Ecco cosa accade ad una 
galassia che crescendo si...spegne! L’enigmatico interrogativo che è generato delle “
galassie spente”, cioè il loro continuo 
crescere illusorio anche a 
formazione stellare ultimata, ha trovato una risposta grazie alla 
survey COSMOS del 
telescopio spaziale Hubble. Fra gli autori della scoperta, che verrà presto pubblicata su 
The Astrophysical Journal, figurano 
Marcella Carollo dell’
ETH di Zurigo e 
Alvio Renzini dell’
INAF, 
Osservatorio Astronomico di Padova. Esistono 
galassie, che durante il loro evolversi, arrivano ad uno stadio in cui il 
processo di formazione stellare finisce: in parole semplici, 
si spengono. Esiste un aspetto che da sempre lascia dubbiosi gli 
astronomi: le 
galassie spente visibili nel lontano passato, appaiono essere molto più piccole delle 
galassie spente dell’
universo attuale. Come possono
 crescere, le 
galassie, se la loro
 formazione stellare si è conclusa? facendo uso di un’enorme raccolta d’osservazioni realizzata con il 
telescopio spaziale Hubble di 
ESA e 
NASA, un team internazionale di 
astronomi è adesso riuscito a dare una risposta a dir poco sorprendentemente semplice a questo 
enigma cosmico di lunga data.
Fino al giorno d'oggi si consideravano le 
grandi galassie spente vicine a noi, dunque anche più recenti, fossero la conseguenza della crescita di quelle più piccole, anch’esse per cosi dire "morte", osservabili nel 
passato del cosmo. Trattandosi però di 
galassie nelle quali non si sta avendo più la formazione di nuove 
stelle, la loro crescita si credeva fosse dovuta a 
processi di collisione e 
fusione con altre galassie spente più piccole, di massa fra le cinque e le dieci volte inferiore.
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| Galassia spenta | 
Simili 
processi di fusione compoterebbero però la presenza d’una enorme quantità di queste 
piccole galassie, per dar modo alla popolazione delle 
galassie inattive di pasteggiare, presenza che però non si riscontra.
«L'apparente lievitare delle 
galassie inattive è stato per molti anni uno fra i più grandi quesiti irrisolti dell’
evoluzione galattica», afferma 
Marcella Carollo dell’
ETH di Zurigo, prima autrice di un articolo su queste 
galassie in corso di pubblicazione su 
The Astrophysical Journal. «Prima della 
survey COSMOS di Hubble, nessuna fra le raccolte d’immagini disponibili era ampia a sufficienza da permetterci di studiare un grande numero di 
galassie esattamente allo stesso modo», aggiunge uno dei coautori, 
Nick Scoville del Caltech (USA). Ora per la prima volta, grazie alle osservazioni realizzate nel corso della 
survey COSMOS con il 
telescopio spaziale Hubble, gli 
astronomi sono stati in grado di identificare e conteggiare le 
galassie inattive lungo ben otto miliardi di anni di 
storia cosmica. Il team ha utilizzato l'ampia raccolta d’
immagini di COSMOS, integrandola con osservazioni realizzate con i due
 telescopi Canada-France-Hawaii e 
Subaru, entrambi alle Hawaii, per dare uno sguardo indietro nel tempo fino a quando l'
universo aveva meno della metà della sua età odierna. La porzione di 
cielo studiata si estende su un’area pari a quasi nove volte quella della 
Luna piena.
Le 
galassie inattive risalenti a quell’epoca appaiono piccole e compatte, e sorprendentemente sembrano rimanere tali. Invece di lievitare e crescere attraverso
 fusioni nel corso del tempo, queste 
piccole galassie mantengono per lo più le dimensioni che avevano quando la 
formazione stellare si era conclusa. Ma allora perché pareche con il passare del tempo diventino sempre più grandi?
«Abbiamo scoperto che molte delle 
galassie più grandi, in realtà, si sono 
spente tardi, in epoche successive, andando poi a raggiungere le sorelle inattive più piccole e dando così l’impressione, erronea, d’una crescita delle singole 
galassie nel corso del tempo», nota 
Simon Lilly, anch’egli dell’
ETH di Zurigo.
«È stato un po’ come accorgersi che l’aumento della dimensione media degli appartamenti d’una città non era dovuto all’aggiunta di nuove stanze ai vecchi edifici, bensì alla costruzione d’interi nuovi appartamenti più grandi di quelli precedenti», spiega 
Alvio Renzini dell'INAF, 
Osservatorio Astronomico di Padova. Questo ci dice molto su come le 
galassie si sono evolute nel corso degli ultimi otto miliardi di anni di 
storia dell'universo. «La risposta all’enigma offerta dal nostro studio è sorprendentemente semplice e ovvia. Ed è ogni volta una grande soddisfazione riuscire a cogliere la semplicità in mezzo all’apparente complessità della natura», conclude 
Carollo.