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06/12/16

Numeri del governo Renzi durato in 1.017 giorni

Il governo Renzi è in carica da 1.017 giorni. Dopo la sconfitta subita al referendum costituzionale, dove hanno prevalso i No, bocciando la riforma del suo governo, Matteo Renzi ha annunciato che si recherà al Quirinale da Sergio Mattarella per rassegnare le sue dimissioni. 


Le ultime elezioni politiche si sono svolte a fine febbraio del 2013. Il governo Renzi è il secondo esecutivo della XVII legislatura, che ha avuto inizio il 15 marzo del 2013, succedendo a Enrico Letta.

L'incarico ufficiale di formare un governo è stato conferito a Matteo Renzi dall'allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il 17 febbraio del 2014.
La riserva - ovvero la decisione di formare un governo- è stata sciolta positivamente il 21 febbraio, mentre il giorno successivo, 22 febbraio, si è svolto al Quirinale il giuramento dei ministri.

L'esecutivo ha ottenuto la fiducia del Senato nella notte tra il 24 e 25 febbraio del 2014, mentre alla Camera la fiducia è stata espressa il 25.

Allo scoccare del millesimo giorno di governo, lo scorso 18 novembre, il presidente del Consiglio ha illustrato a palazzo Chigi i risultati raggiunti e ha fatto una sintesi del lavoro portato avanti dall'esecutivo.

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04/12/16

Referendum Si o NO: il Capo del Governo attende con ansia

Referendum Si o NO: il Capo del Governo, Matteo Renzi, attende con ansia l'esito finale al termine delle votazioni, un «salto nel buio», come lui stesso ha definito l'eventuale vittoria del No.


Matteo Renzi è forse più preparato di molti dei suoi avversari. E non solo perché, come ha ricordato il ministro Graziano Delrio, le dimissioni sono scontate:

«per coerenza e non per ricatto», ma perché Renzi è convinto che la stagione delle riforme - quella del jobs act, del dopo di noi, del pubblico impiego, dei matrimoni civili - andrebbe definitivamente in soffitta.
Quello che più volte ha definito come «errore», ovvero l'eccessiva personalizzazione fatta in campagna elettorale.

Infatti in caso di sconfitta diventerebbe realtà e non solo perché anche Berlusconi ha chiesto ieri l'altro le dimissioni del premier, ma perché anche il primo ministro inglese Cameron si è dimesso dopo aver perso il referendum sulla Brexit.

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25/11/16

Rissa sfiorata fuori onda tra Renzi e la Meloni da Vespa

Il presidente del consiglio Matteo Renzi e la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni hanno avuto qualcosa da dirsi anche quando le telecamere di Porta a Porta, andato in onda ieri sera, si erano spente. 


Nel backstage della trasmissione, i due sono stati i protagonisti di una lite. Non hai fatto niente, accusa Giorgia Meloni.

E il premier replica: Non ho fatto niente? Il battibecco è stato ripreso e pubblicato, in esclusiva, dall'Huffigton Post. 
La leader di Fratelli d'Italia si avvicina a Renzi: Io ti ho fatto questa proposta ma già l'altra volta me l'hai bloccata.

Ci lasci almeno la possibilità di scegliere?, afferma Meloni sulla questione dei capilista bloccati. Il presidente del Consiglio allarga le braccia.

Vota no anche te al referendum, aggiunge Meloni. E Renzi se ne va stizzito.

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10/11/16

Frase scandalo della deputata dem: Trump peggio di terremoto

(Il Messaggero) - Frase scandalo della deputata dem: "Trump presidente deli Stati Uniti è una tragedia peggiore del terremoto" cosi si esprimeva Ileana Argentin, deputata del Partito Democratico, questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, secondo quanto riferisce l'emittente. 


«Questa elezione è una tragedia, non potevamo avere una notizia più brutta, l'unica cosa che ci può aiutare è pensare che il 2016 è un anno bisestile.

Incredibile, una disgrazia dopo l'altra. Per me l'elezione di Trump è peggio del terremoto francamente». «Il governo di Obama è stato straordinario. 
Trump ha dimostrato di essere razzista, lontano dalla quotidianità e dalla normalità del vivere comune, quindi è un pò un essere che scende con i suoi milioni di dollari in un Paese.

Con il potere che avrà combinerà tanti guai anche se mi auguro che poi tutto rientri in una situazione di normalità. All'elezione di Trump non riesco ancora a credere.

Trump potrebbe essere una vera e propria miccia che con facilità metterà i fucili in mano alla gente. E la cosa che mi manda in follia è che gli americani ancora una volta credono che tutto si possa cambiare con l'arroganza, con chi grida più forte», aggiunge la deputata dem. Argentin, infine, vede somiglianze tra Trump e Grillo:
«L'arroganza li accomuna, così come il fatto di gridare sempre contro qualcuno senza mai proporre qualcosa. E poi non sanno mediare. Chi non sa mediare può comandare ma non certo amministrare».
Fonte: http://www.msn.com

17/11/15

Hollande cerca solidarietà per lo 'stato guerra'

"La Francia è in guerra". Lo ha dichiarato il presidente francese Francois Hollande a Versailles, di fronte alle Camere riunite in seguito agli attentati di Parigi. "Abbiamo affrontato ben altre prove" prima degli attacchi di venerdì, ha aggiunto, e "quelli che hanno voluto sfidarci sono stati i perdenti della storia". Quella che viviamo "non è una guerra di civiltà - ha concluso Hollande - perché questi assassini non ne hanno. Sono vigliacchi".

Il presidente francese ha poi lanciato un appello per una "grande e unica coalizione con lo scopo di combattere questo esercito terroristico" dell'Isis. L'Aula ha voluto osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime delle stragi, al quale è seguito un lungo e unanime applauso.

"L'Europa attivi il trattato di solidarietà" - Per tale obiettivo, Hollande ha chiesto "al ministro della Difesa di rivolgersi da domani ai suoi colleghi europei in base all'articolo 42.7 del trattato dell'Unione che prevede che quando uno stato è aggredito tutti gli stati membri devono dargli solidarietà di fronte all'aggressione".

"Il nemico non è un nemico della Francia, è un nemico dell'Europa. L'Europa non può vivere nella convinzione che le crisi che la circondano non abbiano effetto su di lei", ha detto ancora al Congresso francese. E sui raid lanciati da Parigi contro la Siria ha promesso che "la Francia intensificherà gli attacchi. Faccio i miei complimenti ai piloti francesi che hanno portato a termine l'operazione a Raqqa. Non dobbiamo contenere quest'organizzazione, la dobbiamo distruggere".

"Misure eccezionali contro il terrorismo" - Il numero uno dell'Eliseo ha auspicato che la legge francese si doti di "uno strumento per prendere misure eccezionali" senza bisogno di passare per lo stato di emergenza e "senza compromettere l'esercizio delle libertà pubbliche" per combattere contro il terrorismo, perché "questa guerra di un altro tipo richiede un regime costituzionale da stato di crisi".

"La Francia è patria dei diritti dell'uomo" - Hollande ha poi sottolineato i valori che reggono la convivenza in Francia, dicendo che "la nostra non è una repubblica qualsiasi ma porta avanti la concezione di uno Stato a servizio dei nostri cittadini: noi siamo la patria dei diritti dell'uomo. Sono qui per sottolineare l'unità nazionale e per sottolineare la nostra determinazione".

"Non ci lasciamo impressionare dai terroristi" - "I terroristi credono che il popolo libero possa essere impressionato dall'orrore ma invece no, la Repubblica francese ha ben sopportato queste prove, sempre viva - ha poi ripreso -. E il popolo francese è coraggioso e non si ferma", nonostante questi gravi fatti. Il presidente ha inoltre ricordato che "gli attentati sono stati pianificati in Siria, organizzati in Belgio e perpetrati sul nostro territorio, probabilmente con delle complicità". E ha precisato che le vittime erano cittadini "di 19 nazionalità" diverse.

"Francesi, continuate a vivere" - E ancora, rivolto al suo popolo, ha lanciato questo messaggio: "La Francia deve restare se stessa. Continuate a uscire, continuate a vivere. L'imminente Conferenza sul clima sarà un momento di speranza e solidarietà".

"Con Obama e Putin per unire le forze" - "Nei prossimi giorni - ha annunciato - incontrerò i presidenti Obama e Putin per unire le nostre forze" contro l'Isis. Hollande ha inoltre deplorato che la comunità internazionale sia "incoerente e divisa" sulla crisi siriana. "Con Obama e Putin per unire le forze" - "Nei prossimi giorni - ha annunciato - incontrerò i presidenti Obama e Putin per unire le nostre forze" contro l'Isis. Hollande ha inoltre deplorato che la comunità internazionale sia "incoerente e divisa" sulla crisi siriana.

"Espellere gli stranieri pericolosi" - "Dobbiamo espellere più rapidamente gli stranieri che rappresentano una minaccia di particolare gravità per la nostra sicurezza", e "poter impedire a una persona con doppia nazionalita' di rientrare sul nostro territorio se costituisce un rischio terrorista". Lo ha detto Francois Hollande davanti al congresso francese.

"Cambiare la Costituzione per battere l'Isis" - In Francia abbiamo bisogno di un "regime costituzionale in grado di gestire la lotta a questo nemico", ha poi dichiarato il presidente, chiedendo la modifica dell'articolo 36, quello sullo stato d'emergenza. "Ritengo, in coscienza, che dobbiamo far evolvere la nostra Costituzione per agire contro il terrorismo di guerra", evocando quindi anche riforme dell'articolo 16 (sui poteri straordinari del presidente in caso di minaccia allo Stato).

Hollande ha poi ribadito che già da mercoledì sarà presentato un "progetto di legge per prolungare lo stato d'emergenza a tre mesi e di adattarlo alle tecnologie e alle minacce con le quali ci confrontiamo oggi". E ha aggiunto che è in ogni caso "necessario che l'Europa accolga con dignità chi rientra nel diritto d'asilo, ma rimandi nel suo Paese chi non lo ha".

"Cinquemila poliziotti in più in due anni" - In Francia "5.000 posti di lavoro supplementari per polizia e gendarmeria saranno creati nei prossimi due anni", ha assicurato il presidente, e il personale della Difesa non subirà alcun taglio "fino al 2019. In queste circostanze, il patto di sicurezza vince sul patto di stabilità". fonte TGCOM"$.it

13/11/15

Torna in campo Silvio Berlusconi ha annunciato che il centrodestra è unito

"Torno in campo prima della Corte di Strasburgo anche perché c'è un sondaggio in cui si dice che il 90% degli italiani è convinto che contro di me ci sia stata una sentenza politica". Lo ha detto Silvio Berlusconi commentando la sua presenza alla manifestazione della Lega a Bologna. "Sto cominciano a intervenire perché abbiamo elezioni importanti in diverse città", ha spiegato. Se vincesse il "M5S sarebbe un pericolo per l'Italia", ha ribadito.

Il numero uno di Forza Italia si confessa a "Porta a porta", sottolineando che la cosa più importante in questo momento è che il centrodestra sia unito. Quanto al futuro leader, "sarà il tempo a decidere". Intanto faremo "opposizione in Parlamento rimanendo uniti, non era accaduto negli ultimi anni", spiega. "Nel corso del tempo si troverà il nuovo capo del centrodestra che sarà il candidato alle elezioni politiche che forse ci saranno tra due anni".

"Felice per la coalizione" - E ancora sulla ritrovata unità nel centrodestra dichiara: "Devo dire che sono soddisfatto nel vedere la Lega al 15%. Quando noi nel 2013 abbiamo perso delle elezioni che noi riteniamo di aver vinto la Lega era al 4%, ora abbiamo 11 punti in più per la coalizione, non sono preoccupato. Anche nel 2012 dopo che c'era stata la fine del nostro governo a causa di un intrigo, io mi ero allontanato e Fi era scesa all'11%, mi richiamarono e io per responsabilità tornai e in 23 giorni Fi ritornò al 21%".

"Alle prossime politiche prenderemo il 51%" - Berlusconi è molto ottimista per le future consultazioni e assicura: "Sono convinto che alle prossime politiche possiamo puntare al 51% degli italiani perché il 55% degli italiani ha deciso di non andare a votare perché disgustati dalla politica e da questi politici. Quindi con un programma preciso e parlando con chi non è andato a votare noi con una grande crociata per la democrazia riusciremmo a convincere le persone e portarle a votare".

Aggiunge però anche che "con questa legge elettorale al ballottaggio vanno il Pd e M5S e secondo i sondaggi vincono i Cinque stelle e questo è un pericolo grave per gli italiani e l'Italia".

"Sì all'abolizione dell'Imu" - Il leader di Forza Italia dice poi che all'abolizione della tassa sulla prima casa "voteremo certamente sì. Noi però voteremo contro la legge di stabilità nella sua totalità". E ancora: "Renzi sta copiando i nostri punti ma male, la proposta del ponte sullo Stretto è assurda perché si parla solo della ferrovia mentre con qualche spesa in più si fanno i passaggi delle auto, della luce e dell'acqua". "E per il contante - aggiunge ancora - noi pensavamo di portarlo alla media Ue che è di 6mila euro, lui lo porta a 3mila e non è detto che ci riesca visto che la sinistra è contraria".

"Con Salvini arriveremo all'accordo" - Sul leader leghista dice: "Salvini è nella Lega da sempre e ha il merito di aver preso la Lega al 4% e di averla portata al 14%. Ci fa piacere perché rafforza il centrodestra. Ho con lui un rapporto cordiale e sono convinto che questo rapporto potrà sfociare in un accordo di programma di governo".

"Fischi a Bologna? Non è vero" - Sul suo intervento a Bologna precisa: "Non è vero che ci sono stati fischi. Ero tranquillo, ho fatto un intervento in cui anticipavo il programma da cui ho avuto un primo sì di massima da Fdi e Lega. Era necessario essere lì perché dopo anni che avevamo seguito strade diverse dovevamo dare un segnale di compattezza preceduto in Parlamento da una riunione dei capigruppo che hanno deciso di esser uniti nell'opposizione al governo".

Mette a poi a confronto il nuovo leader del Carroccio con il suo predecessore e dice: "Io non vedo enormi differenze tra Umberto Bossi e Matteo Salvini. All'inizio fu difficile un accordo con Bossi che cadde nel tranello di Scalfaro che, dopo il mio avviso di garanzia, gli disse che io ero nel baratro e se non mi lasciava ci finiva anche lui. Il governo eletto dal popolo cadde e quello fu il primo colpo di Stato".

"Nel patto del Nazareno c'era la modifica della Severino" - Berlusconi torna poi sul patto del Nazareno dicendo che nell'accordo siglato con Renzi c'era "la modifica della legge Severino". Non c'era invece la grazia da parte del Colle.

"Ha mancato di rispetto - aggiunge - alla parola data e questa è stata una cosa molto grave. Il patto con lui era quello di ridarmi l'agibilità politica dopo la condanna. Ma ciò non è avvenuto".

Ma sulla Severino arriva la replica di Matteo Renzi. "Forse è una delle sue barzellette, ma non fa ridere - dice -. Io non ho mai promesso a Berlusconi una modifica della Severino. Probabilmente si confonde con l'altro Matteo".

"Renzi è un vecchio Dc" - E ancora, sul premier dice che "Renzi non è né un uomo di sinistra, tant'è vero che gli uomini della sinistra portano verso di lui un sentimento negativo perché pensano che con un gesto di destrezza gli ha sottratto il partito e ora alla guida c'è un vecchio Dc, seppur giovane di età".

Ma Berlusconi fa anche un lapsus su Renzi confondendo i due Mattei: "Chi si vuole aggiungere è il benvenuto. Ci siamo noi tre, la grinta la porta Matteo Renzi... la determinazione la Meloni e io la creatività". E a Vespa che gli va notare l'errore: "E' tanto che manco dalla tv, sono un po' in confusione".

"Mattarella, finora nessun segno incisivo" - Sul presidente della Repubblica dice: "Non l'ho incontrato quindi non posso dare dei giudizi, ma fino ad ora non ha dato segni incisivi". fonte TGCOM24.it

11/11/15

Anche De Luca indagato in Campania, per la sentenza sulla legge Severino

l presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati con altre sei persone per lo stop alla sospensiva disposta dalla legge Severino nei suoi confronti. Secondo la Procura di Roma sarebbe stato indotto a promettere un posto di primo piano nella Sanità campana al marito del giudice Anna Scognamiglio, relatrice dell'ordinanza del 22 luglio. De Luca si difende: "Totalmente estraneo".

Risultano indagati, oltre al magistrato, al marito Guglielmo Manna e al governatore, anche il capo della segretaria di De Luca, Nello Mastursi, che martedì si è dimesso dall'incarico. L'ipotesi di reato è induzione alla corruzione.

L'inchiesta era stata avviata a Napoli sulla base di una segnalazione ed è stata successivamente trasferita dalla Procura partenopea a quella di Roma, che è competente a svolgere le indagini sui magistrati del Distretto della Corte di Appello di Napoli.

Il governatore: "Totalmente estraneo" - Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dichiara "senza alcun margine di equivoco" la sua "totale estraneità a qualunque condotta meno che corretta". De Luca ha incaricato il suo avvocato di chiedere di essere ascoltato: "In relazione all'annunciata indagine nei miei confronti è mia intenzione fare in modo che si accendano su questa vicenda i riflettori nazionali, trovandomi nella posizione di chi non sa di cosa si stia parlando. Per me, come per ogni persona perbene, ogni controllo di legalità è una garanzia, non un problema. E su questo, come sempre lancio io la sfida della correttezza e della trasparenza".

La vicenda - La sentenza al centro dell'inchiesta romana è quella con la quale la prima sezione civile del Tribunale di Napoli ha confermato quanto già deciso il 2 luglio dal giudice monocratico Gabriele Cioffi, il quale aveva congelato la sospensione di De Luca dalla carica di governatore che era stata disposta con un decreto del presidente del Consiglio in base alla legge Severino.

La sospensione era relativa ad una condanna a un anno di reclusione per abuso di ufficio inflitta a De Luca quando era sindaco di Salerno. Il collegio aveva accolto il ricorso presentato dai legali di De Luca e aveva inviato gli atti alla Corte Costituzionale sospendendo il procedimento sul merito. fonte TGCOM24.it

06/11/15

La proposta di Boeri: reddito minimo, via vitalizi..

Per contrastare la povertà tra gli over 55 l'Inps ha pubblicato una proposta normativa in 16 articoli che tocca a 360 gradi il sistema previdenziale e assistenziale. Si va dal reddito minimo garantito per gli over55 al riordino delle prestazioni collegate al reddito, passando per il ricalcolo dei vitalizi. E ha incluso anche interventi sull'uscita flessibile e le pensioni dei sindacalisti.

Il documento che è stato consegnato quest'estate al governo descrive un pacchetto di misure pensato "a beneficio dei contribuenti attuali e futuri in quanto riduce il debito pensionistico implicito. Abbatte del 50% la povertà fra chi ha più di 55 anni e non ha ancora maturato i requisiti per la pensione. Mentre aumenta la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale, lo rende più equo e dunque anche socialmente più sostenibile".

Reddito minimo per gli over 55 - La misura consiste nell'istituire un reddito minimo garantito pari a 500 euro (400 euro nel 2016 e nel 2017) al mese per una famiglia con almeno un componente over 55. A beneficiare della misura anche, per esempio, eventuali figli disoccupati. Per accedere al Sostegno di Inclusione Attiva occorre presentare soglie di reddito che riconducono allo stato di povertà (500 euro mensili per un singolo). C'e' anche una sigla, SIA55, e una data d'avvio, il primo luglio 2016.

Niente assistenza per le famiglie ricche - Riordino degli istituti di assistenza per gli over65, con un decalage degli aiuti a partire dai 32 mila euro. Per i nuclei piu' benestanti, sopra un reddito lordo equivalente di 37 mila euro annui (che corrisponde per una coppia a 55mila euro), scatta lo stop a pensioni sociali, assegni sociali, integrazioni al trattamento minimo o altre forme si assistenza (maggiorazioni o importi aggiuntivi), in tutto l'Inps ne calcola 8. La data riportata nell'articolato per l'avvio della misura è il primo gennaio. Uscite a partire dai 63 anni - Per introdurre flessibilità nel sistema pensionistico l'Inps immagina uscite anticipate a 63 anni e sette mesi, con una riduzione dell'assegno che si applica alla sola quota retributiva e che tende ad assottigliarsi nel corso del tempo. Quindi le diminuzioni medie "non eccedono il 10-11% e diminuiscono negli anni".

Ricalcolo dei vitalizi elevati con contributi - Tra le ipotesi, nel capitolo dedicato ai vitalizi per cariche elettive, c'è l'idea, con avvio a gennaio, di "procedere a un vero e proprio ricalcolo delle pensioni secondo il metodo contributivo oggi applicato a tutti i nuovi lavoratori". L'Inps ha spiegato che "ai titolari di vitalizi elevati viene chiesto di convergere al trattamento che avrebbero avuto applicando le regole del sistema contributivo ai versamenti per i loro vitalizi".

Libera scelta su quando iniziare a ricevere la pensione - Per L'istituto di previdenza "aumenta la libertà di scelta quanto alla data da cui si decide di percepire la pensione imponendo equiparazioni di trattamenti fra chi ottiene la pensione prima e chi la ottiene dopo" e "agevola il turnover nella pubblica amministrazione, liberando posti per nuove competenze".

Livellare le pensioni dei sindacalisti a quelle standard - La proposta che chiude il documento dell'Inps per riformare il sistema pensionistico è quella di "armonizzare le pensioni dei sindacalisti con distacco (o aspettativa) dal settore pubblico al trattamento riservato agli altri lavoratori". In questo modo i dirigenti sindacali non potrebbero più farsi versare contributi dall'organizzazione a "condizioni molto più vantaggiose di quelle riservate alla valorizzazione a fini pensionistici dei contributi versati dagli altri lavoratori".

"Si riduce il debito pubblico" - Per l'Inps il pacchetto di misure "ha un contenuto espansivo ma senza mettere a rischio la tenuta dei nostri conti pubblici dato che complessivamente porta a ridurre il debito pubblico". fonte TGCOM.it

03/11/15

"Adesso ci divertiamo" - La risposta di Renzi alla richiesta di Chiamparino

"I tagli dal 2017 al 2019 mettono a rischio la sopravvivenza del Sistema Regioni". Lo ha detto il governatore del Piemonte e presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino. Durante l'audizione in commissione Bilancio del Senato, Chiamparino ha criticato i contenuti della legge di Stabilità chiedendo un incontro urgente con il governo.

E Renzi convoca le Regioni: "Adesso ci divertiamo" - La risposta di Renzi alla richiesta di Chiamparino non si sarebbe fatta attendere: secondo fonti di Palazzo Chigi infatti il premier sarebbe intenzionato a convocare le Regioni a Roma già mercoledì. "Adesso con le Regioni ci divertiamo, ma sul serio", avrebbe detto il presidente del Consiglio annunciando la convocazione dei governatori dopo le pesanti critiche alla legge di Stabilità.

Chiamparino: "Tagli 2017-2019 molto pericolosi" - "Giovedì prossimo - ha detto ancora Chiamparino - vorremmo esprimere un parere sulla legge di Stabilità. Tuttavia, come hanno già rilevato gli Uffici studi di Camera e Senato, il problema è sul pluriennale, perché i tagli dal 2017 al 2019 configurano una situazione che nei fatti mette a rischio la sopravvivenza del Sistema Regioni".

Secondo l'amministratore piemontese infatti le sforbiciate "saranno insostenibili, anche se è vero che i tagli pluriennali spesso vengono modificati. Dobbiamo capire quale è il valore istituzionale che viene dato alle Regioni, e in particolare al sistema sanità, che è uno dei più virtuosi dal mondo. Perché se si pensa che farla funzionare in maniera centralizzata è più funzionale, allora si provi pure".

"Pericolo aumenti ticket o tasse" - Il governatore del Piemonte ha poi messo in guardia dall'aumento di ticket o tasse, dicendo: "Non vogliamo questi ritocchi al rialzo, ma credo che qualche Regione, che ha a che fare con il piano di rientro, a fronte della situazione che si prospetta con la legge di Stabilità che il governo ha presentato possa decidere di farli". E ha continuato: "Sul 2016 credo poi che, al netto della questione del piano di rientro, si possa gestire il sistema sanitario con il limite di non riuscire a ottemperare a tutte le richieste". fonte TGCOM24.it

 

31/10/15

Marino non è più sindaco: 26 consiglieri firmano le dimissioni

A meno di 24 ore dal ripensamento sull'addio al Campidoglio, 26 consiglieri firmano le dimissioni: il Consiglio si scioglie, l'ormai ex primo cittadino attacca. Esposito: "Entro lunedì il commissario" Ignazio Marino non è più il sindaco di Roma. All'indomani della decisione di ritirare le dimissioni, 26 consiglieri comunali hanno infatti firmato, davanti al notaio, le loro dimissioni. Giunta e primo cittadino sono di conseguenza decaduti. L'ormai ex primo cittadino attacca: "Accoltellato da 26 ma c'è un unico mandante". L'ex assessore Esposito spiega: "Il prefetto potrebbe nominare subito il commissario. Entro lunedì sarà operativo". fonte TGCOM24.it
 

29/10/15

Renzi crede nella ripresa: "Il clima economico è cambiato"

"Per la prima volta dopo anni c'è in Italia un cambiamento di clima profondo. Come certifica l'Istat, la fiducia dei consumatori e delle imprese è tornata a livelli pre-crisi".

Lo ha detto il premier Matteo Renzi rivolgendosi agli imprenditori italiani e cubani a L'Avana. "L'Italia ci crede, noi ci siamo", ha aggiunto. I dati sulla fiducia di consumatori e imprese, precisa, "sono solo l'antipasto. La pagina migliore per l'Italia deve ancora venire nei prossimi mesi".

Arrivato a Cuba al termine della sua visita in Cile, il premier interviene al Business Forum di L'Avana per rivolgersi "agli imprenditori italiani" per invitarli "a investire in questo Paese. "Il governo di Castro - dice - si è dato obiettivi storici e il governo italiano sostiene e sosterrà il vostro impegno". E ancora, indice alle imprese "le grandi occasioni" per aumentare l'interscambio tra i due Paesi "dal turismo all'immobiliare, all'agroindustria, fino a un'operazione sulle energie rinnovabili".


Inoltre, Renzi sottolinea che "c'è una grande attenzione dell'Italia per Cuba in un momento di cambiamenti rilevanti. Ci sono momenti in cui la storia fa gli straordinari e questo vale adesso per Cuba".

"Ho fatto una corsa a L'Avana vieja - racconta poi il premier - e ho visto la magia di questa città e provo l'emozione perché è la prima volta che un capo del governo italiano visita Cuba".

Migranti, "sottomessi alla paura e alla demagogia" - Il presidente del Consiglio scrive inoltre, nel suo diario di viaggio su Facebook dedicato alla tappa colombiana, che, ascoltando le storie degli immigrati italiani in Colombia, "ho pensato alla capacità di accogliere persone diverse, lontane, differenti. Noi viviamo spesso sottomessi alla paura, alla demagogia. Penso a quando i migranti erano i nostri nonni, ai loro incubi, alle loro difficoltà. E alla gratitudine verso chi li accoglieva". fonte TGCOM24.it

20/10/15

Ignazio Visco sarebbe indagato per corruzione e truffa

Per il governatore della Banca d'Italia le accuse sarebbero di corruzione e truffa: la Procura di Spoleto indaga sulla vicenda della vendita della Banca Popolare di Spoleto a Banco Desio

Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, sarebbe indagato per corruzione e truffa, insieme ad altre persone, dalla Procura di Spoleto. Lo riporta "Il Fatto Quotidiano". L'inchiesta riguarderebbe il commissariamento della Banca Popolare di Spoleto (Bps) e la successiva vendita a Banco Desio, avvenuta lo scorso anno. Il commissariamento è stato poi annullato dal Consiglio di Stato ma successivamente riconfermato dal ministero dell'Economia.

L'inchiesta della magistratura umbra, secondo il quotidiano, vede indagati anche i commissari nominati da Bankitalia (Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro e Nicola Stabile), i componenti del comitato di Sorveglianza (Silvano Corbella, Giovanni Domenichini e Giuliana Scognamiglio) e l'attuale presidente di Bps, Stefano Lado, che è vicepresidente di Banco Desio.

Il commissariamento di Bps e della cooperativa Spoleto Crediti e Servizi, che con i suoi 21mila soci controllava l'istituto al 51%, fu deciso da Bankitalia dopo un'ispezione avviata nel 2012. Nel 2014, secondo la ricostruzione del Fatto Quotidiano, i commissari decisero di vendere Bps a Banco Desio e la quota di Spoleto Credito e Servizi scese al 10%, con un danno economico per i soci della cooperativa.

A febbraio, infine, il Consiglio di Stato ha annullato sia il commissariamento di Bps, sia quello di Spoleto Crediti e Servizi, per cui sono stati promossi ricorsi da parte dei soci della cooperativa per l'annullamento degli atti dei commissari, compresa la vendita dell'istituto di credito. L'intera vicenda, attraverso alcuni esposti, e' finita anche all'esame della Procura di Spoleto, che ha avviato approfondimenti sul caso.

La Banca d'italia, da parte sua, fa sapere che "con riferimento alla notizia comparsa oggi sulla stampa relativa alle vicende della Banca Popolare di Spoleto, la Banca d'Italia non è a conoscenza di alcuna iniziativa dell'autorità giudiziaria". fonte TGCOM.24
 

19/10/15

Unioni civili: Alfano chiede voto segreto

Il leader di Ncd ribadisce la sua linea ("Sì ai diritti per le coppie dello stesso sesso, no alle adozioni") e chiede il voto segreto sul ddl Cirinnà

"Chiederemo l'uso del voto segreto perché tutti quelli che sono contro l'adozione delle coppie gay possano esprimersi fuori da ogni rischio di ritorsione". Lo afferma il leader di Ncd, Angelino Alfano, sul controverso ddl Cirinnà sulle unioni civili. "Tanti del Pd saranno liberi di votare insieme a noi", assicura Alfano che ricorda la sua linea: "Sì ai diritti, ma no all'equiparazione al matrimonio e all'adozione". "Noi siamo pronti a riconoscere più diritti alle persone che compongono una coppia dello stesso sesso", spiega Alfano al Corriere della Sera.

"E' chiaro che se a parole diciamo che l'unione civile non è un matrimonio, o un istituto equiparato, ma nei fatti fissiamo regole e diritti che in sostanza la mettono sullo stesso piano, in un battito di ciglia troveremo un magistrato che farà un passo ulteriore, con l'adozione che spunta per via giurisprudenziale".

"No all'utero in affitto" - Per Alfano "c'è anche il rischio che alcuni istituti, come la stepchild adoption, portino all'utero in affitto. Per questo proporremo che l'utero in affitto diventi reato universale: sei punibile in Italia anche per condotte commesse all'estero". fonte TGCOM24.it

14/10/15

Il cambiamoento di Camera e Senato al post bicameralismo

Addio al bicameralismo perfetto. Il sì del Senato al ddl Boschi di riforma della Costituzione cambia tutti gli equilibri e la Camera dei deputati, referendum costituzionale permettendo, diviene il vero cuore del sistema politico italiano.


Dal canto suo Palazzo Madama perde sia poteri legislativi sia un buon numero di membri: i senatori, da 315, scenderanno infatti a 95 e saranno eletti dai Consigli regionali, con legittimazione popolare. CAMERA - Sarà l'unica assemblea a votare la fiducia al governo. I deputati rimangono 630 e verranno eletti a suffragio universale, come oggi.

SENATO - Continuerà a chiamarsi Senato della Repubblica, ma sarà composto da 95 eletti dai Consigli Regionali (21 sindaci e 74 consiglieri-senatori), più cinque nominati dal Capo dello Stato che resteranno in carica per 7 anni. Avrà competenza legislativa piena solo su riforme costituzionali e leggi costituzionali.

Per quanto riguarda le leggi ordinarie, potrà chiedere alla Camera di modificarle, ma Montecitorio non sarà tenuta a dar seguito alla richiesta. Se il Senato chiede alla Camera di modificare una legge che riguarda il rapporto tra Stato e Regioni, l'assemblea di Montecitorio può respingere la richiesta solo a maggioranza assoluta. fonte TGCOM24.it

13/10/15

Renzi: "Contante fino a 3mila euro"

"Una delle cose che proporremo al Parlamento con la legge di Stabilità è riportare i livelli del contante alla media europea, al livello francese, facendolo salire da mille a tremila euro". Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi a Rtl 102.5. "E' un modo per aiutare i consumi e dire basta al terrore, sapendo che quei soldi sono comunque tracciati", ha aggiunto.

"Nel 2018 intervento su Irpef, bonus 80 euro resta per sempre" - Renzi ha poi parlato di alcune delle altre misure presenti nella legge di Stabilità: "Gli 80 euro rimangono anche l'anno prossimo, rimangono per sempre - ha spiegato il premier -.

Sono una misura acquisita". In cantiere inoltre un intervento sulle partite Iva e specificatamente sul regime dei minimi. Per sostenere le imprese, per il 2018 inoltre previsto anche un intervento sull'Irpef.

"A Roma si voterà nel 2016" - Renzi è quindi tornato sull'affaire Marino: "A Roma si vota nel 2016: a maggio, aprile o giugno - ha infatti detto il premier circa l'ipotesi di un rinvio delle elezioni nella capitale -. Se Marino conferma le dimissioni si vota quando prescrive la legge, nel 2016. Bisognerebbe che ci fosse un evento eccezionale per aspettare la fine del Giubileo, ad oggi non lo vedo".fonte TGCom24

01/08/15

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12/04/15

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08/04/15

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07/03/15

Jobs Act Licenziamenti Reintegro: Chi ci Guadagna

Oggi 7 marzo entrano in vigore le norme previste dal Jobs Act in materia di lavoro, che hanno l'obiettivo di cambiare il rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovrebbe avere già firmato i primi due decreti legislativi della riforma del lavoro e, si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.


Facciamo il punto della situazione: sono quattro i decreti attuativi approvati nel Consiglio dei ministri. 1:La riforma dei contratti di lavoro. 2: L'introduzione della Naspi (Nuova Assicurazione Sociale Per l'Impiego) e della Dis-Coll ( il sussidio alla disoccupazione) per i lavoratori precari. 3: le novità su maternità e congedo parentale. 4: abolizione del precariato nelle forme delle collaborazioni coordinate e continuative.

Il presidente della Repubblica Mattarella ha firmato per ora, due decreti: La riforma dei contratti di lavoro e gli ammortizzatori sociali. Il presidente si riserva più tempo per esaminare gli altri due testi.
Ma vediamo di capire a chi conviene ciò che è andato in vigore, oltre ad aver capito che le modalità di licenziamento vanno a rivedere l’articolo 18, quantomeno sul fronte dei licenziamenti disciplinari ed economici.

CHI CI GUADAGNA
Ad un primo esame condotto da esperti, sembra che le casse delle aziende risultino le maggiori beneficiarie della nuova normativa, ma sembra che, per un licenziamento senza un giustificato motivo oggettivo, costi troppo all'azienda. Quindi va da sè che ad ottenere i maggiori benefici saranno sempre e comunque le ziende più grandi perchè sono esenti dal reintegro del lavoratore dipendente ritenuto non più idoneo al lavoro assegnatogli. Senza contare che alle grandi imprese viene ridotta la quota di indennità per i licenziamenti.

A CHI INTERESSA IL JOBS ACT
Saranno tutti i lavoratori dipendenti assunti da oggi: impiegati, operai e quadri. 
Non saranno interessati a questa riforma i lavoratori domestici, gli sportivi, i lavoratori in prova, quelli in età pensionabile e, logicamente i dipendenti pubblici, per i quali il Jobs Act non ha efficacia.

CHI BENEFICIA DEL REINTEGRO
Il lavoratore che riuscirà a dimostrare in giudizio, l’errore di valutazione sul suo comportamento che il datore di lavoro gli ha attribuito causando l’allontanamento. Se il giudice del lavoro accerta la possibilità del reintegro, al lavoratore viene offerta, in sostituzione del reintegro, la possibilità di richiedere un indennizzo di natura economica una tantum pari a quindici mensilità dell’ultima retribuzione percepita.

Jobs Act Licenziamenti Reintegro: Chi ci Guadagna
A CHI SPETTA L'INDENNIZZO
Nei casi in cui viene previsto e consentito il licenziamento (motivi economici) il datore di lavoro è tenuto al pagamento di un indennizzo di natura economica pari a 2 mensilità per ogni anno di servizio del lavoratore. L’indennizzo dovuto nei casi di licenziamento va da un minimo di 4 mensilità a un massimo di 24 mensilità. Per le aziende con meno di 15 dipendenti, per le quali già era prevista la deroga all’art.18 nella precedente normativa, rimane confermata l’esclusione dal reintegro e viene mantenuto, per i casi di licenziamento senza giusta causa, l’indennizzo attuale variabile tra i 2,5 e i 6 mesi di retribuzione. 
Esclusi i casi di licenziamento discriminatorio, il cui regime è rimasto immutato.

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