Lo definisco il silezio pubblico e non c’è bisogno di andare a cercare un posto, che mi faccia entrare meglio in me stesso e nemmeno delle guide che mi facciamo ricuperare un’equilibrio esteriore ed interiore.
La persona non deve isolarsi dalla società e non deve taglare i ponti con tutta la tecnologia che lo può disturbare, anzi è necessario ancor di più per interagire con l’ambiente e le altre persone, ma deve solo ricalibrare le proprie parole, i tempi, i bisogni e i desideri.
Per prima cosa quando decido di fare questo lavoro devo imparare a comunicare, spostando le mie parole più vicine al cuore e aspettando anche qualche minuto prima di dare qualsiasi risposta.
Infatti parlare richiede un sacco di energia e tante volte si usa questa energia per dire un sacco di cose senza senso e senza spessore, solo per il gusto del dirle e del non fare silenzio, perchè il silenzio nella nostra società disturba.
Quando impari a prenderti le giste pause, a sviluppare un senso di profondo di ascolto, a guardare e osservare prima di agire, pian piano quello che esce dalla nostra bocca diventa saggezza, sono parole misurate e mirate, che sanno sempre colpire nel segno.
Il silenzio nel nostro quotidiano |