Il-Trafiletto
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20/09/14

fegato | Ma quante epatiti.....

L’epatite è una malattia infiammatoria che colpisce il fegato. Viene provocata da un agente virale che attacca e distrugge le cellule epatiche. Diverse sono le forme di epatite virale, alcune delle quali vengono trasmesse per via oro-fecale, mentre altre si contraggono mediante contatto con sangue infetto (trasfusioni, scambio di siringhe, tatuaggi, scarsa igiene ospedaliera o negli studi dentistici), con la saliva o mediante rapporti sessuali non protetti con individui portatori del virus. Alcune di queste forme di epatite possono evolvere verso malattie molto gravi che portano alla morte (cirrosi epatica, tumori al fegato). Si conoscono diversi tipi di epatite. EPATITE A. Conosciuta anche col nome di epatite alimentare, in quanto il contagio avviene prevalentemente attraverso l’ingestione di cibi e bevande contaminate, ma anche attraverso il contatto diretto con individui che ne sono affetti. E’ molto diffusa praticamente in tutto il mondo, in Italia maggiormente nel meridione e chi ne è colpito sono prevalentemente i bambini sotto gli 11 anni. L’epatite A non ha la stessa pericolosità degli altri tipi ( B, C ), ma attenzione a trascurarla, dal momento che in qualche caso potrebbe evolversi in epatite fulminante. Tra i sintomi possiamo annoverare la stanchezza, la diarrea e febbre, ma il più delle volte è silente. Il virus dell’epatite A viene eliminato per via fecale, quindi fare attenzione all’igiene intima, inoltre molta prudenza nel mangiare frutti di mare crudi e attenzione ai rapporti sessuali di vario tipo. Non è disponibile un trattamento farmacologico per l’epatite A, un accorgimento è senz’altro quello di limitare alcuni cibi e tipi di cotture. EPATITE B. E’ molto contagiosa, e può essere contratta tramite contatto con sangue infetto o attraverso i fluidi corporei come la saliva, il secreto vaginale e lo sperma, è un virus molto aggressivo e resistente. E’ una patologia che può portare gravi conseguenze, quali la cirrosi, il tumore del fegato o l’insufficienza epatica. Come sintomi l’epatite B può provocare stanchezza, ittero, nausea, vomito, urine scure. Da molti anni è disponibile un vaccino in grado di prevenire l’epatite B in modo molto efficace. In Italia dal 1991 esiste la vaccinazione obbligatoria per i nuovi nati. EPATITE C. Scoperta nel 1989, ne sono state identificate 6 varianti, a seconda delle quali si imposta la terapia più appropriata. Circa il 27% delle cirrosi e il 25% dei tumori al fegato sono dovuti all’epatite C. La sua pericolosità è estremamente alta in quanto gli strascichi a lungo andare sono molto gravi e inoltre, non è ancora disponibile un vaccino in grado di prevenire il contagio. Spesso è asintomatica, i pazienti che ne sono colpiti possono accusare calo di peso, perdita dell’appetito e dolenzia addominale. Il virus può trasmettersi attraverso lo scambio di siringhe infette, mentre il contagio in seguito a rapporti sessuali non è particolarmente frequente, a differenza di quanto accade con il virus dell’epatite B. Il trattamento dell’epatite C è in genere di tipo farmacologico, precisamente un’associazione di interferone pegilato e ribavirina; con questo genere di trattamento non c’è una remissione della malattia ma un miglioramento delle condizioni dei pazienti in circa la metà dei casi. EPATITE D. E’ un virus che ha bisogno della presenza nell’individuo del virus dell’epatite B per riprodursi, di conseguenza se ne duce che l’assenza dell’epatite B comporta matematicamente l’assenza della D. I sintomi dell’epatite D è molto simile a quella dell’epatite B, ma le complicazioni sono generalmente più gravi. In particolare aumenta il rischio di sviluppo di cirrosi epatica. Per questo tipo di virus non esistono né vaccini, né tantomeno farmaci. EPATITE E. In Italia è abbastanza rara, mentre è diffusa in Medio Oriente, in Messico e in India. Ha una sintomatologia praticamente analoga a quella dell’epatite A, e spesso non è necessario iniziare un trattamento farmacologico, anche perché non è disponibile una terapia particolarmente efficace, di conseguenza l’intervento più importante è l’adozione di misure preventive. (immagine presa dal web)

02/09/14

I depurativi per mantenere la freschezza

I depurativi seguono da QUI
La disintossicazione generale dell'organismo è un obiettivo importante da perseguire, se il nostro edificio cellulare sarà ripulito potrà poi rigenerarsi. In primavera e in autunno è necessario eliminare gli elementi tossici che si sono formati durante la stagione. I difetti della pelle quali arrossamenti, desquamazioni, orticarie, acne, eczemi, ecc..sono le conseguenze di insufficiente funzionalità di vari organi come il fegato, i reni, il tubo digerente ecc. dovuta a un non appropriato carico alimentare.

Per ottenere e mantenere una pelle fresca e sana occorre aiutare questi importanttssuru organi che sono preposti alla disintossicazione dell'intero organismo e cercare che i villi intestinali non vengano caricati di materiali di rifiuto. I depurativi vegetali sono quei rimedi che sottraggono al sangue gli elementi nocivi alla salute e sono i meglio qualificati per ottenere un' effettiva e durevole disintossicazione. I vegetali preposti a questa funzione contengono inoltre la clorofilla che è strettamente legata all'emoglobina del sangue e sotto l'azione della quale i globuli rossi migliorano di qualità e quantità. I depurativi, perché possano svolgere la loro opera disintossicante devono essere usati per almeno 15 o 20 giorni.
Depurativi composti Si potranno scegliere secondo le erbe che avete a portata di mano e danno risultati eccellenti a qualsiasi età. Potete anche farvi preparare le varie miscele in erboristeria.
*G 30 di radice di bardana,
*g 25 di radice di cicoria,
*g 25 di tarassaco radice e foglie,
*g l0 di corteccia dulcamara,
*g l0 di melissa cedrata:
Usare g 5 di questa miscela e bollirla per dieci minuti in g 300 di acqua. Filtrare e bere al mattino a digiuno, tiepido e a piccoli sorsi.
*G 50 di radice di genziana,
*g 40 di salsapariglia smilax,
*g 25 di radice di bardana,
*g 5 di foglie di assenzio,
*g 3 di radice angelica,
*g l0 di bucce di arance amare:
Far bollire per otto minuti in g 200 di acqua g 5 di questa miscela. Si prende al mattino a piccoli sorsi. Depurativi semplici
*Alchemilla. In g 500 di acqua si fanno bollire per 20 minuti g 30 di foglie di alchemilla. Filtrarne e berne una tazza al mattino a digiuno e una alla sera prima di coricarsi, tiepido, a piccoli sorsi. . *Borragine. In g 300 di acqua bollente mettere g l0 di borragine, mescolare e levare subito dal fuoco; coprire il recipiente e lasciar riposare l0 minuti. Indi filtrare e bere al mattino a digiuno.
*Carota. G 150 di succo di carota con l'aggiunta di un pizzico di sale e acqua minerale. Bere nel corso della giornata.
*Cicoria amara. Consumarne in grande quantità sia cotta sia cruda. Con un pugno di foglie fresche preparare un decotto facendolo bollire per 8 minuti in g 750 di acqua. Il decotto, dopo essere stato filtrato, si beve durante il giorno.
*Cipolla. Consumarne in gran quantità sia cotta sia cruda, tenendo presente che la cipolla cruda non è molto adatta ai soggetti anemici.
*Ginepro. Mettere in infusione le punte dei rami giovani nella proporzione di g l0 per g 400 di acqua bollente, lasciarlo per 15 mmuti circa. Si ottiene un ottimo infuso depurativo da prendere a tazzine durante la giornata.
*Noce. In g 1.000 di acqua bollire per circa 15 minuti g l0 di foglie di noce. Il ricavato si beve in tre, quattro mattine, a digiuno, tiepido e a piccoli sorsi.
*Nocciolo. Si usano le foglie come per la noce, ma la cura può essere protratta più a lungo.
*Prugne. Si mangiano crude o cotte. Le prugne inoltre rigenerano i nervi e stimolano i centri nervosi mediante l'azione del magnesio e del fosforo. Mangiarne in abbondanza, la mattina a digiuno e prima dei pasti principali. Per un'azione più intensa si può completare con 2 o 3 bicchieri di succo fresco.

Per chi interessa tutto l'argomento inizia da QUI  segue QUI e QUI

17/07/14

In ambito domestico, estetico e medico, le proprietà dell'aceto.

l'aceto è quel liquido che si ottiene per ossidazione dell'etanolo contenuto nel vino e in altre bevande fermentate ad opera di vari batteri, il quale si trasforma in acido acetico. L'aceto possiede molte proprietà,che possono essere sfruttate in diversi campi, dalla medicina all'estetica e nell'ambito della casa.In campo domestico è un ottimo sgrassante, antibatterico e anticalcare. Infatti si può usare mescolandolo a del sale grosso e acqua bollente per liberare le tubature da ostruzioni varie; sempre diluito in acqua le donne di casa possono utilizzarlo per lavare e sgrassare i pavimenti; come anticalcare trova impiego in bagno per lucidare le pareti in vetro o plastica della doccia o le maioliche, nonchè la rubinetteria, oppure in cucina lasciandolo per una notte, sempre diluito con acqua, nelle pentole per donarle la brillantezza perduta. L'aceto gode di un'ottima fama anche in campo estetico, in quanto ha un effetto esfoliante sulla pelle ed è quindi molto indicato per maschere e impacchi tonificanti. Sulla pelle infatti l’aceto ha un effetto astringente, esercita cioè un’azione levigante, dal momento che favorisce la chiusura dei pori.Viene anche in aiuto della bellezza delle donne in quanto risciacquando dopo lo sciampo i capelli, dona a questi delicatezza e soprattutto lucentezza. Addentrandoci in campo medico, un gruppo di ricercatori giapponesi del Central Research Institute di Nakamura, afferma che l'aceto aiuterebbe a perdere peso eliminando il cumulo di grasso nell'organismo. Per fare ciò mette in moto una classe di enzimi che ossiderebbero gli acidi grassi presenti nel sangue rigenerando così il metabolismo. Inoltre l'aceto ha rivelato proprietà disintossicanti per il nostro fegato in quanto elimina le tossine, mentre gli impacchi con questo liquido sono un'ottima terapia per i gonfiori. Due cucchiai di aceto di mele biologico in un litro d'acqua possono diventare una bevanda tonificante, da bere durante la giornata, mentre se aggiunto a due cucchiai di miele e bevuto mattina e sera prima dei pasti disintossica, purifica,sgonfia e sembra faccia anche dimagrire, naturalmente associato ad una dieta sana e al solito e immancabile movimento. (immagine presa dal web)

14/07/14

Insalata di fegato | Cucina cinese

INSALATA DI FEGATO 
Tempo di preparazione: 15-20 minuti
INGREDIENTI: 225 g di fegato di maiale 2 fette di radice di zenzero
Per la salsa: mezzo cucchiaino di sale 2 cucchiai di vino di riso o sherry secco
Per decorare: una cipollina affettata
Eliminate la pellicina bianca che ricopre il fegato, poi tagliatelo a metà nel senso della lunghezza, eliminate il grasso e le nervature interne. Con un coltello affilato incidete a grata la superficie esterna delle fette di fegato, e tagliateli a cubetti. Versate 6 dI di acqua in una casseruola; quando comincerà a bollire buttatevi il fegato e cuocetelo per un paio di minuti fino a quando sarà sbiancato. Sgocciolatelo e passatelo sotto l'acqua fredda. Sistemate i dadini di fegato su un piatto da portata e cospargetelo con la radice di zenzero. Mescolate il vino con il sale, versate il miscuglio sul fegato e lasciate marinare per 15 minuti. Decorate con la cipolla affettata e servite freddo.
INSALATA DI FEGATO



16/05/14

Girasole erba massima

HELIANTHUS ANUUS Per diabete, colesterolo, fegato 

E' un fiore che ha origini antiche: nell'America settentrionale sono stati trovati resti di questo fiore che risalgono a tremila anni prima di Cristo. Gli Indiani d'America lo consideravano una pianta sacra in quanto consentiva all'uomo di farne molteplici usi. In Perù è l'emblema del Dio Sole. È proprio da questo paese, agli inizi del XVI secolo, che il girasole venne per la prima volta importato in Europa dove e per lungo tempo venne usata come pianta ornamentale nei giardini e nei parchi grazie alla particolare caratteristica dei suoi fiori di ruotare sul proprio asse volgendosi al sole, il girasole fu apprezzato dal Re Luigi XVI, il Re Sole, e durante l'età vittoriana, in Gran Bretagna, venne disegnato su stoffe, inciso nel legno, forgiato nei metalli. 

Oscar Wilde, inoltre, volle il girasole come simbolo del movimento estetico che lui stesso aveva fondato. In Italia, poeti come Eugenio Montale e Gabriele D'Annunzio hanno elogiato questo fiore nei propri versi. Nelle opere di Van Gogh la presenza del fiore è ricorrente e comunica spesso allegria e orgoglio. Fino al XIX secolo gli scienziati non conoscevano le sue straordinarie proprietà nutritive e medicinali. Tuttavia gli abitanti del Messico precolombiano usavano già i semi tostati di girasole come cibo. il suo nome, Helianthus anuus, deriva dal greco èlios (sole) e anthos (fiore). Appartiene alla famiglia delle Composite, è una pianta annuale che può raggiungere addirittura 2 m di altezza. il grande disco fiorale in realtà è un capolino formato da numerosi, piccoli fiori.

immagine presa dal web
Oggi viene coltivato in tutto il mondo. I nomi comuni sono: fiore di S. Marco, corona di Giove, edizia, erba massima. Del girasole si utilizzano i fiori, gli steli teneri e i semi. I fiori contengono un glucoside flavonoide (quercimeritrina), oltre alla istidina e ad altre sostenze in percentuali minori. In Messico si usano i fiori e gli steli teneri come balsamici ed espettoranti, contro il catarro bronchiale e le malattie respiratorie. Dai semi si estrae un olio di gran valore nutritivo, ricco di acidi grassi insaturi (specialmente acido linoleico) e di vitamine E, A e B. l'olio di girasole è consigliato soprattutto in caso di arteriosclerosi in quanto riduce il livello di colesterolo nel sangue, in caso di diabete, di malattie del fegato e di alcune malattie della pelle (eczemi e foruncolosi).

PREPARAZIONE E USO Il girasole non presenta nessuna controindicazione alle dosi terapeutiche normali eccetto ipersensibilità individuale; infatti il contatto con il fiore può provocare reazioni allergiche.
Infuso: lasciare in infusione 100g di fiori e foglie in un litro di acqua bollente per almeno 10 minuti. Con il liquido ottenuto applicare degli impacchi sulla zona della pelle interessata dall'infiammazione o fare dei lavaggi più volte al giorno. Lo stesso infuso può può essere utilizzato per uso interno: prenderne tre o quattro tazze al giorno.
Se la chioma appare spenta e inaridita, miscelate in una ciotola 2 cucchiai di olio d'oliva, 2 cucchiai di olio di mandorle e 2 di olio di semi di girasole. Per rendere profumata la miscela, aggiungete 2 gocce di olio essenziale di lavanda. Stendete l'impacco su tutta la lunghezza dei capelli. Lasciate agire almeno 1 ora prima del consueto lavaggio. Ripetete questo trattamento due volte la settimana.

06/05/14

Marrubio, effetto dieta | infuso per la cellulite

IL MARRUBIO appartiene alla famiglia delle Labiate e ha alcune analogie con la ballata (Ballota nigro); tutte e due si sviluppano in ciuffi folti, talvolta cespugliosi, sulle colline e nelle strade dei piccoli paesi delle zone agricole. La specie Marrubium vulgare, che ha il profumo del timo, è diffusa in tutta Italia e si distingue da tutte le altre specie per il suo calice, cioè per la serie di foglioline verdi che sono alla base dei piccoli fiori. Il calice termina con 10 denti duri, sottili, incurvati in fuori. La corolla, appena sporgente dal calice, ha un colorito grigiastro, un aspetto labiato, con il labbro superiore diviso.

Marrubio
immagine presa dal web
La pianta è ricoperta nel fusto, nelle foglie e nei calici da lunghi e fitti peli. Il nome generico deriva dall'ebraico mar, amaro, e da tob, succo, con riferimento preciso al sapore amaro di questa pianta che è apprezzata per le sue proprietà medicinali fin dai tempi più antichi. Gli Egizi la consideravano efficace per i disturbi respiratori; Teofrasto, nel VI secolo a.c., citava il marrubio, confondendolo con la ballata, che per lungo tempo fu chiamata marrubio nero. Più tardi, Dioscoride ne mise in rilievo il possibile pericolo in caso di lesioni renali. La pianta del marrubio contiene saponine, mucillagine, tannini e anche un principio amaro, la marrubina.

Queste sostanze sviluppano un'azione espettorante, bechica (calmano la tosse e l'irritazione), febbrifuga (durante la convalescenza) è utile quando l'appetito è scarso, aperitiva e digestiva. Si usa nelle malattie dell'apparato respiratorio: la sua azione è molto efficace perché fluidifica e disinfetta le secrezioni mucose bronchiali, facilitandone così l'eliminazione e alleviando la tosse. L'uso del marrubio si raccomanda in tutte le malattie dei bronchi: catarri, laringiti, tracheiti, bronchiti, asma, ecc. Si usa anche come tonico dell'apparato digerente grazie all'acido marrubinico; essa viene utilizzata nel trattamento delle turbe dispeptiche, nell'inappetenza, nelle malattie del fegato e in quelle a carico delle vie biliari.

La pianta è utile anche in caso di sovrappeso e presenza di cellulite; non per un'azione strettamente dimagrante, ma per il drenaggio, tramite la quale si ottiene un aumento della diuresi e l'eliminazione delle tossine, comprese quelle prodotte dal metabolismo delle sostanze introdotte con l'alimentazione. Per uso esterno viene impiegato come astringente, detergente di piaghe in suppurazione o che cicatrizzano male.

PREPARAZIONE ED USO
INFUSO PER LA CELLULITE
Della pianta si utilizzano i fiori e le foglie. Non si segnalano effetti secondari o tossici alle dosi terapeutiche. Per il drenaggio, in presenza di cellulite, per la tosse, per mestruazioni con flusso sanguigno troppo scarso:
l'infuso si prepara con 30-40 g di fiori e/o di foglie in 1 litro d'acqua; lasciate in infusione per 15 minuti; se ne prendono 2 o 3 tazze al giorno, ben dolcificate con miele.  
Per il decotto: bollite 20 g di sommità fiorite essiccate in 1 litro d'acqua per 2 minuti; lasciate in infusione 10 minuti. La marrubina non è solubile in acqua. Sono da preferirsi dunque le forme galeniche, come la Tintura Madre o l'estratto fluido. La TM si prepara dalla pianta intera fresca (titolo 65%); 40 gocce, tre volte al giorno. In un'appropriata bevanda si mescola la polvere di foglie secche: 4-8 g di polvere al giorno.

10/04/14

Curare il fegato: ci vengono in aiuto erbe, piante e frutta.

Il fegato è un organo dotato di numerose funzioni indispensabili all’organismo umano, tra cui quella depurativa e quella di immagazzinare riserve per l’organismo. Secerne inoltre, la bile. Le piante benefiche per il fegato sono numerose. Le seguenti sono note a tutti e non richiedono particolare preparazione perché si mangiano normalmente crude o cotte: il CARDO MARIANO: supporta i processi di detossificazione epatica, da assumere come estratto opportunamente titolato; il CARCIOFO: ottimo per migliorare la digestione, le parti che fanno meglio sono le foglie, ma si può assumere anche come tisana; il ROSMARINO: ha un effetto depurativo e protettivo grazie all'attività antiossidante specifica per la cellula epatica; il TARASSACO: amaro ma non troppo, facile da reperire, ha un'attività diuretica, coleretica ed epatoprotettiva; ed ancora l’agretto, l’asparago, la barbabietola rossa, la carota coltivata, il cavolo, il cerfoglio, la cicoria, il crescione, i fagiolini verdi, la melanzana, il ravanello.Tra i frutti preferire: l’arancia, il melone, la susina e l’uva. Si possono prendere anche 2 cucchiai al giorno di succo di lassana. Tutte queste piante sono coleretiche, cioè stimolano la secrezione della bile. Inoltre disintossicano. Ecco alcuni preparati per la cura del fegato da bere tre tazze al giorno, di cui una a digiuno: infuso misto di carciofo e di bosso; lasciare 20g di foglie in infusione per 10 minuti. infuso misto di melissa e tiglio; lasciare 20g di sommità fiorite e foglie di melissa e 10g di fiori di tiglio in un litro d’acqua bollente per 10 minuti. infuso di noce; lasciare 25g di foglie in un litro d’acqua bollente per 10 minuti. decotto misto di ribes nero, carciofo, tarassaco e calendula; bollire 15g di ognuna di queste piante essiccate, in una tazza di acqua per un minuto e lasciare in infusione per 10 minuti. infuso di sambuco; lasciare 50g di fiori in un litro d’acqua bollente, mescolare e filtrare subito. infuso di robinia; lasciare 50g di fiori in un litro d’acqua bollente per 10 minuti. infuso di corbezzolo; lasciare 50g di foglie in un litro d’acqua bollente per 5 minuti.

22/03/14

La pianta chiamata Cynara: Il carciofo

Il carciofo è una pianta della famiglia delle Asteraceae coltivata in Italia e in altri Paesi per uso alimentare e, secondariamente, medicinale. La pianta chiamata Cynara era già conosciuta dai greci e dai romani. A quanto sembra le si attribuivano poteri afrodisiaci, e prende il nome da una ragazza sedotta da Giove e quindi trasformata da questi in carciofo. Dopo l'acqua, il componente principale dei carciofi sono i carboidrati, tra i quali si distinguono l'inulina e le fibre.
I minerali principali sono il sodio, il potassio, il fosforo e il calcio. Tra le vitamine prevale la presenza di B1, B3, e piccole quantità di vitamina C. Il suo contenuto calorico è molto basso:solo 22 Kcal per 100gr di parte commestibile. Il carciofo è consigliato in particolare per risolvere o alleviare alcuni problemi di salute o fisici, e tra questi la cellulite per le proprietà sue diuretiche; l'ipertensione, grazie al suo contenuto in potassio che regola e riduce la pressione arteriosa; il diabete, per l'elevato contenuto in fibra solubile e alla presenza di zuccheri consentiti ai soggetti diabetici, come l’inulina; il colesterolo, per effetto della sua azione anti-trigliceridi e anti-colesterolo LDL (o “colesterolo cattivo”), mentre fa aumentare il colesterolo HDL (o “colesterolo buono”). La medicina naturale e la fitoterapia usano il carciofo nel trattamento dei disturbi funzionali della cistifellea e del fegato, delle dislipidemie, della dispepsia non infiammatoria e della sindrome dell'intestino irritabile. Lo utilizza inoltre, per il suo sapore amaro, in caso di nausea e vomito, intossicazione, stitichezza e flatulenza. La sua attività depurativa (derivata dall'azione su fegato e sistema biliare e sul processo digestivo) fa sì che venga usata per dermatiti legate ad intossicazioni, artriti e reumatismi. Nonostante le sue proprietà benefiche, anche per questo ortaggio non mancano le controindicazioni. Il carciofo non è consigliabile in presenza di calcolosi biliare e per le donne in periodo di allattamento (in quest’ultimo caso perché potrebbe interferire con la secrezione lattea).

25/02/14

Cellule della pelle trasmormate in cellule del fegato

Ecco un altro successo della ricerca, pelle umana che si trasforma in fegato? Si ma sono cellule della pelle che vengono "costrette" a trasformarsi in cellule epatiche.

Sviluppata una tecnica che converte le cellule della pelle umana in cellule del fegato capaci di maturare e di ripopolare l'organo, almeno nei topi. Lo studio della University of California di San Francisco e' stato pubblicato sulla rivista 'Nature'.

Finora, la conversione di cellule somatiche di un paziente in cellule capaci di maturare e rigenerare il fegato e' stata una sfida aperta. Holger Willenbring e colleghi hanno descritto nel nuovo studio una strategia per la conversione delle cellule della pelle umana (fibroblasti) in epatociti del fegato, evitando di dover prima passare per uno stadio di pluripotenza indotta.

Gli autori hanno infatti generato e indotto cellule progenitori allo stato multipotente, da cui poter generare progenitori di cellule endodermiche, ossia quelle che formano il tessuto embrionale e fanno sorgere gli organi delle viscere. Queste cellule possono poi essere convertite in epatociti. Dopo il trapianto in un modelli murino immuno-deficiente di fegato umano danneggiato, questi epatociti proliferavano e acquisivano livelli di funzionalita' simili a quelli delle cellule epatiche adulte primarie.                                                                                                        fonte (AGI)

06/02/14

Perchè si dice "avere fegato"?


Quante volte abbiamo sentito dire in riferimento al coraggio di una persona: "Ha fegato"! E' un modo di dire che si usa spesso e per fortuna non è caduto in disuso.
Avere fegato, si dice di una persona coraggiosa. Il fegato infatti è sempre stato un simbolo di coraggio e di forza fisica. Per gli antichi greci era la sede della forza, della caparbietà e delle passioni, particolarmente dell'amore sensuale e dell'ira. Sull'argomento esiste anche un mito, quello del titano Prometeo che coraggiosamente rubò il fuoco agli dei per donarlo agli uomini.
Prometeo incatenato

 Zeus, scoperto il furto, lo condannò a essere incatenato per l'eternità a una roccia sulle montagne del Caucaso e dispose che ogni giorno un'aquila gigante gli divorasse il fegato. Ogni notte però il suo fegato ricresceva, così che l'aquila potesse tornare a divorarlo il giorno seguente. Nel mito è presente un fondo di verità: il fegato è il solo organo del corpo umano capace di una rigenerazione quasi totale. Se, per esempio, in un intervento chirurgico si rende necessario toglierne una parte, nel giro di pochi mesi il corpo riesce a reintegrarlo totalmente.

05/01/14

Gli organi emuntori secondo la Naturopatia

Organi emuntori, espressione che non è molto chiara, forse un poco difficile. Per chi però si interessa di Naturopatia e di medicina alternativa, questo linguaggio lo conosce abbastanza bene. Sono convinta che la chiarezza sia alla base della distruzione dei pregiudizi e di tutti quei preconceti che si hanno nei confronti di ciò che non si conosce o di cui  ci si è fatti un'idea sbagliata. Conosciamo prima, proviamo e solo in seguito giudichiamo.
Quali sono secondo la visione della naturopatia gli organi emuntori? Gli emuntori sono deputati all' eliminazione delle tossine e alla depurazione del corpo. In naturopatia vengono classificati emuntori primari e secondari. Oltre al fegato ed al rene, vengono considerati emuntori anche pelle, polmoni e intenstino. Scopriamo come e perchè e quando entrano in gioco anche rispetto alla condizione corporea (acidosi o sovraccarico).  La salute e la malattia dipendono dalla produzione di elementi metabolici e dalla capacità dell'organismo di eliminare tali scarti. Esistono organi filtro, chiamati emuntori, preposti alla eliminazione degli scarti metabolici.
Naturopatia
 L'eliminazione dei liquidi avviene tramite quattro organi emuntori. Rene, Fegato, Cistifellea, Intestino, Pelle, Polmoni (comprende: naso, gola, orecchie), Utero, vagina (emuntore supplementare presente nel sesso femminile). Gli emuntori sono collegati al sistema circolatorio, ed al sangue. Emuntori primari, costituiti dalla coppia cistifellea/fegato intestino e il rene, i primi due stimolabili in caso di eccesso di residui colloidali, il secondo in caso di acidosi. Emuntori secondari sono, invece, quelli che intervengono in caso di sovraccarico e affaticamento dei primari. Il polmone, omologo della coppia cistifellea/fegato-intestino, le ghiandole lacrimali, le ghiandole salivari, le ghiandole sebacee, le ghiandole sudoripare. In particolare: ghiandole sudoripare, equivalenti al rene; ghiandole sebacee, equivalenti ad un secondo fegato; strato basale che è al di sotto dell'epidermide ed equivale ad un "secondo intestino". L'acidosi e l'accumulo di sostanze colloidali costituiscono le tipologie dei sovraccarichi. Un'altra distinzione è tra emuntori artificiali, ossia quelli provocati dal Naturopata (sanguisughe, sanguinamenti, coppettazione, ecc....) ed emuntori patologici, (es. l'ulcera varicosa, emorragie intermestruali, ecc...). Si viene a creare un emuntorio patologico allorquando gli emuntori primari e secondari presentano difficoltà nello svolgimento delle loro funzioni.

29/12/13

Cinque bambine si salveranno grazie a Stella.

Stella non ce l’ha fatta. Mamma Giannina stanotte ha dovuto dire addio alla sua bimba di 9 anni, uccisa giovedì sera da un 20enne romeno che ha invaso la corsia opposta a velocità folle nei pressi di Nettuno, alle porte di Roma. Guidava la sua automobile annebbiato dall’alcool, sotto gli effetti della cocaina, senza assicurazione e come ciliegina sulla torta non aveva mai conseguito la patente. Lo sciagurato, con precedenti penali per furto, si trova ora all'ospedale, piantonato dalla polizia. Il cuoricino di Stella ha cessato di battere ieri sera, ma nonostante ciò ella ha voluto compiere l’ultimo gesto d’amore. La donazione dei suoi organi da parte dei genitori permetteranno a cinque famiglie di affrontare speranzosi il nuovo anno che sta arrivando. A ringraziare per prima Stella e i suoi genitori è stata una bambina 11enne di Vicenza, affetta da una grave malattia metabolica, alla quale in nottata è stato trapiantato il fegato. Per fare ciò si è resa necessaria una corsa contro il tempo, un aereo di Stato ha trasportato il fegato di Stella da Roma a Padova. Stella viveva a Capannelle dove lavorano il papà e la mamma ma con la sua famiglia si recava spesso a Nettuno dove aveva abitato fino a poco tempo fa. Con lei in macchina al momento dell’incidente c’erano la sua sorellina Selvaggia, di 4 anni, ora ricoverata all'ospedale Santa Maria Goretti di Latina, e il suo cagnolino, morto anche lui nel tragico schianto. lunedi prossimo si svolgeranno i funerali alla Parrocchia di Santa Barbara a Capannelle, alla periferia sud di Roma.

25/12/13

GB- Chirurgo incide proprie iniziali sul fegato di un paziente

E’ un’usanza prettamente giovanile quella di incidere le proprie iniziali nei posti più strani e disparati, dalle copertine dei libri al tronco degli alberi, dai marmi dei monumenti ai vagoni dei metro, ma incidere le proprie iniziali sul fegato di un paziente ha dell’incredibile e inverosimile. E’ successo in una sala operatoria del “ Queen Elisabeth Hospital” di Birmingham (GB ). Il chirurgo Dott. Simon Bramhall, 48 anni, è stato accusato di aver inciso le sue iniziali “SB” sul fegato di un paziente durante un intervento chirurgico usando per lo scopo del gas argon. Il dott. Bramhall era in servizio al Queen Elisabeth Hospital da oltre 10 anni, e si teme possa aver messo la sua “firma” in altre centinaia di interventi. << E’ abbastanza sorprendente che una persona possa aver fatto tutto questo – ha riferito una fonte – soprattutto se questa persona è un chirurgo di fama internazionale come il dott. Bramhall >>. L'accaduto sarebbe stato scoperto da un altro chirurgo durante una successiva operazione. Il Queen Elizabeth Hospital di Birmingham ha sospeso il medico in attesa che si concluda l'inchiesta aperta dopo che i fatti sono stati resi noti.

09/11/13

Cynara cardunculus, ovvero sua maestà il carciofo

Finalmente siamo vicini alla stagione dei carciofi. Ne sono ghiotta, mi piacciono in tutti i modi. Potrei mangiarne fino a scoppiare. Ma conosco molte persone che non amano il carciofo per quel lieve (non sempre) retrogusto amaro, perchè ci vuole del tempo per pulirlo, perchè dicono ne va sprecato molto. Attenzione, ignorate che il carciofo è come uno scrigno magico pieno di sorprese. Esso viene coltivato sia a scopo alimentare che per le sue proprietà benefiche care alla medicina naturale. L'Italia è il paese europeo in cui i carciofi vengono maggiormente coltivati e Sicilia, Sardegna e Puglia ne detengono il primato.
"Cynara cardunculus", questo il nome datogli dai nostri cari antenati latini, ricordate il Cynar? Ebbene tiriamo fuori dallo scrigno le sue innumerevoli facoltà.
I carciofi sono costituiti principalmente da acqua e fibre vegetali, utili per stimolare il buon funzionamento dell'intestino. Essi rappresentano una fonte importante di preziosi sali minerali, tra i quali troviamo sodio, potassio, fosforo e calcio. I carciofi contengono inoltre vitamina C, e vitamine del gruppo B, con particolare riferimento alla vitamina B1 ed alla vitamina B3. Contengono inoltre vitamina K, ritenuta utile nella prevenzione dell'osteoporosi. Essi rappresentano una fonte di ferro e di rame, elementi impiegati dal nostro organismo nella produzione delle cellule del sangue. Sono inoltre una fonte di betacarotene e luteina, preziosa per proteggere la vista.
Carciofi
Tra i componenti che rendono interessanti i carciofi dal punto di vista curativo vi sono i flavonoidi, tra i quali spicca la rutina, derivati dell'acido caffeico e metaboliti secondari che permettono l'attività farmacologica degli estratti di carciofo. Tra di essi troviamo la cinarina, connsiderata utile in caso di disturbi del fegato. I derivati dell'acido caffeico garantiscono effetti antiossidanti ed epatoprotettivi.
Cinarina è il nome di un composto presente nei carciofi, in grado di renderli un alimento che può contribuire all'inibizione dell'ossidazione del colesterolo LDL e la biosintesi del colesterolo stesso. Possiede inoltre spiccate proprietà depurative e contribuisce all'eliminazione delle tossine da parte dell'organismo.
Gli effetti positivi delle foglie di carciofo sul fegato e sulla riduzione del colesterolo sono stati studiati dal punto di vista scientifico, con buoni risultati. Oltre ad alleggerire il lavoro del fegato, i carciofi risultano benefici per i reni e per la cistifellea, che si troveranno a dover affrontare un minor carico di tossine.
La medicina naturale e la fitoterapia utilizzano il carciofo soprattutto in caso di disturbi della cistifellea a e del fegato, oltre che in caso di sindrome del colon irritabile. I suoi estratti possono risultare utili in caso di nausea, vomito ed intossicazioni alimentari, per via delle proprietà depurative tipiche del carciofo. Le foglie di carciofo vengono impiegate per ricavare estratti fitoterapici utili nel trattamento di indigestione e dispepsia, oltre che per stimolare la produzione della bile. Gli estratti di foglie di carciofo permettono di mantenere un equilibrio dei nutrienti essenziali al nostro organismo, oltre a migliorare la salute di unghie e capelli, rendendoli più forti e splendenti.
Per quanto riguarda gli utilizzi culinari del carciofo, essi portano immediatamente alle ricette tipiche della cucina regionale italiana. In Liguria i carciofi sono tra gli ingredienti impiegati per la preparazione della torta pasqualina. I carciofi alla romana sono una preparazione tipica di questo ortaggio, che precede che esso venga stufato con prezzemolo, olio extravergine d'oliva, aglio e mentuccia.
I carciofi possono essere utilizzati crudi per la preparazione di insalate, dopo essere stati affettati a lamelle. Essi possono inoltre rappresentare un ottimo ingrediente per la preparazione di salse per il condimento della pasta, dopo essere stati stufati e frullati. Tra i condimenti ideali per i carciofi, oltre all'olio extravergine d'oliva, troviamo il succo di limone, utile per evitare che i carciofi anneriscano dopo essere stati tagliati. Essi possono essere inoltre preparati al forno e gratinati utilizzando pane secco casereccio grattugiato e pinoli.
Non perdete altro tempo correte a fare una scorpacciata di carciofi!

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