Il-Trafiletto
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25/10/14

Linux libero e gratis per tutti presentato in 93 città d'Italia

Si ripresenta per il 2014 il "linux day" il sistema operativo libero. Incontri a tema in novanta città d'Italia per far conoscere com'è opportunamente vantaggioso il software 

Linux, il sistema operativo creato da Linus Torvalds "solo per divertimento" nei primi anni Novanta e che è alla base dei milioni di smartphone Android (84,7% del mercato) ed è leader nelle infrastrutture Cloud, è il sistema operativo alternativo a Microsoft Windows e Apple OS X che si presenta oggi in Italia.

Chiamati dall'Italian Linux Society (ILS) a festeggiare l'informatica libera, attira appassionati, curiosi e amatori a toccare con mano l'informatica libera ma anche per testare le potenzialità dei software nati dalla collaborazione di centinaia di sviluppatori sparsi in tutto il mondo, ma anche per ragionare su un altro modo di cultura aperta e condivisione.

Le regole degli organizzatori sono poche e semplici: ingresso libero e gratuito e disponibilità a spiegare al grande pubblico i vantaggi, non solo economici, di usare software open source. Ad ospitare gli eventi, che quest'anno sono 93, ci saranno scuole, università, associazioni e l'elenco completo è disponibile sul sito ufficiale gestito dalla ILS.

Protagonista comune di ogni evento sarà, appunto, Linux (o GNU/Linux, come vorrebbero i puristi), Linux è tuttavia solo la punta dell'iceberg di un movimento, quello del software libero, che spazia dalla tecnologia, alla società, al rapporto con l'informazione, alla privacy. Lo stesso Mark Shuttleworth, il creatore di Ubuntu, la più diffusa versione di Linux, disse una volta che "il software libero è più grande di Linux, è più grande di un singolo progetto: è nella sua globalità che cambierà il mondo".

19/04/14

La Santa Sede vuole sfrattare un pensionato per morosità. Abita in una casa del Vaticano da 58 anni.

Come si dice “predichi bene e razzoli male”. -“Carissimo direttore, io sono affittuario di quel signore vestito di bianco che la domenica proclama dalla finestra di San Pietro che "la casa è un diritto di tutti" – e però, aggiungo io, "purchè non siano le mie"- Così Mauro Bellini, pensionato, sposato, racconta in una lettera accorata inviata al direttore di Libero Maurizio Belpietro e collocata in prima pagina, con la massima evidenza, annunciata da un "occhiello" eloquente e perentorio: «Il grido disperato di un lettore». L'uomo, come tanti italiani di questi tempi, è in ritardo col pagamento dell'affitto per comprensibili difficoltà economiche. Rischia così di perdere la casa in cui vive in Vaticano. Mauro è una delle migliaia di vittime della crisi economica, a causa della quale sta perdendo, un poco alla volta, tutto ciò che si era guadagnato in una vita di lavoro. Non si conosce l’età dei due coniugi, ma Mauro ha scritto di abitare nel medesimo appartamento, assieme alla consorte, da ben 58 anni, il che significa che stiamo parlando di due persone decisamente anziane. “Il proprietario della casa – scrive il signor Bellini - in cui abitiamo da oltre 58 anni, al terzo mese di ritardo del canone di affitto ci ha dato lo sfratto. È chiaro che, prima del ritardo di tre mesi, c’erano effettivamente stati altri disguidi (nel frattempo però i mesi arretrati da pagare erano diventati due, poiché uno siamo riusciti a pagarlo impegnandoci l’ultimo oro di casa), ma avevamo sempre fatto presente la nostra situazione. Avrei forse potuto immaginare un trattamento del genere da parte di una finanziaria o di una banca, ma non dal Vaticano! Quel che mi rattrista - continua ancora il signor Mauro - è che anche dopo la nostra sollecitazione, dall’Apsa (l’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica) non c’è stato alcun riscontro. È vero che loro sono i legittimi proprietari, ma vorrei sottolineare che per la casa in cui abito non hanno tirato fuori una lira per costruire, perché è una di quelle edificate con i soldi donati dagli americani per dipendenti del Vaticano con molti figli. In questa spiacevole situazione, a quanto mi risulta, non sono il solo: basta verificare in Tribunale quanti sono gli sfratti richiesti proprio dall’Amministrazione della Santa Sede, e per certo le posso dire che nel perimetro di San Pietro moltissimi negozi hanno per l’appunto chiuso per sfratto. Chissà che anche il signor Bellini, dopo questa lettera, non riceva una telefonata da papa Francesco?
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