Possono essere di girasole, di soia o lino. Contengono grassi insaturi, minerali e nutrienti che aiutano a prevenire diverse patologie. Da mangiare crudi o in germogli, non dovrebbero mai mancare sulla nostra tavola.
Non c'è dubbio: l'uomo non è né un carnivoro né un erbivoro. Ce lo dice la sua dentatura. Nell'uomo i canini e gli incisivi (i denti più importanti rispettivamente per i carnivori e per gli erbivori) non sono certamente i più rilevanti. I nostri denti più massicci sono piuttosto i premolari e i molari, dotati di ampie superfici "che consentono di triturare facilmente semi e altri vegetali. Grazie anche al movimento laterale della mandibola (del tutto assente nei carnivori), che rende ottimale lo sfruttamento delle superfici dei denti. L'uomo è dunque essenzialmente un granivoro, un consumatore di cereali, legumi e semi oleosi. Questi alimenti, con l'integrazione di frutta e verdure fresche, contengono tutte le sostanze indispensabili perché l'organismo possa mantenersi in buona salute. Solo durante particolari periodi della vita (prima infanzia, gravidanza e allattamento) sono effettivamente necessarie modeste integrazioni con alimenti diversi come, per esempio, latticini e uova. Queste considerazioni valgono naturalmente se la dieta è sufficientemente variata. Se la scelta dei nostri alimenti, in altri termini, non è limitata alla pasta di grano duro quotidiana, ai fagioli di tanto in tanto e a una scorpacciata di noci durante le festività di fine anno... Andiamo allora alla scoperta di alcuni semi, poco conosciuti e molto meno consumati di quello che meriterebbero le loro notevoli qualità nutrizionali....DI GIRASOLE

...DI LINO
Il lino e i suoi semi sono da sempre largamente utilizzati dall'uomo (non a caso il nome scientifico di questo vegetale è Linum usitatissimum, ma soprattutto per usi non alimentari: la pianta per la produzione di fibre tessili; 1'olio dei semi nella fabbricazione di vernici, inchiostri e linoleum; la pappa di farina di semi di lino come cataplasma pettorale nelle infiammazioni dei bronchi. Da qualche decennio, tuttavia, si stanno studiando i semi di lino anche come fonte di sostanze preziose nella prevenzione di alcune malattie degenerative come le patologie cardiovascolari e alcuni tumori. li seme di lino è infatti ricco di lignani, composti che riducono il rischio tumorale (soprattutto nei confronti del tumore al seno). Sul n. 25/1986 della rivista "Journal of Steroids Biochemistry" si è osservato che nelle urine di donne con tumore al seno (e che consumavano molta carne) era presente una quantità di lignani molto inferiore rispetto alle donne vegetariane. Sulla scorta di questa constatazione si è eseguita una sperimenrazione su animali i cui risultati sono stati pubblicati sul n. 60/1991 di "Cancer Letters": l'aggiunta di semi di lino alla dieta dei topi ha ridotto della metà il rischio di tumore al seno. I semi di lino contengono anche parecchio acido linolenico, un grasso essenziale la cui utilità in diverse patologie (nell'ipercolesterolemia e nella prevenzione dell'arteriosclerosi, nella psoriasi e nella terapia degli eczemi) è stata ripetutamente confermata.

Della soia i nostri lettori più affezionati sanno probabilmente già tutto. O quasi. Questo seme straordinario, con una storia antichissima, è oggi ritenuto un alimento privilegiato per la prevenzione di gran parte delle malattie degenerative che affliggono l'uomo. Il contenuto proteico della soia si aggira intorno al 40 per cento, ben superiore alla quantità mediamente apportata da altri alimenti (manzo magro 20 per cento, pesce 20 per cento, stracchino 18 per cento, riso 8 per cento). Sono proteine di alta qualità nutrizionale, il cui consumo regolare permette di ridurre fortemente il ricorso ad alimenti di origine animale. La soia contiene anche molte fibre, che contribuiscono alla formazione di feci voluminose e facilmente eliminabili. Le fibre, inoltre, riducono i livelli sanguigni del colesterolo, aumentano la sensibilità dell'organismo all'insulina e riducono la glicemia. Recentissimi sono gli studi sugli isoflavoni della soia (sbrigativamente definiti (fitoestrogeni). Di fatto, le donne che mangiano regolarmente soia sono maggiormente protette, dopo la menopausa, dalla patologia cardiovascolare e mantengono più a lungo una buona struttura scheletrica. I germogli di soia aggiungono alle interessanti e positive caratteristiche del legume altre qualità, proprie degli organismi vegetali in rapida moltiplicazione. La germinazione infatti provoca notevoli e profonde modificazioni nella composizione del seme: aumenta la disponibilità degli aminoacidi essenziali (componenti pregiate delle proteine) e degli elementi minerali assorbibili (per esempio, il ferro), si incrementa il contenuto vitaminico (specialmente delle vitamine A, C e del gruppo B), una parte degli amidi di riserva si trasformano in zuccheri più semplici e quindi più facilmente utilizzabili dall'organismo. I germogli di soia infine sono ricchissimi di enzimi, sostanze che rendono possibili le reazioni chimiche. In mancanza di enzimi l'assunzione dell' energia e la sua trasformazione in sostanze utili nonché l'eliminazione delle scorie dall'organismo sarebbe letteralmente impossibile. Gli enzimi sono i maggiori responsabili del mantenimento della vitalità di tutte le nostre cellule.A ulteriore riprova dell'utilità dei germogli per il nostro organismo il professor W. Krebs affermò, nel numero di agosto del 1970 della rivista "Cancer News Journal", che nei germogli sono contenuti specifici fattori anticancro. Conclusioni queste confermate negli anni successivi. Questi fattori sarebbero quasi completamente assenti nelle piante adulte.

COME FARE I GERMOGLI
Un metodo semplice Esistono in commercio attrezzature diverse per far germogliare i semi. Tuttavia il metodo più semplice ed economico è il seguente. Sciacquate un paio di cucchiai di semi in abbondante acqua corrente per eliminare la polvere e le altre impurità. Metteteli in un vaso di vetro (vanno benissimo quelli da un chilo utilizzati per il miele), copriteli con 4-5 dita di acqua e chiudete l'imboccatura con una tela bianca a trama larga, fissandola con un elastico. Riponete il vaso in un luogo buio e non freddo (la credenza della cucina andrà benissimo) per circa 6-12 ore. Il giorno dopo svuotate il vaso semplicemente capovolgendolo: l'acqua scorrerà via attraverso la tela. Ripetete questa operazione di risciacquo dei semi due-tre volte al giorno. In questo modo i semi rimarranno leggermente umidi. Dopo 4-5 giorni i germogli avranno raggiunto la lunghezza di qualche centimetro e sono pronti per essere consumati. I germogli si possono conservare in frigorifero, ma per non più di una settimana.