Il-Trafiletto
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12/07/14

Il nemico del mio nemico è mio amico

Il fagiolo di Lima
(Phaseolus lunatus)
In amore ed in guerra tutto è lecito e le piante sanno bene con chi allearsi per vincere una battaglia. 

E quale metodo migliore se non chiamare in aiuto i predatori dei propri predatori: il fagiolo di Lima (Phaseolus lunatus), legume tipico del Perù e coltivato per i suoi semi, quando viene attaccato da un acaro fitofago, Tetranychus urticae, rilascia una complessa miscela di composti volatili che attira Phytoseiulus persimilis, altro acaro ma in questo caso carnivoro che libera la pianta mangiandosi il suo nemico erbivoro.

Questa interazione viene detta tritrofica perché mette in relazione tre organismi e il loro nutrimento. Nel corso dell'evoluzione, i vegetali hanno sviluppato moltissime interazioni di difesa di questo tipo ma quando l'uomo ci mette lo zampino spesso questi equilibri si spezzano; è il caso del mais selezionato per produrre di più, che ha perso la sua capacità di reclutare alleati. Quando viene infestato dalle larve di Diabrotica virgifera, il mais selvatico o quello di varietà più antiche è in grado, producendo cariofillina, di richiamare dei nematodi ghiotti delle larve di diabrotica e di sopravvivere. Ebbene, il mais "moderno" non riesce più a farlo, Per ripristinare questa caratteristica gli scienziati dell'Università di Neuchàtel hanno inserito nel Dna del mais un gene preso in prestito dall'origano. I risultati della ricerca, pubblicati nel 2009 su Pnas, si sono rivelati incoraggianti: le piante modificate hanno attirato più insetti amici.(science)

09/07/14

Alghe | Verdi e viscide | Perfette per il consumo alimentare

L'aumento dei prezzi del greggio ha determinato un boom della ricerca nel settore della coltivazione delle alghe come fonte di biocarburante. In futuro, però, potremmo sfruttarle in quanto prodotti non soltanto combustibili ma anche commestibili. 

Nella torrida, semidesertica regione di Karratha, nell'Australia Occidentale, c'è già uno specchio d'acqua stagnante di sei acri, circondato da altri 38 laghetti più piccoli, all'interno dei quali ferve l'attività biologica. Secondo Aurora Algae, la società USA proprietaria del sito, è cosi che si presenteranno le coltivazioni agricole del futuro. Aurora Algae svolge un'attività pionieristica nel campo della produzione di alghe e sostiene che, benché verdi e melmose, potrebbero contribuire a risolvere la crisi alimentare globale del futuro.
Aurora Algae

Dal punto di vista nutrizionale, le alghe presentano numerosi vantaggi. L'acqua dolce e i terreni agricoli già scarseggiano e la domanda mondiale di acqua è prevista in aumento del 55 per cento entro la metà del secolo, secondo dati OCSE. Questi organismi hanno un elevato contenuto proteico, crescono tutto l'anno e possono essere raccolti con frequenza quotidiana; inoltre, consumano la famigerata anidride carbonica tanto dannosa per il clima. Si trovano già in commercio, benché si tratti ancora di un settore di nicchia, sotto forma di pasta alimentare (verde!) e di barrette energetiche. Paul Brunato, responsabile degli affari societari di Aurora, ammette che "il grande pubblico forse non è ancora pronto ad accettare l'idea di alghe intere come derrata alimentare", e aggiunge che le prime applicazioni commerciali potrebbero prevedere la miscelazione di alghe ridotte in polvere con altri prodotti, tra cui mangimi animali, per integrarne i principi nutritivi tra i quali proteine, acidi grassi essenziali Omega-3 e carboidrati. Nei suoi sei stagni sperimentali, Aurora Algae produce già 30 tonnellate di alghe essiccate per acro, con un contenuto proteico 40 volte superiore ma un fabbisogno idrico pari a soltanto l'I per cento rispetto alla soia.

La società prevede di iniziare la produzione commerciale entro il 2015, grazie a un impianto nel Nuovo Galles del Sud contenente 50 laghetti da cinque acri. Le alghe crescono rapidamente, ma organizzarne lo sfruttamento commerciale non è facile. Assorbono una quantità di luce molto superiore rispetto a quella che riescono a convertire in energia chimica, e di conseguenza, gli strati più superficiali impediscono alle radiazioni luminose di raggiungere le alghe situate più in profondità. Aurora Algae ha effettuato una selezione delle varietà meno soggette ad assorbire la luce, per poterle coltivare sotto forma di dense fioriture in bacini poco profondi. L'azienda sta ora valutando la maniera migliore per commercializzare il prodotto. "Stiamo pensando a una gamma che comprenda un preparato in polvere altamente proteico da miscelare con altri cibi e bevande, snack altrettanto ricchi di proteine, e anche una farina di alghe per preparazioni da forno", dice Brunato.(science)

VALORI NUTRITIVI
Per 115 grammi delle varietà di Nannochloropsis algae coltivate in esclusiva da Aurora Algae

  • PROTEINE: 48,3g
  • GRASSI: 11,5g
  • CARBOIDRATI: 41,4g


14/03/14

Viaggiare nello spazio | La Nasa allo studio dei gemelli!

Viaggiare nello spazio. La Nasa allo studio dei gemelli! Che cosa accade, viaggiando nello spazio, nel corpo umano?

Questo è quanto sta cercando di capire, sperando di trarne giovamento dalle esperienze fatte fin'ora, la Nasa, che ha recentemente annunciato una selezione di 10 studi che saranno eseguiti sugli astronauti Scott e Mark Kelly i gemelli omozigoti, dando di fatto l'apertura ad un nuovo capitolo della ricerca sulla vita umana nello Spazio.

Pur tuttavia si sia già occupata di studiare gli effetti causati dallo Spazio sugli organismi degli esseri umani per più di 10 anni, la Nasa confida che questi studi, eseguiti in collaborazione con il National Space Biomedical Research Institute, possano fornire maggior informazioni sugli effetti e i mutamenti meno percepibili che avvengono in un corpo umano durante un viaggio al di fuori dell’atmosfera terrestre.
Scott e Mark Kelly

“Ci siamo accorti di avere questa opportunità unica di effettuare degli studi perché uno dei gemelli sarà a bordo della Stazione spaziale internazionale, mentre l’altro resterà sulla Terra,” ha commentato Craig Kundrot, a capo dello Human Research Program della Nasa, “Abbiamo l’opportunità di studiare due individui che condividono lo stesso codice genetico, ma si troveranno in ambienti diversissimi per un anno.

” Gli studi, scelti tra una selezione di più di 40 proposte, si focalizzeranno principalmente su quattro aree:
  • la fisiologia umana, che cercherà di scoprire come l’ambiente di un viaggio stellare su organi diversi, come ad esempio il cuore e il cervello 
  • la scienza del comportamento, che investigherà gli effetti sulle percezioni, sul ragionamento, sulla capacità di prendere decisioni e sulla reattività
  • la microbiologia, che studierà le differenze tra le diete dei due fratelli e gli stress a cui sono sottoposti per scoprire in che modo questi influenzano i microorganismi presenti all’interno dei loro apparati digerenti 
  • la biologia molecolare, che si concentrerà sui meccanismi con cui i geni nelle cellule vengono attivati e disattivati nell’ambiente dello Spazio e su come agenti quali le radiazioni e i cambiamenti nella microgravità abbiano effetti sulle strutture delle proteine e dei metaboliti.
Nonostante non ci si aspetti che gli studi effettuati sui fratelli Kelly forniscano dati definitivi sugli effetti dei viaggi spaziali sugli esseri umani, dato che si tratta di esperimenti effettuati solo su due individui campione, essi forniranno informazioni molto preziose e serviranno come dimostrazione per futuri progetti di ricerca di questo tipo. “Questa e’ una opportunità unica per l’agenzia,” ha commentato Kundrot. “Questi studi sono un vero e proprio apripista per la Nasa riguardo lo studio della fisiologia degli astronauti.”
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