Il-Trafiletto
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06/05/14

Marrubio, effetto dieta | infuso per la cellulite

IL MARRUBIO appartiene alla famiglia delle Labiate e ha alcune analogie con la ballata (Ballota nigro); tutte e due si sviluppano in ciuffi folti, talvolta cespugliosi, sulle colline e nelle strade dei piccoli paesi delle zone agricole. La specie Marrubium vulgare, che ha il profumo del timo, è diffusa in tutta Italia e si distingue da tutte le altre specie per il suo calice, cioè per la serie di foglioline verdi che sono alla base dei piccoli fiori. Il calice termina con 10 denti duri, sottili, incurvati in fuori. La corolla, appena sporgente dal calice, ha un colorito grigiastro, un aspetto labiato, con il labbro superiore diviso.

Marrubio
immagine presa dal web
La pianta è ricoperta nel fusto, nelle foglie e nei calici da lunghi e fitti peli. Il nome generico deriva dall'ebraico mar, amaro, e da tob, succo, con riferimento preciso al sapore amaro di questa pianta che è apprezzata per le sue proprietà medicinali fin dai tempi più antichi. Gli Egizi la consideravano efficace per i disturbi respiratori; Teofrasto, nel VI secolo a.c., citava il marrubio, confondendolo con la ballata, che per lungo tempo fu chiamata marrubio nero. Più tardi, Dioscoride ne mise in rilievo il possibile pericolo in caso di lesioni renali. La pianta del marrubio contiene saponine, mucillagine, tannini e anche un principio amaro, la marrubina.

Queste sostanze sviluppano un'azione espettorante, bechica (calmano la tosse e l'irritazione), febbrifuga (durante la convalescenza) è utile quando l'appetito è scarso, aperitiva e digestiva. Si usa nelle malattie dell'apparato respiratorio: la sua azione è molto efficace perché fluidifica e disinfetta le secrezioni mucose bronchiali, facilitandone così l'eliminazione e alleviando la tosse. L'uso del marrubio si raccomanda in tutte le malattie dei bronchi: catarri, laringiti, tracheiti, bronchiti, asma, ecc. Si usa anche come tonico dell'apparato digerente grazie all'acido marrubinico; essa viene utilizzata nel trattamento delle turbe dispeptiche, nell'inappetenza, nelle malattie del fegato e in quelle a carico delle vie biliari.

La pianta è utile anche in caso di sovrappeso e presenza di cellulite; non per un'azione strettamente dimagrante, ma per il drenaggio, tramite la quale si ottiene un aumento della diuresi e l'eliminazione delle tossine, comprese quelle prodotte dal metabolismo delle sostanze introdotte con l'alimentazione. Per uso esterno viene impiegato come astringente, detergente di piaghe in suppurazione o che cicatrizzano male.

PREPARAZIONE ED USO
INFUSO PER LA CELLULITE
Della pianta si utilizzano i fiori e le foglie. Non si segnalano effetti secondari o tossici alle dosi terapeutiche. Per il drenaggio, in presenza di cellulite, per la tosse, per mestruazioni con flusso sanguigno troppo scarso:
l'infuso si prepara con 30-40 g di fiori e/o di foglie in 1 litro d'acqua; lasciate in infusione per 15 minuti; se ne prendono 2 o 3 tazze al giorno, ben dolcificate con miele.  
Per il decotto: bollite 20 g di sommità fiorite essiccate in 1 litro d'acqua per 2 minuti; lasciate in infusione 10 minuti. La marrubina non è solubile in acqua. Sono da preferirsi dunque le forme galeniche, come la Tintura Madre o l'estratto fluido. La TM si prepara dalla pianta intera fresca (titolo 65%); 40 gocce, tre volte al giorno. In un'appropriata bevanda si mescola la polvere di foglie secche: 4-8 g di polvere al giorno.

09/03/14

Cellulari, tablet e smartphone: la casa preferita dei batteri

Stiamo molto attenti all'igiene delle mani, magari ci siamo abituati a portarci dietro in borsa un igienizzante che ci aiuti a tenere le mani pulite durante tutto il giorno, quando siamo al lavoro, o in giro, e siamo in contatto con le più svariate superfici, altre persone, animali.
In realtà non ci accorgiamo di avere spesso tra le dita alcuni oggetti tra i più ricchi di batteri in assoluto: cellulari, smartphone e tablet! Ad annidarsi tra i nostri tanto amati oggetti tecnologici ci sono tra gli altri lo Staffilocco Aureo e il Clostridium (potenzialmente patogeni), a rivelarlo un nuovo studio della Sanford Health pubblicato sull’American Journal of Incection Control che non fa altro che confermare ulteriormente quello che già sapevamo: insieme alle borse e alle tavolette del Wc, smartphone e tablet sono tra gli oggetti più ricchi di batteri.
  La domanda allora è: come possiamo difenderci? Semplicemente passando un panno in microfibra umido ogni giorno sul nostro smartphone o tablet, ha risposto Dubert Guerriero, uno degli autori principali della ricerca. Ma in realtà questo potrebbe non bastare nel caso sul proprio dispositivo si sia “accomodato” un virus più resistente come ad esempio quello dell’influenza. In questo caso per debellarlo è necessario utilizzare qualche detergente apposito per smartphone che, a detta dello studioso, sarebbe grado di uccidere il 99.9% dei batteri e dei virus. Un’ulteriore alternativa suggerita dai ricercatori è quella di acquistare delle coperture usa e getta, da cambiare ogni giorno, ma noi siamo “green” e questa soluzione non ci piace! Ci accontentiamo di passare sul dispositivo un panno umido in microfibra, il resto lo facciamo fare al nostro sistema immunitario.
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