Il-Trafiletto
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21/05/14

Lichene d'Islanda, buon amaro

CETRARIA ISLANDICA In caso di nausea e tosse 

Il lichene d'Islanda, ben conosciuto dalle popolazioni del Nord Europa - lapponi e islandesi lo usavano durante le carestie e ne conoscevano le proprietà terapeutiche - ma sconosciuto ai latini o perlomeno non citato negli antichi testi di erboristeria, venne segnalato per la prima volta nel 1627 da Valerio Cordo. Già a partire dal 1700, Linneo e altri ne consigliavano l'impiego nella terapia della tisi.

Il lichene è una pianta provvista di tallo cespuglioso, ramificato, con lobi nastriformi di colore marrone, o grigio-verde nella parte superiore e verde-argentato in quella inferiore. I margini portano delle ciglia setose. La pianta può raggiungere i 10 cm d'altezza. Si ritrova nei boschi di conifere, sui tronchi degli alberi, attaccato alle rocce, talvolta nei prati. Nelle zone montane e submontane del Nord Europa. In Italia vive solo sulle Alpi, soprattutto attaccato alle rupi o ai vegetali.

Si utilizza la parte aerea della pianta, il tallo, raccolto all'inizio della primavera o alla fine dell'estate-autunno e fatto essiccare. Le sue mucillagini sono costituite dalla lichenina e dalla isolichenina che in acqua per idrolisi danno uno zucchero: il galattosio. La cetrarina, il principio attivo amaro è un miscuglio di acido cetrarico e lichenstearico e un colorante verde. Il gusto amaro può essere eliminato attraverso l'ebollizione o più semplicemente lasciando il tallo in infusione per 24 ore circa in acqua fredda.

CETRARIA ISLANDICA
immagine presa dal web

Eliminato questo principio la pianta può essere usata come alimento. Le proprietà terapeutiche sono da assegnare essenzialmente alle sostanze mucillaginose le quali esercitano effetto antitussivo, astringente intestinale e protettivo. l'azione digestiva tonica e antibatterica è esplicata dalla sostanza amara. Queste proprietà lo rendono utile per combattere tosse, catarri bronchiali, infiammazioni intestinali, diarrea. l'infuso, per la presenza di cetrarina, avrebbe azione antiemetica, anche se a questo scopo viene segnalata come più efficace la tintura in quanto le sostanze amare risultano solubili in alcol. Viene consigliato nel trattamento dei vomiti incoercibili, nelle cinetosi, nella nausea in gravidanza.

Per uso esterno, la medicina popolare impiega la pianta nella detersione e cura di ferite a cicatrizzazione torpida. In campo dermatologico viene utilizzato a scopo antisettico in forma di crema, lozione, polvere sia in caso di infezioni della pelle di origine infettiva sia su ustioni importanti.

Il medicamento è sicuro. Per la presenza di principi amari non utilizzate il lichene in caso di ulcera gastroduodenali e gastrite. Il decotto: fate bollire 10-20 gr. In un litro di'acqua per 2 minuti, cambiate l'acqua per eliminare il sapèore amaro e mettetela a bollire di nuovo in 1,5 litri di acqua, finchè il liquido si riduce a 1 litro: prendetene 3-4 tazze al giorno, calde e dolcificate con miele. Per uso esterno: il decotto può essere usato aggiunto all'acqua del bagno pr tonificare le pelli secche e avvizzite. Per lo sciroppo in caso di pertosse: dopo la macerazione, sgocciolate, lavate ripetumente pianta con acqua bollente, bollite a fuoco basso per 30 minuti, passate, pesate, aggiungete miele in quantità pari al peso, cuocete a bagnomaria mescolando e schiumando fino a ispessimento, mettete in un vaso e coprite; 1 cucchiaino da caffè al momento dell'accesso di tosse.

06/05/14

Marrubio, effetto dieta | infuso per la cellulite

IL MARRUBIO appartiene alla famiglia delle Labiate e ha alcune analogie con la ballata (Ballota nigro); tutte e due si sviluppano in ciuffi folti, talvolta cespugliosi, sulle colline e nelle strade dei piccoli paesi delle zone agricole. La specie Marrubium vulgare, che ha il profumo del timo, è diffusa in tutta Italia e si distingue da tutte le altre specie per il suo calice, cioè per la serie di foglioline verdi che sono alla base dei piccoli fiori. Il calice termina con 10 denti duri, sottili, incurvati in fuori. La corolla, appena sporgente dal calice, ha un colorito grigiastro, un aspetto labiato, con il labbro superiore diviso.

Marrubio
immagine presa dal web
La pianta è ricoperta nel fusto, nelle foglie e nei calici da lunghi e fitti peli. Il nome generico deriva dall'ebraico mar, amaro, e da tob, succo, con riferimento preciso al sapore amaro di questa pianta che è apprezzata per le sue proprietà medicinali fin dai tempi più antichi. Gli Egizi la consideravano efficace per i disturbi respiratori; Teofrasto, nel VI secolo a.c., citava il marrubio, confondendolo con la ballata, che per lungo tempo fu chiamata marrubio nero. Più tardi, Dioscoride ne mise in rilievo il possibile pericolo in caso di lesioni renali. La pianta del marrubio contiene saponine, mucillagine, tannini e anche un principio amaro, la marrubina.

Queste sostanze sviluppano un'azione espettorante, bechica (calmano la tosse e l'irritazione), febbrifuga (durante la convalescenza) è utile quando l'appetito è scarso, aperitiva e digestiva. Si usa nelle malattie dell'apparato respiratorio: la sua azione è molto efficace perché fluidifica e disinfetta le secrezioni mucose bronchiali, facilitandone così l'eliminazione e alleviando la tosse. L'uso del marrubio si raccomanda in tutte le malattie dei bronchi: catarri, laringiti, tracheiti, bronchiti, asma, ecc. Si usa anche come tonico dell'apparato digerente grazie all'acido marrubinico; essa viene utilizzata nel trattamento delle turbe dispeptiche, nell'inappetenza, nelle malattie del fegato e in quelle a carico delle vie biliari.

La pianta è utile anche in caso di sovrappeso e presenza di cellulite; non per un'azione strettamente dimagrante, ma per il drenaggio, tramite la quale si ottiene un aumento della diuresi e l'eliminazione delle tossine, comprese quelle prodotte dal metabolismo delle sostanze introdotte con l'alimentazione. Per uso esterno viene impiegato come astringente, detergente di piaghe in suppurazione o che cicatrizzano male.

PREPARAZIONE ED USO
INFUSO PER LA CELLULITE
Della pianta si utilizzano i fiori e le foglie. Non si segnalano effetti secondari o tossici alle dosi terapeutiche. Per il drenaggio, in presenza di cellulite, per la tosse, per mestruazioni con flusso sanguigno troppo scarso:
l'infuso si prepara con 30-40 g di fiori e/o di foglie in 1 litro d'acqua; lasciate in infusione per 15 minuti; se ne prendono 2 o 3 tazze al giorno, ben dolcificate con miele.  
Per il decotto: bollite 20 g di sommità fiorite essiccate in 1 litro d'acqua per 2 minuti; lasciate in infusione 10 minuti. La marrubina non è solubile in acqua. Sono da preferirsi dunque le forme galeniche, come la Tintura Madre o l'estratto fluido. La TM si prepara dalla pianta intera fresca (titolo 65%); 40 gocce, tre volte al giorno. In un'appropriata bevanda si mescola la polvere di foglie secche: 4-8 g di polvere al giorno.
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