08/03/14

Toscana | I consultori quanto prima saranno forniti del Ru486.

Toscana:| i consultori quanto prima saranno forniti del Ru486. L'inaspettata iniziativa giunge direttamente dal Consiglio Sanitario della Toscana e mira a superare le odierne linee guida del Ministero della Salute, che indicano l'utilizzo della pillola solo ed esclusivamente nelle strutture ospedaliere tradizionali ed in regime di ricovero ordinario.

In base all'opinione del comitato tecnico dell'Assessorato alla Sanità regionale, l'introduzione della pillola abortiva nei poliambulatori idoneamente attrezzati, si tramuterebbe in un vantaggio non indifferente per le donne e si attesterebbe in linea con quanto già previsto dalla Legge 194 in cui si prevede la possibilità di inserire nuove metodiche, oltre alla chirurgia a patto che siano “rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l'interruzione della gravidanza”.
Le nuove linee guida proposte dal comitato toscano prevedono la somministrazione della Ru486 nei poliambulatori e nei consultori adeguatamente attrezzati, dove la donna dovrebbe rimanere in osservazione per due ore dopo l'assunzione del farmaco.
Pillola abortiva

Alla paziente sarebbe quindi fornito il recapito di un medico reperibile 24 ore su 24 e verrebbe mandata a casa con l'invito a presentarsi dopo 48 per assumere un secondo farmaco e quindi a distanza di 15 giorni per una visita di controllo.
“Per ora è solo una proposta”, ha spiegato a Repubblica Antonio Panti, presidente dell'Ordine dei Medici di Firenze e vicepresidente del Consiglio Sanitario toscano.

“Ci sono ancora dei passaggi. Ma la politica deve fare il suo corso. Abbiamo seguito tutte le leggi che regolano l'interruzione di gravidanza.
Già la 194 apriva alla possibilità di introdurre metodiche nuove oltre la chirurgia e indicava le strutture territoriali come luoghi dove praticarle”. La somministrazione della pillola abortiva in strutture ospedaliere tradizionali e in regime di ricovero ordinario era stata decisa infatti dal Ministero della Salute, sulla base di un controverso parere espresso nel 2010 dal Consiglio Superiore di Sanità.

Si trattava però di semplici linee guida e come sottolinea in una nota l'Assessorato alla Salute della Regione Toscana, il parere espresso dal comitato regionale è perfettamente conforme alle normative vigenti. Se l'Assessore sceglierà di accogliere le nuove linee guida, dovrà quindi semplicemente notificarle alle Asl, che potranno applicarle senza bisogno di una specifica delibera. In attesa della decisione dell'Assessorato, sono già arrivate le prime critiche degli ambienti cattolici.

“La Ru486, prodotto abortivo tutt’altro che esente da rischi, era stata adottata nei vincoli della Legge 194, prevedendo quindi il ricovero e l’osservazione”, hanno dichiarato Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, presidente e copresidente dell’Associazione Scienza & Vita.
“Ora la somministrazione della pillola direttamente tramite i consultori scavalca ogni disposizione legislativa e apre a una deregulation senza precedenti, le cui conseguenze sul piano antropologico sono immediatamente intuibili”.

Ad applaudire la proposta del Consiglio Sanitario toscano è invece Silvio Viale, Consigliere Comunale a Torino, responsabile del servizio di Ivg dell'Ospedale Sant'Anna di Torino e tra i pionieri della sperimentazione della RU486 in Italia. “Per le sue caratteristiche l'aborto medico è una pratica ambulatoriale”, ha dichiarato Viale. “Il ricovero, anche quello nella forma di Day Hospital è un trattamento ridondante. Del resto gli art. 8 e 12 della Legge 194/78 configurano il ricovero solo “se necessario” e, sempre l'art. 8 prevede che le Ivg possano essere effettuate “presso poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati, funzionalmente collegati agli ospedali”. Fa un po' tristezza pensare come queste previsioni fossero legate addirittura all'aborto chirurgico e come la 194 sia stata bistrattata per tutti questi anni come la Cenerentola della sanità. Ora con la RU486, dopo 35 anni, si può dare applicazione a questa parte della 194 e recuperare i consultori nella effettuazione degli aborti, emancipando le donne dal ricovero in ospedale”.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.