Il-Trafiletto
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25/06/14

Come avviene la raccolta delle olive

Il periodo della raccolta delle olive varia in base alla tipologia della pianta di olivo e ai fattori meteorologici. In ogni caso questo periodo va da fine ottobre a metà dicembre e a volte anche a fine mese.

E' noto che vi è la tendenza ad anticipare la raccolta data sia dal fatto che diminuiscono i rischi di perdere il raccolto (causa  sfavorevoli condizioni meterologiche), sia dal fatto che si ottiene un olio di oliva migliore, più ricco di acidi polinsaturi e sostanze antiossidanti.

Raccolta manuale delle olive
immagine presa dal web
Ritardare la raccolta aumenta l'acidità.  E' vero che le olive più mature danno un olio più delicato e meno piccante, ma non migliore dal punto di vista organolettico. Anche  il sistema di raccolta influenza la qualità.

Il sistema migliore  è la raccolta  manuale, anche se la più onerosa. Con questo sistema l'oliva non subisce lesioni cosa che invece accade con mezzi meccanici. Le lesioni provocano un deterioramento della drupa (cioè l'oliva) che si ripercuote su un aumento dell'acidità dell'olio. Con i mezzi meccanici si possono avere risparmi di costi anche fino al 50% ma si possono avere perdite di prodotto dal 10 al 20%.


04/03/14

Roma | Acqua “potabile”all’arsenico dai rubinetti. Divieto di berla per tutto il 2014.

Fino a dicembre prossimo, quindi per tutto il 2014, sarà vietato, in alcune zone a Nord di Roma, bere l’acqua che fuoriesce dai rubinetti. Motivo? Non è sicura, contiene agenti chimici pericolosi. «Il divieto di utilizzo di acqua - specifica l'Assessorato allo Sviluppo delle Periferie, Infrastrutture e Manutenzione Urbana di Roma Capitale - emesso tramite ordinanza n.36 del 21 febbraio 2014 riguarda un numero molto limitato di utenti dei municipi XIV e XV. Si tratta di circa 500 utenti con allaccio agli acquedotti rurali dell'agenzia regionale Arsial». Il Comune è sotto accusa per il ritardo con cui sono state date le informazioni. Gli acquedotti interessati dall’ordinanza sono gestiti dall’Arsial, l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione dell'Agricoltura. Lo specifica l’ordinanza del 21 febbraio, dove si legge che gli acquedotti coinvolti saranno oggetto di trasferimento a Roma Capitale e poi ad Acea. La quale, per statuto, può acquisire solo reti idriche perfettamente a norma; dunque non quella dell’Arsial, almeno per il momento: «Siamo aperti a qualsiasi acquisizione - dicono fonti di Acea - per il momento Ato 2 sta procedendo alla sistemazione della rete Arsial con fondi della Regione, ma dobbiamo ancora fare una valutazione dell’impatto finanziario che questa operazione avrà sulle nostre casse». Ad effettuare le analisi sulle acque è stata l’Asl Roma C. I risultati hanno rilevato «acqua con caratteristiche chimiche e batteriologiche non adatte al consumo umano a causa del superamento dei valori di parametro prescritti». È quindi scattato il divieto di utilizzo dell’acqua fino al 31 dicembre 2014 per le utenze Arsial. Disagi notevoli per i residenti colpiti dal provvedimento e non ancora avvertiti dal Comune. Mentre l’Acea procede al risanamento degli acquedotti, l’Arsial dovrà assicurare la fornitura di acqua mediante punti di rifornimento dislocati sul territorio. Il divieto dell’uso dell’acqua è totale e non solo per l’utilizzo alimentare, ma anche per l’igiene personale. Nessuno era stato informato dell’enorme disagio che in migliaia saranno costretti a subire: l’ordinanza è del 21 febbraio e ad allarmare i cittadini nord sono stati i rumors sul web. Nell’atto si prevede tra l’altro di comunicare ai residenti l’emergenza con manifesti da affiggere in strada che però nessuno ha ancora visto. L’ordinanza è solo sul sito del Comune di Roma, poco visibile in home page.
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