Il-Trafiletto
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28/06/14

A prova di caduta | Dispositivi elettronici resistenti

Apple pensa
ad un'anticaduta
Quanto può essere frustrante far cadere a terra uno smartphone o un computer portatile ancora nuovi, mandandoli in pezzi dopo avere sborsato diverse centinaia di euro per acquistarli?

Niente paura: Apple ha ideato un sistema per rallentare la caduta del dispositivo, proteggendone le parti più vulnerabili, come lo schermo. Sensori simili ad accelerometri rilevano un iPhone o un MacBook "in caduta libera" e allertano un processore che attiva misure preventive. Apple sta pensando a diverse tecniche di limitazione dei danni: per esempio, gas sotto pressione per il percorso, perchè l'inevitabile impatto avvenga su un bordo.

Oppure, espulsione di una superficie aerodinamica per ridurre la velocità dell'oggetto e, ancora, ritrazione dei tasti per proteggerli dal colpo. Il dispositivo, poi, potrebbe anche comportarsi come una scatola nera, registrando dati sulle cadute per aiutare i progettisti e realizzare gadget più robusti in futuro.(science)



04/06/14

Google Car | Con Google si viaggia senza pilota!

A Mountain View hanno preso a viaggiare senza pilota! Altro passo in avanti, compiuto da Google nella sfida lanciata nell'ottobre del 2010, quando decisero di mettersi alla prova con la sfida di realizzare un'auto che si potesse guidare da sola. 

Il progetto della Google self driving car ha recentemente compiuto un'enorme ed importante passo in avanti, con alcuni aggiornamenti, riguardo la capacità della propria vettura di muoversi autonomamente nel traffico cittadino, intercettando i movimenti di pedoni e ciclisti agli incroci, ed ora la compagnia rende noto che sta realizzando dei nuovi prototipi "per cercare di comprendere come dovrebbero essere dei veicoli che si guidano completamente da soli".

Sono veicoli, che a differenza delle autonomous car viste finora, avranno la possibilità di muoversi senza la necessità di nessuna presenza umana e non avranno un volante, nè il pedale dell'acceleratore o del freno. Ad avere il controllo dell'auto ci penseranno software e sensori. Premendo semplicemente un tasto (il pulsante di avvio, cui fa pendant quello di arresto) verremo condotti dove si desidera, facendo riferimento all'itinerario del percorso su un apposito schermo. 
Google Car
(immagine dal web)

Google fa riferimento ad un passo avanti importante verso il miglioramento della sicurezza stradale e la trasformazione della mobilità per milioni di persone. Per quanto riguarda il primo punto, il passo in avanti compiuto dagli ingegneri di Google è stato quello di equipaggiare i nuovi prototipi di sensori capaci di eliminare i punti ciechi e di intercettare oggetti in tutte le direzioni, ad una distanza superiore ai 200 metri e in condizioni di strade particolarmente trafficate con parecchi incroci. Anche la velocità, ridotta a 25 miglia orarie (circa 40km/h) va nella direzione della maggiore sicurezza.

Ma come sono fatte all'interno le nuove Google Car? Certamente non sono vetture di lusso, e quindi il loro equipaggiamento a livello di comfort è ridotto al minimo sindacale. Comunque sia saranno in grado di ospitare due passeggeri con uno spazio per gli oggetti personali. Lo scopo della società californiana, si legge ancora nel post pubblicato sul blog ufficiale, è quella di costruire un centinaio di prototipi e, nel corso dell'estate, iniziare a testare le versioni iniziali (munite di controlli manuali) di questi veicoli. Se non ci saranno imprevisti particolari, nell'arco dei prossimi due anni scatterà un piccolo programma pilota in California. Il primo passo, confidano in Google, per portare questa tecnologia nel mondo.(ilsole24ore)

09/04/14

Eppur...cammina | La Boston Dynamics realizza un'applicazione per far camminare su due zampe il suo robot Atlas!

Eppur...cammina! La Boston Dynamics è stata in grado di realizzare tra le tante idee che circolavano nei meandri delle sale di progettazione, un'applicazione capace di fare camminare e non solo il suo robot Atlas.

Atlas è un robot con due zampe, capace di compiere innumerevoli movimenti simili a quelli che compiono gli esseri umani, incluso camminare su superfici sconnesse ed effettuare molteplici esercizi ginnici. Non pare essere nulla di che, dopo quello che fin'ora abbiamo visto nei post precedenti, ma quello che lo distingue da macchine come Asimo e QRIO è il semplice fatto che Atlas non ha alcun bisogno di "conoscere" anticipatamente l'ambiente per pianificare movimenti prefissati.

E' invece in grado di percepirlo man mano che si muove, usando congiuntamente una coppia di telecamere e un LIDAR, l'equivalente laser del radar. Inoltre i suoi movimenti sono dinamici, cioè riesce a rispondere alle modifiche nell'ambiente. Visto inoltre che si muove in un modo dinamico, contantemente sotto l'ipotesi di essere sbilanciato e regolando conseguentemente i suoi attuatori, è in grado di compensare rimanendo in piedi perfino se viene urtato a metà di un passo, per quanto proviamo a sbilanciarlo.
Robot Atlas

In termini di evoluzione dei robot è un passo gigantesco, probabilmente addirittura corrispondente a quando i primi ominidi passarono dall'andatura quadrupede a quella bipede. Raibert si mostra modesto a proposito dei suoi risultati: "Non faccio distinzioni tra due e quattro zampe", afferma.
"Quasi tutti i problemi sono fondamentalmente analoghi e lo stesso vale per quasi tutte le soluzioni, almeno quelle veramente efficaci". Secondo Raibert non serve altro, che mettere insieme potenza di calcolo, sensori, un sofisticato sistema meccanico e una chiara comprensione degli aspetti fisici del problema.

Tuttavia aggiunge che il robot non è ancora perfetto: "Atlas è in grado di camminare in certe situazioni e mostra numerosi risultati promettenti. Ma se  paragoniamo le sue capacità a quelle di un essere umano sano, esiste ancora un largo mrgine di miglioramenti". La NASA è rimasta cosi colpita da Atlas che ne ha acquistato uno per usarlo come punto di partenza del proprio concorrente alle prove DARPA. Il loro robot, di nome Valkyrie, è composto da un esoscheletro di Atlas rivestito di un elegante involucro esterno protettivo bianco. Il risultato è stato imbarazzante per la NASA: Valkyrie non ha dato buona prova di se ed è arrivato penultimo. Prossimamente vedremo come questi robot si destreggeranno con mani e braccia

08/04/14

Via di corsa | Robot...come corrono su due zampe!

Via di corsa: robot...come corrono su due piedi! Riconoscendo la difficoltà del problema, una decina d'anni fa potenti aziende del settore tecnologico come Honda e Sony, hanno raccolto il "guanto" di sfida e hanno sviluppato determinati robot a due gambe, tra cui Asimo (che abbiamo già avuto modo di osservare nei post precedenti) e QRIO (si pronuncia "curio").

L'obiettivo di questi prototipi, per i quali sono stati spesi milioni di dollari, era di mettere in mostra la capacità tecnologica dei loro creatori, raggiungendo l'agognata meta e di fatto trovando la soluzione al problema della loro locomozione su due gambe. In una certa misura possimo affermare che hanno avuto successo, in quanto che hanno avuto l'abilità di creare robot in grado di salire e scendere le scale, percorrere superfici instabili, correre, ballare e perfino praticare il tai chi.

Nonostante tutto però, per quanto queste dimostrazioni siano sbalorditive, vanno prese con una certa quanto dovuta riserva. Questi robot erano fondamentalmente progettati per restare sempre stabili, il che voleva dire che se venivano fermati in qualsiasi instante, teoricamente dovevano rimanere in piedi. A questo fine sia Asimo che il suo coetaneo QRIO erano progettati per camminare in posizione rannicchiata, ovvero sia con le ginocchia piegate, per mantenere basso il loro baricentro, il che conferiva loro un aspetto bizzarro. Ma di recente sono giunte nuove fonti di ispirazione con un approccio più vicino a quello biologico!
Cheetah della Boston Dynamics

Gruppi di ricerca e aziende come la Boston Dynamics hanno fatto ottimi progressi nell'emulare la maniera dinamica con cui si muovono gli animali. Gli esseri umani, per esempio si trovano raramente in una posizione verticale davvero stabile, perfino quando stanno fermi in piedi: quasi del continuo ci si muove leggermente per mantenerci in posizione eretta, per non parlare di quando camminiamo oppure corriamo, ci si ritrova quasi costantemente nella condizione di cadere in avanti e riprenderci subito dopo.
In parte ciò si può riprodurre introducendo innumerevoli sensori per consentire a un robot di applicare le correzioni e gli spostamenti necessari in tempo reale.

Ma la Boston Dynamics ha scoperto altri vantaggi derivanti da un'osservazione attenta del modo dinamico in cui si muovono gli esseri viventi. Nel 2012 il suo robot quadrupede Cheetah ha tenuto fede al proprio nome che vuol dire "ghepardo", stabilendo il primato mondiale di velocità per un robot munito di zampe. Correndo a una velocità di 28 km/h, stabilito nel 1989. Questo è stato reso possibile grazie alla collaborazione con esperti alfine di indentificare le caratteristiche che consentono ai veri ghepardi di raggiungere velocità elevate in particolare grazie a una spina dorsale flessibile che permette all'animale di aumentare la falcata senza bisogno di zampe più lunghe.

26/03/14

È questo l'uomo più cippato e monitorato sul pianeta?

L'uomo ha cablato su di sè fino a 700 sensori per catturare ogni singolo dettaglio della sua esistenza Chris Dancy da Denver utilizza una serie di sensori, dispositivi, servizi e applicazioni per avere dati in tempo reale sul suo corpo. Ma cosa vuol dire avere una vita connessa? 

Significa che lui sa meglio di chiunque altro tutto quello che succede al suo corpo questo gli ha anche permesso di perdere 45kg Registra tutto ciò che mangia e beve, quando dorme, quando legge o scrive e-mail, dove prende le foto e anche l'attività dei suoi cani Già possedere uno smartphone per utilizzare i social media e scaricarsi app, per alcune persone, può essere motivo di un mal di testa da “progressi tecnologici” Ma esiste un uomo che non ha di questi problemi, anzi proprio il contrario. Lui ha abbracciato la tecnologia e la ama così tanto da utilizzare 700 sistemi contemporaneamente per controllare il suo corpo in gni sua mossa e l'umore.

Chris Dancy, che ha accettato di essere “l'umano più monitorato” al mondo, utilizza una serie di sensori, dispositivi, servizi e applicazioni per raccogliere dati in tempo reale sul suo corpo e sull'ambiente che lo circonda. Tenendo traccia di quanto si muove e mangia, gli ha permesso di calare 45 kg.
Chris Dancy, l'uomo più cippato al mondo
Chris Dancy 45 da Denver, ha detto: 'Quando tocco qualcosa, cerco di fare in modo che sia un qualcosa dal quale possa ottenere informazioni e cerco di visualizzarlo e condividerlo con le persone che desiderano. “Ora so cosa bere, cosa mangiare, quando dormire e quando alzarmi. Cose molto semplici come queste mi fanno vivere bene”. Il nostro corpo e la nostra mente sono il più grande sistema informatico dell'umanità e il comprenderlo lo rende manipolabile, proprio come noi hack facciamo con un sistema operativo.
Mr Dancy ha una pletora di tecnologie indossabili sulla sua persona che elabora dati ogni secondo, compreso un smartwatch Pebble, Google Glass, un bracciale BodyMedia e un monitor blu per la frequenza cardiaca. E' anche collegato alla propria casa con numerosi sensori, con i quali organizza e comanda il sistema di illuminazione tramite uno smartphone, e un coprimaterasso Beddit, che raccoglie i dati sul suo sonno. Il tecnofilio tiene anche traccia dei progressi dei suoi due cani araccogliendo dati sulle loro attività quotidiane attraverso il sistema GPS con un microcip indossato dall'animale domestico. Spiegando come egli ha adottato il suo stile di vita futurista, ha detto: 'Ho capito che stavo mettendo un sacco di informazioni online e se uno di questi servizi fosse andato fuori mercato, avrei perso un sacco di informazioni pertinenti, almeno per me in quel momento. 'E' davvero iniziato con il desiderio di raccogliere digitalmente quello che stavo creando. Ho appena trascorso gli ultimi cinque anni aggiungendo 2-3 sistemi a settimana'.
Mr Dancy raccoglie e utilizza i dati a suo vantaggio e tenendo traccia delle sue abitudini alimentari e fitness e ne ha ricavato un enorme vantaggio per la sua salute, tra cui la perdita di peso. Mr Dancy è sorpreso perchè non è emulato da altri: 'Un sacco di persone mi dicono che vogliono fare come me o che stanno lavorando su se stessi, ma sono trascorsi due anni e mezzo da che ho iniziano l'apprendimento su di me e nessuno ha davvero fatto qualcosa di serio. Non so cosa aspettino, è molto facile da fare. 'O non capiscono il valore delle informazioni o è qualcosa di difficile rompere i loro schemi', ha detto.
Chris è ormai diventato un ricercato individuo sia per le grandi aziende e start-up che sperano che possa aiutarli a sviluppare prodotti più intelligenti. 'Ho avuto aziende produttrici di bevande che mi chiedavano di fare tazze intelligenti, aziende di abbigliamento sportivo per fare biancheria intima in grado di monitorare il sistema cardiocircolatorio.' 'Io non voglio diventare famoso ma quasi ogni giorno mi contatta una grande azienda e un sacco di start-up. Io do loro consigli e passerò il mio tempo creando quello che penso siano buone soluzioni per loro'. Mr Dancy crede che la gente userà più tecnologia in tutta la casa prima di adottare gadget indossabili: 'Penso che la tecnologia indossabile sarà limitata al mercato della salute per i prossimi due anni. 'Non si tratta di un frigorifero che sa se hai dimenticato fuori di burro, nemmeno di un sistema di illuminazione che ti dice di prendere un ombrello, che sta per piovere fra un'ora, semplicemente lampeggiando una luce blu vicino la porta d'ingresso. Nessuno ha bisogno di qualcosa da leggere tantomeno test che parlano di te, hanno solo bisogno di sottili richiami'. Nel suo video, il sig Dancy pronunciando il discorso finale dice: 'La "rete interna" - l'informazione che viene da dentro di voi - è il futuro'.

25/02/14

Un'applicazione smartphone e ricorderemo i sogni

Quante volte ci svegliamo con le vaghe reminescenze di un sogno ma non lo ricordiamo? Oppure non ricordiamo affatto i sogni notturni? Eppure sogniamo tutte le notti, il nostro cervello rielabora continuamente ciò che ci è accaduto, facendo affiorare il nostro inconscio e subconscio
Aurora

Siete stanchi di rimuginare su ciò che avete sognato? Ora si può ovviare a questo inconveniente, chiedendo aiuto alla tecnologia. Si può infatti controllare ciò che si è sognato usando un semplice dispositivo elettronico. Si chiama "Aurora", ed è prodotto da una ditta americana, la iWinks, che sta ora raccogliendo i fondi per la produzione di serie, in quanto per ora sono stati realizzati solamente i primi prototipi. Aurora è formato da una fascia indossabile sulla fronte con dei sensori, e di una app che la collega allo smartphone. Il dispositivo non pre-imposta il sogno da fare, bensì favorisce un sogno lucido, dove il dormiente è consapevole di stare sognando e trasformarlo a piacimento. Per raggiungere l'obiettivo, si dovrà analizzare i movimenti del soggetto per poter identificare la fase R.E.M., cioè lo specifico momento in cui si sogna. Grazie ad alcuni stimoli audio-visivi, sufficienti per essere incorporati nel sogno, si individua la specifica fase, anche individuando il movimento del corpo e degli occhi.
Inizierà l'era della consapevolezza?

22/01/14

Nuova frontiera per Microsoft: ascensore intelligente

Pensate ad un ascensore che che possa condurvi al piano desiderato senza bisogno  di spingere alcun pulsante, poi pensate ad un colosso della tecnologia e otterrete un ensamble esclusivo. Stiamo parlando di Microsoft e delle ricerche in merito all'intelligenza artificiale. Peter Lee, capo di Microsoft Research, ha sottolineato che le applicazioni dei sistemi di intelligenza artificiale spaziano dall’assistente virtuale all’ascensore ‘smart’.
L'ascensore intelligente
Quest’ultimo consiste in un ascensore che ha ‘osservato’ per tre mesi le azioni dei suoi utilizzatori (i dipendenti di un ufficio), grazie all’ausilio di sensori ma senza alcun software di riconoscimento facciale. In questo periodo di tempo la sua ‘intelligenza artificiale’ ha ”imparato” i comportamenti delle persone e ha cominciato a capirne le intenzioni. La fase di apprendimento e’ stata poi interrotta e il sistema e’ stato in grado di controllare l’ascensore e comportarsi di conseguenza alle abitudini di chi lo utilizzava. Solo qualche giorno fa il Wall Street Journal ha riportato la notizia di un brevetto ottenuto da Amazon, gigante dell’e-commerce, per la ”consegna preventiva”: in pratica per spedire pacchi prima ancora che i clienti abbiano cliccato su ”Compra”. Un metodo che si basa sui precedenti ordini dei clienti, sulle ricerche sul suo portale, sulle ‘liste desideri’, sugli articoli salvati nel ‘carrello’ virtuale e perfino su quanto tempo il cursore dell’utente indugia su un prodotto.

05/12/13

Vivere sulla Luna? Magari…la verdura già c’è il resto lo portate voi!

Vivere sulla Luna? Magari…la verdura già c’è il resto lo portate voi! Se mai un domani l’umano essere dovesse prendere la decisione, di fare i bagagli e traslocare in una residenza Lunare, quanto meno avranno belle e pronte delle erbette per insaporire i pasti che si porteranno dietro. Almeno, pare che questo sarà possibile se l’esito dell'esperimento in programma per il 2015 dalla Nasa dovesse andare a buon fine: l'agenzia spaziale USA, in collaborazione con l'équipe del Lunar Plant Growth Habitat, infatti, ha tutta l’intenzione di piantare e coltivare sul suolo lunare, tutta una una serie di contenitori delle dimensioni di un barattolo da caffè, contenenti semi, ma anche fotocamere e sensori per tenerne sotto controllo lo sviluppo e la crescita.
Rape, basilico e arabetta (arabidopsis, già molto usata nelle ricerche scientifiche) sono le piante preferite dai ricercatori per eseguire l’esperimento: la crescita avverrà in un habitat autosufficiente, un contenitore del peso di circa 1kg, che sarà trasportato sulla Luna da un veicolo spaziale. Per ridurre i tempi della missione, stavolta la Nasa ha volto la sua attenzione ad un sistema di viaggio non del tutto convenzionale.
Verdure sul suolo lunare

“Come possiamo mandare le piante sulla Luna il prima possibile?”, svelano di essersi chiesti all'agenzia spaziale americana. Presto fatto,“Con l’autostop! Grazie a Google, infatti, possiamo fare riferimento ad uno dei futuri viaggi sulla Luna che verranno realizzati dalle compagnie in competizione nel Google Lunar X-Prize”.
 
Si tratta del concorso, organizzato e finanziato dal colosso di Montain View con scadenza il 31 dicembre 2015, offre infatti un premio in denaro all'azienda che riuscirà ad atterrare in modo sicuro sulla Luna, viaggiare 500 metri sopra o sotto la superficie del satellite e inviare alla Terra due campioni di suolo. Premi bonus si potranno ottenere esaminando reperti, sopravvivendo alla fredda notte lunare e completando missioni secondarie sulla Terra o nello Spazio.

Una volta sulla Luna, i semi trasportati saranno irrigati di acqua e avranno a disposizione abbastanza aria per garantire almeno cinque giorni di crescita alle piantine. Lo sviluppo sarà monitorato per circa dieci giorni e confrontato con i dati ottenuti sulla Terra, tramite fotografie scattate a intervalli regolari. Secondo la Nasa, grazie questo esperimento la comunità scientifica otterrà più conoscenze sulle piante e maggiori informazioni sulle possibilità di vita sul nostro satellite: “Gli esseri umani possono vivere e lavorare sulla Luna? Non solo per una vacanza di pochi giorni, ma rimanere per decenni? Il primo passo per trovare una risposta è inviare piante, sensibili quanto gli esseri umani – se non di più – alle condizioni ambientali. I vegetali, per esempio, contengono materiale genetico che può essere danneggiato dalle radiazioni quanto quello degli umani”.


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