Il-Trafiletto
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01/05/17

L'amore dà dipendenza quando diventa ossessivo: come evitare l'ossessione

L'amore, quando diventa ossessivo, dà dipendenza: come evitare l'ossessione? Gruppi di "dipendenti affettivi" creati per aiutare persone sole o personne con la paura dell'abbandono.

I sintomi di questa patologia sono molteplici, ma li demarca una sottile linea dalle sensazioni e dai desideri comuni alle persone che amano un'altra persona, che sia un partner o un figlio o una persona cara. Sentire ansia per l'attesa di un messaggio o di una telefonata, attiene ad un individuo che si preoccupa della persona amata e che ne vuole avere notizie che lo tranquillizzino ( direi che è normale, ogni mamma conosce bene questa ansia). Ma quest'ansia diventa patologica quando la  paura di essere abbandonati, si trasforma in panico. Una sudditanza dal partner che assomiglia in tutto e per tutto ad una dipendenza. Come quella dall'alcol, dalla droga, dal gioco d'azzardo. E' la dipendenza affettiva. Una droga chiamata amore.

Come la definiscono alcuni scienziati che hanno affiancato questi comportamenti a quelli di chi abusa di sostanze. Stesse dinamiche, dall'euforia alla disperazione fino alle crisi di astinenza. Stessi circuiti cerebrali interessati. Un team di ricercatori ha riesaminato la letteratura scientifica e ha pubblicato una lunga analisi sulla rivista “Philosophy, Psychiatry & Psychology”.

L'analisi rivela che una relazione intensa può spesso mostrare sintomi in linea con quelli della dipendenza dall'alcol, per esempio, e le scansioni cerebrali hanno evidenziato che tutto questo potrebbe essere legato a una simile attività nei centri di ricompensa del cervello. Brian Earp dell'Oxford University Center for Neuroethics e il suo team, dopo aver esaminato 64 studi pubblicati tra il 1956 e il 2016, hanno raccolto una serie di risultati che portano verso due tipi di dipendenza dall' amore.

Coloro che si sentono disperatamente soli senza un amore oppure cercano di sostituire immediatamente un ex partner, potrebbero avere quella che si definisce una forma "morbosa" di dipendenza dall' amore. Lottano per ignorare la forte voglia di essere vicini all'oggetto delle loro attenzioni, trascorrerebbero insieme tutto il tempo e sviluppano pensieri e comportamenti ossessivi. Una dipendenza che potrebbe essere innescata da processi nel cervello che fanno aumentare e diventare più pressanti i segnali di ricompensa.

«Le droghe inondano il cervello con la dopamina - spiega Earp - causando un segnale di ricompensa insolitamente forte, che spinge una persona a prenderne ancora». Proprio come per l'alcol e la droga. Ma il team ha individuato anche un secondo tipo di dipendenza d'amore che viene definito "ampio" con desideri più forti ma ancora controllabili.

Una delle strade oggi percorse per superare la dipendenza affettiva è quella di partecipare a gruppi formati da persone che hanno lo stesso problema. Gruppi, appunto, di DA dipendenti affettivi (www.dipendenzaaffettiva.org). Uomini e donne non autosufficienti a livello emotivo. «Ricordiamoci - spiegano i frequentatori di questi incontri organizzati in ogni città - che ora, qui non siamo più soli. Per recuperare si deve cambiare il modo in cui si pensa e il modo in cui ci si comporta. Vanno sostituite cattive abitudini con nuove, buone abitudini. Ogni gruppo ha un solo scopo: trasmettere il suo messaggio ai dipendenti dall'amore che soffrono ancora».
fonte www.ilmessaggero.it

12/10/14

Se smetto di fumare ingrasso. Perchè?

La dipendenza da fumo di tabacco e quindi da nicotina, è fortissima ed è sia psicologica che fisica. Ed è la causa principale per cui è molto difficile per una persona rinunciare alla sigaretta “rilassante”. Tanti sono i motivi per cui un individuo dovrebbe smettere di fumare, da quelli economici, che non sono poi da trascurare, a quelli soprattutto di salute. Eliminando il fumo di sigaretta ne traggono beneficio il cuore, i polmoni, la circolazione, la salute in genere. Purtroppo per moltissime persone un freno alla volontà di smettere di fumare è dato dal principale problema estetico: la paura di ingrassare. L’aumento di peso per un fumatore pentito purtroppo è un dato di fatto. Ma perché si ingrassa smettendo di fumare? Molti sostengono che, venendo a mancare le vasocostrizione del fumo di sigaretta, si tende ad avere più fame e quindi a mangiare di più. Questa ipotesi è venuta a cadere dopo uno studio condotto dall’Università di Otago e pubblicato su Nicotine & Tobacco Research. Un altro studio, effettuato dalla Swiss National Science Foundation (Snsf) e pubblicato su Plos One, imputa invece le responsabilità dell’aumento di peso alla modificazione nella composizione della flora intestinale. Lo studio consisteva nel tenere sotto controllo i batteri intestinali presenti nei campioni fecali di venti persone nell’arco di tempo di nove settimane. Tra gli individui esaminati c’erano cinque fumatori, cinque non fumatori, e dieci persone che avevano smesso circa una settimana prima dell’inizio dello studio. Al termine dello studio è risultato che i ceppi batterici predominanti nella flora intestinale di un ex fumatore sono gli stessi che prendono il sopravvento nelle persone obese, mentre tra fumatori e non fumatori il cambiamento è minimo. I batteri responsabili di questo cambiamento sono i Firmicutes e Actinobacteria, responsabili di una maggior assimilazione dei cibi. (immagine presa dal web)

29/09/14

GIOCA RESPONSABILMENTE

Voglio porre l’attenzione su un problema che non è solo di natura etica, e che ultimamente è passato in secondo piano, la dipendenza dal gioco d’azzardo, il gambling.

Oggi è internet la nuova frontiera per i giochi d’azzardo. Soprattutto si è diffuso in modo esponenziale tra i giovani e nonostante il fenomeno sia in ribasso ha sortito effetti devastanti. Certamente sarà lodevole l’impegno dei gestori a promuovere il gioco responsabile, ma credo che tutto sommato, valga poca cosa, la scritta quasi illeggibile “”gioca responsabilmente”” contro un enorme investimento pubblicitario spesso messo lì a carattere cubitali, illudendoci che la grande vincita sia a portata di mano e possa risolvere tutti i nostri problemi.

Il boom del gioco, ha creato una vera e propria industria con introiti da capogiro, provocando danni collaterali soprattutto tra le persone emotivamente più fragili, sfociando in una vera e propria dipendenza (GAP – gioco d’azzardo patologico). Chi vive questa piaga, il ludopedico, è completamente immerso in questa malattia, e crede di essere immune da questa perdizione, deviando le sue energie su quali sia la posta in gioco. Gli effetti che ne derivano sono facilmente intuibili, dato che la vittoria, in genere, è irrisoria rispetto alla somma investita. Portando il ludopedico, non solo all’indebitamento, ma anche alla solitudine e a vere e proprie frustrazioni.
stop al GAP 

Nel 2012, con il decreto Balduzzi, la ludopetia, è stata inserita nei livelli essenziali di assistenza (Lea), cercando in qualche modo di correre ai ripari, e nonostante riconoscendo il gioco d’azzardo come malattia patologica, a tutt’oggi la nostra classe dirigente non ha nessuna intenzione di cambiare rotta. Quello che oggi i governi locali stanno cercando di fare è ammirevole, anche a discapito del proprio bilancio, infatti lo Stato a fine anno ha approvato un emendamento restrittivo nei confronti di Regioni e Comuni, che cercheranno di attuare una politica cautelativa nei confronti del gioco d’azzardo. 

Ma resto perplesso e mi viene da sorridere, per quale motivo le Regioni sono così interessate alla ludopatia, patologia creata dallo Stato stesso? Penso che la risposta si possa trovane paradossalmente nel decreto Balduzzi, infatti se il gioco d’azzardo è stato considerata una malattia patologica ed inserita nella Lea (livello essenziale di assistenza), allora devono essere le Aziende Sanitarie a doversi accollare i costi, e quest’ultime dipendono dalle Regioni, ed ecco che come per magia il cerchio si chiude.

Penso che una unica soluzione possa esistere, e sarebbe quella di tornare indietro nel tempo, quando ci si limitava a mettere qualche crocetta su una schedina del totocalcio o a quella semplice puntata settimanale del lotto. Mi rendo conto che questo non è possibile, allora c’è da domandarsi, se lo Stato non interviene in modo drastico, remando anche contro i propri interessi, il fenomeno rischia di prendere una piega sempre più esasperate.

23/04/14

Quinto giomo verso la libertà | Testimonianza di ex tabagista

SMETTO DI FUMARE IN CINQUE MOSSE QUINTO GIORNO

Parte psicologica. Si esaminano le motivazioni inconsce del fumo. Il fumo sarebbe una forma di compenso inconscio (fase orale), a problemi di insicurezza, di solitudine, di insoddisfazione; la sigaretta non risolve problemi ma li copre soltanto. Il piano dei cinque giorni è la dimostrazione che insieme, nella solidarietà, i problemi si possono affrontare e risolvere serenamente, per scoprire le gioie legate alla crescita delle proprie conoscenze e del proprio grado di maturità. Smettere di fumare può anche significare smettere di nascondersi, per affrontare decisamente la vita con i suoi problemi, ma anche con le soddisfazioni che si provano una volta che si riesce a superarli.
Liberi dal fumo

Parte medica. Il problema più grande del dopo fumo può essere la tendenza ad aumentare di peso: se ne esaminano le cause (diminuzione del metabolismo basale, aumento dell'appetito, riscoperta dei gusti di una volta, ecc.) e di rimedi: la dieta, il controllo dell'appetito e l'attività fisica. La dieta deve essere equilibrata, con meno sale e zucchero, con meno formaggi, uova e carne; con più legumi, frutta e verdura. Sarebbe bene evitare insaccati e carni grasse. Seguono consigli per aiutare a controllare l'appetito e utilizzare 1'attività fisica. In conclusione, ulteriori approfondimenti vengono rimandati ai Gruppi di fumatori in trattamento che, una volta conclusosi il corso, saranno frequentati da ex fumatori o da coloro che ancora non hanno eliminato le sigarette residue. Sono otto incontri, una volta alla settimana. L'obiettivo principale è quello di creare una solidarietà tra ex fumatori per superare le difficoltà immediatamente successive al periodo di disassuefazione.

Per informazioni: Associazione di volontariato Lega Vita e Salute, Info: 055/2326289
info@vitaesalute.net

Premetto che non esiste un metodo sicuro che fa smettere di fumare, ma ognuno di noi ha bisogno del proprio metodo per smettere. Una cosa però accomuna tutti noi tabagisti, la paura. La paura dell'astinenza da fumo, la stessa che ha un drogato senza la sua dose.
Per smettere di fumare, io incallita tabagista da 35 anni con dita gialle e denti in pendant, ho dovuto capire di essere una tossicomane: una drogata. Come ogni drogato, il rimanere senza la mia "droga" mi accendeva una crisi di panico. Dopo aver preso la decisione di voler provare e sottolineo PROVARE a smettere di fumare (le sigarette sono rimaste sul tavolo per un mese) ho dovuto debellare la paura dell'astinenza. Il metodo adatto a me, fu quello che mi rassicurò che non sarei stata male, non avrei dovuto lottare contro la volontà di fumare, avrei dovuto solo aspettare che passasse la voglia di fumare. Senza sentire nessun dolore, nessuna agitazione, nessuna crisi, solo aspettare che passi la voglia di fumare. Così facendo, la voglia di fumare passava e poi tornava, all'inizio ogni pochi minuti, poi il lasso di tempo si dilatava sempre di più finchè mi sono scordata della voglia di fumare.  Basta aspettare e la voglia di fumare passa. A me è passata nel giro di 15 giorni al massimo. Non abbiate paura di smettere di fumare, non vi succede nulla....scorderete la voglia di fumare tutto qui---Galadriel


22/04/14

Quarto giorno verso la libertà

SMETTO DI FUMARE IN CINQUE MOSSE QUARTO GIORNO

Parte psicologica. Lo psicologo ricerca soprattutto il dialogo con e tra i partecipanti. Quindi si esaminano le motivazioni per smettere, soprattutto quelle che riguardano la salute e il possibile guadagno economico, del singolo come della collettività; e di falsi motivi per continuare a fumare (il male che faccio lo faccio a me stesso, tanto prima o poi si deve morire ... ). Infine si fanno considerazioni in ordine al valore della vita e della salute, beni da rispettare, valorizzare e potenziare. E sopratutto si analizza la parte infantile, la crescita, la fantasia, il gioco, l'entusiasmo e il tutto senza fumare. Quindi si può stare bene anche senza fumo.
 
Parte medica. Apparato respiratorio: si ricordano succintamente i dati sulla responsabilità del fumo nella patogenesi della bronchite cronica, dell'enfisema e del cancro al polmone. Vengono anche precisate le ragioni della dieta disintossicante priva di carne: le purine prodotte dal metabolismo della carne hanno un'azione eccitante sul sistema nervoso costituendo uno stimolo capace di innescare il riflesso condizionato di fumare.

INTRODUZIONE
PRIMO GIORNO VERSO LA LIBERTA'
SECONDO GIORNO VERSO LA LIBERTA' 
TERZO GIORNO VERSO LA LIBERTA'

18/04/14

Terzo giorno verso la libertà

SMETTO DI FUMARE IN CINQUE MOSSE. TERZO GIORNO

Parte psicologica. Il corpo influenza la mente. L'alimentazione eccessiva, la carenza di sonno, il troppo lavoro, l'uso di sostanze tossiche minano la lucidità della nostra mente e della nostra volontà e per questo vanno accuratamente evitati. In caso di tentazione irresistibile mettere in pratica la regola delle tre R (Risoluzione: Ripetere la decisione di non fumare; Regime idrico: bere a piccoli sorsi due bicchieri d'acqua; Respirazione). Se non bastasse si può provare la tecnica dell' orologio: prima di prendere una sigaretta aspettare un minuto, poi ancora un altro e un altro ancora. Dopo tre minuti il desiderio non sarà più così irresistibile. È importante rimanere in contatto con il compagno di corso.

Parte medica. Il fumo è in parte responsabile di tutte le patologie cardiovascolari e delle arteriopatie. Si possono verificare:
• Il danno endoteliale, di cui è responsabile la nicotina e il CO.
• L'aumentata aggregazione piastrinica.
• L'incremento della colesterolemia e degli acidi grassi.
Viene poi proposta l'assunzione di vitamina B1, che assieme ad altre vitamine del gruppo B agisce sul sistema nervoso e aiuta a superare gli stati d'ansia e di nervosismo. Per la dieta, aggiungere pasta e uova.
Una mia personale opinione da ex tabagista, da vincere è la paura, che sviluppa ansia che fa aumentare i battiti cardiaci e l'iperventilazione che a sua volta fa avvertire capogiri e formicolii alle estremità e alle labbra e favorisce l'insorgere del panico. Aiuta tantissimo la respirazione. Ricordate che la crisi di astinenza non porta alla morte; così come arriva se ne andrà e sarà sempre più lungo il tempo trascorso fra una crisi di astinenza e l'altra. Poi si dimenticherà...la sigaretta è da dimenticare.
INTRODUZIONE
PRIMO GIORNO VERSO LA LIBERTA'
SECONDO GIORNO VERSO LA LIBERTA'

17/04/14

Secondo giorno verso la libertà

SMETTO DI FUMARE IN CINQUE MOSSE: SECONDO GIORNO

Parte psicologica. La mente ha un'influenza sul nostro corpo. Pensare positivo, in termini propositivi e ottimistici. La volontà ha nell' affettività il suo motore propulsore; sono i sentimenti che motivano o demotivano i vari comportamenti. Con un corretto coinvolgimento del nostro mondo affettivo possiamo ulteriormente rafforzare la decisione di smettere di fumare. L'amore per il coniuge, per i figli, l'amor proprio, la gioia di essere liberi, il rispetto per gli altri sono potenti leve sulle quali poter agire per rafforzare ancora di più il desiderio e la decisione di smettere. L'ambiente può favorire o sfavorire la decisione; quindi è bene evitare ambienti frequentati da fumatori, rimanere a contatto con amici non fumatori e in particolare con un compagno di corso.  


Parte medica. Oltre alla nicotina, un altro nemico della salute è il monossido di carbonio (CO), che legandosi all'emoglobina forma la carbossiemoglobina, incapace di trasportare l'ossigeno; si è calcolato che fino al 15 per cento di emoglobina circolante può essere messo fuori uso, così da ridurre l'apporto di ossigeno ai tessuti e in modo particolare a quello nervoso, che ha un fabbisogno 4 volte maggiore rispetto agli altri. Inoltre il CO provoca delle alterazioni a livello dell'endotelio vasale, favorendo i processi aterosclerotici. Per combattere i suoi effetti tossici occorrono dunque l'astensione dal fumo e gli esercizi respiratori. La nicotina si inserisce nel processo biochimico delle cellule nervose del sistema nervoso al punto che stabilisce un nuovo equilibrio «patologico» (dipendenza fisica) che richiede continue e periodiche assunzioni della molecola attraverso il fumo di sigaretta. La nicotina diviene così necessaria ad assicurare l'equilibrio delle cellule nervose. Quando i livelli di nicotina tendono a decrescere, l'equilibrio si altera e compare così tensione, nervosismo, stanchezza, che spingono all'assunzione di altra nicotina. Si crea in questo modo un circolo vizioso, o meglio un riflesso condizionato, per cui qualsiasi situazione che produce eccitazione nervosa (stimolo) richiama la stessa risposta: fumare una sigaretta. Esempi di alimenti che possono produrre eccitazione del sistema nervoso sono: caffè, alcol, spezie e carne,che quindi vengono sconsigliati durante i cinque giorni. Per combattere la sonnolenza e la spossatezza da astinenza ed evitare il ricorso al caffè, viene proposta l'idroterapia soprattutto sotto forma di ginnastica vascolare: frizioni energiche con spugnature fredde della cute e delle braccia, inizialmente, poi anche del tronco e degli arti inferiori. Le frizioni stimolano il sistema nervoso centrale e i vasi superficiali, le cui pareti tendono a rilasciarsi per l'assenza dell' azione vasocostrittiva della nicotina. La dieta si arricchisce di ortaggi, verdure, legumi e pane integrale.
INTRODUZIONE
PRIMO GIORNO VERSO LA LIBERTA'

16/04/14

Primo giorno verso la libertà

SMETTO DI FUMARE IN CINQUE MOSSE: PRIMO GIORNO  

Parte psicologica. Lo psicologo parla della volontà mettendo in guardia dal grande rischio psicologico della «promessa» di smettere di fumare; non occorre promettere, ma «decidere». 


Prendere la decisione è un atto della volontà che attraverso una scelta traduce il desiderio in azione; la decisione alla quale non fa seguito nessuna azione in realtà è ancora desiderio. Quindi, quando si decide, occorre «agire». Ma cosa fare? Spesso non basta buttare via sigarette e accendino. Il fumatore incallito ha ormai sviluppato un rituale che si è integrato nella sua personalità; riuscire a diventare ex fumatore è difficile. Occorre un piano ben definito; la sua validità riveste un'importanza pari a quella che può avere la decisione di smettere di fumare. Il non riuscire, quindi, non dipende necessariamente da un difetto di volontà (il solito alibi dei fumatori), ma dalla mancanza di un buon metodo, individuale o di gruppo, da seguire tramite l'adozione di una serie di piccole decisioni, che fortificano la decisione di fondo di smettere di fumare.

 Le prime sono quelle di consegnare tutte le sigarette, di mettere nel portafoglio o in borsetta un tesserino con su scritta la frase trionfo, di attaccare autoadesivi con la stessa scritta in casa, in auto o in ufficio, di comunicare a più persone possibili la propria decisione di smettere di fumare e di ripetere ad alta voce, molte volte nella giornata, la frase trionfo «Ho deciso di smettere di fumare». Parte medica. La volontà ha la sua sede anatomica nel sistema nervoso centrale; a questo livello agisce la nicotina, interferendo con le capacità decisionali del fumatore. Essa agisce sulle cellule nervose direttamente, con un'azione bifasica di eccitazione prima e di depressione più intensa poi, e indirettamente, riducendo l'apporto ematico con un' azione vasocostrittrice. Per rafforzare la volontà occorre quindi disintossicarsi dalla nicotina, sfruttando il suo tallone d'Achille: la idrosolubilità. Di qui la prescrizione (salvo controindicazioni) di bere forti quantità d'acqua al giorno (almeno due litri) oltre che rimanere senza fumo. Con una dieta prevalentemente idrica si riesce in cinque giorni a smaltire circa il 90 per cento di nicotina, che rimarrà in tracce fino al 15° giorno; normalmente, con dieta libera, il tempo richiesto è di circa tre mesi. La mancanza di nicotina potrà in parte essere surrogata da dosi aggiuntive di vitamina C (meglio quella naturale), che è cronicamente deficitaria nel fumatore; essa favorisce la disintossicazione e stimola il tono del sistema nervoso centrale. Per rafforzare ulteriormente la volontà si insegnano tecniche di respirazione ritmica e profonda, perché questa assicura una migliore ossigenazione del cervello e un effetto distensivo, particolarmente gradito durante i primi giorni di astinenza. La dieta di sola frutta ha la funzione di assicurare apporti abbondanti di vitamina C e di acqua; inoltre fa emergere un bisogno «naturale» (mangiare) che si contrappone favorevolmente all' altro bisogno «artificiale» (fumare).
 INTRODUZIONE

15/04/14

Smetto di fumare in cinque mosse

ADDIO ALLA SIGARETTA IN CINQUE GIORNI UN METODO CHE FUNZIONA

Smettere di fumare è l'aspirazione di tutti i tabagisti, ma avere la voglia e la convinzione di voler smettere appartiene solo a quelli che riescono a vincere questa dipendenza.


"Non possiamo più stare a guardare mentre avanza un' epidemia che già ora uccide quattro milioni di persone all'anno e che arriverà a ucciderne 10 milioni entro il 2030". La dichiarazione non è di quelle che lasciano il tempo che trovano. In Italia, quelli che non sono «rimasti a guardare» sono stati migliaia di operatori e volontari; tra questi ci sono alcuni che, fin dal 1973, hanno avviato una battaglia determinata, ma civile, contro il fumo. Sono i volontari della Lega Vita e Salute che proprio all'inizio degli anni Settanta hanno inaugurato la stagione del Piano dei cinque giorni per smettere di fumare, il metodo che utilizza come strumenti la dinamica di gruppo e consigli legati all'alimentazione e allo stile di vita. È una sfida combattuta non con grandi mezzi ma sostenuta dalla passione di chi ha voluto fare promozione della salute partendo proprio da questo grave problema. Il piano dei cinque giorni ha conosciuto alcuni aggiornamenti e di recente viene riproposto con il titolo di «Respira libero» che contiene importanti novità soprattutto per quanto riguarda l'approccio olistico verso la salute. Il Piano dei cinque giorni «Respira libero» è studiato da circa quarant'anni, sperimentato, migliorato e diffuso prima negli Stati Uniti, poi in Europa.

L'originalità ed efficacia del piano risiedono nello scopo per il quale esso è stato creato: «informare, dimostrare e soccorrere». «Respira libero » è una terapia per smettere di fumare condotta per cinque giorni da due specialisti, in genere un medico e uno psicologo. La profonda esperienza «sul campo» ha dimostrato che questa durata è necessaria e sufficiente per ottenere benefici dai consigli di igiene fisica e mentale. il metodo permette una rapida disintossicazione e una buona fiducia tra corsisti e terapeuti. Il piano si rivolge ai fumatori che desiderano smettere di fumare; non vuole convincere chi non ne ha intenzione. E si basa prima di tutto su un' accurata informazione. Durante il corso, con l'ausilio di supporti didattici (lavagna luminosa, film, diapositive, ecc.), vengono forniti dati scientifici, statistiche sui danni del fumo. In ogni caso, questi interventi rappresentano la parte meno importante del piano; l'elemento più efficace è la terapia di gruppo che si impernia su due elementi: fisiologico e psicologico. Il medico, o animatore preparato, fornisce ogni giorno consigli dietetici, esercizi fisici di respirazione e di idroterapia. Tutto questo per raggiungere due obiettivi:
1. Permettere una disintossicazione controllata, graduale ma abbastanza rapida per consentire all'ex fumatore di smettere di colpo con la sua abitudine e ridurre il più possibile la tentazione a riprendere a fumare.
2. Indicare degli strumenti fisici per vincere questa abitudine.
Lo psicologo ha a sua volta un triplice scopo:
1. Rafforzare la fiducia dell'uditorio precisando la natura, i limiti e il buon uso della volontà.
2. Mostrare l'importanza delle reazioni psicosomatiche e indicare le tecniche psicologiche più valide per lottare contro l'abitudine, evitando le situazioni tranello.
3. Stabilire, attraverso tecniche di dinamica di gruppo, relazioni che permettano al corsista di esprimersi e di condividere con gli altri le proprie lotte e le proprie vittorie.
Lo psicologo mette particolarmente in evidenza l'importanza dei fattori familiari, sociali, ideologici o spirituali, e l'aiuto che essi possono dare. A ogni partecipante viene inoltre consegnato un libretto che diventa il libro di bordo per la durata dei cinque giorni. In esso il fumatore trova riportati i consigli principali appresi durante il piano. Vi annota i sintomi che avverte e le decisioni che prende. Serve anche da mini rubrica per annotare eventuali numeri telefonici di altri corsisti con cui condividere il percorso di allontanamento dal fumo.
Domani inizieremo dal 1^ giorno.

30/03/14

Energy drinks e salute

L’uso eccessivo di energy drink costituisce un problema di salute pubblica. Il loro uso, così diffuso tra i giovani, pertanto va moderato, perché non si tratta di normali bevande rinfrescanti o dissetanti.

Chi fa sport conosce di conseguenza gli Energy Drink, quelle bevande a base caffeina, taurina, e altre sostanze che sarebbero coadiuvanti delle prestazioni sportive e anche cognitive. Oggi sono moltissimi coloro che ne fanno uso, soprattutto tra i giovani, e non solo durante gli allenamenti sportivi.
Energy Drinks

Ebbene, come sempre, bisogna prestare la dovuta attenzione all'uso di questi prodotti, e questo perchè, benchè un’assunzione moderata aumenti il livello di attenzione e riduca i tempi di reazione, per la presenza della caffeina, ha per contro, se l'assunzione è eccessiva o prolungata eccessivamente nel tempo, conseguenze come la dipendenza e sintomi di intossicazione.
I ricercatori dell’Università di Bonn hanno registrato un’intensificazione delle contrazioni cardiache ad appena un’ora dall’assunzione, una conseguenza che merita senz’altro un approfondimento. Riportiamo il monito espresso nel 2012 dal Comitato Nazionale per la sicurezza alimentare (Cnsa) del Ministero della Salute: l’uso eccessivo di energy drink costituisce un problema di salute pubblica. Il loro uso, così diffuso tra i giovani, pertanto va moderato, perché non si tratta di normali bevande rinfrescanti o dissetanti.

25/01/14

Facebook | Una "malattia infettiva" da cui presto guariremo!

Facebook! Una "malattia infettiva" da cui presto guariremo. Ormai siamo dinanzi all'inevitabile: presto o tardi tutti, dai più ligi ai più restii, si piegano e offrono la propria dipendenza ai social network, come fossimo quasi inevitabilmente infettati da una malattia contagiosa! Ma come per ogni infezione si trova l'antitodo da contrapporre, anche per questa pare che ci sia una speranza: due dottorandi dell'Università di Princeton hanno interpretato sul serio questa metafora, cercando di verificare se la diffusione di Facebook e soci...al, possano ritenersi un'epidemia.

Per eseguire la loro ricerca, John Cannarella e Joshua Spechler hanno usufruito del cosiddetto modello SIR, uno dei più semplici utilizzati in epidemiologia. Il modello, il più semplice del suo genere, ordina in se le persone in 3 gruppi distinti (dalle cui iniziali deriva il nome): i Suscettibili, che devono ancora ammalarsi; gli Infetti, già ammalati, e i Rimossi, ovvero sia quelli che sono stati guariti dall'infezione. Le proporzioni dei 3 gruppi cambiano con il progredire dell'epidemia. Ad esempio: dato che il fatto di essere infettati dipende dall'incontrare una persona ammalata, il numero di Suscettibili che si trasformano in Infetti nell'unità di tempo sarà proporzionale al prodotto del numero dei Suscettibili per quello degli Infetti.
Facebook e la società

Applicando il modello SIR ai "malati" di social network, Cannarella e Spechler hanno fatto una variazione: mentre in epidemiologia la guarigione avviene in modo spontaneo, i due hanno ritenuto che chi abbandona un social network segua l'esempio di qualcun altro, e hanno modificato di conseguenza le regole, facendo sì che il numero dei Rimossi aumentasse in modo proporzionale al prodotto tra gli Infetti e i Rimossi stessi.
I due ricercatori, non disponendo di dati sull'andamento delle iscrizioni ai social network, li hanno stimati a partire dalle variazioni del numero di ricerche sull'argomento richieste a Google.

Hanno preso come esempio Facebook e MySpace, e hanno verificato che il modello SIR rispecchia le variazioni del numero dei membri di ambedue. La cosa interessante è che il modello prevede anche che Facebook, già in lieve calo di iscritti, entro il 2017 avrà perso l'80% dei suoi utenti, finalmente "guariti".

Dobbiamo dunque attenderci il rapido crollo del più diffuso social network?
Anche se i dati mostrano che Facebook ha scarsa presa sulle nuovissime generazioni, questo tipo di previsione va preso con cautela. C'è chi fa notare che il modello SIR implica sempre e comunque un termine per l'epidemia, e non si applica alle malattie che rimangono endemiche. Sarebbe interessante vedere se esistono modelli epidemiologici più complessi che rispecchino l'andamento dei social network. Ma il risultato ottenuto è comunque promettente, e apre la strada a nuovi metodi di analisi.

05/01/14

Meditazione sul fumo: un insegnamento di Osho

Sono particolarmente coinvolta nella stesura di questo post, anche io sono una fumatrice, e come tale conosco bene i sintomi della dipendenza da fumo. Mi prometto e riprometto di smettere, ma in realtà sono conscia del fatto che non alberga in me una profonda convinzione in merito. E' la volontà che viene chiamata in causa, ma essa è una pianta difficile da coltivare, che richiede una dedizione completa. Vengo da una famiglia di fumatori, fumatori forti, incalliti, che tuttavia sono riusciti a smettere. Io sembro fuori dal loro coro. Ho trovato però questa visione innovativa, che merita una riflessione e ritengo che sia utile condividerla con voi tutti. Una "meditazione" di Osho, profondamente interessante.

Osho
Il primo passo verso una scelta consapevole. Meditazione del fumo (Osho tratto dal Libro Arancione) "Un uomo mi venne a trovare. Era un fumatore accanito. Fumava più di due pacchetti di sigarette al giorno, da trent'anni.........Era un fumatore cronico e non aveva speranza. Aveva tentato, non si era rifiutato di provare, aveva tentato con tutte le sue forze, soffrendo senza riuscire a smettere. Ce la faceva per un giorno o due, ma poi l'impulso di fumare riprendeva il sopravvento, la voglia di fumare era tale che non riusciva a resistere, e ricadeva nella vecchia abitudine....... Finalmente venne a trovarmi e mi disse: "Cosa posso fare? Come posso smettere di fumare?" Io risposi: "Nessuno può smettere di fumare, cerca di capire questo fenomeno: fumare o meno non dipende più solo da una tua decisione. E' una cosa che è entrata a far parte delle tue abitudini, ha messo radici profonde, trent'anni sono davvero tanti."..... "E' diventata una cosa automatica e ora puoi solo de automatizzarla". Allora mi chiese: "Cosa intendi per de automatizzazione?" La meditazione non è altro che questo: de automatizzazione. Gli spiegai: "Fa semplicemente così: scordati che devi smettere di fumare, non ce n'è affatto bisogno. Hai vissuto col vizio del fumo per trent'anni, di certo è stata una sofferenza, ma ormai ti ci sei abituato........ Allora gli ho suggerito la meditazione che doveva fare: "Devi seguire queste istruzioni: quando tiri fuori il pacchetto dalla tasca, d'ora in poi fallo piano piano. Goditi questo momento, tanto non c'è fretta. Sii cosciente, attento, sensibile a quello che stai facendo. Estrai il pacchetto lentamente dalla tasca, con piena consapevolezza. Poi tira fuori una sigaretta dal pacchetto, piano, piano, ancora con totale consapevolezza, non nel solito modo frettoloso, meccanico, inconscio. Quindi tamburella la sigaretta sul pacchetto, sempre con estrema attenzione. Ascoltane il ritmo.........gustati il profumo della sigaretta, il suo aroma, la sua bellezza...." "Quindi portati la sigaretta alla bocca con consapevolezza totale, accendila sempre con grande consapevolezza, goditi ogni più piccolo gesto di questa operazione, anzi dividilo in quanti più gesti possibile, in modo da poter diventare sempre più attento e consapevole. Poi tira la prima boccata"........"Poi esala il fumo, rilassati, osserva le spire che escono dalla tua bocca......fai un altro tiro e continua a muoverti molto lentamente. Se seguirai queste istruzioni, ben presto rimarrai sorpreso, presto ti accorgerai quanto è stupida questa storia. Ma non perché gli altri ti hanno detto che è una cosa stupida, non perché gli altri ti hanno ammonito che fa male, lo vedrai tu stesso! E non sarà solo una comprensione intellettuale, ma un'osservazione, un'esperienza che emergerà da tutto il tuo essere, sarà un'intuizione, una visione della tua totalità. E quindi se un giorno o l'altro cadrà, cadrà da sola, se invece continuerà, continuerà di per sè, ma non dovrai più preoccupartene": Dopo tre mesi l'uomo tornò e mi disse: "Sai, è finita". "Ora" gli ho detto "prova a usare questo metodo anche con le altre cose".
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