Il-Trafiletto
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22/09/14

Il Microbioma "Cellulare"

Il microbioma cellulare

Ad ognuno il proprio smartphone! Pare che i nostri cellulari, ci assomiglino non solo perchè sono lo specchio del nostro gusto e piacere personale, ma anche perchè sono lo specchio del nostro "microbioma".


I ricercatori dell'Università dell'Oregon, invece di provvedere ad analizzare singolarmente ogni agente patogeno, hanno diretto la loro attenzione studiando l'intera popolazione microbica presente sui touchscreen degli smartphone di ultima generazione.

I risultati sono stati successivamente confrontati con quelli presenti nella pelle delle nostre mani in particolare la parte predominante (destra o sinistra) e con le dita indice e pollice dei rispettivi proprietari degli smartphone. Ciò che ne è scaturito fuori è: nell'82% dei casi si è riscontrata una concordanza tra il "microbioma" del telefono e quello del proprietario.

La tecnologia di sequenziamento utilizzata, potrebbe essere impiegata per schermare gli smartphone degli operatori sanitari e dei pazienti per comprendere se entrano in contatto con agenti patogeni oppure se sono esposti a minacce biologiche di vario genere, senza dovere necessariamente intervenire direttamente sulla persona.


15/09/14

La preparazione pre operatoria del paziente

Procedere all'assistenza pre operatoria del paziente vuol dire, seguire determinati procedimenti che sono diretti in particolar modo a dovere fare in modo di prevenire possibili future infezioni. 


Ciò in cui ci si deve concentrare più di ogni altra cosa è la preparazione della pelle del paziente tramite una doccia pre operatoria, che favorirà la tricotomia, la disinfezione della pelle, la decontaminazione naso-orofaringea, la terapia antibiotica e la pulizia intestinale. Una perfetta preparazione pre operatoria dovrebbe essere effettuata anche allo scopo di dovere creare un contenimento e/o riduzione dello stato ansioso dell'individuo che devrà sottoporsi a un intervento chirurgico.

La doccia pre operatoria.
Nessuna dimostrazione è scaturita degli studi riguardo l'efficacia della doccia pre operatoria con prodotti antisettici nel diminuire le infezioni possibili all'interno della ferita chirurgica. Uno studio recente di coorte invece ha contrariamente messo in luce che fare la doccia con clorexidina la sera e la mattina dell'intervento diminuisce la possibilità del formarsi formazioni di microrganismi cutanei fino a 9 volte in meno.
Preparare il paziente
prima di un intervento chirurgico

Tricotomia.
Una delle cause principali di infezioni sono i peli e i capelli che tra l'altro possono impedire una chiara visuale della parte da dovere incidere oltre che interferire in seguito con il cicatrizzarsi della ferita. Le prove attuali sono a favore della tricotomia solo nei casi in cui i peli nell'area di incisione possano interferire con l'intervento. In caso di necessità la tricotomia, va effettuata tramite un rasoio elettrico idoneo, altrimenti con creme depilatorie. Il rasoio tradizionale quello a mano è oppurtuno evitarlo, in quanto durante la pulitura della pelle può generare microlesioni che possono essere sede di colonizzazione da parte dei microrganismi. Se la tricotomia viene effettuata con rasoio elettrico si raccomanda di eseguirla un paio di ore prima dell'intervento, se invece si utilizza la crema depilatoria allora è bene effettuarla la sera prima.

Disinfezione della cute.
Non esistono molti studi che siano in grado di valutare l'efficienza della disinfezione della cute rispetto al non eseguirla. Organizzazioni famose come i CDC e il Royal College of Surgeons of England danno raccomandazione di procedere a disinfettare la cute prima dell'intervento chirurgico. Gli agenti iodofori (per esempio iodopovidone), i prodotti contenenti alcol e la clorexidina gluconato sono gli antisettici più comunemente usati. Mancano studi controllati di buona qualità che confrontino questi antisettici pre operatori.
Bisogna procedere in modo concentrico, per dare inizio alla disinfezione della cute, eseguendo movimenti che inizino dal centro e proseguano verso la periferia del sito chirurgico. La parte disinfettata deve essere sufficientemente estesa per poter ne caso ci fosse la necessità di ampliare l'incisione e per realizzarne di nuove se necessario.

Profilassi antibiotica.
Procedere alla somministrazione profilattica di antibiotici ha lo scopo di impedire che i microrganismi venuti a contatto con il campo operatorio si possano raccogliere nella parte sottoposta all'intervento chirurgico e/o si attacchino al materiale protesico impiantato, divenendo una possibile causa di infezione. La profilassi antibiotica nella maggior parte dei casi, deve iniziarsi subito prima delle procedure di anestesia e in ogni caso nei 30-60 minuti prima di procedere all'incisione della cute. A supportare una profilassi prolungata nel tempo ad onor del vero non esistono prove: voler proseguire con la profilassi per più di 24 ore dall'intervento chirurgico non è avvalorata da prove scientifiche.

Scegliere quale antibiotico utilizzare significherà dovere avere un ampio raggio di azione che dia garanzia riguardo l'efficacia contro le probabili contaminazioni. Sarà altresi opportuno che in ogni realtà chirurgica locale venga effettuato un controllo delle specie batteriche responsabili delle complicanze infettive post operatorie e della loro sensibilità agli antibiotici utilizzati in profilassi.


18/08/14

Quell'infezione fastidiosa degli occhi: l'orzaiolo, cos'è e come trattarlo.

L'orzaiolo è un'infiammazione acuta delle ghiandole sebacee alla base delle ciglia, causata generalmente da una infezione batterica da stafilococco. Quasi sempre l’infezione interessa le ghiandole sebacee esterne, dando luogo alla formazione di un’escrescenza di forma rotondeggiante e di piccole dimensioni a livello della linea ciliare ( orzaiolo esterno ). In questo caso il paziente avverte un dolore continuo associato a una spiacevole sensazione di gonfiore come se avesse un corpo estraneo nell'occhio. Al centro dell’orzaiolo si può notare la presenza di un punto purulento di colore giallognolo che solitamente si rompe in modo spontaneo. A differenza degli orzaioli esterni, che interessano le ghiandole di Zeis, gli orzaioli interni sono più complicati. Essi vanno ad interessare le ghiandole di Meibomio . La terapia dell’orzaiolo interno consiste nell’ incoraggiare la sua rottura per mezzo di applicazioni di impacchi caldo-umidi co delle garze sterili da appoggiare sull’occhio per circa venti minuti e per più volte al giorno e favorire così’ la fuoriuscita del liquido purulento. Questo procedimento potrebbe essere accompagnato all’uso di una pomata antibiotica, oltre all’assoluto divieto di toccarsi gli occhi con le mani. Se non ci saranno complicazioni il processo infiammatorio si risolverà entro pochi giorni. Nel caso di un orzaiolo interno è opportuno fare ricorso all’esperienza di un medico specialista, in entrambi i casi è assolutamente sconsigliato la “spremitura” personale per evitare di aggravare il processo infiammatorio. La prevenzione degli orzaioli consiste nella normale pulizia dell'occhio, trattarlo sempre e comunque con le mani pulite, ma soprattutto in soggetti predisposti cercare di eliminare con attenzione gli eccessi di sebo dalle ciglia, pulendole co saponi neutri o con shampoo per bambini, al fine di tenere sempre puliti i dotti escretori delle ghiandole.(immagine presa dal web) .

08/03/14

Toscana | I consultori quanto prima saranno forniti del Ru486.

Toscana:| i consultori quanto prima saranno forniti del Ru486. L'inaspettata iniziativa giunge direttamente dal Consiglio Sanitario della Toscana e mira a superare le odierne linee guida del Ministero della Salute, che indicano l'utilizzo della pillola solo ed esclusivamente nelle strutture ospedaliere tradizionali ed in regime di ricovero ordinario.

In base all'opinione del comitato tecnico dell'Assessorato alla Sanità regionale, l'introduzione della pillola abortiva nei poliambulatori idoneamente attrezzati, si tramuterebbe in un vantaggio non indifferente per le donne e si attesterebbe in linea con quanto già previsto dalla Legge 194 in cui si prevede la possibilità di inserire nuove metodiche, oltre alla chirurgia a patto che siano “rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l'interruzione della gravidanza”.
Le nuove linee guida proposte dal comitato toscano prevedono la somministrazione della Ru486 nei poliambulatori e nei consultori adeguatamente attrezzati, dove la donna dovrebbe rimanere in osservazione per due ore dopo l'assunzione del farmaco.
Pillola abortiva

Alla paziente sarebbe quindi fornito il recapito di un medico reperibile 24 ore su 24 e verrebbe mandata a casa con l'invito a presentarsi dopo 48 per assumere un secondo farmaco e quindi a distanza di 15 giorni per una visita di controllo.
“Per ora è solo una proposta”, ha spiegato a Repubblica Antonio Panti, presidente dell'Ordine dei Medici di Firenze e vicepresidente del Consiglio Sanitario toscano.

“Ci sono ancora dei passaggi. Ma la politica deve fare il suo corso. Abbiamo seguito tutte le leggi che regolano l'interruzione di gravidanza.
Già la 194 apriva alla possibilità di introdurre metodiche nuove oltre la chirurgia e indicava le strutture territoriali come luoghi dove praticarle”. La somministrazione della pillola abortiva in strutture ospedaliere tradizionali e in regime di ricovero ordinario era stata decisa infatti dal Ministero della Salute, sulla base di un controverso parere espresso nel 2010 dal Consiglio Superiore di Sanità.

Si trattava però di semplici linee guida e come sottolinea in una nota l'Assessorato alla Salute della Regione Toscana, il parere espresso dal comitato regionale è perfettamente conforme alle normative vigenti. Se l'Assessore sceglierà di accogliere le nuove linee guida, dovrà quindi semplicemente notificarle alle Asl, che potranno applicarle senza bisogno di una specifica delibera. In attesa della decisione dell'Assessorato, sono già arrivate le prime critiche degli ambienti cattolici.

“La Ru486, prodotto abortivo tutt’altro che esente da rischi, era stata adottata nei vincoli della Legge 194, prevedendo quindi il ricovero e l’osservazione”, hanno dichiarato Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, presidente e copresidente dell’Associazione Scienza & Vita.
“Ora la somministrazione della pillola direttamente tramite i consultori scavalca ogni disposizione legislativa e apre a una deregulation senza precedenti, le cui conseguenze sul piano antropologico sono immediatamente intuibili”.

Ad applaudire la proposta del Consiglio Sanitario toscano è invece Silvio Viale, Consigliere Comunale a Torino, responsabile del servizio di Ivg dell'Ospedale Sant'Anna di Torino e tra i pionieri della sperimentazione della RU486 in Italia. “Per le sue caratteristiche l'aborto medico è una pratica ambulatoriale”, ha dichiarato Viale. “Il ricovero, anche quello nella forma di Day Hospital è un trattamento ridondante. Del resto gli art. 8 e 12 della Legge 194/78 configurano il ricovero solo “se necessario” e, sempre l'art. 8 prevede che le Ivg possano essere effettuate “presso poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati, funzionalmente collegati agli ospedali”. Fa un po' tristezza pensare come queste previsioni fossero legate addirittura all'aborto chirurgico e come la 194 sia stata bistrattata per tutti questi anni come la Cenerentola della sanità. Ora con la RU486, dopo 35 anni, si può dare applicazione a questa parte della 194 e recuperare i consultori nella effettuazione degli aborti, emancipando le donne dal ricovero in ospedale”.

01/03/14

Com'è cambiato il rapporto medico paziente?

A certe condizioni la rete può migliorare il dialogo: "Dottore ho trovato la soluzione su internet" Internet sta cambiando il rapporto medico-paziente. 


Secondo una ricerca, la possibilità di trovare notizie mediche on-line e di potersele stampare ha reso più informati e preparati i pazienti. Con una copia in mano di queste notizie il dialogo con i medici può essere facilitato visto che si può subito verificare l'attendibilità della notizia considerando la fonte che viene citata. Ma può esserci il rovescio della medaglia. Esiste la possibilità che su Internet si trovino notizie errate o fuorvianti e questo può diventare fonte di frustrazione per il medico. Il motivo?
medico - paziente

Capita che il paziente sia suggestionato da una notizia sbagliata letta navigando in rete e la riporti al suo medico di fiducia dandola senza dubbio per vera. Per cui oltre a dover capire di quale disturbo soffre il paziente, il terapeuta deve anche perdere del tempo a convincerlo che quello che ha letto non corrisponde alla realtà dei fatti. Dunque, come accade spesso quando si parla di Internet, questo strumento può essere interpretato in modo ambivalente. Quando offre un vero aiuto, nel nostro caso può trasformarsi in un'occasione per il medico di dedicare più tempo alla comprensione del vissuto del paziente e della sua patologia. Avendo egli risolto in pochi minuti i dubbi più generali sulla malattia stessa.

16/01/14

Norvegia | Paziente “prende fuoco” durante un intervento chirurgico al cuore.

Un intervento chirurgico eseguito al “University Hospital of North Norway” a Tromsoe (Norvegia)finito nel peggiore dei modi. Un paziente che doveva sottoporsi ad una delicata operazione cardiochirurgica, a cuore aperto, improvvisamente prende fuoco durante l'intervento stesso, tanto da riprendere i sensi dopo essere stato sedato. A causare la combustione è stato il contatto tra la soluzione alcolica disinfettante che serviva a tenere puliti i tessuti cardiaci e delle scintille causate dal bisturi elettrico. Ora l'interno della sua zona toracica presenta ustioni di terzo grado, ma è già stato predisposto un intervento di chirurgia plastica per rimetterlo a nuovo. <incidente tanto raro quanto sfortunato - ha detto il clinical manager dell'ospedale, Rolf Busund - questo evento ci ha ricordato che nonostante le nostre procedure siano adeguate, cose come questa possono accadere".

25/12/13

GB- Chirurgo incide proprie iniziali sul fegato di un paziente

E’ un’usanza prettamente giovanile quella di incidere le proprie iniziali nei posti più strani e disparati, dalle copertine dei libri al tronco degli alberi, dai marmi dei monumenti ai vagoni dei metro, ma incidere le proprie iniziali sul fegato di un paziente ha dell’incredibile e inverosimile. E’ successo in una sala operatoria del “ Queen Elisabeth Hospital” di Birmingham (GB ). Il chirurgo Dott. Simon Bramhall, 48 anni, è stato accusato di aver inciso le sue iniziali “SB” sul fegato di un paziente durante un intervento chirurgico usando per lo scopo del gas argon. Il dott. Bramhall era in servizio al Queen Elisabeth Hospital da oltre 10 anni, e si teme possa aver messo la sua “firma” in altre centinaia di interventi. << E’ abbastanza sorprendente che una persona possa aver fatto tutto questo – ha riferito una fonte – soprattutto se questa persona è un chirurgo di fama internazionale come il dott. Bramhall >>. L'accaduto sarebbe stato scoperto da un altro chirurgo durante una successiva operazione. Il Queen Elizabeth Hospital di Birmingham ha sospeso il medico in attesa che si concluda l'inchiesta aperta dopo che i fatti sono stati resi noti.

29/10/13

Problemi cardiologici? Parliamone con la psiche

Problemi cardiologici? Parliamone con la psiche! Già, proprio cosi, infatti pare che a seguito di una ricerca effettuata in Grecia, resa pubblica durante un meeting della Società europea di cardiologia, la Esc, si è potuto appurare che dinanzi a forme di assistenza psicologica, le mortalità dovute a malattie coronariche, siano in forte calo.
Il risultato da corpo ancor di più alla convinzione che questa tipologia di sofferenza possa avere delle origini in parte ad una componente psicologica.
Già in precedenza alcuni studi avevano evidenziato come la frequenza degli attacchi cardiaci fosse fortemente indotta da fattori come depressione, isolamento, precarie condizioni economiche e stress cronico. La ricerca effettuata nella penisola Ellenica fa un ulteriore passo avanti e associa la frequenza delle recidive in base alla qualità dell'aiuto psicologico ricevuto.
La dottoressa Zoi Aggelopoulou, coautrice dello studio, spiega: «Gli infermieri della nostra unità coronarica hanno osservato che era meno probabile che i pazienti avessero altri attacchi cardiaci, morissero o ritornassero in ospedale se gli parlavamo delle loro cure, suonavamo musica per loro o davamo a chi è religioso la possibilità di pregare. Questo ci ha fatto pensare che le malattie coronariche non avessero solo un'origine fisica, ma anche una componente psicologica».
Aiuto psicologico per il cuore

L'impressione è poi stata confortata da una meta-analisi condotta su nove studi medici casuali e controllati. Il risultato è stato a dir poco sorprendente: dopo due anni dal ricovero, la probabilità di morte o recidiva si riduceva di ben il 55% in presenza di aiuto psicologico (l'influenza è invece pressoché nulla nel corso dei primi due anni).
«I pazienti vogliono sapere cosa accadrà loro dopo che avranno lasciato l'ospedale, se potranno continuare ad avere rapporti sessuali, che tipo di medicinali dovranno prendere», ha proseguito Aggelopoulou. «La nostra ricerca mostra che fornire informazioni e rassicurazioni diminuisce la loro probabilità di morire o avere un altro attacco cardiaco. Purtroppo le unità coronariche sono sotto pressione, in Grecia abbiamo spesso 1o 2 infermieri a occuparsi di 10 o 20 pazienti. Tuttavia sapere che semplicemente parlando ai malati o introducendo la musicoterapia si potrebbero ridurre del 55% le morti e i ritorni in ospedale dovrebbe essere un forte incentivo».
Ora serviranno ulteriori studi per verificare quali sono le metodologie di assistenza psicologica più efficaci e più opportune da introdurre.
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