Il-Trafiletto
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15/09/14

La preparazione pre operatoria del paziente

Procedere all'assistenza pre operatoria del paziente vuol dire, seguire determinati procedimenti che sono diretti in particolar modo a dovere fare in modo di prevenire possibili future infezioni. 


Ciò in cui ci si deve concentrare più di ogni altra cosa è la preparazione della pelle del paziente tramite una doccia pre operatoria, che favorirà la tricotomia, la disinfezione della pelle, la decontaminazione naso-orofaringea, la terapia antibiotica e la pulizia intestinale. Una perfetta preparazione pre operatoria dovrebbe essere effettuata anche allo scopo di dovere creare un contenimento e/o riduzione dello stato ansioso dell'individuo che devrà sottoporsi a un intervento chirurgico.

La doccia pre operatoria.
Nessuna dimostrazione è scaturita degli studi riguardo l'efficacia della doccia pre operatoria con prodotti antisettici nel diminuire le infezioni possibili all'interno della ferita chirurgica. Uno studio recente di coorte invece ha contrariamente messo in luce che fare la doccia con clorexidina la sera e la mattina dell'intervento diminuisce la possibilità del formarsi formazioni di microrganismi cutanei fino a 9 volte in meno.
Preparare il paziente
prima di un intervento chirurgico

Tricotomia.
Una delle cause principali di infezioni sono i peli e i capelli che tra l'altro possono impedire una chiara visuale della parte da dovere incidere oltre che interferire in seguito con il cicatrizzarsi della ferita. Le prove attuali sono a favore della tricotomia solo nei casi in cui i peli nell'area di incisione possano interferire con l'intervento. In caso di necessità la tricotomia, va effettuata tramite un rasoio elettrico idoneo, altrimenti con creme depilatorie. Il rasoio tradizionale quello a mano è oppurtuno evitarlo, in quanto durante la pulitura della pelle può generare microlesioni che possono essere sede di colonizzazione da parte dei microrganismi. Se la tricotomia viene effettuata con rasoio elettrico si raccomanda di eseguirla un paio di ore prima dell'intervento, se invece si utilizza la crema depilatoria allora è bene effettuarla la sera prima.

Disinfezione della cute.
Non esistono molti studi che siano in grado di valutare l'efficienza della disinfezione della cute rispetto al non eseguirla. Organizzazioni famose come i CDC e il Royal College of Surgeons of England danno raccomandazione di procedere a disinfettare la cute prima dell'intervento chirurgico. Gli agenti iodofori (per esempio iodopovidone), i prodotti contenenti alcol e la clorexidina gluconato sono gli antisettici più comunemente usati. Mancano studi controllati di buona qualità che confrontino questi antisettici pre operatori.
Bisogna procedere in modo concentrico, per dare inizio alla disinfezione della cute, eseguendo movimenti che inizino dal centro e proseguano verso la periferia del sito chirurgico. La parte disinfettata deve essere sufficientemente estesa per poter ne caso ci fosse la necessità di ampliare l'incisione e per realizzarne di nuove se necessario.

Profilassi antibiotica.
Procedere alla somministrazione profilattica di antibiotici ha lo scopo di impedire che i microrganismi venuti a contatto con il campo operatorio si possano raccogliere nella parte sottoposta all'intervento chirurgico e/o si attacchino al materiale protesico impiantato, divenendo una possibile causa di infezione. La profilassi antibiotica nella maggior parte dei casi, deve iniziarsi subito prima delle procedure di anestesia e in ogni caso nei 30-60 minuti prima di procedere all'incisione della cute. A supportare una profilassi prolungata nel tempo ad onor del vero non esistono prove: voler proseguire con la profilassi per più di 24 ore dall'intervento chirurgico non è avvalorata da prove scientifiche.

Scegliere quale antibiotico utilizzare significherà dovere avere un ampio raggio di azione che dia garanzia riguardo l'efficacia contro le probabili contaminazioni. Sarà altresi opportuno che in ogni realtà chirurgica locale venga effettuato un controllo delle specie batteriche responsabili delle complicanze infettive post operatorie e della loro sensibilità agli antibiotici utilizzati in profilassi.


25/06/14

Le varie soluzioni: "incontinenti"

Gli strumenti che possono aiutare a eseguire una diagnosi di incontinenza urinaria sono:
Diario minzionale: È un diario delle «attività urinarie» che vengono prodotte durante le ventiquattrore. Si annotano quindi quante volte si urina, la quantità delle urine emesse, quante volte si è cercato la toilette con urgenza, quante volte si è persa l'urina per strada o sotto colpi di tosse, quanti eventuali assorbenti piccoli o grandi vengono utilizzati durante il giorno. Visita medica, esami clinici. Nella maggior parte dei casi sono sufficienti alcuni esami molto semplici per inquadrare correttamente il problema, definirne le cause e pianificare un programma terapeutico.
immagine presa dal web
Studio urodinamico: È lo studio funzionale che studia il comportamento della vescica e di tutto il basso apparato urinario. L'esame urodinamico consiste in una serie di valutazioni strumentali che permette di formulare l'indicazione terapeutica più appropriata. Le soluzioni possono essere la rieducazione del pavimento pelvico, che consiste in esercizi fisici che, avvalendosi di una strumentazione, servono per rinforzare la muscolatura del pavimento pelvico e di conseguenza dello sfintere esterno della vescica. Sono generalmente indicati in caso di forme iniziali di incontinenza da sforzo e nelle forme lievi di instabilità vescicale; richiedono costanza e pazienza, soprattutto da parte della donna.


FARMACI E BISTURI Per la terapia esistono particolari farmaci che riducono l'attività del muscolo vescicale e possono alleviare o far cessare i disturbi funzionali legati all'incontinenza d'urgenza. Come per tutte le terapie farmacologiche si deve tuttavia soppesare se gli effetti benefici che si possono trarre nei confronti dell'incontinenza prevalgano sugli eventuali effetti collaterali, considerato che si basa sull' assunzione di antispasmodici, di parasimpaticolitici e, in menopausa, anche di ormoni.

IL TRATTAMENTO CHIRURGICO viene eseguito dal ginecologo o dall'urologo ed è indicato nei casi medio-gravi di incontinenza da sforzo o nei casi in cui la riabilitazione non abbia dato risultati. L'intervento chirurgico mira a ristabilire la funzionalità dell'apparato sfinterico dell'uretra e a ricondurre la vescica in una posizione che faciliti la minzione. Gli interventi chirurgici sono divisi in tre grandi categorie: per via addominale, per via vaginale e per via combinata, che comprende entrambe le vie. La chirurgia tradizionale tende a ricostruire le strutture di sostegno della vescica.

LA KINESIOLOGIA può aiutare poiché nella rieducazione del pavimento pelvico, la kinesiterapia pelvica, eseguita dallo specialista, può aiutare a far conoscere i muscoli pelvici e ad usarli nel modo giusto.

ANCHE LA RIFLESSIOLOGIA può essere un valido supporto terapeutico, in quanto le ultime acquisizioni si stanno avvalendo di metodiche che sfruttano gli stimoli forniti dai campi magnetici.

UN ALTRO TIPO DI TERAPIA è quella cosiddetta «di sostegno», che richiede il cambio totale delle abitudini del paziente. Occorre imparare i comportamenti migliori per evitare l'aumento della pressione intraddominale, ridurre il bere dopo le ore 18 in poi per evitare le nottate, imparare gli esercizi muscolari, riuscire ad evitare o ad assorbire gli stati emotivi e lo stress.

16/01/14

Norvegia | Paziente “prende fuoco” durante un intervento chirurgico al cuore.

Un intervento chirurgico eseguito al “University Hospital of North Norway” a Tromsoe (Norvegia)finito nel peggiore dei modi. Un paziente che doveva sottoporsi ad una delicata operazione cardiochirurgica, a cuore aperto, improvvisamente prende fuoco durante l'intervento stesso, tanto da riprendere i sensi dopo essere stato sedato. A causare la combustione è stato il contatto tra la soluzione alcolica disinfettante che serviva a tenere puliti i tessuti cardiaci e delle scintille causate dal bisturi elettrico. Ora l'interno della sua zona toracica presenta ustioni di terzo grado, ma è già stato predisposto un intervento di chirurgia plastica per rimetterlo a nuovo. <incidente tanto raro quanto sfortunato - ha detto il clinical manager dell'ospedale, Rolf Busund - questo evento ci ha ricordato che nonostante le nostre procedure siano adeguate, cose come questa possono accadere".
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