Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta fungo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta fungo. Mostra tutti i post

31/12/13

Abete, Pino, Larice, Betulla, Chaga, 5 tisane per l'inverno

Ecco l'inverno e con esso i malanni da raffreddamento. Ma madre natura, sempre prodiga, ci offre sempre i suoi rimedi. Cerchiamo di non imbottirci di sintomatici, che alleviano i sintomi ma non ci curano. Si possono preparare tisane naturali che possono essere ottenute grazie alla raccolta - solo se siete esperti (altrimenti recatevi in erboristeria) - di aghi di pino o di abete e di pezzetti di corteccia di betulla. In caso di particolari patologie o di terapie farmacologiche, consultate il vostro erborista prima di assumere una tisana fai-da-te. L'esperto vi saprà fornire tutte le indicazioni più utili in proposito, soprattutto per quanto riguarda la quantità e i periodi della giornata migliori per assumere gli infusi o i decotti.
Erbe tisane

Eccovi 5 tisane per affrontare il cambio di stagione, consultate un esperto prima di fare dei pastrocchi.
 1) Abete La tisana a base di aghi di abete può essere preparata lungo tutto il corso dell'anno, dato che siamo in presenza di un sempreverde. Gli aghi di abete più giovani, raccolti in primavera, daranno origine a una bevanda di colore verde chiaro e dal leggero gusto di limone, mentre gli aghi più maturi, raccolti in inverno, saranno la base di una tisana più forte e amara. Staccate gli aghi dalla parte centrale del rametto con un coltello e lavateli bene prima di utilizzarli. Per ottenere la tisana, utilizzerete la tecnica dell'infuso. Portate ad ebollizione un litro d'acqua e versate all'interno di una brocca o della teiera un cucchiaio di aghi di abete sminuzzati. Lasciate riposare per 10 minuti e filtrate prima di bere. La tisana a base di aghi di abete è ricca di vitamina C e beta-carotene. La tisana di abete è controindicata in gravidanza.
2) Pino Gli aghi di pino sono ricchi di vitamina C, vitamina A e antiossidanti. A pari volume, contengono cinque volte più vitamina C del succo di limone e otto volte in più rispetto al succo d'arancia. Ecco perché una tisana a base di aghi di pino può rappresentare un valido aiuto per superare e prevenire i malanni invernali. La tisana a base di aghi di pino si prepara per infusione, proprio come nel caso della tisana agli aghi di abete, calcolando di utilizzare un cucchiaio di aghi di pino sminuzzati per ogni litro d'acqua. Se il sapore dovesse risultare troppo forte, potrete diluire o dolcificare la tisana. Se dovesse avanzare una parte dell'infuso, lo potrete sfruttare per pediluvi e suffumigi contro il raffreddore e la congestione nasale
 3) Larice Il larice è una conifera che, a differenza di altri membri della stessa famiglia di pini e abeti, perde i propri aghi in autunno e in inverno. Il riferimento è in particolare al larice americano, conosciuto oltroceano come "tamarack". Dato che a partire dal mese di ottobre gli aghi di larice non sono più presenti sui rami, la preparazione della tisana avverrà a partire da rametti e corteccia. La tisana al larice è ricca di vitamina C. La corteccia di larice presenta proprietà anti-infiammatorie. Viene utilizzata come espettorante e decongestionante per le malattie respiratorie. Presenta inoltre proprietà lassative: per questo motivo deve essere impiegata con cautela.
4) Betulla La betulla è un ingrediente spesso utilizzato nella preparazione di tisane drenanti e contro la cellulite. La tisana ha un sapore delicato e può essere dolcificata con sciroppi naturali, come il malto di riso, lo sciroppo di agave o lo stesso sciroppo di betulla, che viene raccolto direttamente dagli alberi, come nel caso dello sciroppo d'acero, in primavera. La tisana di betulla è ricca di vitamina B1 e B2, oltre che di calcio, magnesio e zinco. Si utilizzano la corteccia e le punte dei rametti, che devono essere prelevati senza rovinare gli alberi. Altrimenti, è possibile acquistare in erboristeria il necessario per ottenere facilmente una tisana alla betulla. Preparerete una tisana utilizzando due cucchiaini di estratto di betulla per tazza e lasciandola in infusione per dieci minuti.
5) Chaga Ecco un altro dono che giunge a noi direttamente dalla betulla. Si tratta di un fungo associato proprio a questo albero, poiché cresce quasi esclusivamente sulle betulle. Le sue proprietà curative erano conosciute già centinaia di anni fa ed ora le stiamo riscoprendo. Il Chaga è conosciuto anche come "Fungo della Foresta" o "Fungo dell'Immortalità". Può essere utilizzato per la preparazione di una tisana dal gusto che sembra unire il sapore del tè a quello del caffè. Raccogliete il fungo dagli alberi soltanto se siete certi della sua identificazione e di non rovinare i tronchi e le cortecce. Può essere utile sapere che  sono disponibili integratori a base di fungo Chaga, definito anche come fungo terapeutico siberiano o con il nome scientifico di Inonotus obliquus.

02/12/13

Come scoprire le tossine presenti nel latte.

Certamente è fuori dubbio che tra le più incalzanti necessità riguardo il settore lattiero-caseario è la immediata scoperta di eventuali contaminazioni dovute alla presenza di sostanze tossiche, tossine, nel latte.
In special modo, il latte ed i suoi prodotti derivati possono essere soggetti a contaminazione da aflatossina M1, un devastante cancerogeno che nasce da mangimi infettati da un fungo (Aspergillus flavus) e che può essere trasmesso nel latte dell’animale intossicato. Tale evento non è altro che l'icona di un pericolo per la salute dei consumatori e di coseguenza genera per effetto "domino" importanti perdite economiche per il settore lattiero-caseario.

I metodi che al momento sono a dispozione per riuscire a scoprire l'aflatossina sono molto meticolosi e precisi ma necessitano purtroppo di tempi molto lunghi e richiedono costi elevati. In tale contesto, l’Unione europea tra le varie iniziative ha dato il via al finanziamento del progetto scientifico SYMPHONY (Integrated SYsteM based on PHOtonic Microresonators and Microfluidic Components for rapid detectioN of toxins in milk and diarY products) affidandone il coordinamento alla Fondazione Bruno Kessler (FBK) di Trento.
Progetto scientifico SYMPHONY

Il progetto, che ha preso il via questo mese, avrà come coordinatore Leandro Lorenzelli, responsabile dell’Unità di ricerca BioMEMS appartenente al Centro Materiali e Microsistemi della FBK, e come responsabile scientifico Andrea Adami, ricercatore dell’Unità BioMems. L’Unione europea, nell’ambito del Settimo Programma Quadro (FP7), ha stanziato 2.345.379 euro per i tre anni di durata del progetto che sarà incluso in un network internazionale di iniziative focalizzate nello sviluppo di microsistemi per il settore agroalimentare.

 "Il progetto SYMPHONY", spiega Leandro Lorenzelli "propone una nuova generazione di dispositivi ad alta tecnologia in grado di aprire la strada a metodologie più rapide ed efficienti per l’analisi della qualità dei prodotti nell’industria lattiero-casearia e che possono permettere una maggiore precisione ed efficienza nella gestione dei processi di produzione e distribuzione, soprattutto in relazione con il problema della contaminazioni da aflatossina. In particolare, l’obiettivo è rilevare in modo rapido ed efficiente la presenza di aflatossina nel latte e nei prodotti lattiero-caseari attraverso l'integrazione di diverse tecnologie come la fotonica, la microfluidica e la microbiologia”.

Partner del progetto, oltre alla Fondazione Bruno Kessler, sono l’Università degli Studi di Trento, LioniX BV (Olanda), Epigem (UK), Acreo Swedish ICT (Svezia), Quadrachem Laboratories (UK) e il Consorzio dei Caseifici Sociali Trentini (CONCAST). In prospettiva il sistema rappresenta una svolta, anche concettuale, nell’ambito della strumentazione per il controllo di qualità nel settore lattiero-caseario. L’affidabilità del sistema finale sarà valutata in Trentino e le imprese saranno coinvolte nella sperimentazione dei risultati tecnico-scientifici. Sarà così possibile creare una stretta collaborazione tra le PMI che forniscono sensori e microsistemi e il settore lattiero-caseario, e incrementare l’utilizzo delle opportunità offerte dalle micro-nano-biotecnologie in ambienti industriali.

18/10/13

COSA FA IL GANODERMA LUCIDUM?

L'amico Ganoderma Lucidum  lavora rafforzando le cellule e le nostre difese immunitarie, si "concentra" sulla malattia per risolvere il problema.
È noto anche con l'apellativo di Reishi, Lingh Zhi o anche “fungo dell’immortalità”, quest’ultimo è il nome con cui era conosciuto.
Non è un medicinale, in quanto non è un prodotto chimico,  è un nutraceutico e viene consigliato da molti medici per le sue proprietà benefiche.
Una sua caratteristica è che  viene impiegato per più di 20 patologie, da quelle più gravi come l’ipertensione, la trombosi, malattie legate al sistema cardiovascolare, a quelle come mal di testa, mal di denti, infezioni, asma e allergie.
Ganoderma Lucidum
Il Ganoderma Lucidum è un adattogeno, ciò significa che aiuta il nostro corpo in base alle sollecitazioni che esso riceve, come i cambiamenti di temperatura, sbalzi d’umore e stress e come tutti i nutraceutici, può dare  benessere a tutti coloro che lo consumano, inoltre ha tante altre funzioni, come in diversi nutraceutici, il Ganoderma possiede anche effetti antiossidanti molto potenti per il nostro corpo e come ben sappiamo i prodotti antiossidanti possono portare al nostro corpo solo benefici, e agiscono soprattutto su diversi sistemi.
Il Ganoderma Lucidum è un fungo saprofita, nasce su alberi in decomposizione come la quercia o il castagno e cresce in zone molto umide e calde. La sua scoperta risale a circa 4000 anni da parte dei cinesi, e utilizzato solo da ceti sociali di alto ragno. Solo molto più tardi si diffuse fra gli altri strati della società e consumato molte volte al giorno, sia per l'estetica quindi per pelle, denti e capelli, oppure sottoforma di infuso o nel té.
Oggi il Ganoderma Lucidum è ancora poco conosciuto in Europa, ma si può trovare sotto forma di molti composti.

Studi scientifici dimostrano che il Ganoderma è ricco di componenti attivi farmaceutici, ci sono circa un migliaio di composti che si trovano nel Ganoderma Lucidum che possono essere suddivisi in 10 diverse categorie, tra cui polisaccaridi, triterpeni, polipeptidi, 16 tipi di amminoacidi, proteine, steroidi, mannitolo, cumarinici, alcaloidi, acidi organici, e micro-elementi.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.