Dimmi che
fisico hai e ti dirò
che tempo fa! Proprio cosi, chiunque soffra di
sinusite sa bene a cosa mi riferisco. Nel momento in cui ci sono certi
picchi di umidità, il
dolore che si accampa nella
parte superiore del viso aumenta esponenzialmente fino a raggiungere livelli insoportabili. La leggende metropolitana che connette i doloretti, i più classici, sono quelli alle
ginocchia e alle
articolazioni più in generale, quando avviene un
cambiamento del clima, trova adesso un
fondamento scientifico come riporta il
Wall Street Journal. Infatti se le
condizioni atmosferiche possano davvero aumentare il
dolore fisico (ma vale anche per quello
psicologico, dal momento che il numero di
persone metereopatiche è in continua ascesa) è un interrogativo che in
medicina ci si pone da molto tempo. Sin dai tempi di
Ippocrate e addirittura nella millenaria
medicina cinese nella quale i
reumatismi (
Fngshi bing) si traducono in "
malattia del vento umido".
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Meteopatia |
In epoca recente i
ricercatori hanno ottenuto
risultati controversi e hanno liquidato il tema concludendo che si tratta di un collegamento molto soggettivo. «I
pazienti con fibromialgia sembrano essere i più sensibili al tempo» dice
Susan Goodman,
reumatologa all'Hospital for Special Surgery che però aggiunge: «se alcune persone sembrano essere estremamente
sensibili al clima, altre nelle stesse condizioni non lo sono per niente per ragioni che non sono ancora chiare».
Il più noto studio risale agli anni '90 ad opera dello
psicologo Amos Tversky, il quale dopo aver analizzato una ventina di pazienti con artrite reumatoide non ha trovato alcuna connessione. Altri
studi hanno poi collegato i
cambiamenti di temperatura,
umidità o
pressione atmosferica anche ad altre
malattie, come il
mal di testa, il mal di denti, le nevralgie del trigemino, la gotta. Tutti noi del resto abbiamo in famiglia un nonno, una nonna o una zia che come un barometro ci avverte che il tempo sta cambiando perché la vecchia
cicatrice o le
ginocchia "si fanno sentire".
Il nesso dunque c'è, anche se gli
scienziati non comprendono tutti i meccanismi coinvolti nel
dolore da maltempo. La spiegazione più plausibile è che quando sta per arrivare un
temporale la
pressione atmosferica si abbassa alterando anche quella interna alle
articolazioni. Che si sa sono circondate da
sacche di liquido e gas. A sostenere questa tesi è
Robert Jamison,
anestesista e psichiatra alla
Harvard Medical School. «Immaginate un palloncino che si trova tra l'aria esterna e quella interna. Se quella esterna diminuisce, il palloncino si espande, lo stesso accade nelle nostre articolazioni che espandendosi premono sui nervi e i tessuti circostanti».
In fin dei conti è risaputo che gli
ambulatori di ortopedici,
neurologi, ma anche di
chiropratici e
fisioterapisti si riempiono proprio quando piove perché il clima, al di là delle
previsioni del tempo, ha un'incidenza diretta sulla nostra salute. E il legame tra
temporali e dolore è così stretto che negli
Stati Uniti i canali
meteo hanno anche un "
indice dell'Artrite". E ci sono pazienti che sostengono che le loro articolazioni «sono meglio e più precise dei
meteorologi». Bill Balderaz, presidente di una società di digital-
marketing di Columbus, in Ohio, ricorda che l'anno scorso in una giornata di pieno sole ha iniziato a sentire un fortissmo dolore a causa della sua artrite. A metà pomeriggio un uragano non previsto ha sconvolto l'Ohio e gli Stati limitrofi con venti che soffiavano a 80 miglia all'ora.
Anche il freddo e non solo l'umidità, sembra aumentare certe
patologie, come il rischio di
ictus e gli attacchi di cuore. Il rischio d'
infarto aumenta del 7% ogni 10 gradi di
calo della temperatura, secondo uno studio condotto in Belgio su quasi 16.000
pazienti. In questo caso la causa sarebbe dovuta a uno ispessimento del sangue e alla costrizione dei vasi sanguigni.
E per chi pensa che la soluzione sia quella di andare a vivere in
climi caldi e asciutti… gli esperti sottolineano che il beneficio, purtroppo, è soltanto temporaneo: se si vive in un luogo a tempo pieno, il corpo si acclimata e si ridiventa sensibile ai
cambi di clima, anche minimi.