Il-Trafiletto
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12/01/14

Agnelli ancora in calo ed Exor scende al 7% nel capitale Alpitour

Agnelli ancora in calo ed Exor scende ancora nel capitale di Alpitour!
Infatti la partecipazione di Exor, in base a quanto risulta a Radiocor, si è ridotta dal 10 al 7% circa a causa di un aumento di capitale da 6,7 milioni di euro che si è concluso nei giorni scorsi. Questa operazione, vista da un'altra prospettiva non appare cosi negativa, infatti Gabriele Burgio, presidente e ad del gruppo, è atta a rafforzare la propria posizione dall'1 al 3%.
Alpitour

La holding della famiglia Agnelli aveva già ceduto nel 2012 il 90% della compagnia turistica ai fondi di private equity Wise e J.Hirsch, schierati da altri investitori finanziari italiani. L'ennesima riduzione della quota in Alpitour, così come la cessione prima dell'estate delle azioni Sgs per 2 miliardi, si inserisce nella strategia della finanziaria torinese di focalizzare il business sulle partecipazioni principali di rilevanza internazionale, ovvero Fiat/Chrysler, Cnh Industrial e Cushman & Wakefield. «Con l'aumento di capitale (da 17,8 a 24,5 milioni di euro nominali su un totale capitale versato di 100 milioni, ndr) abbiamo voluto dare il segnale a management, clienti e fornitori che la società ha basi solide», spiega Burgio a Radiocor, soprattutto dopo i problemi scoppiati in Egitto, Paese che il 16 agosto la Farnesina ha inserito tra le mete sconsigliate (da dicembre la destinazione ha poi ripreso regolarmente i flussi turistici).

L'obiettivo «è cercare di fare bene le cose che facciamo e trovare novità: abbiamo aperto due nuovi villaggi a Cuba e in Kenya e firmato nuovi accordi con alberghi in Madagascar», aggiunge il numero uno di Alpitour ricordando che «il fatturato è un elemento poco significativo da solo, noi puntiamo a far crescere la marginalita». La società ha poi chiuso il bilancio al 31 ottobre 2013 con un fatturato di 994 milioni di euro, in leggero calo dai 1055 milioni del 2012 per il cambio di confini parametrali dovuto alla chiusura di alcuni marchi, con il tour operating che comunque sia rappresenta il business principale (oltre 600 milioni di fatturato), seguito da aviazione e incoming (oltre 200 milioni ciascuno) e alberghiero (quasi 67 milioni).

Il gruppo, che nel 2013 ha visto la propria quota di mercato salire dal 14,5 al 16,5%, «deve superare la crisi cercando di capire cosa piace al cliente italiano, nostro target di riferimento: la villaggistica va molto bene, soprattutto il lusso, cresciuto del 10-12% nel 2013, mentre abbiamo tagliato golf, spa e viaggi religiosi, insieme a una riduzione dei costi e a investimenti in tecnologia, assistenza e animazione», sottolinea Burgio. Il gruppo, con i marchi Alpitour, Francorosso, Villaggi Bravo, Karambola, Viaggidea e la compagnia aerea Neos, finora si e' occupato di organizzare le vacanze degli italiani, ma non esclude in futuro un interesse anche per gli stranieri: «Siamo in ritardo ma ci piacerebbe dare un contributo al nostro Paese, stiamo studiando possibili forme per ampliare il nostro target».

02/01/14

La Chrysler al 100% italiana! Buon affare sia per l’Italia che per gli Stati Uniti?

Chrysler al 100% italiana Ottimo affare sia per l’Italia che per gli Stati Uniti? La totale acquisizione del 41,46% della Chrysler da parte di Fiat porta il Lingotto al 100% del gruppo automobilistico americano! Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi afferma che «mi sembra una cosa assolutamente positiva per il gruppo Fiat». All'altra domanda se si tratti di un buon affare anche per l'Italia e non solo per gli Stati Uniti, Squinzi si è contenuto a dire: «Non ho elementi per dare una risposta».
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Chrysler al 100% italiana
La Camusso: operazione di grande rilevanza. Ora chiarire futuro Italia
«Dopo questo importante passaggio che definisce l'assetto proprietario è indispensabile che Fiat dica cosa intende fare nel nostro Paese». Così la leader della Cgil, Susanna Camusso, commentando la salita del Lingotto al 100% di Chrysler. «L'acquisizione - ha scritto in una nota la Camusso - mi pare un fatto di grande rilevanza, anche in ragione delle sinergie possibili e auspicabili sui mercati mondiali, oltre che per il riposizionamento della multinazionale rispetto alle case costruttrici concorrenti».

Il segretario generale della Cgil ha aggiunto che, dopo l'operazione, è indispensabile che il gruppo dica cosa intende fare in Italia. Per il leader della Cgil «è necessario quindi che gli auspicabili investimenti in Italia siano finalizzati a progettare nuovi modelli da lanciare sul mercato in grado di saturare la capacità produttiva italiana, perché solo cosi é possibile immaginare il mantenimento dei livelli occupazionali nel nostro paese, da troppo tempo penalizzati e ridimensionati con il continuo e costante ricorso agli ammortizzatori sociali. Su queste basi e dopo l'annuncio di ieri ci aspettiamo impegni e parole chiare da parte del management sul futuro dell'azienda in Italia».

Bonanni: Fiat è gruppo globale anche grazie ai sindacati
Positivo senza riserve il commento del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, sull'acquisto definitivo di Chrysler da parte della Fiat. «Spero che adesso l'opinione pubblica italiana riconosca l'errore di aver bistrattato la strategia di Marchionne e l'azione responsabile della Cisl e degli altri sindacati in questi anni difficili per il settore auto nel nostro Paese ed in Europa. Se oggi la Fiat è un vero gruppo globale è anche merito nostro», dice Bonanni. Non solo. Oltre ad essere «un fatto storico», l'operazione, secondo il leader della Cisl, «avrà positive ripercussioni non solo per gli stabilimenti Fiat in Italia ma per tutto il nostro sistema-Paese». La Fiat, infatti «avrà certamente più risorse da destinare agli investimenti in Italia, con positive ricadute anche per l'indotto».

Angeletti: acquisizione garanzia per stabilimenti italiani
«La migliore garanzia per gli stabilimenti italiani». Così l'acquisizione di Chrysler da parte della Fiat è giudicata dal segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, che parla di «un evento sicuramente positivo» che avrà «riflessi positivi per l'economia italiana». «Si farà presumibilmente un grande gruppo a livello globale - osserva Angeletti - Era l'obiettivo che gli azionisti di Fiat perseguivano da molto tempo ed ora l'hanno raggiunto».
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