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05/09/17

Software che misura grado di dolore

Software in grado di misurareo il dolore è stato creato da ricercatori di Boston e lo fa guardando le espressioni facciali del paziente, in particolare micromovimenti di naso, bocca e altre parti del viso.


Messo a punto da Dianbo Liu del Massachusetts Institute of Technology di Boston, il software si basa su un algoritmo addestrato a misurare il dolore grazie all'osservazione di molti video di persone che stavano, appunto, provando diversi livelli di sofferenza.

La misura del dolore è essenziale per capire che tipo di terapia analgesica deve essere prescritta a ciascun paziente, ad esempio dopo un intervento. Attualmente questo tipo di decisioni non può essere preso su base oggettiva ma per lo più si fa riferimento a quanto riferisce il paziente stesso. Così si rischia di dare antidolorifici inutili e potenzialmente a rischio di ingenerare pericolose dipendenze farmacologiche. Di qui l'idea di mettere a punto un software 'misura dolore', in modo obiettivo, basandosi sulle espressioni facciali del singolo paziente.

L'algoritmo è stato costruito usando una serie di video di persone con dolore alla spalla cui veniva chiesto di fare certi movimenti con braccio e spalla. In questo modo l'algoritmo ha incamerato informazioni sulla mimica del volto del singolo paziente, che poi sono state relazionate alla sua percezione del dolore.

Così si è giunti al dolorimetro che raggiunge livelli di accuratezza dell'85% e che potrebbe divenire una app per lo smartphone dei medici dopo che i suoi sviluppatori lo renderanno ancora più sensibile e personalizzato, includendo altre informazioni dei pazienti come sesso ed età.

25/10/14

Linux libero e gratis per tutti presentato in 93 città d'Italia

Si ripresenta per il 2014 il "linux day" il sistema operativo libero. Incontri a tema in novanta città d'Italia per far conoscere com'è opportunamente vantaggioso il software 

Linux, il sistema operativo creato da Linus Torvalds "solo per divertimento" nei primi anni Novanta e che è alla base dei milioni di smartphone Android (84,7% del mercato) ed è leader nelle infrastrutture Cloud, è il sistema operativo alternativo a Microsoft Windows e Apple OS X che si presenta oggi in Italia.

Chiamati dall'Italian Linux Society (ILS) a festeggiare l'informatica libera, attira appassionati, curiosi e amatori a toccare con mano l'informatica libera ma anche per testare le potenzialità dei software nati dalla collaborazione di centinaia di sviluppatori sparsi in tutto il mondo, ma anche per ragionare su un altro modo di cultura aperta e condivisione.

Le regole degli organizzatori sono poche e semplici: ingresso libero e gratuito e disponibilità a spiegare al grande pubblico i vantaggi, non solo economici, di usare software open source. Ad ospitare gli eventi, che quest'anno sono 93, ci saranno scuole, università, associazioni e l'elenco completo è disponibile sul sito ufficiale gestito dalla ILS.

Protagonista comune di ogni evento sarà, appunto, Linux (o GNU/Linux, come vorrebbero i puristi), Linux è tuttavia solo la punta dell'iceberg di un movimento, quello del software libero, che spazia dalla tecnologia, alla società, al rapporto con l'informazione, alla privacy. Lo stesso Mark Shuttleworth, il creatore di Ubuntu, la più diffusa versione di Linux, disse una volta che "il software libero è più grande di Linux, è più grande di un singolo progetto: è nella sua globalità che cambierà il mondo".

03/10/14

Scanadu Scout | "La più grande innovazione nella medicina domestica dall invenzione del termometro".

Vi interessa controllare il vostro corpo con la stessa frequenza con cui controllate la posta elettronica? Presto si potrà fare, grazie alla Scanadu, un'azienda di elettronica per la salute personalizzata, specializzata in "monitor dei segni vitali" alla portata di tutti.


L'azienda ritiene che questi dispositivi saranno "la più grande innovazione nella medicina domestica dall'invezione del termometro".

Il suo primo prodotto, lo Scout, ci darà letture accurate del tempo di transito del polso, della frequenza cardiaca dell'attività elettrica del cuore, della temperatura, della variabilità nella frequenza cardiaca e dell'ossigenazione del sangue; basta premerlo contro la tempia  per 10 secondi. E poi?
Scanadu Scout:
"la più grande innovazione nella medicina domestica
dall'invezione del termometro".

Sembra un sono per ipocondriaci, ma l'obbiettivo di Scanadu è di interpretare in modo sensato i nostri dati, aiutandoci a decidere se non c'è da preoccuparsi o se invece dobbiamo cercare assistenza urgente. E in futuro si spera di aggiungere un software che formuli una diagnosi se gli inseriamo i sintomi o una foto di una parte irritata. Le sfavillanti pubblicità ideate dall'azienda lanciano slogan come: "Fai laureare in medicina il tuo smartphone", "Portatevi un medico in tasca", "Il nuovo miglior amico del nostro dottore" e "Permetti a chiunque di svolgere sofisticati esami medici in un lampo".

Ulteriori aggiornamenti lo connetteranno al nostro telefonino per analizzare la frequenza della respirazione e la pressione sanguigna senza bisogno di un manometro e permetteranno di analizzare la presenza di sangue, proteine e infezioni nell'urina. Tutte queste cose sono tecnicamente possibili, e la nuova tecnologia svolgerà senza dubbio un ruolo fondamentale nell'aiutare i pazienti a mantenersi in salute e a gestire più facilmente le malattie croniche. La tecnologia, però, non sostituirà mai il fattore umano. E' difficile essere il medico di se stesso quando i risultati sono poco chiari o contraddittori, come spesso capita.

Finchè Scanadu non eccede nelle sue promesse mentre ci chiede i nostri soldi, potrà essere di grande aiuto. Bisognerà però valutarlo per bene con uno studio clinico, esaminando tutti i dati che produce insieme al resto della nostra cartella clinica in modo da potere consultare tutto insieme. E i medici dovranno abituarsi all'idea che i pazienti li chiamino e dicano: "Per piacere, venga subito. Scanadu dice che potrebbe essere una cosa seria!"
Per info: www.scanadu.com


01/09/14

Il futuro prossimo sarà senza occhiali con gli schermi "optometrici"

Un software in grado di capire il vostro difetto di vista e adattando lo schermo per correggerlo, si potrà fare a meno degli occhiali.


Anni di ricerca per poter eliminare gli occhiali hanno portato alle lenti a contatto, che non sono per tutti i tipi di miopia, ma mai si sarebbe pensato di far portare gli occhiali a quello che stiamo guardando. Un gruppo di ricercatori del Mit (Massachusetts Institute of Technology) e dell’Università di Berkeley in Californiaha sviluppato un dispositivo elettronico con un display che si adatta ai difetti di vista di chi lo guarda.
Ma come funziona questo dispositivo? Intanto serve un software (programma o dati oppure entrambi) che abbia la capacità di capire il tipo di vizio visivo ha l'utente che sta guardando il display. Dopodichè il software regola la distanza corretta, che verrebbe vista sfuocata da chi ha una vista sana.
Il meccanismo sfruttato è simile a quello che permette la visione di film in 3D: sullo schermo vengono proiettate due immagini leggermente differenti e sfasate per ciascuno dei due occhi; l’uso di occhiali speciali fa sì che ciascun occhio veda solo l’immagine a lui destinata.

Ma in questo caso  occorre produrre immagini distinte e non allineate per le diverse parti della pupilla. Questa tecnica, che prevede la rappresentazione di diverse immagini sullo stesso schermo, necessita di un gran numero di pixel (unità fondamentali in cui si divide la superficie di un display) Un numero maggiore di immagini sfasate consente di adattare ancora di più lo schermo alla vista. Il fatto di dover impiegare un gruppo di pixel fisici per riprodurre un solo punto dell’immagine reale fa sì che la risoluzione dello schermo diminuisca notevolmente.

Il problema è stato risolto emulando i ricercatori che hanno sviluppato la tecnologia 3D.  In pratica, i ricerc atori del MIT hanno capito che c’è una notevole ridondanza tra le varie immagini richieste per simulare i differenti angoli di visione, per cui ogni singolo pixel fisico può partecipare contemporaneamente alla formazione delle immagini per vari angoli visuali. Con questo diversivo la perdita in risoluzione è molto più modesta.

Nel prototipo realizzato dai ricercatori lo schermo è ricoperto da una sottile maschera che presenta una finissima matrice di fori. Grazie alla quale ogni parte dell’occhio vede i pixel dell’immagine che le è destinata, mentre gli altri le sono invisibili. Nella futura versione commerciale molto probabilmente questa maschera sarà eliminata e sostituita dalla tecnologia usata per i 3D, ossia la sovrapposizione di sottili schermi a cristalli liquidi.

Questa tecnologia potrà essere applicata a telefoni cellulari, palmari, tablet e computer, nonché a dispositivi Gps da usare in auto, in modo che il guidatore possa limitarsi a usare lenti per vedere a distanza (se necessario), senza preoccuparsi dei problemi di vista da vicino.     fonte Corriere della Sera

15/06/14

Addio al Mac mini?

Apple sta pensando o no di rinnovare e attualizzare il loro piccolo e potente Mac mini?

Si vocifera che tra una settimana circa Apple deciderà di fare un upgrade silenzioso ai propri iMac,
probabilmente potenziando i processori e forse migliorando anche le schede grafiche.
Ma dove sono finiti i Mac mini?

L'azienda che ha sede a Cupertino non aggiorna il suo piccolo computer da scrivania dal lontano Ottobre 2012. Questa lunga attesa cosa vorrà significare? È ora di dire addio al computer più economico di Apple oppure Tim Cook sta aspetta do il momento giusto per portare un nuovo e innovativo Mac?

Il Mac mini è un buonissimo computer fisso che è l'ideale, come prima esperienza, per un nuovo utente che vuole provare e conoscere la potenza dei Mac. Quindi mi sembrerebbe assurdo che Apple decidesse di non commercializzarlo più.

Mac mini, immagine presa dal web
Ma perchè non aggiornarlo per due interi anni? Spendere 600€ per un computer che ha un software e un hardware di ben due anni fa può risultare, per un utente, una spesa folle. 
L'unica risposta che mi viene in mente è che Cook stia da tempo pianificando di presentare, probabilmente questo Ottobre 2014, un nuovissimo e innovativo Mac mini. Più potente che mai.

Cosa potrà mai avere questo nuovo computer?

Sinceramente non so bene cosa aspettarmi di nuovo ma, partendo dalle cose ovvie e "banali", penso che sicuramente sarà molto più sottile, piccolo e leggero (forse assomiglierà di più alla Apple TV).
Poi ci sarà un processore Intel di ultima generazione con una scheda grafica Intel, una HD 5000 come quella sul Mac Air o una Iris come quella del Mac Pro.
Probabile che rimarrà con i 4GB di RAM ma preferirei se arrivassero a mettere 8GB. 

Ma non penso che ci saranno solo questi semplici potenziamenti. Dal lontano 2010 Apple ha fatto un brevetto per poter integrare sui computer un proiettore.
Quindi spero proprio di vedere quest'anno un Mac mini potente agile e veloce con nuove e interessanti caratteristiche che possano rivoluzionare e ribbuttare in alto il mercato dei pc.

Per voi ci sono possibilità di qualcosa del genere? Quali caratteristiche vorreste sui nuovi Mac mini e come ve l'immaginate?

04/06/14

Google Car | Con Google si viaggia senza pilota!

A Mountain View hanno preso a viaggiare senza pilota! Altro passo in avanti, compiuto da Google nella sfida lanciata nell'ottobre del 2010, quando decisero di mettersi alla prova con la sfida di realizzare un'auto che si potesse guidare da sola. 

Il progetto della Google self driving car ha recentemente compiuto un'enorme ed importante passo in avanti, con alcuni aggiornamenti, riguardo la capacità della propria vettura di muoversi autonomamente nel traffico cittadino, intercettando i movimenti di pedoni e ciclisti agli incroci, ed ora la compagnia rende noto che sta realizzando dei nuovi prototipi "per cercare di comprendere come dovrebbero essere dei veicoli che si guidano completamente da soli".

Sono veicoli, che a differenza delle autonomous car viste finora, avranno la possibilità di muoversi senza la necessità di nessuna presenza umana e non avranno un volante, nè il pedale dell'acceleratore o del freno. Ad avere il controllo dell'auto ci penseranno software e sensori. Premendo semplicemente un tasto (il pulsante di avvio, cui fa pendant quello di arresto) verremo condotti dove si desidera, facendo riferimento all'itinerario del percorso su un apposito schermo. 
Google Car
(immagine dal web)

Google fa riferimento ad un passo avanti importante verso il miglioramento della sicurezza stradale e la trasformazione della mobilità per milioni di persone. Per quanto riguarda il primo punto, il passo in avanti compiuto dagli ingegneri di Google è stato quello di equipaggiare i nuovi prototipi di sensori capaci di eliminare i punti ciechi e di intercettare oggetti in tutte le direzioni, ad una distanza superiore ai 200 metri e in condizioni di strade particolarmente trafficate con parecchi incroci. Anche la velocità, ridotta a 25 miglia orarie (circa 40km/h) va nella direzione della maggiore sicurezza.

Ma come sono fatte all'interno le nuove Google Car? Certamente non sono vetture di lusso, e quindi il loro equipaggiamento a livello di comfort è ridotto al minimo sindacale. Comunque sia saranno in grado di ospitare due passeggeri con uno spazio per gli oggetti personali. Lo scopo della società californiana, si legge ancora nel post pubblicato sul blog ufficiale, è quella di costruire un centinaio di prototipi e, nel corso dell'estate, iniziare a testare le versioni iniziali (munite di controlli manuali) di questi veicoli. Se non ci saranno imprevisti particolari, nell'arco dei prossimi due anni scatterà un piccolo programma pilota in California. Il primo passo, confidano in Google, per portare questa tecnologia nel mondo.(ilsole24ore)

10/04/14

Ekoore il Narratore e Readbeyond | Molto più di una semplice partnership!

Ekoore il Narratore e Readbeyond: molto più di una semplice partnership! Assume un’importanza davvero rilevante la partnership stipulata tra Ekoore, il Narratore e Readbeyond. Qualche giorno fa, è stato reso ufficiale un progetto riguardo l'unione tra le tre realtà che operano in settori ben distinti.

La partnership siglata tra queste realtà sopracitate, è volta allo scopo di fondere sin da subito, le nuove tecnologie software in campo di lettura, cioè il formato EPUB 3, con le nuove tecnologie hardware, identificate da tablet e smartphone di ultima generazione. Fulcro del progetto, è senza ombra di dubbio il rivoluzionario formato EPUB 3, prodotto e proposto da il Narratore. In particolare si tratta di un formato ebook, avente in se sia il testo scritto sia la sua versione in audio, sincronizzata e con evidenziazione delle parole,  registrata da narratori professionisti.

I file EPUB 3, possono essere eseguiti sia su smartphone che tablet, oltre che essere sfruttati in tutte le potenzialità, grazie all’applicazione mobile Menestrello, sviluppata da Read Beyond, una società che lavora come laboratorio di ricerca e sviluppo di software per facilitare la creazione, la distribuzione e la riproduzione di contenuti digitali. Il ruolo di Ekoore sta nell'amalgamare questi componenti software, e preinstallarli sui propri smartphone e tablet Android.
Ekoore il Narratore e Readbeyond

Infatti, acquistando da oggi un dispositivo con OS Android sul portale dell’Azienda, si acquisterà un dispositivo che offre preinstallato l’app Menestrello, ed in omaggio si riceve un’Audio-Libreria con i seguenti titoli: LA VOLPE di Grazia Deledda letto dall’attrice Maria Grazia Mandruzzato TU RIDI di Luigi Pirandello letto da Moro Silo LE AVVENTURE DI PINOCCHIO. Storia di un burattino di Carlo Collodi. Inoltre, grazie al contributo delle tre aziende, gli utenti che vogliono acquistare un prodotto, oggetto della collaborazione, potranno usufruire di uno sconto di 10,00 €, utilizzando il codice coupon “ilnarratore.com” in fase d’acquisto. Grazie a questo progetto, è più semplice creare una Audio-libreria personale, da leggere ed ascoltare in libertà dovunque ci si trova.

A tal proposito vorei porre alla vostra attenzione quanto ha detto lo scrittore Sebastiano Vassalli: “Con la lettura ci si abitua a guardare il mondo con cento occhi, anziché con due soli, e a sentire nella propria testa cento pensieri diversi, anziché uno solo. Si diventa consapevoli di se stessi e degli altri. Gli uomini senza la lettura non conoscono che una piccolissima parte delle cose che potrebbero conoscere. La lettura può dare cento, mille vite diverse ed una sapienza ed un dominio sulle cose del mondo che appartengono solo agli dei.”

21/03/14

Batteria a carica...infinita | Svolta decisiva in casa Apple riguardo l'autonomia dei suoi iPhone!

Batteria a carica...infinita | Svolta decisiva in casa Apple riguardo l'autonomia dei suoi iPhone!

Non è di certo un segreto: la batteria non è mai stato il punto di forza degli iPhone. Apple non rimane però con le mani in mano e, almeno a livello di brevetto, teorizza la batteria smart: un sistema che assimila le abitudini dell’utente per ottimizzare il consumo energetico.
Non è dato sapere, tuttavia, se questa tecnologia verrà inclusa nel futuro iPhone 6. Croce e delizia dunque di ogni iPhone che si rispetti, la batteria dei device dalla mela "morsicata" tende a scaricarsi facilmente, tanto che spesso gli utenti lamentano di non riuscire ad arrivare a sera con un solo ciclo di carica.

Batteria mai scarica di Apple
Le dimensioni contenute dello smartphone, abbinate alle mille funzioni che il dispositivo è in grado di eseguire, determinano una condizione di vera e propria consumo energetico, sui cui al momento poco è dato fare.

Se poi consideriamo come il recente aggiornamento a iOS 7.1 pare essere ancora più dispendioso in termini di autonomia, il disagio aumenta ancor di più. Tutti i fastidi potrebbero però essere presto eliminati, così come svela una registrazione all’US Patent and Trademark Office. Il brevetto in questione illustra un sistema in grado di tenere traccia dei cicli di carica e consumo effettuati dall’utente, così come le sue attività giornaliere, affinché il software possa controllare automaticamente la carica energetica.

Ad esempio, nei momenti di scarso utilizzo, iOS potrebbe decidere di ridurre la frequenza del processore, di modificare la luminosità o disattivare il 4G per risparmiare energia, per poi riattivare quanto di sospeso quando l'utente ne ha realmente necessità. Il tutto, senza che l’utente se ne accorga, per il massimo della praticità. Nella deposizione del brevetto, Apple fornisce alcuni esempi del sistema. Il primo riguarda una sessione di gaming in una stanza a luce soffusa: iOS potrebbe decidere di ridurre lievemente la luminosità dello schermo, per fornire maggiore energia al processore e migliorare l’esperienza di gioco.

Il secondo, invece, illustra un utente recatosi in un bar per una pausa caffè: dopo aver pagato il conto con un portafoglio virtuale, iOS ipotizzerebbe per quanto tempo il cliente rimarrà seduto al tavolino, disattivando così i servizi di geolocalizzazione GPS momentaneamente non utili.
Questa tecnologia, capace di assegnare più o meno energia alle componenti interne di iPhone a seconda delle necessità, è chiamata “Long Term Power Budgeting” e promette dei melafonini mai più scarichi. Già in passato Apple ha presentato un brevetto simile in concetto, oggi migliorato con questa ulteriore proposta.                                                                                         fonte (WEBNEWS)

19/03/14

United Ventures | Stanziati ben 4 milioni di $ per finanziare la startup italiana Cloud4Wi!

United Ventures | Stanziati ben 4 milioni di $ per finanziare la startup italiana Cloud4Wi! Il provider di soluzioni Wi-Fi cloud, Cloud4Wi, ha ricevuto ben 4 milioni di $ di finanziamento da United Ventures.

Tale finanziamento, hanno fatto sapere dai vertici del provider sarà interamente utilizzato per investirlo nel processo di espansione a livello internazionale. Il provider della pisana Cloud4Wi si rivolge come opportunità di produttività agli esercizi commerciali, facendo uso di una strategia all'avanguardia per consentire ai commercianti stessi di monetizzare i servizi Wi-Fi forniti alla propria clientela, promuovendo offerte commerciali, rendendo disponibili applicazioni e allestendo campagne marketing mirate.
La startup italiana Cloud4Wi

Gli strumenti di analisi si rivelano preziosi per la promozione dei brand degli esercizi che adottano le soluzioni Cloud4Wi la quale, dopo avere guadagnato la posizione di leadership in Italia, punta a competere con mercati tanto più ampi quanto più complicati. Una richiesta emergente che offre spazi di crescita per i competitor, ed è in quest'ottica che United Ventures ha deciso di finanziare la startup italiana. Massimiliano Magrini, co-fondatore di United Ventures crede nel progetto di Cloud4Wi e nel CEO Andrea Calcagno:

«il team è preparatissimo e nonostante l'età media sia di 30 anni, ha già accumulato un'esperienza notevole. Potenziare la posizione nella Silicon Valley nell'ottica di iniziare la distribuzione di software via cloud è un passo importante. Questo, insieme al focus sull'America del Nord, sono i motivi che ci hanno indotto ad investire in Cloud4Wi». Per Andrea Calcagno «il supporto finanziario e l'esperienza nel settore di United Ventures ci permetteranno di accelerare la nostra crescita nello scenario internazionale». Ulteriore e non necessaria riprova che l'innovazione e le capacità manageriali italiane sanno essere altamente competitive.
(fonte ilsole24ore)

29/01/14

Evviva l’ora di matematica | Fuori i tablet per dare dinamismo ed interattività a geometria ed algebra!

La matematica continua ad essere lo spauracchio di molti studenti, eppure numeri e algoritmi sono i fondamenti dell'universo, basta osservare la natura. Tutti possiamo fare matematica, l'importante è farla bene e trovare anche chi ci invoglia e ci fa appassionare. Scordatevi le vecchie e barbose lezioni di una volta, nelle quali il professore o la professoressa "scarabocchiavano" sulla lavagna lettere e numeri a iosa, spesso recitando teoremi e dimostrazioni assurde per molte delle teste in classe. Tutta aria rifritta per molti, e soprattutto astratta.
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Funzione

Quando suona la campanella dell'ora di matematica, si accendono i tablet e si comincia a fare un po' di geometria dinamica e di algebra interattiva.  Che vuol dire? “Interattiva” e “dinamica” non sono aggettivi usati a caso, come non lo è il verbo “fare”. È proprio intorno a questa parola che gli insegnanti impegnati nel digitale stanno oggi cercando di reimpostare la didattica, anche grazie a software che permettono agli studenti di trasformare in esperienze gli argomenti studiati finora solo sulla carta. Ne parla Donatella Merlo, esperta di didattica, e-learning e formazione degli insegnanti ed ex docente di matematica nella scuola primaria.
Di quali software si tratta? “Ne esistono diversi, anche gratuiti. Ultimamente però si sta diffondendo GeoGebra, un programma open source sviluppato inizialmente da Markus Hohenwarter e sostenuto da una forte comunità di utenti. È uno strumento completo, che mette insieme geometria e calcolo algebrico e ha ora alle spalle molti sviluppatori, che lo aggiornano continuamente. Altri, come Derive, sono più focalizzati sull'algebra, oppure sono software proprietari e costosi, come Cabrì, molto utilizzato fino a pochi anni fa. GeoGebra è diffuso soprattutto nelle scuole superiori ma, attraverso la Casa degli Insegnanti (un'associazione non profit, attiva nella formazione dei docenti, ndr.) e il Geogebra Institute di Torino, sto lavorando con alcuni maestri di scuola primaria per creare insieme dei percorsi di geometria per bambini che comprendano attività sviluppate con l'uso del software, e verificare se questo possa facilitare i processi di concettualizzazione”.
Come avviene la formazione? “Si lavora in parte in presenza e in parte in rete, utilizzando Moodle, una piattaforma di e-learning. I docenti devono prima di tutto imparare a usare il software, ovviamente, ma non ci fermiamo all'alfabetizzazione informatica: entriamo nel merito della didattica. Gruppi di insegnanti sperimentano i percorsi in classe e riportano quello che accade, poi insieme si fanno delle riflessioni e si cercano le strategie didattiche più produttive. Si parte da qui per ricavare insieme nuovi elementi formativi”.
Nella sua esperienza, il tablet cambia la didattica? “In questo caso il mezzo costringe davvero a ripensare la didattica, perché i ragazzini in rete fanno di tutto e di più. Come si gestisce una classe di 25 allievi con accesso illimitato al mondo? Devono essere sempre impegnati, quindi occorre un metodo di lavoro ben definito. Questa è una delle sfide. Un'altra è sfruttare tutte le sue potenzialità e non usarlo come un computer. Tablet, software come GeoGebra, o i kit di robotica che utilizziamo da anni permettono di mettere al centro lo studente e la sua voglia di fare, di sperimentare: è lui che prende in mano la situazione e diventa protagonista della sua crescita intellettuale. Si sviluppa la capacità di problem solving, si attivano continuamente tutte le loro conoscenze: non si lavora su un'area disciplinare unica, ma per competenze”.
Qual è l'atteggiamento degli insegnanti verso questi strumenti? “Difficile rispondere. Io lavoro con persone che hanno voglia di investire tempo e fatica in questa formazione. Non sono obbligati. Ogni scuola propone dei corsi di aggiornamento sulla base delle decisioni del collegio, ma di fatto non vi è alcun obbligo formale per i docenti di fare formazione. Le cose sono leggermente diverse nel caso di progetti istituzionali per cui le scuole sono finanziate, ad esempio per le Classi 2.0, ma personalmente sono molto scettica sulla ricaduta di queste sperimentazioni sulla pratica didattica comune. Di solito accade che un insegnante si appassioni e traini qualcun altro, in un clima di interesse marginale e con ostacoli di natura tecnica. Mi riferisco ad esempio alla diffusione nella scuola di connessioni a banda larga e di reti wireless: per questa 'didattica digitale', più che di una LIM, abbiamo bisogno di una buona rete”.
Ma l'atteggiamento non sta un po' cambiando? “Più che altro, gli insegnanti avvertono che non possono più fare a meno di lasciarsi coinvolgere. Fino a qualche tempo fa i tablet erano una novità anche per le famiglie. Ora sono i bambini stessi che portano l'hi-tech in classe. Resta però, di fondo, la barriera dell'uso delle tecnologie: la maggior parte degli insegnanti che conosco sfrutta una piccola percentuale delle potenzialità dei computer perché acquisire competenze richiede tempo e passione per lo strumento. C'è ancora un rifiuto a priori, una reticenza pregressa, una sfiducia di partenza. Soprattutto tra le insegnanti donne che nella scuola primaria sono in forte maggioranza”.




17/01/14

In casa Adobe c’è fermento| Photoshop rende disponibile un aggiornamento per la stampa 3D.

In casa Adobe c’è fermento: Photoshop rende disponibile un aggiornamento per la realizzazione di stampe 3D. Proseguono quindi senza tregua, le grandi manovre in casa Adobe, per dare vita a ciò che esattamente un anno fa si era deciso: ovvero sia distribuire gratuitamente nella versione di Photoshop CS2, cioè la versione 9.0 del software, uscita nel lontano 2005.

Ad oggi è stato invece reso disponibile un aggiornamento per il supporto della stampa 3D, segno evidente che la società californiana crede fermamente nel movimento dei makers, giudicato ormai non più solamente un interesse di pochi. L'aggiornamento è gratuito per gli utenti Creative Cloud, la suite di Adobe che mette a disposizione di chi ne fa uso le versioni più recenti dei propri software. Per tutti gli altri utenti il costo è invece di 50 dollari americani (37.00€).
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Stampa 3D nelle opzioni di Photoshop

Passo obbligato per prendere le distanze da Gimp, software open source che col passare degli anni è diventato una valida alternativa a Photoshop, soprattutto per gli utenti Linux i quali, in ogni caso, possono utilizzare la versione CS2 appoggiandosi a Wine, il middleware che permette agli affezionati del Pinguino di eseguire software sviluppato per gli ambienti Microsoft.

28/11/13

Il più sottile iPad in circolazione! Apple iPad Air

Ritenuto da molti il più sottile iPad che si possa trovare sul mercato ad oggi: si tratta del nuovo Apple iPad Air, che si attesta ufficialmente il posto della gamma iPad con display da 9,7 pollici. Equipaggiato con un processore Apple A7, lo stesso che monta l'iPhone 5S. La caratteristica principale: Retina Display a 9,7 pollici, fotocamera iSight, GPS, WiFi, LTE, memoria interna non espandibile. Il tablet in questione non supporta le chiamate voce su rete GSM, gli SMS e gli MMS. Marca: Apple Modello: iPad Air
 
Apple iPad Air
MISURE E DIMENSIONI
Peso: 469 g
Altezza: 240 mm.
Larghezza: 169,5 mm.
Profondità : 7,5 mm.

DISPLAY
Display: 2048x1536
Doppio Display: No Secondario: No Touchscreen: Si Principale: 2048x1536 a 9,7 pollici LED IPS touch a 16,7 milioni di colori
Info Display Retina 
Display, multi touch capacitivo, accelerometro, sensore di luminosita', giroscopio, rivestimento anti impronte, 264 ppi
Display 3D: No

AUTONOMIA 
Batteria: 32,4 wattora Standby: h
Conversazione: 10 h

HARDWARE E SO 
S.O.: iOS Versione: 7.0
Ram:
Rom :fino a 131.072
Processore: Apple A7 (dual core a 64 bit), coprocessore M7

FUNZIONI BASE
Dual Sim: No
Rubrica: Avanzata
Fotorubrica: Si
Vibracall:
Voice Memo:
Vivavoce:
Scrittura Facilitata:
Tastiera Qwerty: Si (touchscreen))

DATI E CONNETTIVITA'
Usb: Si (2.0)
Miniusb: Si
Bluetooth:Si (4.0)
Irda: No
Wifi: Si (802.11 a/b/g/n), hotspot
WiFi
Dlna:
Nfc: No

BROWSER HTML, HTM (Safari)

PREZZI E OFFERTE
Prezzi da 478.22 a 865.61 euro
Data rilevazione: 28/11/2013
Offerte trovate: 3 Prezzo Max: 478.22 € Prezzo
Min: 865.61 €
Prezzo Medio: 666.67 €

SUPPORTO RETI
Rete: Quad Band Gsm (850/900/1800/1900)
Wap: No
Gprs: Si (opzionale)
 3G: Si (opzionale)
Edge: Si (opzionale)
 Hsdpa: Si (opzionale)
Wimax: No
Lte: Si (opzionale)

GPS E MAPPE
Gps: Si (AGPS, GLONASS solo nel modello WiFi+3G) bussola digitale

COMUNICAZIONE
Mms: No
Email: Si (pop3, smtp, imap)
Istant Msn: Si
Fax: No

MULTIMEDIA
Loghi:
Suonerie: Si
Formati Suonerie:
Giochi: Si (Download))
Screensaver: Si
Lettore Mp3: Si (Player)
Lettore Mpeg4: Si (Player)
Radio FM: No
Visual Radio: No

FORMATI AUDIO E VIDEO
Audio: HE-AAC, AAC (8-320 Kbps),
Protected AAC (da iTunes),
MP3 (8-320 Kbps), MP3 VBR,
Audible (formati 2, 3, 4,
Audible Enhanced Audio, AAX e AAX+),
Apple Lossless, AIFF, WAV, frequenza da 20Hz a 20.000Hz;
Video: video H.264 fino 1080p, 30 fps,
High Profile livello 4.1 con audio
AAC-LC fino a 160 Kbps, 48kHz, audio stereo nei formati .m4v, .mp4 e .mov; video
MPEG-4 fino a 2,5 Mbps, 640x480 pixel, 30 fps,
Simple Profile con audio
AAC-LC fino a 160 Kbps per canale, 48kHz, audio stereo nei formati .m4v, .mp4 e .mov;
Motion JPEG (M-JPEG) fino a 35 Mbps, 1280x720 pixel, 30 fps, audio in ulaw, audio stereo
PCM nel formato .avi

MEMORIA
Interna: 16.384, 32.768, 65.536 o 131.072 Mb
Esterna: No

FOTOCAMERA
Fotocamera: Si (Doppia)
Tipo: 5,0 Mpx (iSight) + 1,2 Mpx
Risoluzione Foto: 2592x1944
Registrazione Video: Si
Risoluzione Video: 1080p a 30 fps
Videochiamata: Si (720p a 30 fps, face detection)
Opzioni Fotocamera
video, auto e touch focus, stabilizzatore, f2.4, filtro ibrido IR, struttura a 5 elementi, sensore BSI, face detection (fino a 10 volti), HDR foto, geo tagging, zoom digitale 5x

VIDEO E TV Video: Si
Videostreaming: Si Tv Mobile: Si (Airplay)
Uscita Tv: Si (fino a 1080p con Apple Digital AV Adapter)

25/11/13

Contraddizione o specchio fedele di una realtà...la nostra realtà quella elettronica!

In base a quanto viene fuori da una ricerca di Intel, condotta online da Penn Schoen Berland su un campione di 12000 soggetti di maggiore età in otto Nazioni in tutto il mondo fra cui il nostro, un neonato digitale italiano su due è dell'idea che la tecnologia ci renda meno umani e sia troppo fondamentale nelle nostre vite.

Chiaramente tutto ciò appare come una colossale contraddizione o specchio fedele di una realtà che ci vede, questo è certo, fra i maggiori utilizzatori di gadget elettronici e addirittura tra i primi al mondo a far la fila di notte (è abitudine di un italiano su due, soprattutto uomini) per l'ultima novità lanciata nei negozi?

Andiamo dunque per ordine. Le contraddizioni della "generazione Y" Il rapporto di amore e odio esternato dalla fascia più in giovane e tenera dell'utenza è ben chiaro nelle percentuali che seguono: il 76% di chi appartiene alla cosiddetta "generazione Y" (giovani di tra i 18 e i 24 anni) è dell'idea che la società attuale si basi troppo sulla componente tech, per quanto la quasi totalità (il 93% per la precisione) si dichiari convinta che grazie alla tecnologia la vita sia più semplice e migliore.

Realtà elettronica
Quasi il 60% dei più giovani è sicuro inoltre che la tecnologia aiuti i rapporti personali mentre è curioso il fatto che gli italiani abbiano più fiducia dei coetanei di altri Paesi sviluppati circa l'impatto positivo delle innovazioni tecnologiche su istruzione (40%), trasporti (41%) e assistenza sanitaria (41%).

Donne italiane davanti a tutte Meno preoccupate dei possibili effetti nocivi legati all'uso eccessivo della tecnologia sono invece le donne italiane con più di 45 anni, tre volte più propense a sostenere i benefici di Internet, smartphone, tablet e via dicendo rispetto alle donne americane della stessa fascia di età e anche delle pari età che vivono nei Paesi emergenti.

 Le donne italiane sono inoltre maggiormente disposte ad accettare tecnologie che per le coetanee di altre nazioni potrebbero essere considerate troppo personali, come i software che osservano le loro abitudini lavorative (70%) e monitorano le abitudini di studio degli studenti (70%) e persino bagni intelligenti che tengono sotto controllo la loro salute (74%).

Device sempre più smart anche a scapito della privacy In cambio di dispositivi più intelligenti, in grado cioè di apprendere e registrare comportamenti e preferenze, un giovanissimo su due è disposto a rinunciare ulteriormente alla propria privacy e a condividere informazioni personali come la data di nascita (lo dice il 59% del campione intervistato), i dati Gps (46%), le e-mail (59%), lo storico degli acquisti (51%) e i propri dati genetici (44%).

 Anche le persone con un reddito più elevato sono propense a condividere le loro informazioni (in forma anonima) e, inaspettatamente secondo la ricerca, a consentire il monitoraggio delle loro abitudini lavorative. In Italia, in particolare, l'80% delle persone benestanti condividerebbe analisi di laboratorio rispetto al 68% degli individui con reddito più basso, così come le destinazioni dei loro viaggi (74% contro 43%) o le date degli stessi (71% contro 44%). Innovazione questa sconosciuta Italia ultima per tutti gli intervistati (anche gli italiani): il dato, impietoso, ha per oggetto la capacità di innovare.

Eppure il 77% delle persone oggetto di indagine crede che la propensione all'innovazione sia un fattore importante di benessere sociale. Per contro solo il 7% degli italiani riconoscono nel Governo una forza trainante per l'innovazione tecnologica del Paese. Un italiano su tre preferisce confidare nella lungimiranza e nel traino delle grandi aziende e delle tante piccole e medie imprese.
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