13/05/14

Perchè si parla di "zucchero-dipendenza"

Il dolce richiama quanto di più piacevole si possa immaginare. Eppure il sapore regalatoci soprattutto dal prodotto derivato dalla barbabietola, raffinato bianco, nasconde non poche insidie. E diventa addirittura una vera e propria droga 

Il primo sapore che sperimentiamo è dolce. Il primo bisogno vitale del neonato è data dal latte materno che sazia, è caldo ed è leggermente dolce. Le papille gustative della lingua distinguono quattro sapori: dolce, salato, amaro e acido. Ma solo nel corso del tempo impariamo ad apprezzarli tutti; all'inizio si distingue quello che è dolce da quello che non lo è.
Da qui il detto «Ai bambini piace il dolce» e la tendenza a infilare loro in bocca un ciuccio cosparso di miele o simile, quando il loro pianto si fa insistente. Molto presto, addirittura nelle prime settimane di vita, si può innestare un meccanismo di riflesso condizionato che il bambino memorizza così: «Quando sono triste, quando mi sento solo o quando mi faccio male, arriva una consolazione. Sotto forma di sapore dolce». Più tardi, il premio per i primi successi o le piccole cortesie, assume molto spesso lo stesso aspetto.
C'è da stupirsi se un legame tanto radicato ha effetto anche nella vita adulta? Si può parlare di "Un vero e proprio condizionamento psicologico, spesso, senza esagerare, di un «effetto droga»". Per premiarsi o per consolarsi moltissime persone - consapevolmente o inconsapevolmente - ricorrono a torte, caramelle e cioccolata. L'industria dei cibi, con la presenza costante dello zucchero raffinato in quasi tutti i cibi confezionati, ci influenza inconsapevolmente. Lo zucchero è un ottimo antimicrobico e conservante per confetture, succhi e altri derivati della frutta (molto spesso il vasetto di marmellata contiene il 60 per cento o più di zucchero).
È possibile invece preparare ottime confetture e succhi con quantità molto minori di zucchero, basta il 30% del peso della frutta. Questa pratica industriale ha contribuito a un diffuso appiattimento del gusto. Siamo convinti di scegliere tra una moltitudine di prodotti alimentari, ma in realtà la gamma di sapori è limitata e piuttosto uniforme. Il cibo preconfezionato tende ad «amrnaestrarci» e a formare determinate preferenze.
Quanti bambini e adolescenti non sono più disposti ad assaggiare alimenti semplici dal sapore «vero», e chi prepara loro da mangiare si sente costretto ad adoperare miscele di condimenti, salse e intingoli già pronti in commercio e che ripropongano appunto questi sapori standardizzati
Un equilibrio delicato 
Glicemia o livello glicemico sono termini che indicano la quantità di glucosio nel sangue. il glucosio è una forma di zucchero semplice, l'unica utilizzabile dal nostro organismo, e la quantità presente nel sangue è soggetta a variazioni, secondo il 'momento della giornata, 1'attività svolta, il tipo e la quantità di cibo consumato. Idealmente, però, la glicemia dovrebbe rimanere relativamente stabile durante il giorno. 
Forti cali (ipoglicemie) vengono avvertiti con senso di fame ma anche di stanchezza e difficoltà di concentrazione. Forte sete o stato confusionale possono essere invece segnali di picchi marcati (iperglicemie). È abbastanza tipico il fenomeno dell'alternanza, una ripetuta oscillazione tra ipoglicemia e iperglicemia favorita soprattutto dalla presenza dello zucchero raffinato nell' alimentazione. Essendo ad assorbimento rapidissimo, lo zucchero puro o comunque presente in buona dose, alza la glicemia nel giro di pochi minuti e quindi richiede un forte rilascio di insulina per controbilanciare questo stato. L'organismo interpreta il richiamo come un segnale di emergenza e mette in circolazione una quantità di insulina tale da far scendere la glicemia in poco tempo e anche oltre il livello medio ideale. A questo punto si innesta un meccanismo pericoloso «ad altalena»; se esso si verifica di frequente (ed è probabile che avvenga ogni giorno, secondo le abitudini alimentari) si arriva, nel corso di pochi anni, a un affaticamento del pancreas e in seguito a varie forme di diabete.
Buon umore, senza sbalzi 
Sentirsi costantemente svegli e attivi è possibile con alcuni accorgimenti dietetici. Il primo passo è un taglio drastico su tutti i prodotti che contengono zucchero industriale. Non meno importante è la riduzione di tutti i carboidrati raffinati. Sono invece ammessi pane, riso e pasta integrali. Il miele è permesso in piccole quantità purché vergine integrale. È preferibile quello di acacia o di castagne perché prevale la parte di fruttosio, un tipo di zucchero che non incide sul livello glicemico. Via libera invece alla frutta fresca, dal sapore dolce naturale. Però è importante il momento: meglio consumarla come pasto a se stante, per esempio come spuntino a metà mattino o metà pomeriggio. Occorre invece moderazione per la frutta secca (uvetta, prugne secche e simili) e per i succhi di frutta: vengono assimilati troppo velocemente e possono mandare in tilt i segnali inviati al pancreas.
Segnale d'allarme 
immagine presa dal web
La frase «non posso fare a meno di ...» oppure «ho proprio bisogno di ...» vi suona familiare? Attenzione: ogni necessità irrinunciabile si avvicina pericolosamente alla dipendenza, con un effetto droga. Tra l'altro, questo effetto può essere accompagnato da un fenomeno curioso: in caso di intolleranza alimentare, un disturbo sempre più diffuso ma spesso non diagnosticato, la persona può avvertire un' attrazione irresistibile proprio verso quel tipo di alimento. Questo cibo le conferisce uno stato di euforia e di benessere momentaneo, seguito purtroppo ben presto da uno stato di debolezza o da altri sintomi sgradevoli che le fanno desiderare una nuova «dose » della sostanza incriminata. 



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