e ne registra tutta l'attività inviando apposita reportistica ai diretti responsabili. "Siamo macchine, siamo robot", queste le parole usate dall'inviato della Bbc per descrivere lo stato di alienazione a cui i dipendenti, a suo dire, sono sottoposti. A condizioni economiche, oltretutto, non particolarmente entusiasmanti: 8,25 sterline l'ora per il turno notturno (esteso fino a 10 ore e mezza) e 6,50 sterline per quello diurno.
La difesa di Amazon.
La denuncia della Bbc ha avuto estremo risalto nel Regno Unito anche grazie al parere di uno dei maggiori esperti britannici in materia di stress sul posto di lavoro, Michael Marmot, secondo cui "le caratteristiche di questo lavoro evidenziano un rischio di malattie mentali o di natura fisica". La difesa di Amazon, che nel Regno Unito ha investito circa un miliardo di sterline e creato circa 5mila posti di lavoro permanenti, è stata lapidaria: "la salute dei lavoratori è la nostra priorità numero uno", così recita lo statement ufficiale, "aderiamo a tutte le normative materia di lavoro e le ispezioni condotte nelle nostre sedi non hanno dato alcun riscontro negativo".

Gli standard prestazionali raggiunti dalla forza lavoro, fanno notare ancora dall'azienda nordamericana, sono alla base degli obiettivi di produttività cui sono chiamati i dipendenti assunti part time per affrontare il picco delle spedizioni natalizie. Direttamente contattati dal Sole24ore.com, i portavoce di Amazon Uk hanno di fatto respinto tutte le osservazioni mosse dalla Bbc, rifiutando "con forza l'accusa che l'azienda sfrutta i suoi dipendenti in alcun modo".

Sulla questione salari ci viene detto che a stipendi competitivi si aggiungono benefit in grado di far aumentare in media del 12 %, negli ultimi cinque anni, la paga base annuale. E precisato come un dipendente con due anni di servizio (non è quindi il caso dei lavoratori stagionaliù) guadagna 8,98 sterline all'ora per i turni di giorno e 10,78 sterline per un turno di notte (all'indirizzo www.amazon.co.uk /fcpractices c'è il dettaglio).

Quanto al rischio di malattie fisiche e mentali, Amazon ha pagato un esperto indipendente che ha visitato edifici e collaboratori e considerato simile ad altri ambiente lavorativi e non nocivo il sistema di raccolta delle informazioni delle attività degli addetti. E a supporto di tale tesi i portavoce hanno messo l'accento sul "tasso di sicurezza molto favorevole rispetto alle aziende dello stesso settore". Da aprile 2012 a novembre 2013, l'indice Riddor (Reporting of Injuries, Diseases and Dangerous Occurrences Regulations, parametro definite dalla UK Health and Safety Executive) è stato inferiore dell 40% rispetto alla media delle imprese appartenenti alla stessa industria.

11/11/13

Un pò per volta sta per fare la sua apparizione l'aeroporto che sarà!

Un pò per volta sta per fare la sua apparizione l'aeroporto che sarà!
L'aeroporto che sarà sta alle porte della nostra società, un pò per volta stà per prendere possesso nella nostra realtà. La metamorfosi delle tecnologie, cambia del tutto il modo in cui è pensato e progettato uno scalo aereo che deve fare fronte a milioni di passeggeri ogni anno: social media, tecnologie per la mobilità, nuovi strumenti per il riconoscimento biometrico, big data e cloud computing sono le nuove chiavi di volta.
«Gli aeroporti stanno cambiando grazie alle nuove tecnologie», afferma Dave Bakker, presidente di Sita Europa, la cooperativa multinazionale per i servizio Ict, realizzata nel lontano 1949 e di proprietà di ben 450 tra compagnie aeree e aeroporti. La fase di sperimentazione è già in atto ed è disponibile ai passeggeri.

I punti fondamentali della trasformazione, narra Sita, sono 4:
I passeggeri in aeroporto avranno tutte le informazioni sempre aggiornate a portata di smartphone; le compagnie aeree conosceranno l'esatta posizione dei passeggeri nell'aeroporto
La sicurezza aumenterà e i tempi di attesa per i controlli diminuiranno grazie alla business intelligence L'uso della "intranet dell'aria", un sistema informativo che metta in rete i protagonisti del trasporto aereo, accelererà la comunicazione e permetterà un coordinamento tra aeroporti e tra questi e le compagnie aeree tale da diminuire di molto i tempi di gestione a terra.
Aeroporto in App

«I nuovi scenari sono molto interessanti», dice Bakker. In tutti i settori. Agli aggregatori tradizionali di passeggeri come Travelport, Sabre e Amadeus adesso si stanno aggiungendo Google e Amazon, in prospettiva anche piccole startup innovative. La tendenza sono le applicazioni. L'opinione di Mildred Trögeler, avvocatessa e membro della Aea, Association of European Airlines, le compagnie stanno sempre più investendo sul canale della mobilità. Da una ricerca Sita appare che il 58% dei passeggeri acquista i biglietti su internet (era il 18% nel 2010), il 61% fa check-in remoto (era il 28%), il 73% vuole la connessione in volo per le email, il 63% vorrebbe anche telefonare.

La predisposizione ad usare le nuove tecnologie c'è! Le sperimentazioni sono in corso. Dai sistemi di orientamento negli aeroporti tramite applicazioni di realtà aumentata che consentono ai passeggeri di "vedere" tramite l'occhio del telefonino dove andare (questa idea è in sperimentazione all'aeroporto di Copenhagen) ai sistemi per la gestione dei flussi dei passeggeri basati su Nfc del telefonino: lo scalo di Tolosa utilizza questo sistema per "capire" quanti passeggeri sono in coda a un varco, mentre l'aeroporto di Miami utilizza gli Nfc sia per il check-in self-service che per il controllo di identità al varco di accesso. Agli Nfc adesso si sta unendo anche il Bluetooth a basso consumo. Poi, gli occhiali di Google vengono usati per l'assistenza ai passeggeri senza le code: il personale gira, legge il biglietto con Google glass, "vede" le informazioni e aiuta il passeggero senza bisogno di un Pc o una postazione fissa.
L'aeroporto di Dublino invece sperimenta tecniche avanzate di biometria come il riconoscimento dell'iride: i passeggeri superano i controlli in 7,5 secondi. A Vienna invece è in sperimentazione un sistema di gestione totalmente digitale e "fai da te" dei bagagli: si fa check in da casa, sul telefonino o al chiosco; si etichetta il bagagli al chiosco e lo si consegna (self baggage drop) senza passare dagli operatori. La gestione è dematerializzata: codici via email tracciano il bagaglio anche se smarrito. Zurigo, Melbourne e Brisbane sperimentano la stessa tecnologia con un numero crescente di compagnie: da Lufthansa a Swiss, da Austrian a Lot. I tempi calano e la soddisfazione aumenta.
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