04/11/13

Fumi e bevi? Tieniti le ossa rotte!

Un rallentamento nella guarigione delle fratture ossee è causata da alcool fumo e anche droga.
Lo rivela uno studio presentato al Congresso della Societa' italiana di ortopedia e traumatologia. Circa il 15% delle fratture ha una gurigione molto lenta Uno studio appena presentato al 98° Congresso della Societa' italiana di ortopedia e traumatologia (Siot)
"La consolidazione di una frattura - spiega Federico Santolini, dell'ospedale San Martino di Genova e presidente del Congresso - e' un processo lungo e complesso che a differenza di quanto avviene negli altri tessuti non porta alla guarigione per cicatrice ma a una vera e propria rigenerazione dell'osso.

Fumo ed alcool

Questa rigenerazione e' la tappa finale di un processo lungo e complesso che inizia immediatamente dopo la frattura ed e' modulato da numerosi fattori di crescita cellulari". Qualsiasi evento che interferisca con questo processo può rallentarlo o inibirlo completamente: senza callo osseo la frattura non guarisce ed il malato precipita in uno stato di invalidità accompagnato da gravi problemi che vanno dalla mancata ripresa del lavoro.

Ogni anno si stima che circa il 15% delle fratture, poco più di 90.000 specialmente di gamba e di avambraccio, tardino a guarire ed evolvano in pseudoartrosi, cioe' non consolidino. Secondo uno studio promosso dalla Siot, la fascia di popolazione piu' a rischio e' costituita da giovani tra i 20 e i 45 anni con fratture esposte, cioe' dove l'osso, spesso a causa di traumi e' uscito fuori dalla cute. I problemi vascolari e l'infezione che ne può conseguire sono cause importanti di non guarigione della frattura, come pure possono esserlo difetti di riduzione e di sintesi chirurgica.

"Questi parametri - sottolinea Santolini - devono sempre essere accuratamente valutati nell'inquadramento di una frattura che nei tempi normali presenta un'evoluzione lenta tuttavia, in assenza di difetti evidenti le cause possono essere di tipo diverso, per esempio un problema genetico che causa un'insufficiente sintesi dei fattori di crescita, una malattia concomitante e, non da ultimo, cattive abitudini di vita del paziente stesso, come scarsa adesione alle prescrizioni del curante o assunzione di alcool, droghe e fumo. Il fumo, in particolare, si e' dimostrato uno dei maggiori determinanti del rischio di cattiva guarigione di una frattura, in grado di innalzarne significativamente le percentuali che, nei fumatori, possono arrivare sino al 30%"

Il rapporto medico-paziente è centrale nella fase di riabilitazione. "Se la frattura non si consolida quasi sempre - conclude Santolini - le responsabilita' ricadono alla fine sempre e solo su noi medici. Basterebbe a volte un po' di buon senso da parte di tutti per evitare spiacevoli conseguenze".
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