Il-Trafiletto
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14/09/14

Il silenzio, dentro i ritmi quotidiani del mondo

Lo definisco il silezio pubblico e non c’è bisogno di andare a cercare un posto, che mi faccia entrare meglio in me stesso e nemmeno delle guide che mi facciamo ricuperare un’equilibrio esteriore ed interiore. 


La persona non deve isolarsi dalla società e non deve taglare i ponti con tutta la tecnologia che lo può disturbare, anzi è necessario ancor di più per interagire con l’ambiente e le altre persone, ma deve solo ricalibrare le proprie parole, i tempi, i bisogni e i desideri. 

Per prima cosa quando decido di fare questo lavoro devo imparare a comunicare, spostando le mie parole più vicine al cuore e aspettando anche qualche minuto prima di dare qualsiasi risposta. 

Infatti parlare richiede un sacco di energia e tante volte si usa questa energia per dire un sacco di cose senza senso e senza spessore, solo per il gusto del dirle e del non fare silenzio, perchè il silenzio nella nostra società disturba. 

Quando impari a prenderti le giste pause, a sviluppare un senso di profondo di ascolto, a guardare e osservare prima di agire, pian piano quello che esce dalla nostra bocca diventa saggezza, sono parole misurate e mirate, che sanno sempre colpire nel segno.
Il silenzio nel nostro quotidiano

29/08/14

Il vuoto e la parola nel silenzio

Quante volte mi sono incontrato con il vuoto dentro e fuori di me e volevo  risolvere il tutto semplicemente dicendo delle parole, poi ho scoperto che il silenzio ha una grande forza e ho iniziato a farne tesoro e a riflettere su questa potenza.


Quante volte ho parlato in fretta, ho urlato cercando di farmi sentire da chiunque e di rompere il mio vuoto, poi ho imparato che la parola più forte viene dal silenzio ed e è proprio il silenzio che è capace di scardinare il vuoto, che sa aprire qualsiasi porta e ogni cuore.
Un silenzio che diventa azione, un silenzio che sa parlare e dialogare, più di mille parole sterili e ripetitive urlate al vento e chissà dove, ma mai arrivate laddove dovevano trovare casa. 
Solo il silenzio è in grado di farti entrare meglio in contatto con la tua anima, con il tuo essere e con chi ti sta vicino, perchè ti aiuta a ponderare, a pesare e a rispondere nei giusti tempi e con l’adeguata misura.
La parola che esce dal silenzio, sa colmare il vuoto dentro ciascuno di noi e sa riempirlo di un linguaggio nuovo, sempre fresco e pieno di calore e di amore.
Questo silenzio non è nutrito dalla rassegnazione, ma intriso di parole che nascono dalla meditazione fatta con il cuore, dall’ascolto del nostro io interiore e dalla maturazione di parole che sanno dire qualcosa di unico a chi ci sta vicino.
Il vuoto e la parola nel silenzio

26/06/14

Translator | Il tricorder in tasca

Translator per BlackBerry
Traduciamo la lingua straniera...come in Star Trek. Translator è un'ottima app per girare il mondo. Basata sui motori di traduzioni di Google, Bing, Dictionary e Youdao, traduce qualsiasi parola attraverso il riconoscimento vocale o l'immissione da tastiera.

Le parole e le frasi tradotte vengono anche pronunciate, in modo da poterne ascoltare la corretta pronuncia. L'app è in grado di leggere ad alta voce SMS ed e-mail in arrivo, in modo da non essere costretti a interrompere la guida o, peggio, a leggerli mentre si è alla guida. In più, la fotocamera può acquisire immagini e il motore di riconoscimento caratteri è in grado di interpretare il testo cosi acquisito e, naturalmente, di tradurlo al volo. L'ideale per tradurre segnali stradali o insegne di negozi.

Translator traduce da e verso più di 50 lingue diverse. Basta parlare nel microfono e Translator traduce nella lingua desiderata anche in italiano da un'altra lingua. L'app è compatibile con BlackBerry Q10, Q5, Z10.(computeridea)



04/12/13

Perchè si dice: "menare il can per l'aia"?

Anche questo adagio, miei cari amanti delle citazioni e della loro origine storico- letteraria, si usa ancora oggi, e per fortuna, perchè mi accorgo che nel dialogare, oggi come oggi, si tende ad essere sempre più stringati, concisi, ermetici e oltremodo tecnici. Abbiamo introdotto una gran quantità di parole anglosassoni, tralasciando la splendida varietà di forbite parole di cui è ricca la nostra lingua.
Menare il can per l'aia
 Menare il can per l'aia, portare le cose per le lunghe, senza concluderle. Il modo di dire deriva probabilmente da un vecchio proverbio italiano: L'aia non è luogo per cani da caccia. I segugi, infatti, abituati a correre e a cercare la selvaggina in mezzo ai boschi, ai cespugli, e comunque nei grandi spazi, perderebbero il loro tempo, in uno spazio ristretto come un'aia, dove, peraltro, non ci sono nascondigli ma tutto è chiaramente visibile. Ora, la similitudine è evidente: chi conduce un cane da caccia per l'aia, ovviamente non può aspettarsi di trovare selvaggina. Quindi il detto è passato a significare che "mena il cane per l'aia" chi si perde in lunghe discussioni senza concludere niente, o promette qualcosa, senza poi alla fine mantenere.
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