Il-Trafiletto
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10/07/14

Semi da scoprire | Coma fare i germogli

Possono essere di girasole, di soia o lino. Contengono grassi insaturi, minerali e nutrienti che aiutano a prevenire diverse patologie. Da mangiare crudi o in germogli, non dovrebbero mai mancare sulla nostra tavola.

Non c'è dubbio: l'uomo non è né un carnivoro né un erbivoro. Ce lo dice la sua dentatura. Nell'uomo i canini e gli incisivi (i denti più importanti rispettivamente per i carnivori e per gli erbivori) non sono certamente i più rilevanti. I nostri denti più massicci sono piuttosto i premolari e i molari, dotati di ampie superfici "che consentono di triturare facilmente semi e altri vegetali. Grazie anche al movimento laterale della mandibola (del tutto assente nei carnivori), che rende ottimale lo sfruttamento delle superfici dei denti. L'uomo è dunque essenzialmente un granivoro, un consumatore di cereali, legumi e semi oleosi. Questi alimenti, con l'integrazione di frutta e verdure fresche, contengono tutte le sostanze indispensabili perché l'organismo possa mantenersi in buona salute. Solo durante particolari periodi della vita (prima infanzia, gravidanza e allattamento) sono effettivamente necessarie modeste integrazioni con alimenti diversi come, per esempio, latticini e uova. Queste considerazioni valgono naturalmente se la dieta è sufficientemente variata. Se la scelta dei nostri alimenti, in altri termini, non è limitata alla pasta di grano duro quotidiana, ai fagioli di tanto in tanto e a una scorpacciata di noci durante le festività di fine anno... Andiamo allora alla scoperta di alcuni semi, poco conosciuti e molto meno consumati di quello che meriterebbero le loro notevoli qualità nutrizionali.
...DI GIRASOLE
I grassi presenti in questo seme sono per il 90 per cento di tipo insaturo e utili quindi per conservare fluido e scorrevole il sangue, per abbassare la colesterolemia elevata, per mantenere morbide ed elastiche le arterie e per ridurre il rischio di infarto cardiaco. Questi stessi grassi si sono dimostrati in grado (come risulta già da un lavoro pubblicato ancora nel 1941 su Report n. 1 - Lee Foundation [or Nutrional Research, Milwaukee,Wisconsin, Usa) di migliorare in modo significativo la funzionalità urinaria compromessa dall'ipertrofia prostatica. Il seme di girasole contiene anche una buona quantità di proteine (circa 25 per cento), che diventano di qualità eccellente se consumate insieme a pane o pasta. Non è da trascurare nemmeno 1'ottimo patrimonio di ferro, calcio e zinco. Quest'ultimo minerale, tra l'altro, concorre alla riduzione dell'ingrossamento della prostata. 
...DI LINO
Il lino e i suoi semi sono da sempre largamente utilizzati dall'uomo (non a caso il nome scientifico di questo vegetale è Linum usitatissimum, ma soprattutto per usi non alimentari: la pianta per la produzione di fibre tessili; 1'olio dei semi nella fabbricazione di vernici, inchiostri e linoleum; la pappa di farina di semi di lino come cataplasma pettorale nelle infiammazioni dei bronchi. Da qualche decennio, tuttavia, si stanno studiando i semi di lino anche come fonte di sostanze preziose nella prevenzione di alcune malattie degenerative come le patologie cardiovascolari e alcuni tumori. li seme di lino è infatti ricco di lignani, composti che riducono il rischio tumorale (soprattutto nei confronti del tumore al seno). Sul n. 25/1986 della rivista "Journal of Steroids Biochemistry" si è osservato che nelle urine di donne con tumore al seno (e che consumavano molta carne) era presente una quantità di lignani molto inferiore rispetto alle donne vegetariane. Sulla scorta di questa constatazione si è eseguita una sperimenrazione su animali i cui risultati sono stati pubblicati sul n. 60/1991 di "Cancer Letters": l'aggiunta di semi di lino alla dieta dei topi ha ridotto della metà il rischio di tumore al seno. I semi di lino contengono anche parecchio acido linolenico, un grasso essenziale la cui utilità in diverse patologie (nell'ipercolesterolemia e nella prevenzione dell'arteriosclerosi, nella psoriasi e nella terapia degli eczemi) è stata ripetutamente confermata.
...GERMOGLI DI SOIA
Della soia i nostri lettori più affezionati sanno probabilmente già tutto. O quasi. Questo seme straordinario, con una storia antichissima, è oggi ritenuto un alimento privilegiato per la prevenzione di gran parte delle malattie degenerative che affliggono l'uomo. Il contenuto proteico della soia si aggira intorno al 40 per cento, ben superiore alla quantità mediamente apportata da altri alimenti (manzo magro 20 per cento, pesce 20 per cento, stracchino 18 per cento, riso 8 per cento). Sono proteine di alta qualità nutrizionale, il cui consumo regolare permette di ridurre fortemente il ricorso ad alimenti di origine animale. La soia contiene anche molte fibre, che contribuiscono alla formazione di feci voluminose e facilmente eliminabili. Le fibre, inoltre, riducono i livelli sanguigni del colesterolo, aumentano la sensibilità dell'organismo all'insulina e riducono la glicemia. Recentissimi sono gli studi sugli isoflavoni della soia (sbrigativamente definiti (fitoestrogeni). Di fatto, le donne che mangiano regolarmente soia sono maggiormente protette, dopo la menopausa, dalla patologia cardiovascolare e mantengono più a lungo una buona struttura scheletrica. I germogli di soia aggiungono alle interessanti e positive caratteristiche del legume altre qualità, proprie degli organismi vegetali in rapida moltiplicazione. La germinazione infatti provoca notevoli e profonde modificazioni nella composizione del seme: aumenta la disponibilità degli aminoacidi essenziali (componenti pregiate delle proteine) e degli elementi minerali assorbibili (per esempio, il ferro), si incrementa il contenuto vitaminico (specialmente delle vitamine A, C e del gruppo B), una parte degli amidi di riserva si trasformano in zuccheri più semplici e quindi più facilmente utilizzabili dall'organismo. I germogli di soia infine sono ricchissimi di enzimi, sostanze che rendono possibili le reazioni chimiche. In mancanza di enzimi l'assunzione dell' energia e la sua trasformazione in sostanze utili nonché l'eliminazione delle scorie dall'organismo sarebbe letteralmente impossibile. Gli enzimi sono i maggiori responsabili del mantenimento della vitalità di tutte le nostre cellule.A ulteriore riprova dell'utilità dei germogli per il nostro organismo il professor W. Krebs affermò, nel numero di agosto del 1970 della rivista "Cancer News Journal", che nei germogli sono contenuti specifici fattori anticancro. Conclusioni queste confermate negli anni successivi. Questi fattori sarebbero quasi completamente assenti nelle piante adulte.

COME FARE I GERMOGLI 
Un metodo semplice Esistono in commercio attrezzature diverse per far germogliare i semi. Tuttavia il metodo più semplice ed economico è il seguente. Sciacquate un paio di cucchiai di semi in abbondante acqua corrente per eliminare la polvere e le altre impurità. Metteteli in un vaso di vetro (vanno benissimo quelli da un chilo utilizzati per il miele), copriteli con 4-5 dita di acqua e chiudete l'imboccatura con una tela bianca a trama larga, fissandola con un elastico. Riponete il vaso in un luogo buio e non freddo (la credenza della cucina andrà benissimo) per circa 6-12 ore. Il giorno dopo svuotate il vaso semplicemente capovolgendolo: l'acqua scorrerà via attraverso la tela. Ripetete questa operazione di risciacquo dei semi due-tre volte al giorno. In questo modo i semi rimarranno leggermente umidi. Dopo 4-5 giorni i germogli avranno raggiunto la lunghezza di qualche centimetro e sono pronti per essere consumati. I germogli si possono conservare in frigorifero, ma per non più di una settimana.

08/06/14

Asparagi: moltiplicano le cellule

Gli asparagi sono i germogli commestibili dell'Asporagus officinolis, una pianta della famiglia delle Liliocee. Si iniziano a raccogliere nell'orto verso la metà della primavera. 

Come per tutti i germogli, anche per gli asparagi l'importanza nutrizionale non è tanto determinata dallo scarso contenuto di grassi, proteine e zuccheri, quanto piuttosto dalla loro ricchezza di sostanze protettive e stimolanti le diverse funzioni dell'organismo. Un etto di asparagi fornisce quasi 25 mg di vitamina C (equivalenti a circa un terzo del fabbisogno giornaliero di un adulto) e copre il 75 per cento delle necessità quotidiane di acido folico, una vitamina indispensabile per la moltiplicazione cellulare e la sintesi di nuove proteine. Specialmente quelli verdi, risultano una buona fonte di caroteni (precursori della vitamina A, antiossidante e protettiva delle superfici cutanee e mucose) e di vitarnina B2, necessaria per trasformare gli alimenti in energia.

Questo ortaggio può essere consumato per aumentare la f1uidità del sangue, come rimineralizzante (buono il contenuto di calcio, ferro e potassio, soprattutto negli asparagi selvatici raccolti nei boschi) e per stimolare l'intestino pigro. Qualche autore consiglia gli asparagi ai diabetici per ottenere un miglior controllo della glicemia. In ogni caso, le loro più significative proprietà sono quella diuretica e depurativa, utile quindi per allontanare dall'organismo l'eccesso di liquidi e le scorie prodotte dal metabolismo. Un'attività che non a caso risponde perfettamente alle esigenze primaverili dell'organismo, reduce dall'alimentazione invernale più ricca e calorica.
      UN PRANZO DISINTOSSICANTE
Bisogna tuttavia ricordare che lo stimolo diuretico esercitato dagli asparagi può risultare irritante per i reni, tanto che questo ortaggio è in genere sconsigliato a chi soffre di insufficienza renale e di nefrite. Unica controindicazione: gli asparagi sono molto ricchi di purine e del loro derivato acido urico, sostanze che tuttavia vengono in larga parte disperse con una bollitura in piena acqua; sono quindi assolutamente controindicati per chi soffre di gotta o calcoli urinari.

04/03/14

L’Alzheimer si combatte anche a tavola. Con i Broccoli.

Dalla natuta un aiuto per la prevenzione di stress e Alzheimer. I broccoli. Lo sostiene uno studio presentato dal professor Paolo Costantino, docente di biologia molecolare presso l’Università La Sapienza di Roma, durante le giornate inaugurali del SapiExpo, manifestazione legata al prossimo Expo2015. Sostanza chiave delle proprietà benefiche dei broccoli sono gli antiossidanti, presenti in grande quantità soprattutto nei germogli. Essi garantirebbero un’azione preventiva contro la degenerazione cognitiva legata all’Alzheimer e lo stress ossidativo: “I comuni broccoli e in particolare i suoi germogli, sono ricchi di antiossidanti e abbiamo osservato effetti sorprendenti sulla salute umana. I risultati sono stati spesso straordinari, abbiamo verificato infatti un importante effetto protettivo sullo stress ossidativo e proprietà contro l’Alzheimer.” Afferma il Prof. Costantino. La scoperta è stata realizzata somministrando estratti di germogli di broccoli, in varie fasi della loro crescita, in campioni cellulari e in modelli animali capaci di simulare malattie umane. "I risultati. - ha spiegato il ricercatore - sono stati spesso straordinari, abbiamo verificato infatti un importante effetto protettivo sullo stress ossidativo e proprietà contro l'Alzheimer". Il principio attivo responsabile degli effetti benefici del broccolo, come ha spiegato Costantino, non è ancora stato individuato con certezza. Lo studio, ancora in corso e coordinato da ricercatori della Sapienza, e stato finanziato dalla Regione Lazio e coinvolge gruppi di ricerca molto diversi tra loro. Non è tuttavia il primo studio a indicare nei broccoli un potente alleato per la salute umana. Questo esemplare di verdura crucifera è stato associato anche a un’azione protettiva nei confronti dell’artrite, come dimostrano i risultati ottenuti dai ricercatori dell’Università dell’East Anglia, nel Regno Unito. Sono inoltre ricchi di vitamine C e K, oltre a vantare importanti proprietà protettive contro le patologie tumorali che colpiscono l’intestino.
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