Soltanto cinque anni fa, pochissimi ne avevano sentito parlare. Oggi gli ultimi dati, presentati dal Ministero della Salute in occasione della Giornata mondiale senza tabacco 2013, rivelano che il 91,2 percento degli italiani conosce la sigaretta elettronica e il 10,1 per cento intende provarla.
Attualmente utilizza la "
e-cig" regolarmente (mediamente 9 volte al giorno) l'un per cento degli italiani equivalente a circa 500mila persone e il 3,2 per cento occasionalmente. Il numero dei
consumatori è destinato a
crescere. Sorge quindi spontaneo chiedersi quanto e se siano innocui questi dispositivi. L'aspetto è quello di una sigaretta
tradizionale e il vapore fornisce anche una "
dose" di
nicotina.
Nello stesso tempo, però, non c'è combustione del tabacco, e si eliminano così tossine quali arsenico e
acido cianidrico. "La
nicotina di per sé non è particolarmente pericolosa", dice John Britton dell'Università di Nottingham, direttore del Centro Studi Britannico per il Controllo del Tabagismo. "In termini di rischio, probabilmente è alla pari con la caffeina. Sono gli altri componenti del fumo di tabacco a far danni".
Non esistono ancora studi a lungo termine sugli effetti delle
sigarette elettroniche sulla salute umana: la ricerca si concentra per
la maggior parte sull'identificazione delle sostanze inalate insieme alla nicotina.
Nel 2009, la Food and Drug Administration (
FDA) americana ha analizzato cartucce di due dei principali marchi, rilevando in una di esse tracce di un liquido tossico, il
glicole dietilenico, e tracce di composti cancerogeni noti come
nitrosammine specifiche del tabacco (TSNA) in metà delle cartucce. Leggendo il rapporto della FDA commissionato dal produttore di sigarette elettroniche
NJOY, tuttavia, si scopre che le
TSNA sono presenti in altri prodotti nicotinici già approvati dalla FDA.
Alcune recenti sperimentazioni si occupano invece di stabilire se questi dispositivi aiutino effettivamente a smettere di fumare. Tra queste, lo studio dell'Università di Catania, detto ECLAT, pubblicato sulla rivista americana Public Library of Sciences che ha investigato per 12 mesi la riduzione e la cessazione del consumo di sigarette di tabacco grazie all'uso di
e-cig di 300 fumatori non intenzionati a smettere. L'8,7 per cento ha abbandonato il tabacco e tra questi, nel giro di un anno, tre quarti è riuscito a lasciare anche la
sigaretta elettronica.
La cautela, comunque, è d'obbligo, tanto che con un'ordinanza firmata il 2 aprile 2013, il
Ministero della Salute ha innalzato da 16 a 18 anni il divieto di vendita di e-cig con nicotina. Il dibattito è destinato a continuare a lungo.
(science)