Il-Trafiletto
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22/12/13

Perchè si dice "essere il cavallo di battaglia"?

Dove ci sono i cavalli ci sono anche io, il cavallo è sempre stata la mia passione, e tutto del cavallo mi interessa. Perciò questo adagio non può che far parte dei miei modi di dire.
Essere il cavallo di battaglia, si dice per indicare qualcosa che consente di fare sfoggio del proprio talento, come il pezzo preferito di un cantante, la recita di un attore ecc.
Il Frisone il cavallo da battaglia per eccellenza

I cavalli destinati a portare i cavalieri in guerra, quando ancora si combatteva con spade e corazze, erano particolarmente robusti a causa dell'enorme fatica a cui erano sottoposti. Perciò, altre ad una alimentazione speciale, erano anche soggetti ad un particolare addestramento, che non era necessario per la caccia o altro uso dell'animale. E in genere, il cavallo cui era demandato questo compito, dalla cui bravura e robustezza spesso dipendeva la vita del cavaliere, era il più forte, il più intelligente, il preferito della scuderia. Da qui anche l'epressione: Essere il pezzo forte.

21/11/13

Perchè si dice: "essere povero in canna"?

Ovviamente credo che per tutti voi il significato di questo adagio sia lampante. Ma c'è sempre da imparare quando ci poniamo delle domande sull'origine non credete?
Povero in canna
Essere povero in canna, essere in miseria, non avere neanche di che vivere. La locuzione, molto usata nella nostra lingua, ha origine incerta. Secondo quanto si legge nel "Vocabolario della lingua italiana" del Manuzzi, pare che si alludesse all'interno si una canna, completamente vuoto, per dire che non si possiede proprio niente.

Dal dizionario Rezasco, invece, si apprende che le dame e i cavalieri antichi portavano in mano un piccolo globo e una canna, che poi collocavano sulla torre più alta di un castello, per manifestare tutto il proprio dolore in seguito a un triste avvenimento. La canna, comunque, nella simbologia di tutti i tempi, è sempre associata all'idea della privazione, del dolore. Anche nel Vangelo (Matteo XXVII, 28-30) si legge che Cristo venne spogliato, poi coperto con un manto scarlatto. Quindi gli calcarono una corona di spine in testa e nella mano destra gli misero una canna che di tanto in tanto gli toglievano e che usavano per picchiarlo.


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