Il-Trafiletto
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11/06/14

IL DIO AYANAR

IL DIO AYANAR 
di Hari Nrisimha 

C'è un fenomeno particolare che oggi tocca le popolazioni del sud dell'India e di Sri Lanka. Sta rifiorendo, in queste regioni, il culto per alcune divinità indigene minori, come il culto per la dea Pattini e per il dio Ayanar. Secondo gli etnologi il rifiorire di questi culti è dovuto agli artificiali dissidi (manovrati da agenti degli Asura) fra i Tamili e i Singalesi. C'è gente malintenzionata che a Sri Lanka cerca di sperimentare un particolare tipo di destabilizzazione, metodo che già usavano gli antichi Romani: Divide et impera. Quanto pagherà il mondo per queste destabilizzazioni! I servizi segreti, i calcoli dei politici, gli inganni di coloro che ignorano di ignorare, creeranno quel caos di cui parla l'Apocalisse.

Il dio induista Ayanar nasce da questa leggenda: Shiva, quando faceva parte dei Giganti e dei Rishi, fu sedotto da Mogheni (Mohini). Dalla loro unione nacque Ayanar. Essendo Mogheni la dea che Visnu emana da se stesso per confondere gli Asura, Ayanar è contemporaneamente figlio di Shiva e di Visnu, e viene perciò chiamato in sanscrito Hari-Haraputra (Figlio di Shiva e di Visnu) e in lingua tamili Hariharaputiran. Il nome del dio deriva da ayana, che indica il corso del sole a Nord e a Sud dell'equatore. L'ayana meridionale equivale a una notte degli dei, quello settentrionale a un giorno. Ayanar è perciò il dio che rappresenta ciò che opera al di fuori della comprensione umana. Nel trimundio Ayanar indica le tre S che definiscono la regola degli alchimisti:
SOL-SOLITUDO-SILENTIUM.
 Per cercare l'elisir della giovinezza del corpo e della psiche, per trasmutare la propria anima e sublimarla, è necessario, sotto l'ispirazione della luce divina (Sol), allontanarsi dal mondo in effervescenza verso la più profonda solitudine (Solitudo) e lavorare infaticabilmente in silenzio (Silentium), in segreto e tacere. Quando il mondo cade vittima degli inganni degli Asura (i nemici degli dei), bisogna ricordare le tre S e adorare il dio Ayanar, Colui che sempre veglia, sia in alto che in basso.

IL DIO AYANAR
Questo dio ha due mogli, che si chiamano Puranai e Pudkali. Quando il dio sta su di un elefante bianco viene chiamato Vellayanaimurti. Nei suoi templi sono adorate, oscuramente per i non iniziati, sette madri, che portano questi nomi sacri: Trikara-suri, Muyakara-suri, Raktachamundi, Katteri, Bhagavati, Balasakti e Bhuvana-sakti. Ayanar è il dio dei guardiani dei campi. Protegge i giardini e castiga i ladri, ed è per questo chiamato anche Purattavan (il Guardiano). È un dio molto enigmatico. Lo servono molti generali, i Palaiyakarar, che cavalcano cavalli "focosi". E per questo che nei suoi templi i fedeli offrono cavalli di argilla che vengono posti in fila davanti al suo altare. Il dio Ayanar viene generalmente raffigurato come un guerriero, ed è perciò anche chiamato Nallasevaga (buon soldato). Porta in testa una singolare corona che cade su di un lato e perciò ha anche il nome di Tirumudi-Sevaga (il soldato dalla corona sacra). I suoi emblemi sono veramente caratteristici. Nella mano destra regge uno scettro particolare, chiamato savuku (frusta) o Koradà. La mano sinistra riposa su di una stampella, quella che usano gli asceti per riposare in piedi, che si chiama yàgatandam. Veste una sottanacintura chiamata bahupaddai. È il dio che chiede ai suoi fedeli la semplicità e il silenzio, e di osservare le pazzie del mondo con comprensione e distacco.

15/02/14

Esce dal carcere per stupro e aggredisce ancora stessa ragazza

Non contento di una prima condanna per stupro, appena uscito di galera un indiano ha reiterato il reato immediatamente aggredendo la stessa vittima. Non basatava il primo stupro, che aveva portato un uomo, ritenuto colpevole, a darsi fuoco per dimostrare la sua innocenza.


Succede a Kolkata (India) l'ennesimo caso di abusi contro le donne in India: arrestato nel dicembre 2012 a Kolkata, nello Stato del Bengala Occidentale, dopo che una ragazza di 17 anni lo aveva denunciato per stupro, assolto un anno piu' tardi da ogni imputazione, non appena tornato in liberta' l'aggressore e' andato a cercare la stessa vittima.
Bambine indiane
Stando a quanto riferito dal quotidiano 'Hindustan Times', l'ha molestata ripetutamente, minacciata e infine ha tentato di violentarla ancora. L'adolescente e' pero' riuscita a fuggire e si e' rivolta di nuovo alla polizia, che l'ha messa sotto protezione. Il suo persecutore, identificato come Sahazada Bux, e' finito per la seconda volta in carcere e sara' processato. Il primo episodio di violenza carnale era costato la vita a un uomo con precedenti analoghi, Mir Aminul Islam, che originariamente era stato sospettato di esserne il responsabile. Questi, reclamando la propria innocenza, si era dato fuoco per protesta ed era morto qualche giorno dopo per le gravissime ustioni riportate.                                                                                                                    fonte(AGI) .

24/01/14

Muore un santone indiano. 18 morti ai suoi funerali.

Una vicenda che ha dell’incredibile. Nella popolosa città indiana di Mumbai, capitale dello stato del Maharashtra, almeno 18 persone sono morte la settimana scorsa in una calca avvenuta durante una veglia di preghiera in memoria di un di un leader di una setta mussulmana morto il giorno prima a 102 anni. Syedna Mohammed Burhanuddin, questo il nome del santone , leader della setta Dawoodi Bohra, era un personaggio molto influente, a capo di una comunità di imprenditori che ha uffici e università in Asia, Medio Oriente e Africa. L’uomo era molto amato anche perché considerato discendente diretto del Profeta Maometto. 
Alle esequie del ‘santone’ sono giunti in migliaia ( secondo la tv NewsX, la folla era costituita da 300 o 400mila persone ), così tanti che ben presto si è creata una ressa umana rischiosissima, e 18 persone ci hanno rimesso la vita, mentre altre 40 sono rimaste ferite. Lo riferiscono i media locali, secondo i quali la tragedia sarebbe avvenuta nel quartiere di Malabar Hill, per rendere omaggio al leader indiano. Tra la folla non c’erano solo abitanti di Mumbai, ma anche gente dei paesi limitrofi. La calca scoppiata all’improvviso, ancora senza una motivazione chiara, ha creato un effetto domino che ha portato alla morte delle 18 persone. Come in altri casi, purtroppo sono mancate le misure di sicurezza: in caso di raduni di migliaia di persone, bisognerebbe ideare delle vie di fuga egente, esequie, cercare sempre di evitare la calca.
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