Il-Trafiletto
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12/10/14

Se smetto di fumare ingrasso. Perchè?

La dipendenza da fumo di tabacco e quindi da nicotina, è fortissima ed è sia psicologica che fisica. Ed è la causa principale per cui è molto difficile per una persona rinunciare alla sigaretta “rilassante”. Tanti sono i motivi per cui un individuo dovrebbe smettere di fumare, da quelli economici, che non sono poi da trascurare, a quelli soprattutto di salute. Eliminando il fumo di sigaretta ne traggono beneficio il cuore, i polmoni, la circolazione, la salute in genere. Purtroppo per moltissime persone un freno alla volontà di smettere di fumare è dato dal principale problema estetico: la paura di ingrassare. L’aumento di peso per un fumatore pentito purtroppo è un dato di fatto. Ma perché si ingrassa smettendo di fumare? Molti sostengono che, venendo a mancare le vasocostrizione del fumo di sigaretta, si tende ad avere più fame e quindi a mangiare di più. Questa ipotesi è venuta a cadere dopo uno studio condotto dall’Università di Otago e pubblicato su Nicotine & Tobacco Research. Un altro studio, effettuato dalla Swiss National Science Foundation (Snsf) e pubblicato su Plos One, imputa invece le responsabilità dell’aumento di peso alla modificazione nella composizione della flora intestinale. Lo studio consisteva nel tenere sotto controllo i batteri intestinali presenti nei campioni fecali di venti persone nell’arco di tempo di nove settimane. Tra gli individui esaminati c’erano cinque fumatori, cinque non fumatori, e dieci persone che avevano smesso circa una settimana prima dell’inizio dello studio. Al termine dello studio è risultato che i ceppi batterici predominanti nella flora intestinale di un ex fumatore sono gli stessi che prendono il sopravvento nelle persone obese, mentre tra fumatori e non fumatori il cambiamento è minimo. I batteri responsabili di questo cambiamento sono i Firmicutes e Actinobacteria, responsabili di una maggior assimilazione dei cibi. (immagine presa dal web)

19/08/14

A rischio leucemia se la mamma ha bevuto caffè in gravidanza

Le donne incinte che bevono tre tazze di caffè al giorno potrebbe mettere a rischio leucemia i  loro bambini. Un importante studio ha scoperto che la probabilità di sviluppare la malattia durante l'infanzia è del 60% . Gli accademici dicono che il governo dovrebbe fare una campagna d'informazione per le donne in gravidanza con l'invito a limitare il consumo di caffè così come si è fatto per l'alcol e la nicotina. 

Dopo aver valutato 20 studi fatti in tutto il mondo, i ricercatori hanno concluso che la caffeina può cambiare il DNA nelle cellule del feto che li rende più suscettibili allo sviluppo di tumori. Un'esposizione eccessiva al caffè fin nel pancione della mamma comporterebbe dunque problemi aumentando il rischio di sviluppare nel feto forme tumorali fino al 72 per cento per chi beve "alti livelli" di caffè rispetto a chi ne beve poco o nessuno.
Circa 500 bambini con diagnosi di leucemia nel Regno Unito ogni anno ed è di gran lunga il cancro infantile più comune. Ora il governo inglese sta intervenendo sotto il profilo informativo a segnalare un fenomeno fino a oggi sottovalutato mettendo in guardia le donne incinte circa i pericoli di bere il caffè.
Lo studio è stato pubblicato sul giornale americano di ostetricia e ginecologia. Il Prof Henshaw ha stigmatizzato lo sviluppo della popolarità crescente del caffè e l'espansione globale dei coffee shop.
E’ sempre più chiara l’importanza di una vita fetale "igienica", non esposta ad agenti tossici che possano influire sullo sviluppo della nuova vita che nascerà. Questo comporta l’adozione di una condotta adeguatamente igienica da parte della madre come misura precauzionale perché bere caffè è diventato tanto di moda che sarebbe una buona idea evidenziare questi risultati.

Ha aggiunto: "l'incidenza di leucemia infantile è aumentata costantemente negli ultimi decenni. Se sta aumentando da decine di anni significa che non è genetica. La nostra genetica non cambia su tale tipo di scala del tempo, ci vogliono decine di migliaia di anni per cambiare il nostro profilo genetico.
"Così se le cose stanno cambiando nel corso di una breve scala del tempo, dobbiamo sospettare qualche fattore ambientale o più fattori". "L'ambiente è ricco di sostanze cancerogene: alimentazioni per la linea, campi magnetici, inquinamento, ogni sorta di esalazione chimica. Ma bere caffè è diventato molto di moda nel Regno Unito, dove si registrano troppi casi di leucemia infantile".

Per questi motivi, lo "Sportello dei Diritti", si rivolge a tutti gli enti competenti – Asl in testa - e alle associazioni delle donne per rilanciare campagne d’informazione volte a sensibilizzare le neo-mamme e le donne tutte, sui rischi del consumo eccessivo di caffè, proponendo l’obbligo d’indicazione sulle etichette delle confezioni di appositi messaggi di dissuasione per le donne in stato di gravidanza sulla falsariga dei messaggi già inseriti sui pacchetti di sigarette.

27/07/14

Sigarette elettroniche: fanno bene o fanno male?

Soltanto cinque anni fa, pochissimi ne avevano sentito parlare. Oggi gli ultimi dati, presentati dal Ministero della Salute in occasione della Giornata mondiale senza tabacco 2013, rivelano che il 91,2 percento degli italiani conosce la sigaretta elettronica e il 10,1 per cento intende provarla. 

Attualmente utilizza la "e-cig" regolarmente (mediamente 9 volte al giorno) l'un per cento degli italiani equivalente a circa 500mila persone e il 3,2 per cento occasionalmente. Il numero dei consumatori è destinato a crescere. Sorge quindi spontaneo chiedersi quanto e se siano innocui questi dispositivi. L'aspetto è quello di una sigaretta tradizionale e il vapore fornisce anche una "dose" di nicotina.

Nello stesso tempo, però, non c'è combustione del tabacco, e si eliminano così tossine quali arsenico e acido cianidrico. "La nicotina di per sé non è particolarmente pericolosa", dice John Britton dell'Università di Nottingham, direttore del Centro Studi Britannico per il Controllo del Tabagismo. "In termini di rischio, probabilmente è alla pari con la caffeina. Sono gli altri componenti del fumo di tabacco a far danni". Non esistono ancora studi a lungo termine sugli effetti delle sigarette elettroniche sulla salute umana: la ricerca si concentra per la maggior parte sull'identificazione delle sostanze inalate insieme alla nicotina.


Nel 2009, la Food and Drug Administration (FDA) americana ha analizzato cartucce di due dei principali marchi, rilevando in una di esse tracce di un liquido tossico, il glicole dietilenico, e tracce di composti cancerogeni noti come nitrosammine specifiche del tabacco (TSNA) in metà delle cartucce. Leggendo il rapporto della FDA commissionato dal produttore di sigarette elettroniche NJOY, tuttavia, si scopre che le TSNA sono presenti in altri prodotti nicotinici già approvati dalla FDA.

Alcune recenti sperimentazioni si occupano invece di stabilire se questi dispositivi aiutino effettivamente a smettere di fumare. Tra queste, lo studio dell'Università di Catania, detto ECLAT, pubblicato sulla rivista americana Public Library of Sciences che ha investigato per 12 mesi la riduzione e la cessazione del consumo di sigarette di tabacco grazie all'uso di e-cig di 300 fumatori non intenzionati a smettere. L'8,7 per cento ha abbandonato il tabacco e tra questi, nel giro di un anno, tre quarti è riuscito a lasciare anche la sigaretta elettronica. La cautela, comunque, è d'obbligo, tanto che con un'ordinanza firmata il 2 aprile 2013, il Ministero della Salute ha innalzato da 16 a 18 anni il divieto di vendita di e-cig con nicotina. Il dibattito è destinato a continuare a lungo.(science)

28/06/14

Il catrame delle sigarette, perchè non lo eliminiamo? Ecco come.

Le classiche sigarette (non quelle elettroniche) sono costituite da una miscela di diversi tabacchi e di vari ingredienti che ogni tanto vengono modificati dalle aziende produttrici per esigenze del gusto dei fumatori. Circa quattromila sono le sostanze che producono il fumo che noi fumatori usiamo come "aerosol". Tra queste migliaia di sostanze, in grandissima parte nocive al nostro organismo quella più importante è il catrame, una sostanza corpuscolare responsabile sicuramente di tumori all'apparato respiratorio, cavo orale, gola e corde vocali, ma anche su organi come rene e vescica, in percentuali enormemente maggiori rispetto a un non fumatore. Si può eliminare il catrame dai nostri polmoni? Sì, basta volerlo.Il modo? SMETTERE DI FUMARE. Due parole facili da dire ma molto difficile da mettere in pratica, specialmente per i più accaniti fumatori.Vediamo cosa succede al nostro organismo una volta aver smesso di fumare. 1) Dopo circa 20 minuti dall'ultima sigaretta viene a normalizzarsi la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca.  l2) Dopo 8 ore l'anidride carbonica presente nel sangue comincia a diminuire mentre inizia a ritornare alla normalità la quantità di ossigeno. 3) 24 ore dopo la circolazione sanguigna è in netto miglioramento. 4) un mese dopo nel nostro organismo non si riscontra più la presenza di nicotina e cominciamo a respirare meglio. 5) un anno dopo si è dimezzato il rischio di patologie cardiache rispetto a quando si fumava e per i nostri polmoni inizia la disintossicazione dal catrame. 6) Dopo 10 anni anche il rischio di tumore alla gola, esofago, corde vocali, vescica e reni diminuisce. 7) dopo 15 anni si è ritornati come nuovi, paragonabili a chi non ha mai fumato per quanto riguarda, infarti, tumori e decessi dovuti al fumo. Come si vede è un processo molto lento quello della normalizzazione dell'organismo di un fumatore, ma se i risultati sono questi, perchè non provare? Magari aiutandoci con un'alimentazione salutare e lunghe camminate? Proviamoci! (immagine presa dal web)

16/03/14

Un antinfiammatorio, antialcol e antistress per gli "svapatori" delle sigarette elettroniche.

Sembra che il mercato delle sigarette elettroniche sia destinato, nei prossimi mesi, ad un altro boom nella campagna antitabacco. Infatti tra non molto farà la sua comparsa in questo mercato un prodotto che sembra aiutare a disintossicarsi in modo naturale dalla nicotina. Si chiamerà Whiff il nuovo brand che da fine luglio lancerà i suoi prodotti sul mercato. Esso vanta un team di ricerca e sviluppo tutto Made in Italy,composto dalla Dott.ssa Dissette dell’Università di Ferrara, dal partner farmaceutico Pharmaday e dagli stessi manager Whiff. I liquidi delle sigarette elettroniche Whiff contengono estratto di Kudzu, una pianta nota per le sue proprietà contro l’assuefazione da alcool e nicotina.Questa pianta contiene due principi attivi, gli isoflavonoidi daidzina e daidzeina, contenuti nelle foglie, nei semi e nelle radici del Kudzu. I liquidi Whiff, prodotti interamente in Italia e brevettati a livello internazionale, sono stati approvati dal Ministero della Salute, e fanno già parte della Farmacopea, ovvero godono di certificati e test e la loro formula è stata studiata da specialisti in prodotti per aerosol. E proprio questa formula inalante li renda adatti ad essere assorbiti dai polmoni in modo naturale. Essi svolgono anche un effetto protettivo dell’apparato respiratorio e contribuiscono a mantenere idratato il cavo orale, sono naturali al 100% e, soprattutto, non contengono nicotina”. Dalla fine di luglio i liquidi Whiff saranno pronti per essere commercializzati. In un primo momento saranno venduti tramite il sito web  del brand. Ma l’azienda ha già in previsione l’apertura di punti vendita Whiff Gallery, il primo dei quali taglierà il nastro nei prossimi mesi a Lecco. Restiamo in attesa dei commenti e delle opinioni degli svapatori più esigenti come di quelli occasionali, comunque sempre attenti alle novità.

14/03/14

Alito cattivo: per alcuni la salvezza

Parlare con qualcuno che ha l'alito pesante è devastante non credete? La mente, la ricettività, la buona predisposizione verso gli altri scompaiono alla velocità della luce. L'alito cattivo inibisce i rapporti sociali. E' buona norma infatti stare attenti al nostro alito e averlo sempre fresco. Ma per alcuni esseri viventi avere l'alito cattivo e pesante rappresenta la salvezza (oddio, fatemi pensare, ingerire una testa d'aglio crudo può tenere lontani i vampiri, cioè coloro che vorrebbero sottoporci a delle avances indesiderate....). 
Alitosi

Per le larve della sfinge del tabacco (Manduca sexta), una farfalla che vive nelle Americhe e che, come suggerisce il nome, si nutrono di foglie di tabacco, le possibilità di sopravvivenza sono  maggiori proprio grazie al loro pessimo alito. Da paura! I piccoli bruchi verdi sono in grado di digerire la nicotina contenuta nelle foglie di tabacco di cui sono golosi, ma non senza conseguenze. I ricercatori dell'Università dell'Illinois hanno infatti scoperto che la nicotina ingerita rende il "respiro" dei bruchi decisamente pesante, tanto da mettere in fuga uno dei loro predatori notturni naturali, la camptocosa parallela, un piccolo ragno della famiglia delle Lycosidae, conosciuta in Messico come araña lobo. Lo studio è stato effettuato nutrendo alcune larve con foglie di tabacco normali e altre con foglie di tabacco geneticamente modificate per essere prive di nicotina. La percentuale di bruchi nutrita con foglie naturali, dopo una notte passata alla mercé dei predatori, è risultata essere molto più elevata di quelli nutriti con tabacco senza nicotina. I ricercatori hanno anche scoperto che i ragni scappano letteralmente dall'alito tossico dei bruchi. Tuttavia, l'alitosi dovuta alla nicotina non li mette in salvo da altri predatori. come le larve di formicaleone e dai ligeidi. Comunque, se non siete un bruco e non correte il rischio di essere divorati da un ragno, avere l'alito fresco non guasta, ma se rischiamo che qualcuno tenti di baciarci o importunarci senza il nostro consenso, ricordiamoci che una fiatata può essere la salvezza!

23/10/13

Nicotina utile al Parkinson?

Sarà vero  che la nicotina (nemico numero uno dei tabagisti) ha un effetto protettivo nei confronti del  Parkinson? Pare di sì, secondo una ricerca effettuata dall'Università di Washington.

Neurone
Si è scoperto infatti che il consumo di cibi che contengono nicotina, come le solanacee (più comunemente i peperoni e i pomodori) contribuisca a ridurre il rischio di insorgenza di questa grave patologia.La ricercatrice Susan Searles Nielsen, ha spiegato all'Annals of Neurology che il Parkinson è un disturbo del movimento causato dalla perdita di cellule cerebrali che producono dopamina.Per questo studio i ricercatori americani hanno reclutato 490 pazienti che avevano ricevuto da poco la diagnosi di Parkinson e 644 soggetti in salute che hanno costituito il gruppo di controllo. I partecipanti hanno risposto a dei questionari riguardanti il tipo di dieta adottato e l'eventuale uso di tabacco sottoforma di sigarette o sigari.
 Il consumo di verdure non modifica il rischio di malattia, ma quello di Solanaceae commestibili, specie peperoni, è legato a doppio filo con un significativo calo delle probabilità di sviluppare il Parkinson, commenta Searles Nielsen.
L'effetto è ancora più evidente in quegli uomini e quelle donne che non avevano mai fumato. “I nostri dati sono i primi ad associare la nicotina nella dieta e il rischio di Parkinson”, conclude la neurologa.
Uno studio realizzato dall’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cnr) di Milano-Segrate in collaborazione con Alice Mado Proverbio, docente di Psicobiologia dell’Università di Milano-Bicocca, aveva già segnalato la possibile influenza positiva della nicotina riguardo al Parkinson.
“I risultati confermano le scoperte della ricerca neurobiologica sui modelli animali, che evidenziano il ruolo cruciale della nicotina nel trattamento dei principali sintomi del Parkinson, come i disturbi della memoria e le discinesie motorie”, spiega Alberto Zani, ricercatore Ibfm-Cnr di Milano-Segrate. “In particolare, sono stati osservati un gruppo di non-fumatori e uno di giovani fumatori (7-20 sigarette per die; concentrazione plasmatica minima di nicotina = 0,062 mg), bilanciati dal punto di vista dello stato psicofisico e del livello culturale”.


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