I cani riconoscono i volti amici |
Come Vainio scrive su Animal Cognition, è risaputo che Fido sa rispondere alle espressioni facciali del padrone, ma la sua capacità di analizzare i volti non è stata ancora ben compresa.
Così ha messo a punto un test di eye movement tracking, cioè mi spiego meglio: si tratta di un test che si basa sul seguire i movimenti spontanei degli occhi dell'animale e analizzare il tempo di permanenza sui vari dettagli. Studi di psicologia cognitiva e di etologia ci dicono infatti che da questi parametri è possibile capire se il soggetto osservato viene riconosciuto o meno e se desta l'interesse di chi guarda.
I ricercatori hanno “arruolato” 23 cani domestici e 8 di un canile: li hanno messi davanti allo schermo di un computer, sul quale sono state fatte scorrere le immagini dei volti dei rispettivi proprietari, di persone familiari e di estranei, e poi di altri cani conosciuti e non.
Alcune di queste immagini erano capovolte: un elemento di complessità che può aiutare a comprendere meglio come questi animali analizzino i volti. Ed eccoci ai risultati: tutti i cani hanno mostrato più interesse per le facce dei propri simili che non per quelle degli esseri umani. E tutti hanno dedicato più tempo ad osservare cani e persone conosciuti che non gli estranei, mostrando quindi di saperli identificare nelle fotografie. L'area più osservata è stata sempre quella degli occhi, anche nelle foto rovesciate: un dato che, secondo i ricercatori, indicherebbe la capacità di questi animali di distinguere in modo specifico i volti da altre figure. Per Vainio, queste osservazioni implicano che nei cani “l'analisi dei volti non è guidata solo dalle proprietà fisiche dell'immagine, ma anche da elementi semantici”. Quanto alle differenze tra i cani di casa e quelli che vivono in canile, l'ambiente non sembra influenzare questa loro capacità.