Il-Trafiletto
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19/10/14

C'era una volta il Sig.Rossi



Ormai siamo giunti al capo linea, ormai il Sig. Rossi e la Sig.ra Bianchi, hanno firmato l’atto di resa. Uomini e donne che sostenuti dalle speranze, avevano superato  l’austerity degli anni ’70, che avevano formato famiglie, allevati e cresciuti figli, e con tanti sacrifici avevano consolidando i propri patrimoni. Tutto questo fino a un decennio fa, quando è arrivata la famigerata  crisi economica e ha cambiato tutto.

Abbiamo assistito ed assistiamo tutt’oggi a un ridimensionamento globale, con conseguenze evidenti. ormai la famiglia Rossi è stata travolta dalla crisi, spazzata via come solo un uragano è capace di fare. Distruggendo un’esistenza che sembrava indistruttibile.

Ovunque ci si gira ci sono rincari, un punto all’IVA, un aumentano alle addizionali Regionali e Comunali, una spintarella anche alle imposte di bollo sui conto correnti, perennemente in rosso.
Sig. Rossi, personaggio ideato dal fumettista
B. Bozzetto, simbolo del cittadino italiano medio
Hanno sostituito l’ICI con l’IMU, cambiando le sigle ma non il contenuto, anzi sono state aumentate le aliquote. E giusto per non farci mancare nulla, si è sostituita la vecchia TARSU con TARES e TASI, anche qui qualche decina di euro in più da tirar fuori. Senza contare, ovviamente, il peso di altre tasse e balzelli. Ormai è evidente, non c’è bisogno di statistiche per confermarlo, il ceto medio, quello che ha contribuito negli anni '70 a risollevare  l’economia del paese, è stato distrutto ed annientato dalla mannaia del fisco.

I numeri che ormai vengono snocciolati dalle varie agenzie, sono allarmanti e preoccupanti, e i nostri rappresentanti politici, perché legalmente e giuridicamente tali dovrebbero essere, sono ben consapevoli, della situazione. Un gesto simbolico sarebbe ridursi lo stipendio, non migliorerebbe la situazione ma sicuramente otterrebbero forse qualche consenso in più. Invece no, ogni volta che si tocca questo tasto dolente si osservano scene di panico, perché ridursi lo stipendio di qualche miglia di euro, secondo il loro modesto parere, li porterebbe a vivere in condizione disagiata.

L’unica cosa di cui ci parlano, è di un sistema bloccato, adottando sempre la stessa formula, “”ci faremo carico””. Speriamo che prima o poi qualcuno si impegni per davvero, altrimenti una volta distrutta definitivamente la famiglia Rossi, nodo centrale di tutta l’economia, chi pagherà le tasse per far si che i nostri politici non vivano in austerità?

Non voglio essere censurato, e quindi non trascriverò quello che in questo momento mi passa per la mente. Voglio solo auspicarmi che si faccia presto. Spero che quell’articolo 1, principio fondamentale della nostra costituzione non rimanga solo una norma. Molte sono le esigenze da esaudire, ma se non si ha un’inversione di tendenza, la situazione diventerà sempre più insostenibile. Quindi tocca a voi classe politica trovare delle soluzioni concrete, soluzioni che possano essere condivise da tutti. Altrimenti mi sorge spontaneo il dubbio che siete pronti a sottrarci anche quel poco di dignità che ci è rimasta. Ormai siamo alla frutta, e state ben certi che il caffè a molti piace amaro!!!

19/04/14

La Santa Sede vuole sfrattare un pensionato per morosità. Abita in una casa del Vaticano da 58 anni.

Come si dice “predichi bene e razzoli male”. -“Carissimo direttore, io sono affittuario di quel signore vestito di bianco che la domenica proclama dalla finestra di San Pietro che "la casa è un diritto di tutti" – e però, aggiungo io, "purchè non siano le mie"- Così Mauro Bellini, pensionato, sposato, racconta in una lettera accorata inviata al direttore di Libero Maurizio Belpietro e collocata in prima pagina, con la massima evidenza, annunciata da un "occhiello" eloquente e perentorio: «Il grido disperato di un lettore». L'uomo, come tanti italiani di questi tempi, è in ritardo col pagamento dell'affitto per comprensibili difficoltà economiche. Rischia così di perdere la casa in cui vive in Vaticano. Mauro è una delle migliaia di vittime della crisi economica, a causa della quale sta perdendo, un poco alla volta, tutto ciò che si era guadagnato in una vita di lavoro. Non si conosce l’età dei due coniugi, ma Mauro ha scritto di abitare nel medesimo appartamento, assieme alla consorte, da ben 58 anni, il che significa che stiamo parlando di due persone decisamente anziane. “Il proprietario della casa – scrive il signor Bellini - in cui abitiamo da oltre 58 anni, al terzo mese di ritardo del canone di affitto ci ha dato lo sfratto. È chiaro che, prima del ritardo di tre mesi, c’erano effettivamente stati altri disguidi (nel frattempo però i mesi arretrati da pagare erano diventati due, poiché uno siamo riusciti a pagarlo impegnandoci l’ultimo oro di casa), ma avevamo sempre fatto presente la nostra situazione. Avrei forse potuto immaginare un trattamento del genere da parte di una finanziaria o di una banca, ma non dal Vaticano! Quel che mi rattrista - continua ancora il signor Mauro - è che anche dopo la nostra sollecitazione, dall’Apsa (l’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica) non c’è stato alcun riscontro. È vero che loro sono i legittimi proprietari, ma vorrei sottolineare che per la casa in cui abito non hanno tirato fuori una lira per costruire, perché è una di quelle edificate con i soldi donati dagli americani per dipendenti del Vaticano con molti figli. In questa spiacevole situazione, a quanto mi risulta, non sono il solo: basta verificare in Tribunale quanti sono gli sfratti richiesti proprio dall’Amministrazione della Santa Sede, e per certo le posso dire che nel perimetro di San Pietro moltissimi negozi hanno per l’appunto chiuso per sfratto. Chissà che anche il signor Bellini, dopo questa lettera, non riceva una telefonata da papa Francesco?

30/03/14

"Piu' democrazia in economia"lo dice Poletti | "Gocce" di notizie

"La crisi economica e' essenzialmente figlia di un'iniqua ridistribuzione della ricchezza". Lo ha detto il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, nel corso di un dibattito pubblico a 'Fa' la cosa giusta', la Fiera del consumo e dei comportamenti etici. Per Poletti ci vuole dunque "piu' democrazia in economia", "serve un'economia che abbia un tasso maggiore di equita' in modo che si abbia anche una societa' piu' equa".

Giuliano Poletti
Il ministro ha preferito non rispondere alle domande dei giornalisti che gli chiedevano un commento alle dichiarazioni del governatore Ignazio Visco sull'eccessiva rigidita' delle imprese o alle richieste dei sindacati di maggior concertazione. "Faccio difficolta' anche con le mie idee, figuriamoci se posso fare l'esegesi dei pensieri altrui", chiedete "a loro i commenti alle loro stesse dichiarazioni", ha aggiunto il ministro che ha invitato a occuparsi di cose concrete specificando di rispettare il lavoro dei giornalisti e le loro esigenze di comunicazione. No comment anche a una domanda se gli 80 euro in piu' in busta paga promessi dal Governo per chi ha un reddito inferiore ai 25mila euro andranno anche ai cocopro.fonte(AGI) 

23/10/13

Politica e famiglia

La crisi economica ci impone di guardare con particolare attenzione a chi ha bisogno; e garantire inanzitutto sicurezza e voglia di investire nei giovani, nelle famiglie e nella cultura.
Oggi non è più sufficiente una politica di pur corretta ordinaria amministrazione, occorrono competenze, energie, coraggio e ottimismo per conseguire risultati impegnativi.
C’è una realtà ricchissima di imprese, di associazioni, di istituzioni laiche e religiose, che spesso esprimono i lati migliori della nostra società.
Per questo e’ importante che la politica impari il termine della collaborazione aprendo dei veri e propri “laboratori di incontro”.
Collaborazione affinché “la politica” appaia meno distante e piu’ propositiva.
Politica e famiglia
 La famiglia è la priorità, quindi bisogna favorirne la formazione, sostenerne la crescita, grazie ad una rete di servizi capaci di rispondere ai bisogni più complessi, ma soprattutto al sostegno nella quotidianità.
Oggi più che mai si riconosce che il nucleo familiare è il centro della vita sociale, che si prende cura della persona e dei suoi bisogni dal concepimento alla conclusione della vita.
Quindi e’ utile:
-Sostenere le famiglie in difficolta’
-Sostenere l’occupazione (il lavoro)
-Piu’ assistenza ai minori in difficolta e agli ammalati
Tutto questo fatto toccando con mano, andando a vedere di persona non fatto d’ufficio o con pratiche impossibili da compilare da parte di chi ha veramente bisogno.
La politica deve conoscere tutto il suo territorio e deve entrare e stare con le famiglie.
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