16/08/14

Stephen Baxter ci porta nel futuro

Che cosa ne sarà della vita e della coscienza in un futuro lontano? Lo scorso mese di marzo, la notizia era su tutti i giornali: è stata pubblicata una nuova mappa della "radiazione cosmica di fondo", residuo luminoso del Big Bang. 

Ottenuta a partire dai dati registrati dal telescopio spaziale Planck europeo, ha dimostrato che l'Universo ha 13.820 milioni di anni, ed è dunque più vecchio del previsto di 50 milioni di anni. Si tratta di una variazione pari ad appena un terzo dell'un per cento, a dimostrazione di quanto possa essere precisa la scienza. Il futuro dell'Universo, invece, è molto più incerto.

La vita sulla Terra terminerà probabilmente tra un miliardo di anni, man mano che si riscalderà il Sole. Ma finirà anche l'Universo vero e proprio? E se sì, in che modo? Che cosa ne sarà della vita e della coscienza in quel futuro tanto lontano? Le nostre risposte a queste domande si modificano di pari passo con il progredire della cosmologia, 10 studio dell'evoluzione universale. La scienza della fine del tutto è nata verso il 1860, con la teoria dell'entropia di Rudolf Clausius. In base alla Seconda Legge della Termodinamica, le fonti di energia utilizzabile (per esempio, le stelle) tendono necessariamente a dissiparsi, in maniera graduale. Il destino ultimo dell'Umanità sarebbe stato dunque una "calda morte", dovuta a una generalizzazione dei livelli di energia. Negli anni Trenta del secolo scorso, i cosmologi scoprirono che il nostro Universo si espande in tutte le direzioni. Sembrava aver ragione Clausius: il Cosmo, in un remoto futuro, sarebbe stato un vuoto buio e in espansione.

Tuttavia, nel 1979, il fisico Freeman Dyson dimostrò che durante l'espansione dell'Universo un computer potrebbe in teoria continuare a funzionare all'infinito. Il trucco? Rallentare il ritmo di lavoro man mano che si esaurisce l'energia. E se un computer può sopravvivere per un tempo indefinito, allora potrebbe farlo anche la coscienza. LUniverso subirebbe una massiccia espansione, le stelle sarebbero ormai morte da moltissimo tempo, la materia sarebbe fredda e rarefatta e l'energia residua molto scarsa: nulla di assimilabile a un organismo umano potrebbe sopravvivere. Le ultime intelligenze ad abitare questo ambiente sarebbero entità simili a immense nubi gassose, di dimensioni misurabili in anni luce. E visto quanto occorrerebbe ai segnali per attraversare un tale "cervello diffuso", completare un solo pensiero richiederebbe più tempo di quello intercorso tra la nascita e l'estinzione di un'intera specie sulla Terra...

Eppure le facoltà di computazione, forse anche la coscienza, potrebbero persistere. L'alternativa è che potremmo vivere in un Universo chiuso, che alla fine cesserà di espandersi e collasserà con un "Big Crunch". Nel 1994, il fisico Frank Tipler, quasi rovesciando le conclusioni di Dyson, dimostrò che le intelligenze di un lontano futuro potrebbero manipolare il collasso finale per creare una fonte di energa sufficiente ad alimentare un numero infinito di fasi di programmazione informatica. Anche in questo caso, se un computer riuscisse a sopravvivere potrebbe farlo anche la coscienza, formulando un'infinità di pensieri e conquistando perfino la vita eterna, per quanto nel tempo finito a disposizione prima del Crunch. Tutte prospettive non umane, che però offrivano perlomeno la speranza di un futuro fondamentalmente senza fine.

La previsione, però, è diventata più negativa nel corso degli anni Novanta, quando gli astronomi hanno scoperto che l'Universo si sta espandendo più rapidamente di quanto già teorizzato. La causa è l'energia oscura. Alla fine, secondo quanto suggerito da Richard Caldwell del Dartmouth College nel 2003, tutto verrà lacerato da quest'energa, a partire dai supergrappoli di galassie e fino a coinvolgere stelle, pianeti, l'Umanità e perfino gli atomi. Neppure le nubi coscienti di Dyson riuscirebbero a sopravvivere. Il Grande Strappo, previsto tra trilioni di anni, sembrerebbe pone fine ad ogni previsione per il futuro, lo, però, non dispererei.

Gli urtimi risultati di Planck contengono nuovi calcoli delle quantità di massa e energia universali. Visti i recenti, rapidi progressi della cosmologia, mi sento abbastanza fiducioso del fatto che la storia del futuro ci riserverà ancora morte sorprese.(science)


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