Il-Trafiletto
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21/04/14

La meditazione o preghiera come antiansia

Gli effetti della spiritualità Preghiera e meditazione e antiansia

Chi medita per 20-30 minuti al giorno guadagna armonia e rilassamento interiore, allontanando fobie e depressione. A confermarlo sono numerose ricerche scientifiche portate avanti, tra i vari istituti, alla Harvard University di Boston (Stati Uniti). Durante il periodo della meditazione non solo il nostro cervello rilascia alcuni importanti messaggeri chimici, come serotonina o endorfine (sostanze capaci di sopprimere il senso di fatica), ma addirittura la nostra mente si allena a sviluppare una grande calma. Unica regola: imparare a percepire ciò che accade dentro di noi in quel preciso momento il corpo e la mente diventano i principali strumenti che portano una migliore qualità di vita: i pensieri non si accavallano più, la respirazione si fa più calma, si sciolgono le tensioni fisiche e mentali, entra benessere, energia, rilassamento. E cosa dire della preghiera? Ormai negli Stati Uniti gli studi su questa pratica sono condotti a ripetizione, tanto si è convinti della sua influenza sul benessere del corpo. Se ne stanno occupando ormai il National institutes of health, l'equivalente americano del nostro Istituto superiore di sanità, e università prestigiose come la Brown o la Loyola. Ma cosa affermano questi studi, pubblicati su una rivista al di sopra di ogni sospetto come il "Iournal of American Medicai"? Dichiarano che la preghiera e la meditazione scatenano una serie di risposte fisiologiche rilassanti, contrastando gli effetti negativi dello stress. Altre ricerche hanno scoperto che sempre la preghiera fa superare meglio ansia e depressione. In pratica, essa opera sugli stessi meccanismi del rilassamento, influenzando i cosiddetti «ormoni dello stress»; abbassa la pressione sanguigna, rallenta il ritmo cardiaco e respiratorio, e influenza emozioni profonde.
 Voyager - La Forza della Preghiera

24/01/14

Muore un santone indiano. 18 morti ai suoi funerali.

Una vicenda che ha dell’incredibile. Nella popolosa città indiana di Mumbai, capitale dello stato del Maharashtra, almeno 18 persone sono morte la settimana scorsa in una calca avvenuta durante una veglia di preghiera in memoria di un di un leader di una setta mussulmana morto il giorno prima a 102 anni. Syedna Mohammed Burhanuddin, questo il nome del santone , leader della setta Dawoodi Bohra, era un personaggio molto influente, a capo di una comunità di imprenditori che ha uffici e università in Asia, Medio Oriente e Africa. L’uomo era molto amato anche perché considerato discendente diretto del Profeta Maometto. 
Alle esequie del ‘santone’ sono giunti in migliaia ( secondo la tv NewsX, la folla era costituita da 300 o 400mila persone ), così tanti che ben presto si è creata una ressa umana rischiosissima, e 18 persone ci hanno rimesso la vita, mentre altre 40 sono rimaste ferite. Lo riferiscono i media locali, secondo i quali la tragedia sarebbe avvenuta nel quartiere di Malabar Hill, per rendere omaggio al leader indiano. Tra la folla non c’erano solo abitanti di Mumbai, ma anche gente dei paesi limitrofi. La calca scoppiata all’improvviso, ancora senza una motivazione chiara, ha creato un effetto domino che ha portato alla morte delle 18 persone. Come in altri casi, purtroppo sono mancate le misure di sicurezza: in caso di raduni di migliaia di persone, bisognerebbe ideare delle vie di fuga egente, esequie, cercare sempre di evitare la calca.
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