13/08/14

Un navigatore dentro casa?

La moltitudine degli utilizzatori di smartphone si è abituata a sapere esattamente dove si trova in ogni momento. 

Uno degli ultimi ambiti rimasti fuori dalle cartine è lo spazio sotto il nostro tetto, ma cambierà anche questo. Varie società lavorano a servizi di localizzazione che seguiranno i nostri movimenti in casa e tracceranno addirittura la mappa dell'interno delle nostre abitazioni. Questi nuovi sistemi non si basano sul GPS, e non è neppure probabile che venga lanciata una nuova generazione di satelliti superpotenti.

Useranno invece in modi nuovi tecnologie già comprese nei nostri gadget. Per esempio WiFiSlam - comprato di recente dalla Apple - si basa sull'identificazione dei punti wifi per ottenere la precisione vantata di 2,5 metri. Misura la potenza del segnale wifi rilevato dal telefonino per stimare la nostra distanza dal router e tiene d'occhio i dati degli accelerometri e dei giroscopi del telefono per avere un'idea dei nostri movimenti. Unendo i due insiemi di dati, WiFiSlam determina con precisione la nostra posizione all'interno di un edificio. Con una quantità sufficiente di dati analoghi da centinaia di telefoni, può creare mappe di ambienti interni: non solo centri commerciali e uffici ma anche, in teoria, la nostra stessa abitazione. Ci sono anche altri metodi. Attualmente alcuni centri commerciali stanno utilizzando speciali nodi bluetooth per aiutare i clienti a orientarsi negli ambienti affollati. E quasi trent'anni fa l'Olivetti Research Centre di Cambridge fece qualcosa di simile con i suoi "badge attivi", usando sensori di infrarossi nelle stanze per seguire la posizione di chi portava i badge.
Un navigatore in casa?

Ovviamente sapere dove ci troviamo è utile solo se abbiamo delle ottime mappe, e naturalmente Google, Microsoft e Nokia stanno costruendo le loro mappe di interni e immagini in stile Street View di luoghi pubblici. lo personalmente non vedo l'ora. Un tempo lavoravo in un edificio della BBC noto non solo per i programmi televisivi che trasmetteva ma anche per i suoi corridoi infiniti e le planimetrie complesse. Perdersi era la norma, e la maggior parte delle riunioni cominciava in ritardo perché qualcuno era al piano sbagliato o - spesso - addirittura nella struttura sbagliata. D'altronde la precisione sempre crescente con cui i nostri telefoni sanno dove si trovano, e quindi dove ci troviamo noi, solleva molte preoccupazioni. La Apple passò dei guai un paio d'anni fa, quando si venne a sapere che gli iPhone tenevano registrati per mesi i dati relativi alla posizione dell'utente e che questi dati si potevano scaricare e consultare con facilità. Sapere in quale camera d'albergo si trova qualcuno e chi altro c'è con lui è proprio il tipo di dati personali sensibili che le leggi sulla privacy devono proteggere.

Ma finora i fatti fanno pensare che le società siano ben liete di consegnarli alle autorità, usarli per il marketing o semplicemente perderseli. Questo ci fa notare ancora una volta che i nostri telefoni sono sensori multisorgente molto complessi che, già che ci sono, possono anche fare telefonate e navigare in rete. E ci deve far pensare con attenzione a come vengono condivisi i dati che raccolgono e a chi li controlla.(science)


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