Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta Sudan. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Sudan. Mostra tutti i post

07/02/14

Caritas denuncia: di nuovo sull'orlo di una guerra civile nel Sud Sudan

Non c'è pace per quella gente martoriata da guerre. Dopo aver raggiunto l'indipendenza, il Sud Sudanè di nuovo in una guerra civile. La chiesa ha fatto un appello perchè smettano le ostilità, ma la Caritas denuncia uccisioni e violenze. 


Dopo soli 2 anni dalla sua indipendenza, il Sud Sudan e' nuovamente sull'orlo di una guerra civile. Dopo gli scontri nella notte del 15 dicembre, nella capitale Giuba, si sono sentiti risuonare colpi di armi da fuoco e bombe, e si sono verificati uccisioni indiscriminate di civili inermi in diversi quartieri della citta'. Lo si legge in un comunicato della Caritas italiana. Da allora, in poco piu' di un mese, il conflitto - prosegue la nota - ha raggiunto dimensioni catastrofiche. Agli inizi di febbraio si contano oltre 10.000 morti e circa 750.000 sfollati (il 10% dell'intera popolazione).
Sud Sudan



I vescovi sud sudanesi, insieme ai rappresentanti delle altre Chiese, hanno lanciato un forte appello alla pace: «Interpellati dal messaggio imperativo del Vangelo per la pace e la giustizia, chiediamo un'immediata e incondizionata cessazione delle ostilità in ogni parte del Paese: crediamo che il dialogo sia il migliore e l'unico giustificato mezzo per risolvere le controversie e le divisioni tra le parti. La violenza non è mai un'opzione». Anche papa Francesco, all'inizio di gennaio, aveva pronunciato un appello alla pace nel Paese africano. Nel frattempo però, conclude la Caritas, i combattimenti continuano, con un aumento preoccupante delle uccisioni su base etnica, in una spirale di violenza senza fine. E accanto al rumore delle armi, sempre più assordante, si sente oggi il grido della popolazione che chiede aiuto.

09/01/14

La guerra del petrolio | 200mila in fuga

Il petrolio continua ad essere oggetto di contese fra popoli assetati di potere, per ottenere il quale si macchiano di atrocità, mettendo in fuga popolazioni intere.
È allarme umanitario a Bentiu, il capoluogo dello stato sudsudanese di Unity, dove sono concentrati gran parte dei pozzi petroliferi del Paese dove la produzione di greggio è crollata da 1,5 milioni di barili a 150 mila, le truppe governative fedeli al presidente Salva Kiir Mayardit hanno concentrato un grosso distaccamento, sostenuto da milizie dinka, l’etnia del presidente per riprendere i pozzi essenziali per la sopravvivenza dello Stato Bentiu è stata conquistata due settimane fa dalla unità dell’esercito passate con l’ex vicepresidente ribelle Riek Machar, sostenuto dall’etnia nuer.

Machar controlla gran parte del nord-est del Paese ed è arroccato nel capoluogo del Jonglei, Bor, a maggioranza nuer Ieri è arrivato nella capitale Juba il presidente del Nord Sudan, Omar al Bashir, per tentare una mediazione. I pozzi di petrolio sono situati vicino al confine e il greggio viene trasportato attraverso un oleodotto che attraversa il Nord Sudan e sbocca sul Mar Rosso.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.